vanessa zarastro
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domenica 9 ottobre 2016
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attrazione tra diversi
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Come si possono non attrarre due giovani diciassettenni così diversi tra loro? Siamo nel liceo scientifico di una piccola cittadina nelle montagne dell’Arège, nei Pirenei. Il film Quando hai 17 anni narra il rapporto tra Thomas (un bravo Corentin Fila) e Damien (uno strepitoso Kacey Mottet Klein) durante l’arco di un anno, diviso simbolicamente in trimestri come a sottolineare i tempi scolastici. Come una coppia di cow boys, i ragazzi prima di diventare amici devono fare a cazzotti.
Thomas è magrebino, adottato da una coppia di fattori di montagna, e studia perché da grande vuole diventare un veterinario. Abita lontano dalla scuola e impiega circa un’ora e mezza per raggiungerla con il bus dopo un lungo percorso a piedi.
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Come si possono non attrarre due giovani diciassettenni così diversi tra loro? Siamo nel liceo scientifico di una piccola cittadina nelle montagne dell’Arège, nei Pirenei. Il film Quando hai 17 anni narra il rapporto tra Thomas (un bravo Corentin Fila) e Damien (uno strepitoso Kacey Mottet Klein) durante l’arco di un anno, diviso simbolicamente in trimestri come a sottolineare i tempi scolastici. Come una coppia di cow boys, i ragazzi prima di diventare amici devono fare a cazzotti.
Thomas è magrebino, adottato da una coppia di fattori di montagna, e studia perché da grande vuole diventare un veterinario. Abita lontano dalla scuola e impiega circa un’ora e mezza per raggiungerla con il bus dopo un lungo percorso a piedi. È proprio un bravo figliolo, aiuta il padre alla fattoria e si occupa della madre malata (e incinta). È un po’ un enfant sauvage, bello e robusto, ama fare il bagno nudo nel lago ghiacciato anche con la neve in pieno inverno, e adora la montagna. Ha un rapporto spontaneo con gli animali, nel bene e nel male, non esita a tirare il collo a un pollo per regalarlo alla dottoressa.
Damien è un ragazzo borghese un po’ viziato, figlio di Marianne Delille(la dottoressa appunto, ben interpretata da Sandrine Kiberlain) e di Nathan, un pilota militare dell’Armé dell’Air in missione in Afghanistan. È un ragazzo “urbano” e come unico sport praticato va a lezioni di pugilato. In montagna si sente un po’ un pesce fuor d’acqua e quando deve camminare troppo arranca un po’. Anche lui, comunque, in casa è un bravo ragazzo, aiuta la madre in cucina, sa fare i dolci e va piuttosto bene a scuola,.
La reciproca avversione dei due adolescenti durerà poco più di un trimestre durante il quale i due si fanno i dispetti, si provocano, e finiscono per fare a pugni.
La madre di Damien, in qualità di medico, si prende cura della mamma di Thomas e, dovendo ricoverarla in ospedale per un periodo, invita Thomas a stare da loro in modo che possa studiare meglio e per fornire un’occasione di amicizia ai due giovani onde evitare eventuali espulsioni scolastiche.
La vicinanza fisica fa scoppiare vari sentimenti nei ragazzi in pieno scatenamento ormonale: prima in Damien più consapevole del proprio desiderio, poi alla fine anche in Thomas più restio ad arrendersi e accettare la propria omosessualità.
In un panorama naturale mozzafiato, con le montagne mostrate nel loro splendore in tutte le stagioni, la diversità tra i due ragazzi diventa una fatale attrazione ben tollerata dalla mamma di Damien, più evoluta ed emancipata, ma tenuta celata ai genitori di Thomas.
Dopo varie vicende e con la morte in guerra del padre di Damien, Marianne (un nome a caso?) deciderà di lasciare le montagne dell’Arège per andare a vivere a Lione, invitando comunque Thomas ad andare da loro quando vuole, mostrando una grande apertura nei confronti della prosecuzione del rapporto tra i due ragazzi. Viene spontaneo pensare alla contrapposizione simbolica tra città e campagna come un ennesimo elemento di diversità, ma anche di fascino reciproco.
André Téchiné sceglie il titolo Quando hai 17 anni per il suo film come omaggio a un verso di Athur Rimbaud. Nonostante abbia superato i settant’anni riesce a raccontare con garbo, pudore e intelligenza la difficoltà di crescere, i disagi, i dubbi e le paure dei giovani di quella età. I due personaggi principali sono ragazzi taciturni e introspettivi, e sono molto ben interpretati dallo statuario e sensuale Corentin Filae dallo scattante Kacey Mottet Klein, che ha vinto uno Shooting Stars Award alla Berlinale del 2016.
