sergio dal maso
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lunedì 11 settembre 2017
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tutto quello che vuoi
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“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” Italo Calvino Le belle commedie hanno la peculiarità di essere leggere e al tempo stesso profonde. Strappano sorrisi e risate, ma con garbo e senza volgarità. Commuovono con delicatezza, con la naturalezza della vita vissuta. Tutto quello che vuoi è tutto questo. Un piccolo grande film che racconta una storia semplice, di quelle che accarezzano il cuore. Cosa hanno in comune Alessandro, un ventenne coatto e disadattato che passa le giornate tra la play-station e il cazzeggio al bar, e Giorgio Ghelarducci, un anziano poeta, elegante e gentile, affetto da Alzheimer? Cosa avranno mai da dirsi due generazioni tanto diverse e lontane? Apparentemente nulla.
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“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” Italo Calvino Le belle commedie hanno la peculiarità di essere leggere e al tempo stesso profonde. Strappano sorrisi e risate, ma con garbo e senza volgarità. Commuovono con delicatezza, con la naturalezza della vita vissuta. Tutto quello che vuoi è tutto questo. Un piccolo grande film che racconta una storia semplice, di quelle che accarezzano il cuore. Cosa hanno in comune Alessandro, un ventenne coatto e disadattato che passa le giornate tra la play-station e il cazzeggio al bar, e Giorgio Ghelarducci, un anziano poeta, elegante e gentile, affetto da Alzheimer? Cosa avranno mai da dirsi due generazioni tanto diverse e lontane? Apparentemente nulla. Anzi, non si sarebbero mai incontrati se Alessandro non fosse stato costretto ad aiutare Giorgio accompagnandolo nelle sue passeggiate pomeridiane. Eppure a volte ciò che sembra inconciliabile nasconde sorprese e potenzialità inespresse. E quello che poteva essere uno scontro generazione si rivela un incontro, un percorso di crescita e di maturazione. Dopo l’iniziale diffidenza, pian piano Alessandro si avvicina a Giorgio scoprendo la bellezza della poesia e vicende storiche che prima ignorava. Tra le passeggiate al parco, i vuoti di memoria e i confusi ricordi che affiorano nella mente di Giorgio nascerà tra i due un reciproco sentimento di affetto. La complicità nella condivisione di spassosi momenti ludici e la scoperta di misteriosi segreti bellici faranno virare la storia verso un road movie in cui Giorgio, Alessandro e i suoi scapestrati amici andranno alla ricerca, inconsapevolmente, di se stessi e della propria strada. Metaforicamente il testimone della memoria che Giorgio sta progressivamente perdendo viene passato ad Alessandro, che potrà così affrontare il futuro con una nuova coscienza rivitalizzata dagli insegnamenti dell’amico poeta. Un passaggio generazionale tra nonni e nipoti significativo, oggi quanto mai necessario. Dopo i riusciti Scialla! e Noi 4 il regista-sceneggiatore Francesco Bruni fa centro anche con questo splendido terzo film, confermando la sua spiccata capacità di raccontare il difficile rapporto tra adolescenti e adulti. Ci teneva molto, anche perché la storia del film è in buona parte autobiografica: il padre era malato di Alzheimer ed è mancato da poco. Gli episodi sulla guerra prendono spunto dai racconti del genitore quando non era più lucido. Se l’eccellente scrittura di Bruni non fa notizia – è uno dei migliori sceneggiatori italiani, autore della maggior parte dei capolavori di Virzì – colpisce la delicatezza con cui viene trattata la malattia e il senso della misura nelle relazioni tra i personaggi, senza eccessi di sentimentalismo o di retorica. Alcune trovate sono davvero azzeccate, come le pareti della stanza incise di pensieri e ricordi, o la partita alla play station pensando fosse il Grande Torino. Tutto il cast ha dato un’ottima prova, pur senza nomi altisonanti e con molti ragazzi esordienti. Ulteriore conferma della bravura di Bruni nel dirigere in modo impeccabile un gruppo giovane e inesperto. Alessandro Carpenzano, nella parte di Andrea, è davvero bravissimo, in alcuni momenti per spontaneità e movenze ricorda gli esordi di Valerio Mastandrea. Riesce a trovare con Giuliano Montaldo un’alchimia speciale che tiene assieme in perfetto equilibrio saggezza e ignoranza, signorilità e sbruffoneria. La straordinaria interpretazione del poeta Giorgio Ghelarducci da parte di Giuliano Montaldo merita una nota a parte. Alla veneranda età di 87 anni, il regista genovese, uno dei maestri assoluti del cinema italiano – basti citare le regie di Sacco e Vanzetti o Giordano Bruno – ha accettato l’invito dell’amico Bruni dando vita a un personaggio memorabile, sincero e commovente nella sua profonda leggerezza. Quella leggerezza che faceva dire a Calvino: “così, a cavallo del nostro secchio, ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi”.
