marica romolini
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lunedì 13 agosto 2012
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un copione che presto si smaglia
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Peccato. Perché l'inizio del film concedeva qualche aspettativa: l'antieroica ferialità della malattia, meschina prigione sia per chi la vive dal di dentro sia per chi, esterno, ne è comunque vincolato, la vacuità della vita provinciale, la noia e l'anarchia del potere, il duo Germano-Mastrandrea che regge una gustosa dinamica degli opposti.
Un senso di squallore, di mediocrità radicata che cova violenza, impregna il paesino dell'Appennino tosco-emiliano dove giungono due fratelli incaricati di rinnovare il lastricato della terrazza di un famoso cantante. Agiografia e rancorosa invidia circoscrivono il personaggio, più che altro un has-been, nonostante la speranza di riscatto riposta nel concerto che (però) si svolgerà nel chiuso di quello stesso perimetro social-geografico.
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Peccato. Perché l'inizio del film concedeva qualche aspettativa: l'antieroica ferialità della malattia, meschina prigione sia per chi la vive dal di dentro sia per chi, esterno, ne è comunque vincolato, la vacuità della vita provinciale, la noia e l'anarchia del potere, il duo Germano-Mastrandrea che regge una gustosa dinamica degli opposti.
Un senso di squallore, di mediocrità radicata che cova violenza, impregna il paesino dell'Appennino tosco-emiliano dove giungono due fratelli incaricati di rinnovare il lastricato della terrazza di un famoso cantante. Agiografia e rancorosa invidia circoscrivono il personaggio, più che altro un has-been, nonostante la speranza di riscatto riposta nel concerto che (però) si svolgerà nel chiuso di quello stesso perimetro social-geografico. Simpatie e vendette i due edili, 'stranieri' che penetrano ignari nel microcosmo infrangendone, seppur involontariamente, le regole e funzionando così da evento scatenante, motore dell'azione.
Un'azione che tuttavia si rovina di eccedenze, stereotipi, svolte di sceneggiatura impacciate, fino al grottesco del climax finale, che smaglia anche quanto di papabile era stato finora faticosamente imbastito. Molti fischi al debutto locarnese.
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[+] a locarno di fischi non ho sentiti
(di nicola rabbi)
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[+] gabbriellini è sopra le righe
(di federico castagnoli)
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[+] io, invece.....
(di francesco2)
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rita branca
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mercoledì 9 luglio 2014
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“cronache di ordinaria follia” di rita branca
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I padroni di casa (2012) film di Edoardo Gabbriellini con Valerio Mastrandrea, Elio Germano, Gianni Morandi, Valeria Bruni Tedeschi, Francesca Rabbi, Mauro Marchese, Lorenzo Rivola, Alina Gulyalyeva, Giovanni Piccinini
Un film drammatico che traccia con oggettività le realtà di quotidiana follia narrate dai media con frequente e sconcertante cadenza.
I padroni di casa sono una coppia al centro della cronaca rosa e che da’ notorietà ad un’altrimenti oscura cittadina di provincia: un popolare artista, ben interpretato da Gianni Morandi, che si appresta ad apparire in un atteso concerto mentre cura il completamento di alcuni lavori della sontuosa villa che divide con la moglie, splendidamente interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, affetta da una grave malattia che ha colpito il suo sistema muscolare, a cui si aggiungono frequenti attacchi di epilessia che rendono la loro comunicazione unidirezionale.
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I padroni di casa (2012) film di Edoardo Gabbriellini con Valerio Mastrandrea, Elio Germano, Gianni Morandi, Valeria Bruni Tedeschi, Francesca Rabbi, Mauro Marchese, Lorenzo Rivola, Alina Gulyalyeva, Giovanni Piccinini
Un film drammatico che traccia con oggettività le realtà di quotidiana follia narrate dai media con frequente e sconcertante cadenza.
