Tributo orientale al cinema di Sergio Leone all'insegna dello splendore registico e dell'affascinante fotografia.
"Il matto", un goffo e maldestro "ladro di galline", si trova fortuitamente in possesso di un'antica mappa, che sembra portare ad un leggendario tesoro, sulle cui traccie ci sono anche "il buono", un cacciatore di taglie, e "il cattivo", uno spietato killer.
I tre protagonisti, dopo avvincenti inseguimenti e incredibili sparatorie, si sfideranno in un formidabile mexican standoff, chiara ripresa de "Il buono il brutto il cattivo".
L'intera pellicola è ricca di riferimenti e citazioni al film di Sergio Leone, ma comprendendo di non poter raggiungere lo splendore del maestro italiano (non erano comunque queste le sue intenzioni), Kim Jee-woon decide umilmente di compiere un atto di "auto-declassamento", affidando la parte principale non al "buono", ma al "matto", colui che non possiede particolari doti o nobili intenzioni, gerarchicamente inferiore agli altri due.
La scelta del regista coreano, decisamente azzeccata, permette coniugare dramma e ironia; anche le scene d'azione, infatti, sono spesso cariche di comicità.
Anche se la trama è un mero pretesto per omaggiare il genere western, la pellicola di Kim Jee-woon non appare mai noiosa, procede con un ritmo incalzante e ogni scena è montata alla perfezione.
Le sopraffine riprese aeree e le esemplari inquadrature si amalgamano alla perfezione con un'accattivante colonna sonora, che, sebbene non sia dell'immenso Ennio Morricone, appare consona al genere e all'ambientazione. Ammirevole.
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