Zodiac |
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Un film di David Fincher.
Con Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Robert Downey Jr., Anthony Edwards, Brian Cox.
continua»
Thriller,
durata 158 min.
- USA 2007.
uscita venerdì 18 maggio 2007.
MYMONETRO
Zodiac
valutazione media:
3,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Zodiac - l'irrazionalità del mondodi TommyFeedback: 0 |
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lunedì 21 maggio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bentornato, caro Fincher. Dopo essersi dedicato al suo film/esercizio di stile "Panic Room" Fincher torna a raccontare una sotira disturbata e disturbante, malata e affascinante. E' la storia del serial killer degli anni 60/70 che si faceva chiamare "Zodiac" e che inviava messaggi enigmatici alle redazioni di alcuni giornali: messaggi in codice che rivelavano tutta la sua pazzia, ma mai il suo vero nome. Fincher sceglie di raccontarne la vicenda vista dal punto di persone che indagano sugli eventi: un disegnatore curioso (Gyllenhaal), un reporter (Downey jr.) e un detective (Ruffalo). Il film, come d'altronde Seven e Fight Club, non è soltanto un film d'intrattenimento, anzi, non lo è per niente, ma piuttosto una riflessione sul mondo e sulla irrazionalità che lo governa e che governa li uomini. La sceneggiatura pare piena di buchi e vuoti, ma in realtà lo stesso film diventa prova di quell'irrazionalità, di quella pazzia che non dà spiegazioni per niente, senza la quale comunque il mondo rimarrebbe insipido e monotono. Quell'irrazionalità che governa la mente di Zodiac il quale in una intervista televisiva arriva addirittura a affermare che uccidere gli fa passare il mal di testa. Sembra quasi una scusa per nascondere ciò che egli davvero prova; Zodiac si diverte ad uccidere e questo è il motivo di tutto il suo agire: è una motivazione altamente irrazionale e senza senso e non può fare a meno di confermare quanto detto in precedenza. Non ha senso dire che Zodiac non è un buon thriller perchè non è nemmeno un thriller come non lo era Fight Club. E' la dimostrazione incisa su pellicola che il mondo è governato solo dall'irrazionalità. In questo senso è emblematico anche l'atteggiamento del personaggio ben interpretato da Gyllenhaal, il quale indaga sul caso soltanto per guardare negli occhi il vero Zodiac; soltanto per avere davanti a sè l'uomo che lui sa essere l'assassino. E questo non fa altro che riportarci all'irrazionalità che sta alla base del film di Fincher.
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