Orphan |
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Un film di Jaume Collet-Serra.
Con Vera Farmiga, Peter Sarsgaard, Isabelle Fuhrman, CCH Pounder, Jimmy Bennett.
continua»
Horror,
durata 123 min.
- USA, Canada 2009.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 16 ottobre 2009.
- VM 14 -
MYMONETRO
Orphan
valutazione media:
2,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nulla di nuovo ma ben fattodi andrefioraFeedback: 5 |
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domenica 18 ottobre 2009 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Molto più di quanto ci si possa aspettare da uno dei soliti dozzinali film strappa-urla, poco meno di altri piccoli capolavori del genere già citati e recensiti (Eden Lake, su tutti). L’ambientazione non propone nulla di memorabile. La trama non propone nulla di entusiasmante per originalità (bambina pazza che semina panico in malcapitate famiglie). Tuttavia un cast in evidenza per l’ottima performance di tutti (soprattutto mamma e figlia indemoniata) e una regia attenta e serrata impediscono di addormentarsi, anche in comode poltrone al cinema. E dunque dove sta il bello? Bah, tutto sommato il fatto che la bambina non sia una bambina. In fondo lo spettatore qualcosa doveva aspettarsi nel finale, altrimenti sarebbe rimasto un film equilibrato e statico, avvinghiato attorno ad impennate della colonna sonora per il solito specchio del bagno o la solita porta del frigo che si chiudono improvvisamente. Eppure il regista sembra giocarci in modo accorto e mai scadente, volendosi quasi per distaccare dai film che hanno usato e usano tali stratagemmi a ripetizione e senza cognizione di causa: qui infatti ogni “colpo” va a vuoto, perché la paura nasce invece da un disagio psicologico che viene costruito attimo dopo attimo attorno al personaggio della pazzoide fanciulla. Sia chiaro, nulla di geniale o inconsueto. Solo quella solita sensazione di impotenza, gestita però in modo saggio ed efficace, sia del pubblico in sala, sia di chiunque - nel film - capiti sotto le grinfie della mefistofelica bimba, tanto che il finale (un sonoro calcione in faccia, preceduto da “io non sono la tua fottuta madre!”) viene accolto da spontanei e liberatori applausi scroscianti di un pubblico che par un’ora e mezza ha tentato di trasformare un gradevole horror in una parodia alla scary movie (minchia quanto è morta questa! – ma vaffanculo a sta bambina di merda! - figa và cos'è bianca!), ma che alla fine si trova coinvolto in un buon finale, abbastanza prevedibile per gli esperti, più inaspettato per gli horrorofili di primo pelo. Non essendoci nulla altro del genere nelle sale e non avendo di meglio da fare, consiglio di dedicare una sera a questo thriller psicologico, che, a mio parere, supera la precedente opera del regista Collet-Serra “La maschera di cera” ma che tutto sommato non scombussola né traumatizza nessuno. Quello che in fondo, forse, un intenditore vorrebbe.
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