Harry Potter e il principe mezzosangue |
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Un film di David Yates.
Con Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Michael Gambon, Alan Rickman.
continua»
Titolo originale Harry Potter and the Half-Blood Prince.
Fantastico,
Ratings: Kids,
durata 153 min.
- USA, Gran Bretagna 2009.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 15 luglio 2009.
MYMONETRO
Harry Potter e il principe mezzosangue ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Una magia controcorrente
di StorytellerFeedback: |
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domenica 19 luglio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nemmeno lo sceneggiatore e il produttore esecutivo sembravano riporre grandi speranze sulla riuscita di questo film: "il sesto è forse il miglior libro della serie, ma non è adatto ad essere trasposto su pellicola". Troppo poca azione, troppo poche trovate fantastiche: insomma, una sostanziale carenza di tutti quegli elementi che catturano il grande pubblico, decretando il successo del kolossal di turno. Ed ecco che David Yates stupisce ancora una volta. Dopo "L'ordine della Fenice", opera impeccabile dal punto di vista del montaggio e degli effetti digitali, ma forse un po' carente a livello interpretativo, la saga fa un salto di qualità. O meglio, torna indietro. Non certo rievocando i primi, incerti passi mossi da Chris Columbus, ma facendo il verso al vero cinema, quello che aveva il diritto di indugiare sui personaggi in quanto esseri umani, quello che "si prendeva i suoi tempi" e catalizzava metafore e anafore nelle scenografie, nei movimenti di camera, negli stacchi congelati e sospesi della cinepresa, fondendo nello stesso crogiolo il capriccio e l'accademismo, la furberia di maniera e l'invenzione coraggiosa. Il tutto tagliato da ombre squadrate e impietose, che - quasi richiamando il cinema di Fellini - sembrano una prosecuzione virtuale della situazione emotiva dei protagonisti: una rampa di gradini si protende verso il tetto, due teste (Ron e Hermione) appaiono una dopo l'altra, sembrano così vicine inquadrate dal piano terra, eppure permangono due piani a separarle (l'amicizia, il conflitto tra ragione e sentimento); o ancora, il confronto tra Harry e Malfoy, "pietrificati" su due scaloni di pietra, entrambi in corsa verso l'alto, ma sistematicamente divisi da una cornice di pietra, mosaico impietoso e paralizzante. Il sesto Potter è un film sostanzialmente bicromatico, non tanto appesantito da qualche moderno filtro computerizzato, ma più che altro costretto volontariamente entro certi limiti: e parla per bianco e nero. E a proposito di filtri...Gli si può accusare di essere ipocrita e civettuolo, nel suo modo ostentato e punzecchiante di raffigurare le passioni amorose, ma l'amore non è forse così? Ipocrita, civettuolo, tragico e comico. Harry Potter è sostanzialmente un racconto di esseri umani con poteri non-umani, dunque, non vediamo perchè non concentrarsi sul primo aspetto, di cui il secondo è solo un pretesto. Nemmeno le scelte di sceneggiatura si possono criticare più di tanto: è un film, non un romanzo, e come tale ha il diritto di essere diverso, e per questo di stupire. Di certo, non mancano i cari vecchi effettoni speciali e i momenti studiati a tavolino per fare sensazione, ma invadono meno lo schermo rispetto al passato, quasi che anche il produttore esecutivo fosse cresciuto insieme alla pellicola. Il terzetto protagonista non è mai stato così in forma, ma anche i comprimari forniscono una buona prova. Una menzione d'onore alla colonna sonora, che sembra finalmente distaccarsi dai clichè della serie, seppur non rinunciando alle solite parentesi enfatiche, ma con uno stile tutto suo. Il giudizio finale è rimandato al settimo, ma fino ad allora...Godiamoci un'opera che tutto potrà essere, ma di sicuro non un riempitivo. Voto: tre stelle e mezza
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