romario
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lunedì 25 aprile 2011
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film da non perdere
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La recensione sembra acriticamente rivolta al confronto con Twilight, film che ha ben poco a vedere con "Cappuccetto rosso sangue".
Il film gode di totale autonomia nei personaggi e nelle trama. Crea una tensione assolutamente credibile e la sceneggiatura non scade mai nel banale.
E' un prodotto senza dubbio di maggior spessore rispetto e Twilight. La stragrane maggioranza degli spettatori esce infatti dalle sale soddisfatta di questo horror-fantasy che sicuramente è uno dei migliori prodotti del 2011.
Non ci sono inutili scene di sangue né di sesso. Il film viaggia benissimo grazie ad un robusto soggetto e ad una regia curata.
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La recensione sembra acriticamente rivolta al confronto con Twilight, film che ha ben poco a vedere con "Cappuccetto rosso sangue".
Il film gode di totale autonomia nei personaggi e nelle trama. Crea una tensione assolutamente credibile e la sceneggiatura non scade mai nel banale.
E' un prodotto senza dubbio di maggior spessore rispetto e Twilight. La stragrane maggioranza degli spettatori esce infatti dalle sale soddisfatta di questo horror-fantasy che sicuramente è uno dei migliori prodotti del 2011.
Non ci sono inutili scene di sangue né di sesso. Il film viaggia benissimo grazie ad un robusto soggetto e ad una regia curata.
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[+] eh? diverso da twilight?
(di ...{birds-of-prey}...)
[ - ] eh? diverso da twilight?
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angelica**
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venerdì 26 agosto 2011
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avvincente, da non perdere!!
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Trama avvincente, riesce a coinvolgere del tutto. Bellissimo...
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arianne
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giovedì 21 aprile 2011
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cappuccetto-rosso-sangue
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è un film appassionante e intrigante dove tutto è possibile e intorno al villaggio incombe un mistero che spaventa la gente a tal punto che per salvarsi si mette contro anche agli amici pur di essere risparmiata.
Non è un film pesante ma scorrevole e piacevole con un pizzico di colpi di scena.
[+] film coinvolgente e credibile
(di romario)
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nino pell.
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domenica 24 aprile 2011
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occhi umani color marrone
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L'ultimo ululato (d'amore) di un lupo mannaro nella storia del Cinema. Prodotto ben confezionato per una trama in chiave adolescenziale.
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renato volpone
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lunedì 25 aprile 2011
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chi è il cattivo?
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Sulla scia della saga di twilight ecco un'altro film fantasy che ricalca la storia di cappuccetto rosso mescolata a quella del lupo mannaro. La scena disegnata da una bellissima fotografia è calcata da attori troppo belli e di gran portamento per poter vivere in un paese contadino, ma la storia avvolge e coinvolge alla ricerca del lupo cattivo.
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etta calì
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domenica 15 maggio 2011
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nebbia nel bosco di cappuccetto
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A primo acchito sembrerebbe, se non originale, quantomeno interessante la proposta di una visione alternativa-neogotica della classica fiaba di "Cappuccetto rosso" che si racconta solitamente ai bambini. Ed effettivamente gli elementi disponibili ci sono e sono anche numerosi: la sicurezza del piccolo villaggio messa a rischio da una sconosciuta forza esterna, gli omicidi, il misticismo, il sanguinoso uomo-lupo di cui non si conosce l'identità, l'indagine e la caccia alla bestia...ma mentre l'alone di mistero e la nebbia pian piano si dissolvono, snodando la trama, la storia si conclude privata in gran parte del suo probabile adolescenziale fascino. Bisogna riconoscere che i propositi di partenza sono pericolosamente precari: una storia di questo tipo, i cui elementi principali sono già stati costantemente trattati nel cinema, rischia ripetutamente di cadere nel banale e nel legittimo confronto con "Twilight" della stessa Hardwicke, pur volendo mantenere distinti - per quanto possibile - i due prodotti cinematografici, entrambi rivolti ad un pubblico della stessa generazione.
