jimi caos
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martedì 14 settembre 2010
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ottimo film di alpinismo
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"Per fare un bel film horror bisogna fare innanzitutto un buon film". Con queste parole Dario Argento spiega il successo dei sui film e ugualmente sì può dire per un film di alpinismo.
Ci troviamo di fronte una pellicola ben strutturata, solida come la montagna di cui parla, con un’ottima sceneggiatura, buoni attori, una buona regia, qualche difetto nelle musiche, un’ottima produzione tedesca e, purtroppo, una post-produzione italiana criticabile.
Dal punto di vista alpinistico la precisione della ricostruzione delle tecniche, degli abbigliamenti e delle attrezzature è notevole. Nulla viene lasciato al caso e in generale la ricostruzione storica è perfetta.
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"Per fare un bel film horror bisogna fare innanzitutto un buon film". Con queste parole Dario Argento spiega il successo dei sui film e ugualmente sì può dire per un film di alpinismo.
Ci troviamo di fronte una pellicola ben strutturata, solida come la montagna di cui parla, con un’ottima sceneggiatura, buoni attori, una buona regia, qualche difetto nelle musiche, un’ottima produzione tedesca e, purtroppo, una post-produzione italiana criticabile.
Dal punto di vista alpinistico la precisione della ricostruzione delle tecniche, degli abbigliamenti e delle attrezzature è notevole. Nulla viene lasciato al caso e in generale la ricostruzione storica è perfetta. Con grande pathos si assiste al tentativo dei quattro giovani germanici sulla Nordwand, con orrore si partecipa alla disgrazia. Il vento sembra spazzare la sala e la neve sembra depositarsi sulla propria testa, le mani si fanno fredde e il dolore, la sofferenza passano per il proprio corpo, consapevoli di cosa la montagna può dare e può togliere. Come un grande dio dalla ruvida faccia ghiacciata l’Eiger si presenta allo spettatore e lo avvolge nel suo inviolabile manto e lo lascia solo a visione ultimata.
Alla bellezza delle immagini e alla bravura degli attori si contrappone come già accennato una post-produzione italiana imbarazzante. Cominciamo dal titolo che viene sottolineato in maniera inspiegabile e ridondante con la farse “una storia vera”. Questa frase che ormai precede la visione di ogni film, tutto vuol dire e nulla spiega. Lo spettatore che si appresta a vedere Nordwand (titolo originale) cosa riceve in più da questo sottotitolo? Avessero scritto “Eiger la montagna mangia uomini” almeno si sarebbe capito di cosa si sta parlando.
In secondo luogo il doppiaggio. Partiamo da una scena nel albergo appena prima della partenza di Toni Kurtz e compagni per la parete. Ulrich Tukur l’attore collega di Luise suona il pianoforte e canta qualcosa in tedesco che non viene tradotto. Perché? In fin dei conti la musica è parte integrante del film. Come mai invece spesso e volentieri appena si comincia a cantare (a meno che non sia un musical) sparisce il doppiaggio? Sarà che la canzone non viene considerata importante o forse viene ritenuta troppo difficile da doppiare? Comunque sia che almeno mettano i sottotitoli cosicché noi altri, interessati a tutto il film, possiamo capire cosa cantano.
Ed eccoci al clou del non-sense. Ultime scene. Non leggere oltre per non bruciarsi il finale.
Toni Kurtz appeso alla corda pronuncia le sue ultime parole che nella versione tedesca grossomodo son così: “Ho finito le forze”. Nella versione passata nei nostri cinema invece è: “Ho tanto freddo”. Rimango interdetto.
Cosa dobbiamo fare per avere un prodotto decente, chiedere ai Radicali di indire un referendum su “doppiaggio o sottotitoli”?
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algernon
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martedì 31 agosto 2010
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film molto bello, da vedere
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una famosa e tragica ascensione, interessante per la puntuale ricostruzione storica degli eventi (piuttosto fedele tranne che per il personaggio di fantasia di Luise Fellner) e per la buona descrizione di come l'evento era seguito dai politici, dai giornali e dal pubblico. bello per la tecnica alpinistica, con riprese spettacolari, col racconto dettagliato dei principali passaggi, con la descrizione completa dell'equipaggiamento dell'epoca, curato con un certo grado di meticolosità dalla cordata tedesca eppure tragicamente inadeguato. un film molto ben fatto che dovrebbe interessare anche i non appassionati. stupisce che venga distribuito in Italia 2 anni dopo la realizzazione, e in una settimana di fine estate con i cinema ancora piuttosto vuoti.