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beghella
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martedì 22 novembre 2016
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tra bisogno e desiderio
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
Non ho mai empatizzato così tanto con il Desiderio in una storia di vita e di passione.
Omosessuale per giunta.
Là dove il bisogno è naturale e il desiderio è artificiale solo perché fa i conti con il senso di colpa.
Un film che racconta di bullismo,di omofobia,di disagio,di riscatto sociale e di amore.Senza retorica e con rara bellezza.
I versi di Rimbaut, preludio al viaggio dei protagonisti e di chi li sente addosso perché cuciti dal regista e dagli autori con una tensione alla fisicità che ha del magico.
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maurizio meres
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domenica 9 ottobre 2016
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la paura di essere diversi
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In questo film vengono evidenziati tutti i pregiudizi ,che oggi una inumana è alquanto ignoranza esistenziale,senza valori sta creando una spaccatura tra esseri simili ma con una evidente diversità mentale,nel film non c'è mai un atto di omofobia,ma sono loro stessi nel creare le paure di una loro stessa diversità,e di una incapacità di comunicare con gli altri,non c'è una sola scena in cui loro,i ragazzi,dialogano con gli altri simili,e questo rispecchia in pieno quello che la vita sociale è,raffinata sensibilità del regista nel creare un quadro psicologico,fatto di intuizione senza essere aggressivo.
Film molto interessante,pieno di valori umani e soprattutto di responsabilità reciproche,il regista attraverso una severa ma efficace sceneggiatura,da allo spettatore attimi veri,a volte duri ma pieni di sentimento umano,in una ambiente invernale,siamo nei Pirenei Francesi,dove svaghi e alternative per i giovani sono limitate alla sola conoscenza scolastica,creando spesso gruppi e dove il più delle volte i più deboli o meglio,mentalmente chiusi,rimangono ai margini della società.
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In questo film vengono evidenziati tutti i pregiudizi ,che oggi una inumana è alquanto ignoranza esistenziale,senza valori sta creando una spaccatura tra esseri simili ma con una evidente diversità mentale,nel film non c'è mai un atto di omofobia,ma sono loro stessi nel creare le paure di una loro stessa diversità,e di una incapacità di comunicare con gli altri,non c'è una sola scena in cui loro,i ragazzi,dialogano con gli altri simili,e questo rispecchia in pieno quello che la vita sociale è,raffinata sensibilità del regista nel creare un quadro psicologico,fatto di intuizione senza essere aggressivo.
Film molto interessante,pieno di valori umani e soprattutto di responsabilità reciproche,il regista attraverso una severa ma efficace sceneggiatura,da allo spettatore attimi veri,a volte duri ma pieni di sentimento umano,in una ambiente invernale,siamo nei Pirenei Francesi,dove svaghi e alternative per i giovani sono limitate alla sola conoscenza scolastica,creando spesso gruppi e dove il più delle volte i più deboli o meglio,mentalmente chiusi,rimangono ai margini della società.
Bellissima fotografia con stupendi panorami,tra montagne innevate,boschi e ruscelli dove la purezza della natura trionfa su tutto,con dei cambi scena netti,efficaci per un ambiente come quello.
Tutti gli attori si sono immedesimati egregiamente,in una trama,semplice ma stupendamente reale,molto profonda l'interpretazione di Sandrine Kiberlain così come i due ragazzi che seguono perfettamente il regista Andre' Tèchiné.
Film da vedere soprattutto per la semplicità in una storia importante,con cui viene trattato un argomento,giunto ormai alle soglie del liberalismo totale.
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andrea giostra
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domenica 16 ottobre 2016
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on n'est pas sérieux, quand on a dix-sept ans!
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L'ultimo film di André Téchiné, presentato in concorso al “Festival del Cinema di Berlino” 2016, "Quando hai 17 anni", è in proiezione nelle Sale Cinematografiche italiane da Giovedì 6 ottobre 2016.
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L'ultimo film di André Téchiné, presentato in concorso al “Festival del Cinema di Berlino” 2016, "Quando hai 17 anni", è in proiezione nelle Sale Cinematografiche italiane da Giovedì 6 ottobre 2016.
Scritto da André Téchiné con Céline Sciamma, vede un ottimo cast di attori: Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Loret.
Il Film è distribuito da “Cinema” di Valerio de Paolis.
“Quando hai 17 anni” è una storia d’amore e di scoperta. In un aspro villaggio tra le montagne della Francia sud-occidentale due diciassettenni si fronteggiano. Damien e Tom frequentano la stessa scuola. Potrebbero essere amici, ma non si sopportano. Si insultano, e quando le parole non sono abbastanza si picchiano.