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flyanto
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venerdì 12 maggio 2017
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due generazioni a confronto
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Dopo "Scialla" torna nelle sale cinematografiche il regista Francesco Bruni con "Tutto Quello che Vuoi" ed in questo secondo lungometraggio egli rappresenta nuovamente un altro confronto generazionale e sociale. Se nella precedente pellicola Bruni metteva a confronto uno studente con poca voglia di studiare e di estrazione sociale popolare ed un borghese e colto professore di mezza età, in "Tutto Quello che Vuoi" vi è un giovane borgataro romano che ha interrotto gli studi ed un molto anziano e colto poeta. I due personaggi, così distanti tra loro per formazione ed età, vengono a contatto in quanto il ragazzo, che trascorre le proprie giornate a bighellonare per le strade ed i bar con gli amici ed in risse scatenate, è costretto dal padre a trovarsi finalmente un'occupazione e gli viene proposto quello di accompagnatore presso un anziano signore malato di Alzheimer.
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Dopo "Scialla" torna nelle sale cinematografiche il regista Francesco Bruni con "Tutto Quello che Vuoi" ed in questo secondo lungometraggio egli rappresenta nuovamente un altro confronto generazionale e sociale. Se nella precedente pellicola Bruni metteva a confronto uno studente con poca voglia di studiare e di estrazione sociale popolare ed un borghese e colto professore di mezza età, in "Tutto Quello che Vuoi" vi è un giovane borgataro romano che ha interrotto gli studi ed un molto anziano e colto poeta. I due personaggi, così distanti tra loro per formazione ed età, vengono a contatto in quanto il ragazzo, che trascorre le proprie giornate a bighellonare per le strade ed i bar con gli amici ed in risse scatenate, è costretto dal padre a trovarsi finalmente un'occupazione e gli viene proposto quello di accompagnatore presso un anziano signore malato di Alzheimer. Accettato malvolentieri questo impiego, il ragazzo, che peraltro ha un pessimo rapporto affettivo col padre (la madre è morta quando lui era piccolissimo) e con la sua nuova e giovane compagna straniera ed è in lotta con tutto il resto del mondo, salvo la combriccola dei suoi tre amici, inizia a trascorrere le proprie giornate accompagnando a fare delle passeggiate pomeridiane l'anziano poeta. Nel corso di questo periodo che egli trascorrerà insieme a lui, coinvolgendolo anche piuttosto imprudentemente in avventure singolari insieme ai suoi amici, il giovane protagonista piano piano gli si affezionerà, riuscendo a creare con lui un rapporto di reciproco e sincero affetto, nonchè di rispetto, che durerà sino alla fine, avendo entrambi appreso l'uno dall'altro importanti e fondamentali insegnamenti morali.
