Ciò che promette (in larga parte) lo mostra, questo interessante esordio alla regia di Kim Kyung-woo.
“Il terrore in diretta”, non concedendo un attimo di respiro, per un’ora e mezza serratissima chiusa entro le anguste mura di uno studio radiofonico-televisivo, dal quale non si esce mai. Si tratta di un film capace di rilanciarsi di continuo, che non può che lasciare col fiato sospeso (e per una volta, non si tratta affatto di un’esagerazione).
E’ forse inevitabile che ci siano alcuni “scampoli”, e qualche passaggio è effettivamente un poco forzato (in particolare, tutta la sottotrama riguardante la corruzione che non solo rischia di distrarre l’attenzione dalla storia principale, ma è per di più mal sviluppata), ma l’insieme nonostante tutto funziona, e possiede la rimarchevole capacità di costruire un ineludibile clima di tensione, palpabile e asfissiante, che non concede di distogliere gli occhi dallo schermo.
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Ciò che promette (in larga parte) lo mostra, questo interessante esordio alla regia di Kim Kyung-woo.
“Il terrore in diretta”, non concedendo un attimo di respiro, per un’ora e mezza serratissima chiusa entro le anguste mura di uno studio radiofonico-televisivo, dal quale non si esce mai. Si tratta di un film capace di rilanciarsi di continuo, che non può che lasciare col fiato sospeso (e per una volta, non si tratta affatto di un’esagerazione).
E’ forse inevitabile che ci siano alcuni “scampoli”, e qualche passaggio è effettivamente un poco forzato (in particolare, tutta la sottotrama riguardante la corruzione che non solo rischia di distrarre l’attenzione dalla storia principale, ma è per di più mal sviluppata), ma l’insieme nonostante tutto funziona, e possiede la rimarchevole capacità di costruire un ineludibile clima di tensione, palpabile e asfissiante, che non concede di distogliere gli occhi dallo schermo. Dal punto di vista registico, dunque, un ottimo esordio per Kim che ha solo da imparare ad avere lo stesso controllo anche della fase di sceneggiatura per riuscire a costruire (in futuro) un film realmente memorabile.
Per intanto, questo The Terror Live rimane pur sempre un buon film d’intrattenimento, non particolarmente brillante, ma con un finale inaspettato, coraggioso e fin straziante, in puro stile coreano (che, come è noto, è a dir poco avvezzo al melodramma).
Eccellente la prova di Ha che, è bene ricordarlo, non solo è uno dei migliori attori sudcoreani degli anni duemila, ma una vera star, protagonista di altri film campioni d’incassi come l’eccellente The Chaser, The Yellow Sea, Nameless Gangster: Rules of the Time e The Berlin File.
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