truffy73
|
mercoledì 1 giugno 2011
|
chapeau!
|
|
|
|
Una domenica mattina, dove il grigio del cielo parigino non sembrava proprio voler lasciare spazio ad una primavera appena cominciata. La pioggia, fedele compagna degli inverni francesi, che incessante bagnava i boulevards ormai da settimane. Una passeggiata sugli Champs alla ricerca di una libreria aperta. E invece eccola lì, una sala cinematografica, che diversamente dalle cugine italiane, nel Paese d'Oltralpe è aperta anche la matinée. Entro senza indugi e mi siedo nella vecchia galleria, ormai ridotta ad un terzo dopo l'avvento dei multisala. 7 spettatori in tutto, una famigliola, una coppia di francesi e due stranieri. Dopo qualche trailer - niente pubblicità di automobili - comincia la magia.
[+]
Una domenica mattina, dove il grigio del cielo parigino non sembrava proprio voler lasciare spazio ad una primavera appena cominciata. La pioggia, fedele compagna degli inverni francesi, che incessante bagnava i boulevards ormai da settimane. Una passeggiata sugli Champs alla ricerca di una libreria aperta. E invece eccola lì, una sala cinematografica, che diversamente dalle cugine italiane, nel Paese d'Oltralpe è aperta anche la matinée. Entro senza indugi e mi siedo nella vecchia galleria, ormai ridotta ad un terzo dopo l'avvento dei multisala. 7 spettatori in tutto, una famigliola, una coppia di francesi e due stranieri. Dopo qualche trailer - niente pubblicità di automobili - comincia la magia. La perduta atmosfera di un cinema d'antan, di una pellicola che scorre durante le prime ore del mattino, le emozioni che invadono il pubblico presente, completamente immerso in questo piccolo gioiello cinematografico.
Si, la Francia si riconferma regina del genere "intime", quelle piccole storie raccontate quasi sottovoce, come favole serali che rasserenano e cullano un pubblico ormai abituato solo a vedere immagini tridimensionali che vorticano all'interno di un turbine sonoro di alta frequenza.Con l'aiuto di un Signor Attore come Fabrice Luchini, la pellicola cela astutamente i rimproveri morali, i "messaggi" che troppo spesso in Italia fanno diventare 120 minuti di immagini e suoni in un vessillo di guerra, pronto a sventolare in un terreno che è troppo fragile per poterlo far stare in piedi, quindi destinato inevitabilmente a crollare sotto il peso dell'ipocrisia di chi l'ha issato.
In fondo il vero protagonista del cinema francese è sempre l'Amore. Non la banale e scontata storia di sesso pronta ad apparire inevitabilmente come i canditi nel panettone o come il basilico sulla Pizza Margherita, ma il sentimento Amore, la sua ricerca, la sua scoperta, la sua perdita e tutto ciò che ne consegue. Il grande e compianto François Truffaut aveva scoperto e avvalorato tutto questo. Perché se doveva lanciare un messaggio, scriveva una lettera, se doveva parlare d'amore, faceva un film
Francofilia a parte, consiglio vivamente la visione di questo film, perché sarà come una lieve brezza che entrerà in noi e che, una volta usciti dalla sala, rimarrà con noi e ci farà sentire parte di un mondo che non è solo fatto di immagini tridimensionali e musica a tutto volume.
Buona visione
[-]
[+] brava truffy73
(di bobogi)
[ - ] brava truffy73
[+] ok su tutto
(di pepito1948)
[ - ] ok su tutto
[+] il film non l'ho visto ma...
(di alberto58)
[ - ] il film non l'ho visto ma...
[+] che bel regalo di capodanno!
(di panzy)
[ - ] che bel regalo di capodanno!
|
|
[+] lascia un commento a truffy73 »
[ - ] lascia un commento a truffy73 »
|
|
d'accordo? |
|
pipay
|
domenica 12 giugno 2011
|
si può cambiare vita...
|
|
|
|
Una commedia abbastanza paradossale, ma garbata e piacevole. Equivoci, sorprese e ribellioni in una agiata famiglia parigina negli anni Sessanta. Quando si ha il dono di saper ascoltare, comprendere gli altri e aprire la mente senza preconcetti, la vita può cambiare in modo imprevedibile... Un film grazioso, insomma, anche raffinato, senza sbavature o cadute di tono. Bravissimi gli attori. Ben delineati i personaggi, tutti col loro particolare carattere. Da vedere.
|
|
[+] lascia un commento a pipay »
[ - ] lascia un commento a pipay »
|
|
d'accordo? |
|
ce1973
|
lunedì 13 giugno 2011
|
un film leggero e piacevole ...