Preso spunto dalla situazione personale del regista con il proprio padre malato di Alzheimer, "Tutto Quello che Vuoi" risulta senza lacun dubbio maggiormente riuscito come film rispetto al precedente "Scialla". La delicatezza e l'introspezione psicologica in cui il regista Bruni, realmente coinvolto, si addentra e descrive è sicuramente più profonda e matura che nel primo lungometraggio. Attraverso il rapporto che si instaura inizialmente, soprattutto da parte del giovane, con scarsa volontà mista anche ad una certa diffidenza, tra i due protagonisti si assiste al lento e naturale evolversi in positivo dei sentimenti e della fiducia nel prossimo, in questo caso l'uno dall'altro, ma evidenziando particolarmente che tutto parte soprattutto dalla persona più anziana che aiuta ed insegna nel modo più naturale possibile al più giovane determinati valori morali di cui quest'ultimo, per sue vicende avverse, è completamente privo. E per Bruni, ancora una volta come in "Scialla", vi è sempre la possibilità di migliorare se stessi anche quando sembra che la situazione sia irrecuperabile ed, in particolar modo, quando si è ancora giovani e ricettivi ed "incanalati" nella giusta strada da persone con più esperienza, che a loro volta però hanno da imparare qualcosa dai primi, riuscendo a "svecchiare" , magari, le proprie abitudini e la propria radicata diffidenza. Insomma, una pellicola altamente consigliabile ben augurante e, pertanto, positiva sul dare fiducia alle giovani generazioni e sulla possibilità di una qualsiasi comunicazione affettiva e di un reciproco dialogo con tutti.
Infine, occorre elogiare tutti i ragazzi protagonisti, per lo più ancora sconosciuti come attori e, probabilmente, addirittura alla loro prima esperienza recitativa, senza tralasciare ovviamente di lodare ed apprezzare grandemente l'ottima interpretazione del regista Giuliano Montaldo, qui in veste di attore, altamente toccante e sublime in sè stessa.
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(di dodix2013)
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mauro2067
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venerdì 19 maggio 2017
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un viaggio nel tempo e nell'anima...
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Il film chiude con una frase che completa una poesia..tutto quello che vuoi e fu quello il saluto, tutto quello che voglio alla fine l'ho avuto...Da non crederci ma il film si sviluppa intorno al ritrovamento di un paio di scarponi militari promessi ( tutto quello che vuoi) da dei soldati americani (e fu quello il saluto) ad un ragazzo solo, Giorgio, durante la seconda guerra mondiale e poi regalati ( tutto quello che voglio alla fine l'ho avuto). Il ragazzo diventerà un poeta che, oramai ottantenne, avrà bisogno di compagnia ed aiuto e così incontrerà un giovane balordo, Alessandro. E' un film sull'amicizia, amicizia tra ragazzi di borgata tenuti insieme dalla complicità nei piccoli crimini commessi per sopravvivere e dai problemi familiari che ognuno ha, amicizia tra due generazioni molto distanti che non si possono capire ma imparano a rispettarsi e a volersi bene.
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Il film chiude con una frase che completa una poesia..tutto quello che vuoi e fu quello il saluto, tutto quello che voglio alla fine l'ho avuto...Da non crederci ma il film si sviluppa intorno al ritrovamento di un paio di scarponi militari promessi ( tutto quello che vuoi) da dei soldati americani (e fu quello il saluto) ad un ragazzo solo, Giorgio, durante la seconda guerra mondiale e poi regalati ( tutto quello che voglio alla fine l'ho avuto). Il ragazzo diventerà un poeta che, oramai ottantenne, avrà bisogno di compagnia ed aiuto e così incontrerà un giovane balordo, Alessandro. E' un film sull'amicizia, amicizia tra ragazzi di borgata tenuti insieme dalla complicità nei piccoli crimini commessi per sopravvivere e dai problemi familiari che ognuno ha, amicizia tra due generazioni molto distanti che non si possono capire ma imparano a rispettarsi e a volersi bene. Ed è anche un film di un viaggio, un viaggio intrapreso per cercare e trovare qualcosa di prezioso. Ma il valore delle cose è diverso per ognuno di noi e per un ragazzo nel pieno della guerra un paio di scarponi hanno un valore inestimabile tanto da seppellirli come un tesoro, scarponi che lasceranno delusi i quattro ragazzi che si aspettavano chissà quale tesoro capace di farli "svoltare". E' un viaggio nel tempo, nei ricordi di un vecchio che si sente oramai prossimo alla fine (non c'è più tempo) ed è un viaggio che farà crescere i quattro amici mettendo a dura prova la loro amicizia e ponendoli davanti a scelte importanti, quelle che affrontano gli adulti.
