giurg 63
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domenica 20 dicembre 2015
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venditrici di corpi ma non di anime.
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In questo coraggiosissimo film, in cui il regista fa una denuncia sociale della povertà nel suo paese, le quattro bravissime protagoniste sono costrette a vendere i corpi ma riescono a rimanere se stesse, senza rinunciare ai propri progetti e ai propri sogni.
Le quattro ragazze-escorts, sono trattate come donne oggetto dai ricconi che le ingaggiano per animare i loro festini ma non diventano fredde ed indifferenti; un esempio, a questo riguardo, è l'offrire da mangiare al piccolo venditore ambulante che, interrogato dalla protagonista, confessa di vendersi per denaro a turisti europei.
Il dialogo con Dio di una delle ragazze, cui domanda di non abbandonarla,accentua l'umanità della stessa ragazza, il cui spirito non è stato annientato da chi paga per usare il suo corpo.
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In questo coraggiosissimo film, in cui il regista fa una denuncia sociale della povertà nel suo paese, le quattro bravissime protagoniste sono costrette a vendere i corpi ma riescono a rimanere se stesse, senza rinunciare ai propri progetti e ai propri sogni.
Le quattro ragazze-escorts, sono trattate come donne oggetto dai ricconi che le ingaggiano per animare i loro festini ma non diventano fredde ed indifferenti; un esempio, a questo riguardo, è l'offrire da mangiare al piccolo venditore ambulante che, interrogato dalla protagonista, confessa di vendersi per denaro a turisti europei.
Il dialogo con Dio di una delle ragazze, cui domanda di non abbandonarla,accentua l'umanità della stessa ragazza, il cui spirito non è stato annientato da chi paga per usare il suo corpo.
Nabil Ayouch riesce anche a toccare il tema, totalmente "tabù" in quella cultura, dell'omosessualità, celata sotto l'apparente machismo di chi non può permettersi di ammetterla, e della bisessualità, che sembra non essere del tutto chiara a una delle stesse protagoniste.
Davvero bella la scena finale, in cui le quattro ragazze, dopo essersi prese un giorno di libertà per evitare lo sprergevole ricatto di un poliziotto, sedute in spiaggia con il loro autista, nel guardare le onde si domandano se proprio non possono evitare l'ingaggio per il prossimo festino.
In quella loro domanda emerge un forte desiderio di libertà per poter essere soltanto donne e non prostitute.
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flyanto
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lunedì 19 ottobre 2015
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la dura esistenza delle donne
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"Much Loved" racconta l'esistenza quotidiana delle prostitute marocchine e precisamente di 4 di loro che vendono il proprio corpo ed i propri servizi sessuali a uomini facoltosi (degli Emirati Arabi principalmente) ed il più delle volte violenti o, comunque, assai prevaricatori. Nel corso dei festini organizzati da quest'ultimi queste povere ragazze (perchè di più non si tratta data la loro giovane età) sono disposte a tutto pur di riuscire a guadagnare una più delle altre e, comunque, abbastanza, rincorrendo un sogno futuro di riscatto e finalmente libertà. Ma il più delle volte nel corso di questi incontri esse subiscono violenza di ogni genere, soprusi e maltrattamenti nonchè arresti da parte della polizia locale avvertita (anch'essa notevolmente corrotta e violenta).
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"Much Loved" racconta l'esistenza quotidiana delle prostitute marocchine e precisamente di 4 di loro che vendono il proprio corpo ed i propri servizi sessuali a uomini facoltosi (degli Emirati Arabi principalmente) ed il più delle volte violenti o, comunque, assai prevaricatori. Nel corso dei festini organizzati da quest'ultimi queste povere ragazze (perchè di più non si tratta data la loro giovane età) sono disposte a tutto pur di riuscire a guadagnare una più delle altre e, comunque, abbastanza, rincorrendo un sogno futuro di riscatto e finalmente libertà. Ma il più delle volte nel corso di questi incontri esse subiscono violenza di ogni genere, soprusi e maltrattamenti nonchè arresti da parte della polizia locale avvertita (anch'essa notevolmente corrotta e violenta).
