ashtray_bliss
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mercoledì 19 luglio 2017
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pellegrinaggio tra fede e superstizione.
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Pilgrimage si presenta come un film parecchio interessante e mostra il vantaggio di saper condensare nella sua ragionevole durata molteplici degli argomenti chiave di una storia ambientata nell'Alto Medioevo: religione contro fede, guerra e barbarie, superstizione acritica contro paganesimo. Partendo da questi elementi basilari troviamo una trama spartana e scarna con protagonisti un gruppo di monaci e una location azzeccatissima dove si svolgono gli avvenimenti: ci troviamo infatti in Irlanda, una terra di una bellezza rara e selvaggia, in balia dei conquistatori normanni, dei cristiani, spesso autoctoni convertiti nei secoli, che espandono la religione sul territorio ma anche dei pagani i quali difendono le proprie terre e provano a salvaguardare le loro credenze.
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Pilgrimage si presenta come un film parecchio interessante e mostra il vantaggio di saper condensare nella sua ragionevole durata molteplici degli argomenti chiave di una storia ambientata nell'Alto Medioevo: religione contro fede, guerra e barbarie, superstizione acritica contro paganesimo. Partendo da questi elementi basilari troviamo una trama spartana e scarna con protagonisti un gruppo di monaci e una location azzeccatissima dove si svolgono gli avvenimenti: ci troviamo infatti in Irlanda, una terra di una bellezza rara e selvaggia, in balia dei conquistatori normanni, dei cristiani, spesso autoctoni convertiti nei secoli, che espandono la religione sul territorio ma anche dei pagani i quali difendono le proprie terre e provano a salvaguardare le loro credenze.
Molto interessante e particolare il panorama linguistico che viene presentato, il quale vede l'uso, e l'alternanza di codice, di diversi idiomi; dal gaelico all'inglese, dal latino (lingua di orazioni e preghiere) al francese. Tutte queste lingue vengono a contatto tra loro grazie alle diverse popolazioni presenti sul territorio, e ognuna ci rimanda alla ricchezza e alla diversità culturale e identitaria che nasce e prospera nonostante le avversità e il contesto storico-sociale tumultuoso, basato quasi esclusivamente sullo scontro culturale, sociale e religioso.
Tornando alla trama, troviamo un giovanissimo monaco dal volto del carismatico Tom Holland il quale si vede partecipe ad un improvviso pellegrinaggio, verso Roma, per il trasferimento di una reliquia antichissima e misteriosa ospitata nel monastero presso il quale svolge il noviziato. Lui insieme ad un piccolo gruppo di monaci e un enigmatico tuttofare muto si avviano ad attraversare il Paese con l'intenzione di raggiungere un porto e da lì salpare per la Francia per dirigersi successivamente nella capitale del Cristianesimo. Il loro viaggio però attraverso la selvaggia campagna irlandese si rivelerà pieno di insidie e la misteriosa reliquia pare diventare l'oggetto della discordia tra i fedeli, i quali ognuno per i propri fini, desidera appropriarsene.
Il viaggio si trasformerà allora in una testimonianza diretta della seta di potere che anima gli individui coinvolti e specialmente i conquistatori francesi. Il comandante dei soldati francesi riesce infatti a convincere il gruppo di monaci a fermarsi nel loro accampamento per poter pregare e venerare la santa reliqua offrendo in cambio di scortare il gruppo fino alle coste. Il giorno seguente però numerosi imprevisti coglieranno di sorpresa il gruppo di religiosi, assediato tra l'altro da una violenta banda di autoctoni riottosi i quali decimeranno il gruppo di cattolici e s'impossesseranno della reliquia. Gli eventi che seguiranno questo episodio saranno totalmente imprevedibili.