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A primo acchito sembrerebbe, se non originale, quantomeno interessante la proposta di una visione alternativa-neogotica della classica fiaba di "Cappuccetto rosso" che si racconta solitamente ai bambini. Ed effettivamente gli elementi disponibili ci sono e sono anche numerosi: la sicurezza del piccolo villaggio messa a rischio da una sconosciuta forza esterna, gli omicidi, il misticismo, il sanguinoso uomo-lupo di cui non si conosce l'identità, l'indagine e la caccia alla bestia...ma mentre l'alone di mistero e la nebbia pian piano si dissolvono, snodando la trama, la storia si conclude privata in gran parte del suo probabile adolescenziale fascino. Bisogna riconoscere che i propositi di partenza sono pericolosamente precari: una storia di questo tipo, i cui elementi principali sono già stati costantemente trattati nel cinema, rischia ripetutamente di cadere nel banale e nel legittimo confronto con "Twilight" della stessa Hardwicke, pur volendo mantenere distinti - per quanto possibile - i due prodotti cinematografici, entrambi rivolti ad un pubblico della stessa generazione. E in qualche punto, sicuramente più di un punto, "Cappuccetto rosso sangue" effettivamente perde quell'instabile equilibrio. Inoltre l'ostacolata storia d'amore non contribuisce in modo pregnante ad un qualche coinvolgimento emotivo, ma fotografia e montaggio aiutano a rendere il film sufficientemente scorrevole, che si propone in definitiva leggero, ma per nulla significativo. Gli scettici avevano ragione...
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innominato
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giovedì 2 giugno 2011
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bambini, non c'è niente di cui aver paura
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L'intento del film è alquanto originale: unire in un unico composto omogeneo due generi assolutamente opposti tra di loro, cioè la favola per bambini e l'horror. Il risultato però non è affatto omogeneo; a partire dal fatto che Red Riding Hood NON è un horror (niente paura, non un minimo di suspance o di sangue) e anche i bambini avrebbero potuto guardarlo tranquillamente; ma la parola "sangue" contenuta nel titolo ha logicamente allontanato le persone più suscettibili; a livello di marketing la scelta del titolo (almeno quello italiano) è stata decisamente un errore grossolano. Della favola nel corso del film si ritrovano alcuni aspetti, ma sembrano molto forzati (come il gesto di riempire la pancia del lupo di sassi per farlo affondare nel lago, quando bastava legargliene uno bello grosso alla caviglia).
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L'intento del film è alquanto originale: unire in un unico composto omogeneo due generi assolutamente opposti tra di loro, cioè la favola per bambini e l'horror. Il risultato però non è affatto omogeneo; a partire dal fatto che Red Riding Hood NON è un horror (niente paura, non un minimo di suspance o di sangue) e anche i bambini avrebbero potuto guardarlo tranquillamente; ma la parola "sangue" contenuta nel titolo ha logicamente allontanato le persone più suscettibili; a livello di marketing la scelta del titolo (almeno quello italiano) è stata decisamente un errore grossolano. Della favola nel corso del film si ritrovano alcuni aspetti, ma sembrano molto forzati (come il gesto di riempire la pancia del lupo di sassi per farlo affondare nel lago, quando bastava legargliene uno bello grosso alla caviglia). I due protagonisti Valerie e Peter sono i classici attori da film d'amore, con quell'espressione di falsa drammaticità perennemente stampata sul volto. Si potrebbe dire che allora Gary Oldman è l'unico attore che dà un pò di sprint a questo film... La risposta è "nì", in quanto nonostante l'nterpretazione di Oldman non sia ai livelli di Dracula del '92, il suo personaggio, Padre Solomon, è curioso e innovativo: arriva da liberatore e se ne va da "dittatore". Il lupo è poi alquanto originale; più animalesco e meno antropomorfo degli altri mannari che abbiamo visto negli ultimi anni. Anche il fatto che sia dotato di raziocinio e che parli a Valerie è una caratteristica che lo rende diverso dagli altri.
Fatemi dire anche due parole sulla scenografia: l'ambientazione Gotica ci può stare, ma è così poco realistica che per gran parte del film sembra di stare a guardare la Melevisione. Ci si aspetta che da un momento all'altro Tonio Cartonio esca da dietro un albero con una bottiglia di idromele in mano... Nel complesso Cappuccetto Rosso (sangue) è un film guardabile, ma senza avere grandi pretese, e tenendo conto del fatto che è molto più simile a Twilight che a Wolfman.
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romario
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lunedì 25 aprile 2011
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un thriller fantasy-horror molto ben realizzato
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Il cinema americano dimostra ancora una volta che si possono realizzare buoni film senza avere necessariamente un budget stratosferico.
Il genere horror-fantasy ha ancora molto da dire e quest'opera lo dimostra.
Nonostante il titolo si rifaccia alla nota fiaba, "Cappuccetto Rosso Sangue" gode di piena autonomia nel soggetto, nella trama e nei personaggi.
Di alto livello l'interpretazione della protagonista Amanda Seyfried ma anche degli altri attori.