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una famosa e tragica ascensione, interessante per la puntuale ricostruzione storica degli eventi (piuttosto fedele tranne che per il personaggio di fantasia di Luise Fellner) e per la buona descrizione di come l'evento era seguito dai politici, dai giornali e dal pubblico. bello per la tecnica alpinistica, con riprese spettacolari, col racconto dettagliato dei principali passaggi, con la descrizione completa dell'equipaggiamento dell'epoca, curato con un certo grado di meticolosità dalla cordata tedesca eppure tragicamente inadeguato. un film molto ben fatto che dovrebbe interessare anche i non appassionati. stupisce che venga distribuito in Italia 2 anni dopo la realizzazione, e in una settimana di fine estate con i cinema ancora piuttosto vuoti. Tutto lascia pensare che il film sarà presto ritirato dalle sale e che pochi lo vedranno
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elena m.
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mercoledì 15 settembre 2010
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angosciante!
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è straordinaria la descrizione della scalata della parete nord!
il regista ti porta lì, sulla viva roccia ,in mezzo alla bufera di neve ,appesa alle corde ,o a penzoloni ferito sul baratro!
l'inizio è pesante,brutto montaggio,sembra una sequenza di diapositive, ma lo perdono per la bellezza delle scene di montagna.
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paulnacci
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venerdì 24 settembre 2010
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bel film sull' orco
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Bel film di montagna basato su di una storia vera , la corsa alla conquista della parete Nord dell'Eiger negli anni trenta, molto spettacolari le scene di montagna il doppiaggio non eccezionale ,ho letto molti libri sulla conquista dell' Eiger che avvenne poi nel 1938 e tra i salitori c'era anche Henrich Harrer che poi sarà il protagonista di sette anni in tibet.
Qualche licenza il regista se l' è presa ma va bene .
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doni64
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mercoledì 8 dicembre 2010
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film...cruda realta' avvenuta nel 1938
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Film storia vera ambientata nel lontano 1938.La storia narra una scalata a 3380 mt di altezza dove alcuni scalatori tentano la fortuna ma non pensano agli imprevisti alla intemperie e per tale motivo ad un ad uno....perdono la vita.Storia vera conclusosi malamente in un film rewale,crudo,vero.interpretato in modo ottimale da attori molto preparati al ruolo.Nel complesso un film piu' che simpatico da vedere.Voto 7+
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gio il vecchio
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sabato 16 maggio 2009
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la variante alla nord eiger del 2006
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/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Skema variante in archivio.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/passaggi Eiger Nord.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Ragno Bianco e Bivacco Corti.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Tracciato variante Eiger.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Variante eiger SCHIZZO DI MASSIMA.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/sulla direttissima Giorgio USCITA FINALE.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/relazione .doc/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Variante Eiger 2006.doc
Nell'Ottobre 2006 dopo due anni di tentativi falliti,causa le condizioni meteo che cambiavano continuamente,nel 2006 siamo riusciti a salire,partendo
prestissimo cercando di superare il famigerato 2° nevaio,per me la parte più critica,bisogna passarlo prima che il sole sfiori la parte sommitale della cresta.
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/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Skema variante in archivio.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/passaggi Eiger Nord.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Ragno Bianco e Bivacco Corti.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Tracciato variante Eiger.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Variante eiger SCHIZZO DI MASSIMA.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/sulla direttissima Giorgio USCITA FINALE.jpg/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/relazione .doc/Volumes/Giorgio/EIGER mantovani 2 copia 2/Variante Eiger 2006.doc
Nell'Ottobre 2006 dopo due anni di tentativi falliti,causa le condizioni meteo che cambiavano continuamente,nel 2006 siamo riusciti a salire,partendo
prestissimo cercando di superare il famigerato 2° nevaio,per me la parte più critica,bisogna passarlo prima che il sole sfiori la parte sommitale della cresta.
evitando la continua caduta di sassi,e slavine.....
Ritengo che salire la parete nord Eiger sia come giocare alla roulett se tutto va bene sei ricco,se ti va male sei povero.... la via Hekmaier si può salirla in 10 ore sempre che tutto funziona bene.io non salirò mai più quella parete ,triste, scura, sempre in ombra,mai sicuro,ora pure molto sporca,dove hanno abbandonato tutto,corde giacche a vento scatolette ecc.
Non è da paragonare ad una salita per L'integrale di Peuterey al Monte bianco,molto faticosa per la sua lunghezza ma in un ambiente decisamente più
bello.
Gio il vecchio
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linodigianni
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lunedì 27 settembre 2010
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l'attrice migliore è la montagna
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Film che delude sotto molti aspetti, quanto a recitazione, a montaggio e a doppiaggio.
Una prima parte in cui l'appartenenza all'esercito tedesco viene rapidamente sfumata,
ci porta a vedere come un giornalismo d'assalto ante.litteram vola come un avvoltoio
sopra l'avvenimento: o la vetta gloriosa o la tragedia annunciata.
Efficaci le riprese della scalata nella bufera alternate ai salotti allo champagne.
Efficaci e suggestive le riprese nella bufera e le cordate finite in tragedia.
L'elicottero che ha fatto le riprese e le controfigure di rocciatori
meritano un premio a parte.
Complimenti alla protagonista donna, che per avere uno scoop, spinge
a scalare qualcosa che loro temevano per il pericolo nascosto.
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