Captain Fantastic |
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Un film di Matt Ross.
Con Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso.
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Titolo originale Captain Fantastic.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 120 min.
- USA 2016.
- Good Films
uscita mercoledì 7 dicembre 2016.
MYMONETRO
Captain Fantastic ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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IN FUGA DAL MONDO GLOBALE
di ROBERT EROICAFeedback: |
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domenica 11 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Viggo Mortensen superstar in una commedia, “Captain Fantastic” che riflette sulla possibilità di un gruppo di persone di sopravvivere con le solo loro forze, isolandosi dalla civiltà. Un padre e sei figli, che addestra in modo quasi militare, in un accampamento nella foresta. Li incoraggia a uccidere gli animali per sfamarsi e a studiare (soprattutto fisica e matematica) per capire come ad ogni azione corrisponda una specifica reazione. “Un uomo è definito dalle azioni, non dalle parole” ama spesso ripetere. E la madre ? Non c’è più, suicida in un ospedale lontano, forse in fuga da quel mondo utopico, forse solo costretta da una malattia troppo grande per essere curata sulle montagne. Ma al funerale la famiglia non può proprio mancare e su uno scassinato pullmino tenterà di raggiungere il Nuovo Messico per partecipare alla cerimonia. Ma a modo loro. Un tema a forte rischio “new age” dunque, caro al cinema indipendente americano a partire dagli anni Novanta ma che per fortuna, il giovane regista americano Matt Ross (all’opera seconda, presentata a Cannes e premiata) declina in maniera non banale, rinunciando alla facile battuta e anche alla (ormai troppo) diffusa ironia delle famiglie disfunzionali di Wes Anderson. Lo si capisce già dalla prima scena in cui un cervo viene ucciso all’arma bianca, senza troppe sfumature. Certe scene, in bilico tra invenzione e farsa, poi, sono geniali, si pensi al festeggiamento del (falso) compleanno di Noam Chomsky, il più estremo dei contestatori “istituzionali” d’America. Peccato per una seconda parte più classica, con sottofondo moraleggiante, in cui si tenta in tutti i modi di far quadrare il cerchio, rovinando in parte l’effetto di stupefazione presente nella prima. Bella l’esecuzione nel finale di “Sweet Child o Mine”, anche se non c’entra niente. E sui titoli di coda la meravigliosa Shall be released di Bob Dylan che c’entra ancora meno.
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