Gomorra |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra.
continua»
Drammatico,
durata 135 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 maggio 2008.
MYMONETRO
Gomorra
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La Gomorra dei nostri giornidi MikelangeloFeedback: 0 |
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giovedì 21 agosto 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film si apre in maniera geniale: dei boss che si abbronzano facendo lampade e ascoltando musica napoletana. Poi gli spari rapidi, violenti, precisi, assoluti. Il sangue che schizza sulle lampade a raggi ultravioletti, ed è strage. Dopo il rumore assordante degli spari, il volume della canzone neomelodica aumenta, e subito leggiamo sullo schermo il titolo del film: GOMORRA. Dal bestseller di Saviano sono state tratte 5 storie di ordinaria vita all’interno del Sistema: dallo stakeholder che ricicla i rifiuti in maniera illecita, ai due ragazzini che sognano di diventare come Scarface nel film di Brian de Palma. Il regista Matteo Garrone (tra gli altri suoi titoli ricordiamo l’Imbalsamatore), capta al meglio le torbide e cupe atmosfere del libro, traducendole in eccellente linguaggio cinematografico. L’uso della camera a spalla è esasperato, infatti oltre il 70 percento della pellicola è girata in questo modo, quasi come fosse un documentario. Gli attori sono quasi tutti dei non professionisti, e gran parte del film è parlato in napoletano stretto con sottotitoli. La scelta dei sottotitoli e degli attori non professionisti potrebbe far tornare alla mente Pasolini, tuttavia è proprio l’originalità la chiave di volta di questa pellicola. Infatti questo è un film in catalogabile: non può essere un gangstar movie alla Martin Scorsese o alla Brian de Palma, né può essere un documentario sulla malavita organizzata. E’ un ibrido, una summa di generi che creano un altro genere, esattamente come il libro di Saviano; a metà tra romanzo e saggio. Un’altra cosa degna di nota è la violenza. Nel libro ci sono alcune scene di violenza davvero raccapriccianti, splatter, degne di Gordon Lewis. Nel film Garrone omette questa violenza assurda, e anche se la violenza c’è (ed è tanta), rimane asciutta e a volte fuoricampo. I primissimi piani sulle facce sporche e a volte cattive degli attori (alcuni in carcere ci sono stati davvero), rendono lo spettatore partecipe di quello che sta vedendo, tirandolo in ballo, facendolo vivere (anche solo per due ore) nelle viscere del Sistema.
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