L'autore irlandese Muldowney confeziona dunque un film d'epoca che non passa inosservato e che ovviamente riporta in evidenza tutte quelle dinamiche e caratteristiche proprie dell'epoca nella quale è ambientato: conquista di territori stranieri, violente battaglie tra conquistatori e autoctoni, e ovviamente un onnipresente confronto tra fede e religione, tra superstizione illogica e paganesimo ma sopratutto col elemento centrale della narrazione: l'inarrestabile sete di potere e controllo che accieca gli individui.
In questo contesto il pellegrinaggio dei monaci si trasforma in una violenta lotta per la sopravvivenza è la reliquia sembra essere la causa scatenante di questa spirale di follia e sangue.
Immerso in un'atmosfera evanescente e misteriosa, quasi gotica, Pilgrimage si avvale di una location meravigliosa e un uso formidabile della fotografia che enfatizza i toni più cupi e grigi della pellicola, in piena sintonia col relativo contesto storico che viene rappresentato sullo schermo.
Il regista dunque riesce a sfruttare al meglio l'ambientazione e l'atmosfera del film per mettere in scena un episodio altamente verosimile scandito da alcune scene di violenza eccessivamente gratuite e dal gusto (sic!) discutibile. Resta il fatto che riesce a mantenere quasi inalterato l'interesse dello spettatore anche grazie alla figura dell'enigmatico tuttofare, il Muto interpretato da John Bernthal, il quale si schiera sempre dalla parte dei monaci proteggendo sopratutto il giovane novizio. Bravo anche Richard Armitage nei panni di un comandante francese dalla dubbia moralità e il carismatico Tom Holland, ormai un attore collaudato nonostante la sua giovanissima età che riesce a destreggiarsi abilmente in ruoli radicalmente diversi.
Molto originale, per i canoni attuali di filmmaking, è la completa assenza di un personaggio femminile nella trama. Personalmente ricordo soltanto un'altro film privo dell'elemento femminile ed è The Eagle (2011). La storia in questione non risente comunque di quest'assenza assumendo così una dimensione ancora più realistica e verosimile, data la storia e i personaggi coinvolti.
Ammettendo che non si tratta di un capolavoro o di una pietra miliare, resta il fatto che è un'opera altamente interessante, dal notevole impatto visivo, ben costruita e recitata. Non è esente da alcune imperfezioni di forma (ad esempio il finale è alquanto debole e ben sotto le aspettative) e da alcune scene di violenza gratuita che sarebbe stato opportuno evitare, ma nel complesso si tratta di un prodotto ben fatto, orgogliosamente indipendente e interessante. Consigliato, Voto: 3/5.
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enrikeb
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giovedì 3 agosto 2017
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la religione non cambia mai
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Muldowney si era già distinto per il suo SAVAGE del 2009 e torna a confermarsi con un argomento scomodo e molto attuale, sebbene lo ambienti nel 13° secolo. Un gruppo di frati devono trasportare una importante reliquia dall'Irlanda fino a Roma e il viaggio si rivela pieno di insidie. Storia semplice ma l'analisi sociale, politica, religiosa e morale dei personaggi merita davvero nota, ci sono tutti: il ragazzo giovane cresciuto in un monastero e vergine di esperienze di vita, il monaco buono e prudente che lo tratta come un figlio, un muto laico fedele compagno misterioso dei sopra citati, il religioso da Roma spietato nella sua carriera ecclesiastica e disposto a tutto, nemici religiosi, nemici politici eccetera.