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sandrasiriannni
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mercoledì 31 maggio 2017
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tutto quello che vorremmo (per i nostri ragazzi)
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Tutto quello che vuoi Un ragazzo come i nostri, come non li vorremmo ma come diventano, nel vuoto di stimoli culturali che non sappiamo contrastare. Un vecchio come i nostri, come li ricordiamo, come li rimpiangiamo, con un po' di agiografia, talvolta, e con immenso affetto. La malinconia persino divertente della confusione senile che incontra la furia di un'adolescenza renitente alla maturità . L'incontro è raccontato con grande delicatezza, la figura del vecchio che ha attraversato la storia con dolore e leggerezza e inizia piano a svanire è recitata in un modo superbo da Giuliano Montaldo. Le formule démodé di superata eleganza, gli sprazzi di vivacità giovanile che conserviamo dentro fino alla fine, lo sguardo acquoso e tenero con cui la vecchiaia osserva la gioventù rendono il personaggio umanissimo e umanissima è la fortunata circostanza che ogni genitore sogna, di quest'epifania di incontro col mondo adulto non genitoriale, determinante della scoperta da parte del ragazzo di Storia e Cultura, senza che le maiuscole ingombrino, come ingombrano nell'istituzione scolastica, stata svuotata di senso e spesso rifiutata.
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Tutto quello che vuoi Un ragazzo come i nostri, come non li vorremmo ma come diventano, nel vuoto di stimoli culturali che non sappiamo contrastare. Un vecchio come i nostri, come li ricordiamo, come li rimpiangiamo, con un po' di agiografia, talvolta, e con immenso affetto. La malinconia persino divertente della confusione senile che incontra la furia di un'adolescenza renitente alla maturità . L'incontro è raccontato con grande delicatezza, la figura del vecchio che ha attraversato la storia con dolore e leggerezza e inizia piano a svanire è recitata in un modo superbo da Giuliano Montaldo. Le formule démodé di superata eleganza, gli sprazzi di vivacità giovanile che conserviamo dentro fino alla fine, lo sguardo acquoso e tenero con cui la vecchiaia osserva la gioventù rendono il personaggio umanissimo e umanissima è la fortunata circostanza che ogni genitore sogna, di quest'epifania di incontro col mondo adulto non genitoriale, determinante della scoperta da parte del ragazzo di Storia e Cultura, senza che le maiuscole ingombrino, come ingombrano nell'istituzione scolastica, stata svuotata di senso e spesso rifiutata. Un po' superflua forse, la parte on the road, che sembra accessorio obbligatorio del film di formazione contemporaneo, ma commozione intensa e autentica nel finale in cui diventa chiaro come i nostri ragazzi sono,dopo tutto, esattamente quelli che vorremmo.
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goldy
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lunedì 8 maggio 2017
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la forza della tenerezza
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E' un film che fa bene al cuore e lo scalda. Non è originalissima come storia ma benvengano film come questi. C'è n'è bisogno. Scoprire che la tenerezza nei rapporti è indispensabile per nutrire le persone fa sempre bene. Ribadire che una casa piena di libri può incutere rispetto e curiosità non è mai retorico. Ci sono ricette molto sem'plici per parlare a chi non è cresciuto in ambienti attenti all'educazione di un bambino. Il rispetto, il gesto affettuoso il dialogo sono possibile a cchiunque e possono fare miracoli come accade nel film. Ben girato, con attori coatti credibili è un film dedicato al ricordo di un padre molto amato.