|
|
|
|
questo è uno dei quei film che si lasciano vedere con gioia, leggerezza e un pizzico di profondità
il film è fatto molto bene, ha degli ottimi attori e soprattutto attrici
d altra parte una delle 3 muse di almodovar è presente
forse risulta banale in alcuni sviluppi e meccanismi
ma è certamente una sopresa - soprattutto visto il periodo pre estivo sempre privo di solito di buoni film
|
|
[+] lascia un commento a ce1973 »
[ - ] lascia un commento a ce1973 »
|
|
d'accordo? |
|
linus2k
|
lunedì 25 luglio 2011
|
un'ottima commedia... praticamente una rarità
|
|
|
|
C’è bisogno ogni tanto di entrare in una sala cinematografica per rilassarsi per un’oretta e mezzo, senza spegnere il cervello, senza abbandonarsi a comicità triviale, respirando quel buon cinema da commedia che è sempre più difficile trovare.
Difficile ma non impossibile, specie ultimamente affidandosi ai cugini d’oltralpe, capaci di regalarci storie che sanno perfettamente mescolare il sentimento con il sorriso.
“Le donne del sesto piano” è uno di questi piccoli, bellissimi film, che poggia su una storia lieve ma non banale, su una regia impeccabile, una fotografia affascinante e su attori formidabili.
La storia forse prevedibile nel finale (anche se non completamente), si svolge fluida tra sentimenti contrastanti, momenti di dolcezza alternati a tenerezza e viva ironia, tutto raccontato in tenui colori pastelli, anche l’euforia spagnola alla fine non ha quei colori accesi “all’Almodovar”, ma rientra in un tenue acquarello sottolineato anche da una fotografia magistrale, dai colori perfettamente dosati; una storia che racconta di semplicità, di integrazione, di recupero della dimensione umana, di Amore, di rispetto.
[+]
C’è bisogno ogni tanto di entrare in una sala cinematografica per rilassarsi per un’oretta e mezzo, senza spegnere il cervello, senza abbandonarsi a comicità triviale, respirando quel buon cinema da commedia che è sempre più difficile trovare.
Difficile ma non impossibile, specie ultimamente affidandosi ai cugini d’oltralpe, capaci di regalarci storie che sanno perfettamente mescolare il sentimento con il sorriso.
“Le donne del sesto piano” è uno di questi piccoli, bellissimi film, che poggia su una storia lieve ma non banale, su una regia impeccabile, una fotografia affascinante e su attori formidabili.
La storia forse prevedibile nel finale (anche se non completamente), si svolge fluida tra sentimenti contrastanti, momenti di dolcezza alternati a tenerezza e viva ironia, tutto raccontato in tenui colori pastelli, anche l’euforia spagnola alla fine non ha quei colori accesi “all’Almodovar”, ma rientra in un tenue acquarello sottolineato anche da una fotografia magistrale, dai colori perfettamente dosati; una storia che racconta di semplicità, di integrazione, di recupero della dimensione umana, di Amore, di rispetto.
Cast favoloso con un Fabrice Luchini assolutamente perfetto nella sua parte ed un cast femminile da ricordare, dalle splendide spagnole, intense, divertenti, commoventi, tenere, un po’ naif, tra cui i camei di Carmen Maura (una garanzia sempre e comunque) e Lola Dueñas (già amata in Volver, qui una conferma), e le due prime donne, assolutamente convincenti, la bellissima Maria (Natalia Verbeke) e la meravigliosa moglie, Sandrine Kiberlain.
In un’estate caratterizzata da sempre da una scarsa offerta cinematografica, è assolutamente una delle perle da non perdere…
[-]
|
|
[+] lascia un commento a linus2k »
[ - ] lascia un commento a linus2k »
|
|
d'accordo? |
|
melania
|
giovedì 16 giugno 2011
|
gradevole
|
|
|
|
Film molto gradevole,garbato,poetico.espressive e simpatiche queste donne del sesto piano che sanno dare tanto calore e gioia di vivere,nonostante la loro ristrettezza economica,a un signore ricco ma triste e annoiato per il tipo di vita che conduce,conformista e fredda.bravissimi gli attori,consiglibile a chi ama i film leggeri e poetici,semtimentali....senza sdolcinature.
|
|
[+] lascia un commento a melania »
[ - ] lascia un commento a melania »
|
|
d'accordo? |
|
renato volpone
|
martedì 14 giugno 2011
|
una meravigliosa poesia
|
|
|
|
Splendido film, splendidi personaggi. La storia si svolge in Francia negli anni della Spagna Franchista. Parla di donne di servizio immigrate o fuggite dalla Spagna a servizio presso ricche famiglie. In particolare il racconto si incentra sull'arrivo di Maria in questa casa dove tutte le domestiche vivono in condizioni disagiate al 6° piano. Maria sconvolge l'ordine delle cose e in particolare il padrone di casa. E' un racconto di vita, di pianti, di allegria, di amore, di gelosie, di sentimenti....il tutto con grande garbo e delicatezza, come una lieve poesia che accompagnata da una dolce musica parla di cose lontane e quasi impossibili.