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Muldowney si era già distinto per il suo SAVAGE del 2009 e torna a confermarsi con un argomento scomodo e molto attuale, sebbene lo ambienti nel 13° secolo. Un gruppo di frati devono trasportare una importante reliquia dall'Irlanda fino a Roma e il viaggio si rivela pieno di insidie. Storia semplice ma l'analisi sociale, politica, religiosa e morale dei personaggi merita davvero nota, ci sono tutti: il ragazzo giovane cresciuto in un monastero e vergine di esperienze di vita, il monaco buono e prudente che lo tratta come un figlio, un muto laico fedele compagno misterioso dei sopra citati, il religioso da Roma spietato nella sua carriera ecclesiastica e disposto a tutto, nemici religiosi, nemici politici eccetera. La fotografia e il montaggio non sono perfetti ma non sono affatto male, il film riserva un paio di scene da stomaco forte ma brevi quanto intense. Certo strizza molto l'occhio a qualcosa già vista (Valhalla Rising), così come Savage ricorda Taxi Driver, ma questo Muldowney ce l'ha messa tutta per fare qualcosa di diverso, e lo ha fatto, anche piuttosto bene, si vede che ha imparato bene la lezione dei maestri. Da vedere!
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ennio
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martedì 2 ottobre 2018
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efficace affresco su guerra e monachesimo nel 1200
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Film storico molto ben fatto. Eccellono la fotografia, gli scenari, i costumi, la rappresentazione storica e linguistica. Unica pecca, ogni tanto i dialoghi strizzano l'occhio alla psicologìa dell'uomo moderno. La storia però non eccede nell'esagerare il misticismo e la cerimoniosità dell'epoca medievale, come purtroppo il cinema usa fare spesso.
90 minuti di film senza mai scorgere donne o bambini, ove la crudeltà e la ferocia della guerra, ma anche la grazia dell'ascetismo, rimangono confinate nel loro spazio storico tradizionale: l'uomo.
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elgatoloco
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giovedì 9 maggio 2019
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finalmente un film comme il faut
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Questo"Piligrimage"(Brendan Muldowney, 2017)è finalmente un film che ci parla della"crisi"del Medioevo, ossia di una fede cristiana che, pur se non immune da quelle che la teologia dogmatica bollava(e bolla tuttora)come"eresie", la vulgata(ma anche un grande come Saint-Simon)riteneva"periodo organico", cioè tempo pervaso da certezze e verità da fede, raccontando il tragitto da un eremo irlandese a Roma per presentare in Vaticano ciò che altrimenti i monaci avrebberto tenuto più volentieri custodito nell'eremo. Un viaggio difficile, pericoloso, irto di ostacoli, che è chiaramente metafora di quell'"agonia(enel'accezione etimologia di"lotta")del cristianesimo"rilevata già da Miguel de Unamuno in uno splendido quanto attualissimo libro.
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Questo"Piligrimage"(Brendan Muldowney, 2017)è finalmente un film che ci parla della"crisi"del Medioevo, ossia di una fede cristiana che, pur se non immune da quelle che la teologia dogmatica bollava(e bolla tuttora)come"eresie", la vulgata(ma anche un grande come Saint-Simon)riteneva"periodo organico", cioè tempo pervaso da certezze e verità da fede, raccontando il tragitto da un eremo irlandese a Roma per presentare in Vaticano ciò che altrimenti i monaci avrebberto tenuto più volentieri custodito nell'eremo. Un viaggio difficile, pericoloso, irto di ostacoli, che è chiaramente metafora di quell'"agonia(enel'accezione etimologia di"lotta")del cristianesimo"rilevata già da Miguel de Unamuno in uno splendido quanto attualissimo libro. Immagini violente, dure, anche volutamente spiacevoli, per un viaggio(ovviamente anche, anzi profondamente"iniziatico")duro, appunto, quanto problematico...Fosse un film apologetico della fede, descritta come semplice soluzione ai mali del mondo, invece che(come invece è)un film appunto critico, duro, per nulla"apologetico", appunto, l'avrebbero prodtto in Irlanda, invece è stato prodotto dalla Vallonie, la Vallonia, ossia la regione più laica del Belgio. Interpreti straordinari per un grande film, che si spera circoli molto, in quanto è una delle poche opere che possano far rilettere, cosa ormai rara, in un tempo nei quali gli interrogativi di fondo dell'esistenza sono senz'altro bypassati dal contingente più sciocco... El Gato
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