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E' un film che fa bene al cuore e lo scalda. Non è originalissima come storia ma benvengano film come questi. C'è n'è bisogno. Scoprire che la tenerezza nei rapporti è indispensabile per nutrire le persone fa sempre bene. Ribadire che una casa piena di libri può incutere rispetto e curiosità non è mai retorico. Ci sono ricette molto sem'plici per parlare a chi non è cresciuto in ambienti attenti all'educazione di un bambino. Il rispetto, il gesto affettuoso il dialogo sono possibile a cchiunque e possono fare miracoli come accade nel film. Ben girato, con attori coatti credibili è un film dedicato al ricordo di un padre molto amato.
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mariaf.
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sabato 13 maggio 2017
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evviva i buoni film!
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Questo film è un capolavoro. Giorgio, ha oltre ottant’anni, ha l’Alzheimer che non è in una fase avanzata, pertanto è abbastanza autonomo da riuscire ad avere con gli altri un rapporto che gli permette uno scambio d’idee, i suoi ricordi lo riportano al lontano passato. Alessandro è un ragazzo che non sa cosa fare della sua vita e con i suoi amici bulli trascorre inutilmente la sua vita al bar, Il suo non far niente non lo rende felice ma non ha nemmeno il coraggio di incominciare una vita lavorativa che sebbene sottoposto al padre lo renderebbe meno dipendente economicamente, ma a lui servono solo i soldi per il bar e le sigarette.
Ecco che gli viene offerto un lavoro come accompagnatore di un ultra ottuagenario, in un primo momento rifiuta perché si vergogna di fare il badante ma poi controvoglia, incoraggiato da Claudia la sua bella e saggia fidanzata, accetta.
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Questo film è un capolavoro. Giorgio, ha oltre ottant’anni, ha l’Alzheimer che non è in una fase avanzata, pertanto è abbastanza autonomo da riuscire ad avere con gli altri un rapporto che gli permette uno scambio d’idee, i suoi ricordi lo riportano al lontano passato. Alessandro è un ragazzo che non sa cosa fare della sua vita e con i suoi amici bulli trascorre inutilmente la sua vita al bar, Il suo non far niente non lo rende felice ma non ha nemmeno il coraggio di incominciare una vita lavorativa che sebbene sottoposto al padre lo renderebbe meno dipendente economicamente, ma a lui servono solo i soldi per il bar e le sigarette.
Ecco che gli viene offerto un lavoro come accompagnatore di un ultra ottuagenario, in un primo momento rifiuta perché si vergogna di fare il badante ma poi controvoglia, incoraggiato da Claudia la sua bella e saggia fidanzata, accetta.
Ed ecco che per lui si apre un mondo. Giorgio e Alessandro nelle loro frequentazioni scoprono che la reciproca compagnia giova a entrambi. Il garbo, l’eleganza, la raffinatezza di Giorgio che non l’hanno abbandonato nonostante la malattia, ha un effetto costruttivo sul ragazzo il quale desiderando conoscere sempre più cose su quest’uomo di altri tempi, scopre parte della sua passata esistenza in special modo dalle testimonianze scarabocchiate sui muri di casa in forma di pensieri, poesie, disegni.
Ha avuto una vita intensa e dolorosa Giorgio, fatta di guerra, amori non vissuti, amori corrisposti, poeta.
Attraverso le tante osservazioni dell’anziano, Alessandro impara che si diventa poeti quando l’amore che hai non sai dove metterlo.
Alessandro anche contribuisce al benessere del poeta dandogli la possibilità di fare cose che erano appartenute alla sua vita trascorsa.
Con Alessandro e i quattro amici Giorgio riassapora il gusto di una vita fatta di poker, guidare l’auto, fumare, andare alla ricerca di luoghi ormai vivi solo nella sua memoria.
L’esperienza è talmente positiva per il ragazzo che dopo la morte dell’amico di cui si era preso cura, continuerà nell’accudire se stesso, avvertendo la necessità di ristabilire un rapporto di amore con la sua famiglia: ricomincia un’altra vita!