[+] davvero bella
(di melania)
[ - ] davvero bella
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
andrea fiori
|
mercoledì 15 giugno 2011
|
una boccata d'aria fresca dopo troppa polvere
|
|
|
|
Una vita tutta parigina, un'ottima posizione sociale, un'esistenza tranquilla. Poi accade qualcosa, arriva una straniera, una di fuori, che mette in crisi le consuetudini e spalanca una nuova prospettiva, indefinita, ma attraente.
"Come fanno delle povere domestiche spagnole, che lavorano come matte e si lavano con l'acqua fredda nel catino, ad essere felici? Cosa permette loro di essere veramente amiche, un dono ormai sconosciuto dall'alta borghesia?
Nella confusione dell'innamoramento, nel fascino d'una umanità semplice e piena di vita, nella ribellione agli stereotipi ben rappresentati da figli, moglie, colleghi e clienti, il presidente d'una prestigiosa fiduciaria diviene amico di povere forestiere e si lascia cambiare la vita dall'incontro con "l'altro da sé".
[+]
Una vita tutta parigina, un'ottima posizione sociale, un'esistenza tranquilla. Poi accade qualcosa, arriva una straniera, una di fuori, che mette in crisi le consuetudini e spalanca una nuova prospettiva, indefinita, ma attraente.
"Come fanno delle povere domestiche spagnole, che lavorano come matte e si lavano con l'acqua fredda nel catino, ad essere felici? Cosa permette loro di essere veramente amiche, un dono ormai sconosciuto dall'alta borghesia?
Nella confusione dell'innamoramento, nel fascino d'una umanità semplice e piena di vita, nella ribellione agli stereotipi ben rappresentati da figli, moglie, colleghi e clienti, il presidente d'una prestigiosa fiduciaria diviene amico di povere forestiere e si lascia cambiare la vita dall'incontro con "l'altro da sé".
Divertente, sottile, senza una fine vera e propria, il film lascia lo spazio alla speranza che non è mai troppo tardi per cambiare e riprendersi i propri desideri, le proprie speranze, la propria felicità.
Non è mai troppo tardi per riprendere se stesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea fiori »
[ - ] lascia un commento a andrea fiori »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
giovedì 23 giugno 2011
|
in punta di piedi
|
|
|
|
Garbata commedia,come ben san farle i francesi,corale per quanto concerne le donne,ma con un solo protagonista maschile. Luchini è l'uomo giusto per il tocco lieve del regista,svolazzando tra il mondo reale e quello,sulle prime solo sognato,che vorrebbe. Certo che artisti così i cugini ne hanno più d'uno (ricordo,ad esempio,anche il meraviglioso e compianto Serrault),ma noi? Bellissima e sensuale la dolce Maria,brava anche in questa occasione Carmen Maura
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
mcmara
|
giovedì 8 settembre 2011
|
grande luchini
|
|
|
|
Affresco di una Parigi che ormai non c'è più, un film piacevole, per una serata senza pensieri. Fabrice Luchini è a mio avviso uno dei migliori attori francesi. Anche un film non memorabile per argomento e con un finale forse troppo prevedibile, la sua presenza lascia sempre il segno..
|
|
[+] lascia un commento a mcmara »
[ - ] lascia un commento a mcmara »
|
|
d'accordo? |
|
pepito1948
|
lunedì 18 luglio 2011
|
luchini e le altre
|
|
|
|
Nelle insulae romane –antecedenti dei moderni condomini a più piani- la dislocazione delle famiglie avveniva secondo un criterio censuario decrescente dal basso in alto: sotto erano sistemati i nuclei più ricchi, che godevano dei servizi idrici (laddove esistevano) e di luce, erano vicino alle vie di fuga in caso di incendio (allora un pericolo costante, essendo le case popolari in legno), non erano schiavi di strette e buie scale. Via via verso l’alto si allocavano i meno abbienti, fino ad arrivare ai piani apicali, vere catapecchie dove gli agi non esistevano, i topi passeggiavano indisturbati ed il rischio di lasciarci la pelle per le fiamme od il fumo era massimo.
[+]
Nelle insulae romane –antecedenti dei moderni condomini a più piani- la dislocazione delle famiglie avveniva secondo un criterio censuario decrescente dal basso in alto: sotto erano sistemati i nuclei più ricchi, che godevano dei servizi idrici (laddove esistevano) e di luce, erano vicino alle vie di fuga in caso di incendio (allora un pericolo costante, essendo le case popolari in legno), non erano schiavi di strette e buie scale. Via via verso l’alto si allocavano i meno abbienti, fino ad arrivare ai piani apicali, vere catapecchie dove gli agi non esistevano, i topi passeggiavano indisturbati ed il rischio di lasciarci la pelle per le fiamme od il fumo era massimo.