Il regista Nabil Ayouch, qui al suo primo lungometraggio, tratteggia dunque il duro e spietato stile di vita di moltissime donne che, spinte dal profondo bisogno, anche perchè il più delle volte rese madri da compagni violenti e da cui sono state pure ignominiosamente abbandonate, sono costrette a guadagnare del denaro con facilità, e lo fa con molta precisione e dovizia di particolari, soffermandosi a lungo sugli svariati aspetti della loro professione e sulle loro vite private in generale, al fine di denunciarne l'intera e deplorevole situazione. Quello che più si evince dalla rappresentazione della quotidianità di queste donne protagoniste è la condanna soprattutto dell'ipocrisia generale che governa la società marocchina (ma anche molti altri paesi, purtroppo) in cui le donne vengono considerate principalmente come oggetti, per non dire come carne da macello vera e propria, e che, benchè esse posseggano un'anima e dei sentimenti nascosti e veri dentro di loro, non vengano assolutamente considerate, e persino disprezzate dalle famiglie stesse di origine, ben contente,.però, di percepirne ugualmente i guadagni che puntualmente vengono in parte loro consegnati dalle suddette ragazze. Insomma, un film molto crudo e purtroppo quanto mai reale e, sebbene non dica e non aggiunga nulla di nuovo a moltissime pellicole precedenti simili a questa, rimane in ogni caso una testimonianza diretta di una certa misera e disperata condizione femminile. Nel complesso il film risulta interessante, l'unico elemento a sfavore è costituito solo da una lunghezza eccessiva della narrazione in sè che a volte troppo si sofferma sulle scene erotiche, diventando in conclusione un poco ripetitivo.
Interessante.
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maumauroma
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sabato 17 ottobre 2015
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much loved
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Gruppo di prostitute in piu' interni,a Marrakesch.Nei locali e negli alberghi di notte,intente a soddisfare e a spolpare ricchi turisti e uomini d'affari sauditi,Nel loro appartamento in comune ,di giorno,alle prese con i fornelli e il computer e a commentare le notti trascorse.In mezzo visite saltuarie con tanto di velo e abiti castigati a madri e a figli da mantenere nelle povere case della citta' vecchia.Eppure sono solo queste "signore" a dimostrare in piu' occcasioni germi di generosita' e empatia verso gli altri.Film proibito in Marocco piu' che per le pochissime scene di sesso o per il liguaggio sboccato delle protagoniste, forse per il ruolo che riserva ai personaggi maschili:una congerie di pedofili,depravati impotenti,corrotti,succubi,un quadro desolante e devastante dell'universo maschile islamico.
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Gruppo di prostitute in piu' interni,a Marrakesch.Nei locali e negli alberghi di notte,intente a soddisfare e a spolpare ricchi turisti e uomini d'affari sauditi,Nel loro appartamento in comune ,di giorno,alle prese con i fornelli e il computer e a commentare le notti trascorse.In mezzo visite saltuarie con tanto di velo e abiti castigati a madri e a figli da mantenere nelle povere case della citta' vecchia.Eppure sono solo queste "signore" a dimostrare in piu' occcasioni germi di generosita' e empatia verso gli altri.Film proibito in Marocco piu' che per le pochissime scene di sesso o per il liguaggio sboccato delle protagoniste, forse per il ruolo che riserva ai personaggi maschili:una congerie di pedofili,depravati impotenti,corrotti,succubi,un quadro desolante e devastante dell'universo maschile islamico.Bravissime le attrici e buona la regia.Il finale,un anelito di liberta' e redenzione davanti al mare distesi sulla spiaggia,e' un po' deboluccio.Il film comunque merita di essere visto.
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no_data
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lunedì 12 ottobre 2015
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bravo, nabil!
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Nabil Ayouch si conferma con questo lavoro uno dei giovani registi da tenere d'occhio. Dopo il suo magnifico "I cavalli di Dio", in cui racconta la storia di due fratelli che partecipano agli attentati del 2003 a Casablanca, cambia completamente soggetto e ci presenta un crudo ritratto della prostituzione di lusso a Marrakech.
