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Un film di Francesco Bruni.
Con Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Arturo Bruni, Vittorio Emanuele Propizio.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Italia 2017.
- 01 Distribution
uscita giovedì 11 maggio 2017.
MYMONETRO
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valutazione media:
3,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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-Di che si occupa? - Praticamente di nientedi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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mercoledì 14 giugno 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alessandro (Andrea Capenzano), un ventenne romano, staziona in un bar vicino casa assieme ad un gruppo di coetanei sfaccendati. Ha concluso le scuole superiori ma non ha intenzione né di fare l’Università né di lavorare; ha una storia con la giovane madre di uno dei suoi amici e resta nel suo limbo finché suo padre lo mette alle strette: o lavora o lo butta fuori di casa. Il padre è un uomo sui 50, restato vedovo quando Alessandro aveva due anni; ha per compagna una donna arrivata dall’est europeo, con la quale Alessandro non lega. L’aut aut del padre di Alessandro è: o lavori con me o fai “il ragazzo di compagnia” di un anziano signore, un certo Giorgio (Giuliano Montaldo), malato di Alzheimer. Alessandro opta per l’accompagno di Giorgio, per evitare il lavoro col padre. Si presenta nella casa di Giorgio nel quartiere Monteverde, dove lo accoglie la figlia dell’anziano; costei gli spiega che il suo compito è semplice: Giorgio non deve fumare e deve essere accompagnato in una passeggiata salutare; le altre incombenze dell’assistenza in casa le sbriga una esperta collaboratrice familiare. Le altre informazioni importanti sono: Giorgio è un poeta poco noto ma importante, a suo tempo amico di Pertini che lo voleva Senatore a vita. Ora non scrive più ed ha riempito la stanza, che adoperava per scrivere, di frasi apparentemente scollegate: una lunga serie di ricordi, scritti sul muro con un tagliacarte. Alla prima cortese domanda di Giorgio “Di cosa si occupa lei?”, Alessandro risponde con uno sconfortante ”Al momento di niente …”. Alessandro non immagina quanto sarà significativo l’impatto sulla sua vita provocato da quel “nonno” che assiste … Il regista Francesco Bruni sceglie per i ruoli principali della pellicola due persone che in qualche modo assomigliano ai personaggi: Capenzano, prima del film, non sembrava avere interessi particolari, mentre Montaldo è un regista cinematografico famoso, con uno stuolo di opere a forte impegno sociale, tra le quali i “poetici” Sacco e Vanzetti (1970) con gli straordinari Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla e di Giordano Bruno (1973) ancora con Volonté e Charlotte Rampling. Montaldo dimostra che stare dietro alla cinepresa in fondo è una recitazione per interposta persona; interpreta il personaggio di Giorgio con passione e bravura, un uomo anziano che ha ancora tanto da trasmettere ai giovani e lo vuole fare: sia per insegnare non solo sentimenti profondi come la differenza tra compagna scelta per la vita amore (poetico e vero?), e tra l’educazione e il rispetto sincero e l’affettazione; ma anche “piccole cose” come il tifare per sempre per il Grande Torino o la passione per il poker, imparato da adolescente da tre soldati americani impegnati sulla linea gotica nel 1944, ed il “tesoro” avuto in regalo da questi ultimi, un oggetto essenziale per sopravvivere sulle nevi del Corno Grande. Anche i personaggi di contorno – i giovani del gruppo al bar – sono credibili, con il loro “slang romano” e la loro aggressività da piccoli coatti. Anche questi ultimi sono contagiati nel film dall’influenza benefica di Giorgio/Montaldo. Può essere visto come un punto debole della storia, se non si riflette sul fatto che in effetti si tratta di una edificante fiaba ottimista, da accostare idealmente alla bella favola “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Mainetti. Anche per questo si consiglia la visione del film che suscita spesso la risata con i suoi equivoci. Valutazione **** FabioFeli
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