Il Film è duro e vero, realista, se non neo-realista, e racconta con sagacia cinematografica, nello stile marcatamente francese, la storia d'amore di due adolescenti omosessuali che mettono in atto un modo molto particolare per scoprire e far sbocciare il loro amore: lo sgambetto iniziale in classe, sguardi in cagnesco, zuffe, spintoni, sfide, cazzotti, scontri, ed un'infinità di agìti che apparentemente sembrano di competizione e di dissonanza relazionale, ma che invece nascondo qualcos'altro di ingenuo, puro, prepotente e molto forte!
Il Film è pieno di relazioni intrecciate, di personaggi e di storie, ma i protagonisti sono Damien e Thomas, insieme alle rispettive famiglie.
Il Film tratta in modo interessante il tema della vita e della morte, dell'amore e della speranza: è la traccia che la narrazione filmica di André Téchiné lascia prepotente allo spettatore che vedrà un film coraggioso e colmo di vita. "On n'est pas sérieux, quand on a dix-sept ans" è la frase del grande poeta francese Rimbaud, tratta dal poema “Roman”, che Damien recita di fronte alla sua classe della piccola cittadina dei Pirenei dove è ambientato il Film; frase che segna la matrice del film, della sceneggiatura e dei dialoghi: ironici ma mai sarcastici, leggeri e veri, come la vita e l'amore dirompente dei due giovani protagonisti diciassettenni.
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beghella
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martedì 22 novembre 2016
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tra bisogno e desiderio
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
Non ho mai empatizzato così tanto con il Desiderio in una storia di vita e di passione.
Omosessuale per giunta.
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
Non ho mai empatizzato così tanto con il Desiderio in una storia di vita e di passione.
Omosessuale per giunta.
Là dove il bisogno è naturale e il desiderio è artificiale solo perché fa i conti con il senso di colpa.
Un film che racconta di bullismo,di omofobia,di disagio,di riscatto sociale e di amore.Senza retorica e con rara bellezza.
L'incipit del film sono
I versi di Rimbaut, preludio al viaggio dei protagonisti e di chi li sente addosso perché cuciti dal regista e dagli autori con una tensione alla fisicità che ha del magico.
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giuliog02
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mercoledì 1 marzo 2017
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fifty-fifty
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare.
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare. In secondo luogo la storia contiene in gran copia gli elementi deamicisiani presenti nei film per la televisione. Ci sono i personaggi, gli straniamenti di cuore e le differenze di status sociale che sono di norma presenti in tali polpettoni, manca solo il parroco. C.a.d. ci sono il dottore di buon senso e buoncuore, qui é la dottoressa madre di uno dei due ragazzi; la differenza sociale tra i due personaggi ( uno vive in città ed appartiene alla borghesia: madre medico e padre ufficiale pilota, l'altro é figlio adottivo di colore di una coppia di agricoltori, che vivono isolati in una casera in montagna e la madre é cagionevole di salute ); il ragazzo di colore va male a scuola e deve ogni giorno effettuare un faticoso viaggio di tre ore tra andata e ritorno per recarsi a scuola, sia percorrendo a piedi una mulattiera che in autobus, mentre l'altro vive in una casa accogliente nel capoluogo; l'ex-militare, amico di famiglia, che istruisce il ragazzo cittadino nell'arte del pugilato; il padre di Damien che muore in missione ( é pilota di elicotteri ) e, quindi, la cerimonia con gli onori militari per l'inumazione. Ditemi che non é un insieme di luoghi comuni strappalacrime deamiciasiano.con chiari intenti di captatio benevolentiae di determinati segmenti di mercato ( gay, classe medica, militari ). Il tutto girato con estrema sapienza tecnica. Alcune sequenze concernenti le montagne pirenaiche ed i boschi sono di notevole bellezza, poetiche ed ammalianti.
Confesso che in taluni punti mi sono quasi addormentato ed ho vivamente atteso la fine della proiezione.
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giuliog02
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mercoledì 1 marzo 2017
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fifty-fifty
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare.
