Film di rara sensibilità che riesce secondo me principalmente per la capacità della protagonista di trasformarsi in una frazione di secondo grazie ad uno sguardo veramente sfaccettato e pieno di sfumature da attempata signora ad adolescente in preda all'imbarazzo, all'entusiasmo e viceversa. Due modi di vivere la vecchiaia a confronto sì ma anche al centro il grido di chi rivendica il diritto di dimenticare la carta d'identità che inchioda ad una convenzionale menzogna e di vivere quello che gli resta senza calcoli utilitaristici ma all'insegna di una egoistica urgenza. Costi quel che costi.
Fin qui il senso della pellicola, ora passiamo al consenso: fallimentare. Mai sentiti tante risa e rumorosi schiamazzi da parte di un folto pubblico accorso in sala (forse in fuga dalla pioggia del 2 giugno) tanto da vedermi costretta alla fine del primo tempo a zittirli attraverso una mia vicina di poltrona che all'accensione delle luci mi ha guardato sorpresa. E si trattava di un pubblico in larghissima parte anziano. Chissà perché... Forse è proprio vero che certe cose si fanno ma non si dicono. E nemmeno si devono vedere.
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