Che bella sorpresa questo film. L'ho visto da poco a Salerno dov'era in concorso a Linea d'Ombra e ha lasciato tracce importanti. Ne avevo sentito parlare e avevo letto che era tra l'altro in concorso a Buenos Aires, festival importante e lungimirante nello scoprire i registi del futuro. Rifranti affronta con consapevolezza, maturità e proprietà di sguardo temi difficili (morte, dolore, guerra, rapporti di dipendenza)e utilizza al meglio i pochi mezzi a disposizione. Pur mostrando corpi che vivono, soffrono, si scontrano, si feriscono, ha uno sguardo morale e rispetta quello che racconta (molto belli i piani sequenza con i quali ci mostra i momenti più intensi del film -le scene d'amore, lo spettacolo di Nadia, l'omicidio finale, improvviso e lacerante-). Dimostra di avere personalità e insegue un'idea di cinema originale, racconta per ellissi narrative e soprattutto non fa un film che strizza l'occhio allo spettatore, anzi, perchè trova il tono giusto per raccontare questa storia. Tocca corde profonde e a volte sgradevoli, ma non cerca scorciatoie. Insomma, un film importante, spiazzante, molto diverso, per fortuna, da quello che siamo abituati a vedere (tranne poche eccezioni)nel nostro timido e conformista cinema italiano. Spero solo che la prossima volta mettano in mano a Rifranti un budget più consono alle sue potenzialità, perchè se lo merita. Un ultimo accenno alla musica: puntuale, intensa, capace di far emergere senza furbizia quelle tracce liriche presenti nel film sotto la sua scorza aspra e dura.
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