I padroni di casa sono una coppia al centro della cronaca rosa e che da’ notorietà ad un’altrimenti oscura cittadina di provincia: un popolare artista, ben interpretato da Gianni Morandi, che si appresta ad apparire in un atteso concerto mentre cura il completamento di alcuni lavori della sontuosa villa che divide con la moglie, splendidamente interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, affetta da una grave malattia che ha colpito il suo sistema muscolare, a cui si aggiungono frequenti attacchi di epilessia che rendono la loro comunicazione unidirezionale. Però, nonostante la donna non parli, riesce comunque ad esprimere senza equivoci la sua contrarietà alle cure che le vengono somministrate e il rifiuto delle richieste e offerte d’amore del marito, il quale sopporta con coraggio il destino riservatogli dalla sorte.
Niente valgono il meraviglioso contesto e l’amore che Fausto, la celebre e invidiata star, sembra provare per Moira, semplicemente la vita è per lei priva di senso, costringendo così anche il marito in una gabbia esistenziale ai limiti del sopportabile.
In tale contesto si inserisce una coppia di fratelli piastrellisti incaricati dei lavori nella villa, interpretati con grande efficacia da Valerio Mastrandrea ed Elio Germano che evidenziano i possibili affettuosi contrasti fra membri della stessa famiglia che condividono esperienze professionali, sopportando, senza comprenderle, le bizzarrie di volubili datori di lavoro, e si imbattono in imprevedibili drammatici eventi scaturiti da azioni banali.
Grande l’interpretazione di Valerio Mastrandrea che rende liriche alcune sequenze.
Un bel film!
Rita Branca
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nick castle
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martedì 8 ottobre 2013
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una pellicola strabiliante...
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Due muratori romani facenti parte di una ditta di bioedilizia vengono assunti per la ristrutturazione di una veranda nella casa di un vecchio cantante Fausto Mieli, in procinto di tornare alla ribalta. Nei primi due giorni andranno a scontrarsi prima con dei cacciatori di frodo e poi con una ragazza che si invaghirà di uno dei due e che provocherà l'ira di un suo pretendente. L'idea di base, pur essendo non particolarmente ampia, ha del maturo e il gran miscuglio di tematiche, personaggi e storie risulta il punto veramente forte e vincente del film, mentre Edoardo Gabriellini quà al suo secondo film dopo "B.B. e il cormorano" del 2003, sceglie un approccio stilistico lucidamente statico e freddo, dirigendo con grande impegno gli attori, quà al loro meglio.
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Due muratori romani facenti parte di una ditta di bioedilizia vengono assunti per la ristrutturazione di una veranda nella casa di un vecchio cantante Fausto Mieli, in procinto di tornare alla ribalta. Nei primi due giorni andranno a scontrarsi prima con dei cacciatori di frodo e poi con una ragazza che si invaghirà di uno dei due e che provocherà l'ira di un suo pretendente. L'idea di base, pur essendo non particolarmente ampia, ha del maturo e il gran miscuglio di tematiche, personaggi e storie risulta il punto veramente forte e vincente del film, mentre Edoardo Gabriellini quà al suo secondo film dopo "B.B. e il cormorano" del 2003, sceglie un approccio stilistico lucidamente statico e freddo, dirigendo con grande impegno gli attori, quà al loro meglio. Se con Mastandrea e Germano abbiamo un affinità perfetta e una certa romanità, sorprendente quanto inaspettata è la mostruosità che si cela dietro al Fausto Mieli di Gianni Morandi in coppia con Valeria Bruni Tedeschi, deerotizzata e privata della sua dolcezza rimane in balia dello sguardo indulgente e talvolta morboso che la macchina da presa le dedica. Alla base della cattiveria e della violenza che sfocia nella seconda parte del film, rimangono i debiti che l'opera deve a drammi di orrore sociale come "Un tranquillo weekend di paura" o "Cane di paglia", che tuttavia quà vengono ricontestualizzati in un ambiente apparentemente meno ostile dei film già citati. Pregevole sotto ogni punto, oppinabile è la gelidità del racconto che altro non fa che tenerci distanti dai personaggi. Canzoni originali di Cesare Cremonini e ottime musiche di scena di Stefano Pilia e Gabriele Roberto.