Gli attori sono stati degli interpreti magnifici e la storia è stata raccontata in modo veritiero e mai stucchevole.
Film di grande pregio.
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no_data
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domenica 21 maggio 2017
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un film per tutti
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Un film attuale, leggero e divertente senza cadere mai nella banalità. Una storia dei nostri tempi, con la solitudine, i tempi vuoti e la povertà degli adolescenti e i tempi vissuti da un uomo che il tempo lo ha riempito, suo malgrado, di tanto dolore. La bellezza di questo film è quella di confrontare due vite, o forse stili di vita così diversi ma così necessari l'uno all'altro, affinchè possano completarsi e trovare finalmente una direzione, una fine, o un inizio. E fa emergere quanto i ragazzi adolescenti abbiano bisogno di essere ascoltati e di ascoltare.
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gpistoia39
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domenica 21 maggio 2017
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anche i giovani "coatti" hanno un cuore
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E' un film bellissimo con scene e situzioni straordinarie per tutto il tampo. La cosa che mi ha commosso di più è vedere questi quattro amici, che all'inizio sembrano preoccupati solo di loro stessi e della loro poco voglia di lavorare, che al funerale del vecchio, si caricano la bara sulle spalle. Un vero gesto pieno di amore e di rispetto per un vecchio che nonostante la sua mente On-Off, ha dato prova di coraggio, di rispetto per loro, e di passato, un passato veramente lontano per quei quattro giovani, ma così vicino al vecchio. Un bell'incontro fra la generazione dei nonni e dei nipoti, in cui il nonno è poeta, galantuomo e amico di Pertini. Bravo Bruni, un gran applauso.
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vincenzovalorani
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giovedì 1 giugno 2017
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l’arte del fare cinema
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Film che non sarei andato a vedere (ipotizzando fosse scontato, noioso), ma che a me è piaciuto moltissimo.
Leggero, con flash ironici ben cadenzati che non fanno sentire la lentezza delle sequenze allo spettatore, bravi attori, delicato, un filo rosso d’amore che aleggia in tutto il film.
Semplicità in controtendenza, se confrontiamo i valori descritti nel film con il mondo spesso vuoto di oggi (v. ad es. gli amici virtuali - fantomatici - di internet). Prima di internet, il vuoto dello spirito critico era costituito dalle ideologie di Destra e di Sinistra (trionfanti fino all'abbattimento del Muro di Berlino).
Una Commedia all’italiana girata con garbo, attenta al sociale, rivisitata in chiave psicologica.
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Film che non sarei andato a vedere (ipotizzando fosse scontato, noioso), ma che a me è piaciuto moltissimo.
Leggero, con flash ironici ben cadenzati che non fanno sentire la lentezza delle sequenze allo spettatore, bravi attori, delicato, un filo rosso d’amore che aleggia in tutto il film.
Semplicità in controtendenza, se confrontiamo i valori descritti nel film con il mondo spesso vuoto di oggi (v. ad es. gli amici virtuali - fantomatici - di internet). Prima di internet, il vuoto dello spirito critico era costituito dalle ideologie di Destra e di Sinistra (trionfanti fino all'abbattimento del Muro di Berlino).
Una Commedia all’italiana girata con garbo, attenta al sociale, rivisitata in chiave psicologica.
Era prevedibile che i ragazzi si comportassero da furfantelli, ma poiché questo timore è stato in molte occasioni disatteso, la trama pur lineare è ravvivata dal colore dell'imprevedibilità.
Forse un caso unico nella Storia del cinema, i graffiti “domestici” nello studio del poeta.
Vincenzo Valorani
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fabiofeli
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mercoledì 14 giugno 2017
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-di che si occupa? - praticamente di niente
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Alessandro (Andrea Capenzano), un ventenne romano, staziona in un bar vicino casa assieme ad un gruppo di coetanei sfaccendati. Ha concluso le scuole superiori ma non ha intenzione né di fare l’Università né di lavorare; ha una storia con la giovane madre di uno dei suoi amici e resta nel suo limbo finché suo padre lo mette alle strette: o lavora o lo butta fuori di casa. Il padre è un uomo sui 50, restato vedovo quando Alessandro aveva due anni; ha per compagna una donna arrivata dall’est europeo, con la quale Alessandro non lega. L’aut aut del padre di Alessandro è: o lavori con me o fai “il ragazzo di compagnia” di un anziano signore, un certo Giorgio (Giuliano Montaldo), malato di Alzheimer.