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare. In secondo luogo la storia contiene in gran copia gli elementi deamicisiani presenti nei film per la televisione. Ci sono i personaggi, gli straniamenti di cuore e le differenze di status sociale che sono di norma presenti in tali polpettoni, manca solo il parroco. C.a.d. ci sono il dottore di buon senso e buoncuore, qui é la dottoressa madre di uno dei due ragazzi; la differenza sociale tra i due personaggi ( uno vive in città ed appartiene alla borghesia: madre medico e padre ufficiale pilota, l'altro é figlio adottivo di colore di una coppia di agricoltori, che vivono isolati in una casera in montagna e la madre é cagionevole di salute ); il ragazzo di colore va male a scuola e deve ogni giorno effettuare un faticoso viaggio di tre ore tra andata e ritorno per recarsi a scuola, sia percorrendo a piedi una mulattiera che in autobus, mentre l'altro vive in una casa accogliente nel capoluogo; l'ex-militare, amico di famiglia, che istruisce il ragazzo cittadino nell'arte del pugilato; il padre di Damien che muore in missione ( é pilota di elicotteri ) e, quindi, la cerimonia con gli onori militari per l'inumazione. Ditemi che non é un insieme di luoghi comuni strappalacrime deamiciasiano.con chiari intenti di captatio benevolentiae di determinati segmenti di mercato ( gay, classe medica, militari ). Il tutto girato con estrema sapienza tecnica. Alcune sequenze concernenti le montagne pirenaiche ed i boschi sono di notevole bellezza, poetiche ed ammalianti.
Confesso che in taluni punti mi sono quasi addormentato ed ho vivamente atteso la fine della proiezione.
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flyanto
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lunedì 10 ottobre 2016
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la graduale scoperta di sè
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Quando Hai 17 Anni", ultima opera cinematografica del regista André Techiné, chiaramente fa già intuire che è un film che tratta un argomento riguardante l'età adolescenziale. In esso, infatti, vi sono due compagni di classe di 17 anni, uno figlio di una dottoressa e l'altro, di origine congolese, adottato da una coppia di francesi che non può avere bambini. I ragazzi, senza alcun motivo preciso, si odiano o, più precisamente, si sono profondamente antipatici e pertanto colgono ogni occasione per fare a botte l'uno con l'altro, anche in maniera piuttosto violenta. Quando la madre ragazzo adottato deve trascorrere un certo periodo in ospedale per una gravidanza a rischio, la dottoressa propone a quest'ultimo di trascorrere il periodo necessario a casa propria, anche al fine di far sì che egli ed il proprio figlio si conoscano meglio ed inizino ad andare d'accordo.
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Quando Hai 17 Anni", ultima opera cinematografica del regista André Techiné, chiaramente fa già intuire che è un film che tratta un argomento riguardante l'età adolescenziale. In esso, infatti, vi sono due compagni di classe di 17 anni, uno figlio di una dottoressa e l'altro, di origine congolese, adottato da una coppia di francesi che non può avere bambini. I ragazzi, senza alcun motivo preciso, si odiano o, più precisamente, si sono profondamente antipatici e pertanto colgono ogni occasione per fare a botte l'uno con l'altro, anche in maniera piuttosto violenta. Quando la madre ragazzo adottato deve trascorrere un certo periodo in ospedale per una gravidanza a rischio, la dottoressa propone a quest'ultimo di trascorrere il periodo necessario a casa propria, anche al fine di far sì che egli ed il proprio figlio si conoscano meglio ed inizino ad andare d'accordo. La convivenza iniziale ovviamente non risulta positiva ma col passare dei giorni i due cominciano a conoscersi più a fondo e ad apprezzarsi vicendevolmente, rivelando anche ad entrambi la propria reciproca attrazione e pertanto la propria natura gay.
Una pellicola, dunque, che tratta un argomento quanto mai attuale e soprattutto assai delicato che Techiné, come già ai tempi del suo precedente "L'Età Acerba", sa sapientemente maneggiare, affrontando le problematiche adolescenziali e le loro conseguenze. Il film risulta quanto mai vero, la scoperta e l'accettazione della propria reale natura sessuale si rivela nella maniera più naturale possibile e pertanto anche con qualche timore, disagio e pudore iniziali da parte dei protagonisti. Techiné ha saputo anche scegliere con perizia i tre protagonisti che interagiscono tra loro in modo spontaneo: la dottoressa madre di uno dei due ragazzi, perfettamente interpretata da Sandrine Kiberlain, dolce e sensibile nonostante i propri seri problemi personali, suo figlio, il giovane Kacey Mottet Klein, in grande confusione, ribelle ed incapace di affrontare la scoperta della sua sinora sconosciuta natura, e l'altro ragazzo adottato, Corentin Fila, insicuro per la sua condizione di figlio non naturale ed incerto nell'insieme della sua persona in generale. Insomma, un'opera diretta magistralmente e costruita in maniera quanto mai delicata e molto sensibile tale da risultare un vero e piccolo gioiello.
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