Un'attività che c'è, che tutti conoscono ma che le autorità del Marocco continuano a nascondere. Paese che lo ha accusato di pornografia e in cui il film è stato vietato. Eppure le scene più scabrose non hanno nulla di pornografico e si riducono a pochi momenti della pellicola.
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Nabil Ayouch si conferma con questo lavoro uno dei giovani registi da tenere d'occhio. Dopo il suo magnifico "I cavalli di Dio", in cui racconta la storia di due fratelli che partecipano agli attentati del 2003 a Casablanca, cambia completamente soggetto e ci presenta un crudo ritratto della prostituzione di lusso a Marrakech.
Un'attività che c'è, che tutti conoscono ma che le autorità del Marocco continuano a nascondere. Paese che lo ha accusato di pornografia e in cui il film è stato vietato. Eppure le scene più scabrose non hanno nulla di pornografico e si riducono a pochi momenti della pellicola.
Anche se il film racconta la storia di quattro prostitute in Marocco la stessa storia potrebbe essere ambientata in qualunque altro Paese. Non è una critica rivolta in particolare solo alla società marocchina in quanto tale, ma una critica più in generale a una società che considera le donne come delle cose. I clienti delle ragazze sono ricchi sauditi e turisti europei, mai marocchini. Ragion per cui colpisce ancora di più che le autorità e certa parte dell'opinione pubblica marocchina si siano scagliate così violentemente contro un film che, in definitiva, non ha nelle proprie intenzioni quella di inquinare l'immagine del Marocco.
Nabil Ayouch fa con questo film una dichiarazione d'amore alle donne lottatrici, quelle che non smettono mai di cercare un posto migliore per loro in questo mondo che non le ama.
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m. locatelli
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lunedì 12 ottobre 2015
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quattro bravissime attrici
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"Much Loved" è un film raro. Raro per la tematica che tocca, raro per la sua provenienza e raro per la sincerità delle interpretazioni di tutte e quattro le attrici. Il film parla di quattro prostitute marocchine, che lo sono per scelta, e che sono molto consapevoli di un certo "potere" che il loro mestiere gli conferisce. Le nostre quattro donne non hanno padroni, loro decidono quando e con chi andare a letto ma, allo stesso tempo, finiscono invitabilmente per subire la violenza da parte degli uomini con cui hanno a che fare. Uomini che pensano di avere il diritto di disporre di loro in qualsiasi momento e qualsiasi condizione soltanto perché hanno pagato.
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"Much Loved" è un film raro. Raro per la tematica che tocca, raro per la sua provenienza e raro per la sincerità delle interpretazioni di tutte e quattro le attrici. Il film parla di quattro prostitute marocchine, che lo sono per scelta, e che sono molto consapevoli di un certo "potere" che il loro mestiere gli conferisce. Le nostre quattro donne non hanno padroni, loro decidono quando e con chi andare a letto ma, allo stesso tempo, finiscono invitabilmente per subire la violenza da parte degli uomini con cui hanno a che fare. Uomini che pensano di avere il diritto di disporre di loro in qualsiasi momento e qualsiasi condizione soltanto perché hanno pagato.
Le attrici interpretano i loro ruoli in maniera deliziosa. Sanno dare la forza necessaria ai loro personaggi e sanno anche dotarli della sensibilità che li fa umani. Le spettatrici possono facilmente identificarsi con una qualunque di loro, perché queste donne non vengono rappresentate solo per la loro professione ma, grazie alla bravura del regista Nabil Ayouch, ne viene fuori un ritratto di donne forti, guerriere e, sopratutto, amiche. Amiche tra di loro, con una amicizia pulita e sincera che le salva della violenza subita ogni giorno.
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marcello1979
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lunedì 12 ottobre 2015
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finalmente si testimonia
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Finalmente qualcuno si è deciso a tirare giù il sipario dell'omertà su Marrakeck..
