Di molti eventi è arbitro Zeus nell'Olimpo; gli Dei realizzano cose inimmaginabili. Ciò che sembrava Destino non si è compiuto: un dio trova la strada per l'impossibile.
Medea, Euripide vv 1415-1418.
E' lo strazio psichico di una Donna che pur di cagionare pene e afflizioni, pari a quelle da lei stessa sopportate, al proprio marito, Giasone, uccide i suoi figli - i loro figli -, macchiandosi del reato più odiato all'epoca di Pericle: l'infanticidio.
E' la morte della purezza, della quale questo sembrava l'unico esito. Attraverso i tormenti psicologici, strazianti e dilanianti, la de-cisione è tratta. E' l'essenza di Medea stessa: 'colei che riflette'. Non fu follia. Tutt'altro.
E' il lògos della Morte, come la sofferenza più atroce, benché mitigata dal dolce sollievo della sepoltura.
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Di molti eventi è arbitro Zeus nell'Olimpo; gli Dei realizzano cose inimmaginabili. Ciò che sembrava Destino non si è compiuto: un dio trova la strada per l'impossibile.
Medea, Euripide vv 1415-1418.
E' lo strazio psichico di una Donna che pur di cagionare pene e afflizioni, pari a quelle da lei stessa sopportate, al proprio marito, Giasone, uccide i suoi figli - i loro figli -, macchiandosi del reato più odiato all'epoca di Pericle: l'infanticidio.
E' la morte della purezza, della quale questo sembrava l'unico esito. Attraverso i tormenti psicologici, strazianti e dilanianti, la de-cisione è tratta. E' l'essenza di Medea stessa: 'colei che riflette'. Non fu follia. Tutt'altro.
E' il lògos della Morte, come la sofferenza più atroce, benché mitigata dal dolce sollievo della sepoltura.
Medea è la contraddizione, l'opposizione, la tesi confutata dalla più evidente antitesi. E' Amore-Odio; Vita-Morte; presente-futuro.
Il cui unico epilogo si afferma nell'eterno soffrire della solitudine di un Uomo, che avendo perso sé, perse tutto.
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