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Alessandro (Andrea Capenzano), un ventenne romano, staziona in un bar vicino casa assieme ad un gruppo di coetanei sfaccendati. Ha concluso le scuole superiori ma non ha intenzione né di fare l’Università né di lavorare; ha una storia con la giovane madre di uno dei suoi amici e resta nel suo limbo finché suo padre lo mette alle strette: o lavora o lo butta fuori di casa. Il padre è un uomo sui 50, restato vedovo quando Alessandro aveva due anni; ha per compagna una donna arrivata dall’est europeo, con la quale Alessandro non lega. L’aut aut del padre di Alessandro è: o lavori con me o fai “il ragazzo di compagnia” di un anziano signore, un certo Giorgio (Giuliano Montaldo), malato di Alzheimer. Alessandro opta per l’accompagno di Giorgio, per evitare il lavoro col padre. Si presenta nella casa di Giorgio nel quartiere Monteverde, dove lo accoglie la figlia dell’anziano; costei gli spiega che il suo compito è semplice: Giorgio non deve fumare e deve essere accompagnato in una passeggiata salutare; le altre incombenze dell’assistenza in casa le sbriga una esperta collaboratrice familiare. Le altre informazioni importanti sono: Giorgio è un poeta poco noto ma importante, a suo tempo amico di Pertini che lo voleva Senatore a vita. Ora non scrive più ed ha riempito la stanza, che adoperava per scrivere, di frasi apparentemente scollegate: una lunga serie di ricordi, scritti sul muro con un tagliacarte. Alla prima cortese domanda di Giorgio “Di cosa si occupa lei?”, Alessandro risponde con uno sconfortante ”Al momento di niente …”. Alessandro non immagina quanto sarà significativo l’impatto sulla sua vita provocato da quel “nonno” che assiste …
Il regista Francesco Bruni sceglie per i ruoli principali della pellicola due persone che in qualche modo assomigliano ai personaggi: Capenzano, prima del film, non sembrava avere interessi particolari, mentre Montaldo è un regista cinematografico famoso, con uno stuolo di opere a forte impegno sociale, tra le quali i “poetici” Sacco e Vanzetti (1970) con gli straordinari Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla e di Giordano Bruno (1973) ancora con Volonté e Charlotte Rampling. Montaldo dimostra che stare dietro alla cinepresa in fondo è una recitazione per interposta persona; interpreta il personaggio di Giorgio con passione e bravura, un uomo anziano che ha ancora tanto da trasmettere ai giovani e lo vuole fare: sia per insegnare non solo sentimenti profondi come la differenza tra compagna scelta per la vita amore (poetico e vero?), e tra l’educazione e il rispetto sincero e l’affettazione; ma anche “piccole cose” come il tifare per sempre per il Grande Torino o la passione per il poker, imparato da adolescente da tre soldati americani impegnati sulla linea gotica nel 1944, ed il “tesoro” avuto in regalo da questi ultimi, un oggetto essenziale per sopravvivere sulle nevi del Corno Grande. Anche i personaggi di contorno – i giovani del gruppo al bar – sono credibili, con il loro “slang romano” e la loro aggressività da piccoli coatti. Anche questi ultimi sono contagiati nel film dall’influenza benefica di Giorgio/Montaldo. Può essere visto come un punto debole della storia, se non si riflette sul fatto che in effetti si tratta di una edificante fiaba ottimista, da accostare idealmente alla bella favola “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Mainetti. Anche per questo si consiglia la visione del film che suscita spesso la risata con i suoi equivoci.
Valutazione ****
FabioFeli
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