Il film è un susseguirsi di situazioni ad alta tensione e i circa 120 minuti volano via rapidamente e senza buchi.
Nulla è concesso al banale e al prevedibile: la storia si sviluppa in modo estremamente originale ed intenso.
Per certi aspetti ricorda l'ottimo "The Village" per la capacità di "tensionare" le scene.
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Il cinema americano dimostra ancora una volta che si possono realizzare buoni film senza avere necessariamente un budget stratosferico.
Il genere horror-fantasy ha ancora molto da dire e quest'opera lo dimostra.
Nonostante il titolo si rifaccia alla nota fiaba, "Cappuccetto Rosso Sangue" gode di piena autonomia nel soggetto, nella trama e nei personaggi.
Di alto livello l'interpretazione della protagonista Amanda Seyfried ma anche degli altri attori.
Il film è un susseguirsi di situazioni ad alta tensione e i circa 120 minuti volano via rapidamente e senza buchi.
Nulla è concesso al banale e al prevedibile: la storia si sviluppa in modo estremamente originale ed intenso.
Per certi aspetti ricorda l'ottimo "The Village" per la capacità di "tensionare" le scene.
In definitiva, uno dei migliori film del 2011: ogni personaggio è al suo posto, le emozioni non mancano, la scenegiatura non ha mai momenti di basso profilo. La violenza è solo un piccolo contorno: il film regge bene da solo senza sangue gratuito.
Voto: ottimo.
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lionora
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martedì 26 aprile 2011
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attenti al lupo!
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C'era una volta in un paese lontano lontano,al limitare di un bosco, una ragazza di nome Cappuccetto Rosso...ma nel bosco viveva un lupo molto cattivo.Un giallo horror fiabesco ricco di suspance che funziona davvero bene.Mescola consapevolmente musiche e capigliature moderne con un ambientazione antica,fuori dal tempo, e non nasconde di essere un prodotto dedicato a un pubblico di ragazzi come daltronde le fiabe lo sono per un pubblico di bambini.
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matteo fedele
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giovedì 19 settembre 2013
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cappuccetto rosso vergogna
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La Alice adolescente tornata in una Wonderland in guerra (il maggior incasso di Tim Burton) ha piantato solide radici dalle quali si sta alzando un alberello storpio e consunto. La ferrea regola secondo la quale a un successone segue una vagonata di pallide e poco convincenti imitazioni è diligentemente rispettata da validi figli di "Twilight" quali "Beastly", "Biancaneve e il cacciatore" e questo horror senza paura con Amanda Seyfried. Probabilmente meno universalmente nota di Kristen Stewart e Vannessa Hudgens ma decisamente più espressiva e versatile, la pargola di Meryl Streep in "Mamma mia" interpreta l'ormai classicissima dolce quanto determinata ragazza qualunque contesa da due disperanti coetanei.
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La Alice adolescente tornata in una Wonderland in guerra (il maggior incasso di Tim Burton) ha piantato solide radici dalle quali si sta alzando un alberello storpio e consunto. La ferrea regola secondo la quale a un successone segue una vagonata di pallide e poco convincenti imitazioni è diligentemente rispettata da validi figli di "Twilight" quali "Beastly", "Biancaneve e il cacciatore" e questo horror senza paura con Amanda Seyfried. Probabilmente meno universalmente nota di Kristen Stewart e Vannessa Hudgens ma decisamente più espressiva e versatile, la pargola di Meryl Streep in "Mamma mia" interpreta l'ormai classicissima dolce quanto determinata ragazza qualunque contesa da due disperanti coetanei. Si può mostrare compassione alla banalità dei personaggi e alle interpretazioni degli attori, ma non alla carenza di ritmo e alla povertà della trama. Interessante l'idea di tenere segreta l'identità umana del lupacchiotto sino all'ultimo, facendo di chiunque (salvo Cappuccetto, purtroppo) il potenziale nemico, ma la parte centrale non riserva colpi di scena significativi o altri espedienti utili a preparare una conclusione che soddisfa poco e non recupera il senso di insoddisfazione generale.
Soltanto l'atmosfera costantemente cupa soddisfa le aspettative. Non mette i brividi, non ispira pianto nè riso questa rivisitazione che pare tratta dalla già citata saga romantico-vampiresca (da cui prende in prestito il padre di Bella per farne il padre della bionda con mantellina rossa) prima che dalla fiaba classica. La morale infatti è la stessa dei film con i Cullen: il sonno della fantasia genera mostruosità.
Una stella in più del meritato per la solida presenza di Gary Oldman (decisamente mal sfruttato).
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