Qualcosa nell'aria |
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Un film di Olivier Assayas.
Con Clement Metayer, Lola Creton, Felix Armand, Carole Combes, India Menuez.
continua»
Titolo originale Après mai.
Drammatico,
durata 122 min.
- Francia 2012.
- Officine Ubu
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Qualcosa nell'aria
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dolce maggio
di Roberto Escobar L'Espresso
«Tra noi e il cielo o tra noi e l'inferno c'è di mezzo solo la vita, che è la cosa più fragile del mondo». Scritta e diretta da Olivier Assayas, la storia di Gilles (Clément Métayer), di Christine (Carole Combes), di Alain (Felix Armand) e degli altri ventenni di quarant'anni fa si apre con questo pensiero famoso di Blaise Pascal. Ed è lo stesso autore francese a suggerire che lo si possa intendere come una definizione della gioventù, intensa e precaria come una fiamma. Alla memoria dell'ingenua precarietà di questa fiamma è dedicato "Qualcosa nell'aria" ("Après Mai", Francia, 2012, 122"). Siamo nella Parigi del 1971, tre anni dopo il Maggio. Un gruppo di liceali partecipa a una manifestazione che la polizia disperde con la violenza. Da qui in avanti, le loro vite iniziano a seguire itinerari in gran parte divergenti. In particolare Gilles, alter ego di Assayas, nel proprio futuro vede il cinema. Figlio di uno sceneggiatore della tivù pubblica, sulle prime è tentato invece di mettersi al servizio di quella che allora s'immaginava fosse la rivoluzione fatta con le immagini. Partito per I'Italia insieme con i compagni più stretti, si impegna in lunghe e defatiganti discussioni con un gruppo di cineasti militanti sulla possibile o impossibile corrispondenza del linguaggio cinematografico "borghese" alle esigenze delle masse appunto rivoluzionarie. Così accadeva in quel tempo lontano, preso fra slanci generosi del cuore e della mente e una sorta di teologia politica (e cinematografica) che si reggeva su una serie ripetitiva di asserzioni troppo spesso sterili. Il merito di Assayas è di raccontarlo, quel tempo, senza assolutizzarne né la generosità né la sterilità. I suoi personaggi non sono tratteggiati in bianco e nero, per così dire, ma con attenzione ai grigi e alle sfumature. Qualcuno si perde inseguendo illusioni scambiate per realtà, e destinate a capovolgersi in incubi. Qualcun altro si appresta a fare il contrario con un "realismo" che, fra quarant'anni, nulla più saprà di sogni. Ma c'è anche chi, come Gilles, è capace di non tradire l'ingenuità della propria gioventù, e di non sottrarsi alla triste necessità di invecchiare. Tuttavia qualcosa manca in questo film fatto di memoria. Mancano le emozioni, sia quelle personali sia quelle politiche, troppo spesso surrogate dai comportamenti, dalle ricostruzioni "oggettive" delle atmosfere. Manca la fragilità della vita, cielo o inferno che sia inclinata a diventare.
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