|
Da Mankiewicz a Branagh, Sleuth compie un salto di ben 35 anni e si ripresenta come nuovo. Emblema di questa evoluzione è Micheal Caine, dall'altra parte della barricata rispetto al film del '72. Allievo già in grado di far penare l'Andrew Wyke interpretato da Olivier, ora Caine ne prende il ruolo senza volontà tributarie, mostrando un personaggio nuovo, che si attiene al percorso narrativo originale ma con enfasi diversa. Il Wyke di Caine è un istrione meno ciarliero e più cerebrale, i suoi dialoghi mirano al sottinteso e sono spesso smorzati da pause espressive. La regia di Branagh, fatta di atmosfere buie e primi piani in chiaroscuro, favorisce gli sguardi inquietanti e i sorrisi ambigui sul volto dei due interpreti. Quelli di Law mostrano l'efficacia di un attore moderno, che non avrà sulle spalle un confronto con il mostro sacro Olivier, ma sa disporre della sua fisicità in modo totale e consapevole, muovendosi con il pizzico di giusta arroganza per il giovane Milo.
La sceneggiatura è di Harold Pinter, le cui opere hanno una certa affinità con il dramma di Shaffer. Rispetto alla versione del 1972 (e sceneggiata dallo stesso Shaffer), questo Sleuth è più conciso, snellito innanzitutto della longevità di oltre due ore del film di Mankiewicz. Ma la vera differenza risiede nell'ultimo terzo di trama, in cui la "proposta" - non sappiamo se autentica o fittizia- di Wyke a Milo accenna il tema dell'amore omosessuale, mai insinuato nell'opera originaria. Da qui alla fine Pinter dimostra di intraprendere un cammino tutto suo, discostandosi con qualche rischio dall'ultima macchinazione di Shaffer, ma giungendo alla medesima conlcusione. Che però, occorre notarlo, appare un tantino slegata e meno solida. E' difficile, comunque, stabilire se questo remake sia davvero inferiore all'originale: se lo è per il finale, non lo è per l'efficacia visiva, in grado di donare alle interpretazioni di Law e Caine (doppiati da Niseem Onorato e da Oreste Rizzini) un carattere teso e intimista.
[+] lascia un commento a fabal »
[ - ] lascia un commento a fabal »
|