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rolando7
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mercoledì 10 ottobre 2012
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il film di genere
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Il problema di questo film "di genere" è che non si capisce di che "genere" sia.
Non è un thriller, non è un horror, per due terzi abbondanti viaggia sui registri di una simpatica commedia che però viene negata da un finale frettoloso e confuso.
Il "genere" ha delle regole precise, spesso ferree, che i mestieranti del cinema conoscono bene. Un po' meno sembra conoscerle il simpatico Gabbriellini, che a detta del suo protagonista Mastandrea, ha realizzato questo film con "soli 1.700.000 euro"!
Certo il film ha il coraggio di tentare una strada poco consueta, la fotografia è bella e molto curata, le ambientazioni di rara bellezza.
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Il problema di questo film "di genere" è che non si capisce di che "genere" sia.
Non è un thriller, non è un horror, per due terzi abbondanti viaggia sui registri di una simpatica commedia che però viene negata da un finale frettoloso e confuso.
Il "genere" ha delle regole precise, spesso ferree, che i mestieranti del cinema conoscono bene. Un po' meno sembra conoscerle il simpatico Gabbriellini, che a detta del suo protagonista Mastandrea, ha realizzato questo film con "soli 1.700.000 euro"!
Certo il film ha il coraggio di tentare una strada poco consueta, la fotografia è bella e molto curata, le ambientazioni di rara bellezza. E il cast ce la mette tutta per dare vita al film.
Un lavoro visibile ed encomiabile, che però forse avrebbe meritato una storia più elaborata nella scrittura, che invece è alquanto deludente.
Ma questo sembra essere il problema attuale del cinema italiano, da Bellocchio a Piccioni per finire con Gabbriellini: le sceneggiature non sono mai all'altezza delle intenzioni e dei mezzi messi in campo. E mezzi e intenzioni non bastano per portare a casa dei buoni film, purtroppo.
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[+] dopo un bel inizio..
(di gianuttolo)
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big85
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domenica 28 ottobre 2012
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tra kubrick e guadagnino
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Tra scene di violenza, non solo fisica, degne del maestro americano, passando per l'eccentricità delle Iene tarantiniane, si arriva alla delicatezza propria del cinema italiano. La sensibilità e il tatto con cui vengono narrate alcune sequenze hanno un sapore assolutamente nostrano così come alcune inquadrature che, insistendo sui dettagli, rivelano l'animo e le intenzioni dei personaggi. La delicatezza di queste scene viene squarciata dalla violenza inaspettata ma preannunciata da una adeguata colonna sonora.
Una recitazione eccellente da parte di tutto il cast anche se la presenza Gianni Morandi rende il film meno "vero" suo malgrado; stesso voto per le scelte di fotografia e montaggio che, con la loro insistenza, a volte stridono col resto della scena ma, il più delle volte sono poetiche e coinvolgenti.
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Tra scene di violenza, non solo fisica, degne del maestro americano, passando per l'eccentricità delle Iene tarantiniane, si arriva alla delicatezza propria del cinema italiano. La sensibilità e il tatto con cui vengono narrate alcune sequenze hanno un sapore assolutamente nostrano così come alcune inquadrature che, insistendo sui dettagli, rivelano l'animo e le intenzioni dei personaggi. La delicatezza di queste scene viene squarciata dalla violenza inaspettata ma preannunciata da una adeguata colonna sonora.
Una recitazione eccellente da parte di tutto il cast anche se la presenza Gianni Morandi rende il film meno "vero" suo malgrado; stesso voto per le scelte di fotografia e montaggio che, con la loro insistenza, a volte stridono col resto della scena ma, il più delle volte sono poetiche e coinvolgenti.
Consigliato da Big!
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