Intorno al 1960 in un condominio francese convivono padroni e servi, anzi “serve”. Questa era, anche a mia memoria, la denominazione comunemente usata, salvo sinonimi più sfumati per indicare le colf di allora (cameriere, poi domestiche), ma il rapporto tra gli uni le altre era improntato, oltralpe come da noi, al più ferreo classismo. Il padrone tiene a servizio e paga la “serva” per una prestazione a tutto campo e a tutto tempo, sostanzialmente a sua totale discrezione, acconsentendo ove richiesto all’assenza per la messa giornaliera (magari alle 6 del mattino!).
L’ultraborghese cinquantenne Joubert e l’algida consorte spilungona abitano al piano terra: casa ordinata e fredda, scandita da abitudini consolidate ed inderogabili (l’uovo alla coque a colazione non deve mai superare i 3 minuti e mezzo di cottura), amicizie altolocate, serate affogate nel bridge, feste tra champagne, cerone e discorsi fatui, un lavoro proficuo ma sterile, due figli irreggimentati e di somma antipatia; insomma piattume, noia, monotonia, senza guizzi, slanci affettivi, istintività, creatività.
All’ultimo piano dell’insula vive una comunità di “serve” spagnole tra wc intasati, spazi ristretti, senza acqua corrente e docce, comfort zero, disordine dilagante; ma l’aria è allegra, quando non festosa, si vive di pane e solidarietà, vitalità, dinamismo e brio sono le regole alla base di una convivenza faticosa ma serena.
Le due comunità non interagiscono se non indirettamente tramite l’ingrugnita portinaia francese, in realtà molto più sensibile alle pretese di controllo dei Joubert che alle istanze delle ispaniche.
Ma il distacco di uno degli anelli fa impazzire la catena: il licenziamento della anziana serva di casa Joubert porta alla sua sostituzione con una giovane ed attraente donna fornita ed ospitata dal gruppo del 6° piano. A contato con la nuova arrivata Joubert entra in crisi esistenziale, si ribella al vuoto tran tran della sua vita, entra in sintonia con il gruppo delle spagnole, offre loro aiuti di vario genere, ne succhia l’energia rivitalizzante, rifiuta giorno dopo giorno i valori cui per decenni si era conformato, il rapporto verticale con la nuova “governante” si orizzontalizza, scopre sentimenti che da anni erano assenti dalla sua dimensione interna, prende decisioni drastiche, seguendo le spinte innovative che grazie alla scoperta di quel mondo diverso ma irresistibile, lo porteranno lontano….
La storia, tutto sommato semplice e prevedibile, ha un che di favolistico, è un apologo sulla solidarietà tra simili che ne crea un’altra tra diversi; la povertà economica è vista come possibile fonte di ricchezza umana tanto quanto l’opulenza spesso ne è generalmente priva; costestualizzando, il classismo degli anni sessanta –in cui dominano saldamente l’autoritarismo di De Gaulle in Francia e la tirannia oscurantista di Franco in Spagna- sembra un prodromo di ciò che, nonostante il ’68, avverrà nei decenni successivi, in cui la distanza tra diversi assumerà connotazioni sempre più gravi, sfociando qua e là nel razzismo e nella xenofobia, ma l’integrazione e la tendenza all’incontro, sia pure in termini parziali o occasionali, costituiranno una forza aggregativa difficilmente arrestabile. Come il ricco imprenditore che, dopo aver pagato la sua giovane pretty woman, abbatte ogni barriera sociale e la rende partecipe della sua vita.
Idea non nuova, quindi, quella di mettere a contrasto due mondi distanti per cultura, emotività, modi di esprimersi, e di prospettare la possibilità di una intercomunicazione, ma resa con la solita verve e lo spirito lieve dei cineasti francesi, che in questo (cioè nel rappresentare i drammi della realtà con i toni e nell’ottica della commedia) sono maestri. In fondo anche i borghesi, i ricchi, i padroni hanno un’anima, sembra dirci il regista Le Guay (ma, aggiungerei, l’importante è non generalizzare).
Il finale forse troppo scontato ed alcuni personaggi scolpiti con l’accetta (i figli sembrano due robot programmati per essere presi a schiaffi) non tolgono al film una scorrevolezza ed una gradevolezza complessiva, che contribuiscono ad incidere positivamente sul nostro umore anche fuori sala, ed a spingerci verso una visione un po’ più ottimistica della realtà.
Merito anche di un cast di prim’ordine, tra cui l’intero gruppo delle spagnole guidate dalla veterana Carmen Maura, ed il grande Fabrice Luchini, perfetto cinquantenne in fase di transito anagrafico, già ammirato in Potiche ed altrove.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
|
d'accordo? |
|
|