Il film non giudica l'etica personale delle ragazze della "Marrakeck by night "ma fa un'attenta disamina delle cause che spingono
le ragazze a credere nel Dio denaro.
Finalmente qualcuno che denunci il comportamento dei ricchi arabi musulmani, che dietro una vita in apparenza perfetta nascondo
vizi,abusi e e una moralità soffocata da una religione che troppo spesso copre e non testimonia.
Regista coraggioso e credibile per la storia e la ricostruzione dei posti:
Passando dalla Kasbah,alla medina,ai souk fino ad arrivare alla zone Hivernage dove fiumi di soldi sporchi finiscono per consumarsi
nelle serate marocchine, il regista ricostruisce i luoghi del "peccato" in maniera esemplare.
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Finalmente qualcuno si è deciso a tirare giù il sipario dell'omertà su Marrakeck..
Il film non giudica l'etica personale delle ragazze della "Marrakeck by night "ma fa un'attenta disamina delle cause che spingono
le ragazze a credere nel Dio denaro.
Finalmente qualcuno che denunci il comportamento dei ricchi arabi musulmani, che dietro una vita in apparenza perfetta nascondo
vizi,abusi e e una moralità soffocata da una religione che troppo spesso copre e non testimonia.
Regista coraggioso e credibile per la storia e la ricostruzione dei posti:
Passando dalla Kasbah,alla medina,ai souk fino ad arrivare alla zone Hivernage dove fiumi di soldi sporchi finiscono per consumarsi
nelle serate marocchine, il regista ricostruisce i luoghi del "peccato" in maniera esemplare..
In una città dove tutto si compra c'e' il posto per i sentimenti di una madre ripudiata da una famiglia che non disprezza i suoi soldi..
Si va dalla prostituzione alle pedofilia, passando per l'amore omosessuale, tutto ciò che non dovrebbe esistere in un paese musulmano
Averene di registi cosi'.....
Chapeau....
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maurizio d
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lunedì 28 settembre 2015
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esistono ancora registi coraggiosi
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Se c'è una cosa da ammirare in questo regista è il coraggio.
Dopo la stupenda lezione di Taxi Teheran di Jafar Panahi il regista
marocchino Nabil Ayouch ci stupisce per come riesce a sfidare
l'autorità costituita del suo paese , mettendone a nudo una delle piaghe principali: la prostituzione,
frutto dell'estrema miseria in cui versa ancora gran parte della popolazione.
Ci vuole coraggio per dire come la polizia è corrotta , come il dio denaro
domina i rapporti sociali e come il paese sia infeudato ai ricchi sauditi
o ai turisti europei che vengono a Marrakech a far shopping di donne
e...... bambini.Il film racconta il paese intero ed è realista fino all'osso ,
disturba proprio perché presenta gli aspetti visceralmente più scandalosi della realtà.
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Se c'è una cosa da ammirare in questo regista è il coraggio.
Dopo la stupenda lezione di Taxi Teheran di Jafar Panahi il regista
marocchino Nabil Ayouch ci stupisce per come riesce a sfidare
l'autorità costituita del suo paese , mettendone a nudo una delle piaghe principali: la prostituzione,
frutto dell'estrema miseria in cui versa ancora gran parte della popolazione.
Ci vuole coraggio per dire come la polizia è corrotta , come il dio denaro
domina i rapporti sociali e come il paese sia infeudato ai ricchi sauditi
o ai turisti europei che vengono a Marrakech a far shopping di donne
e...... bambini.Il film racconta il paese intero ed è realista fino all'osso ,
disturba proprio perché presenta gli aspetti visceralmente più scandalosi della realtà.
Il titolo antifrastico sta ad indicare la solitudine in cui si trovano
donne in balia dell'amaro mestiere cui sono destinate , vendere il loro
corpo per fare uscire la famiglia dalla miseria.
Stupendamente poetiche sono le scene in cui la protagonista torna nella sua
casa natale per rivedere il figlio e dare sostegno alla madre.Da non perdere
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