Un ovvio "one man show" per l'istrionica Keaton
di Roberto Nepoti La Repubblica
Certo, dopo Greta Garbo nessuna pretende più che le star si ritirino all'apice della carriera. Però è dura vedere un'attrice come Diane Keaton che tutti abbiamo amato nei film d Woody Allen e in Reds ridotta a parti di tipa petulante e rompi scatole per commedie famigliari di seconda scelta. In Perché te lo dice mamma, la Keaton è Daphne, una iperpossessiva madre di famiglia che ha allevato da sola tre figlie femmine. Frustrata ma irriducibile, decide di procurare un marito a Milly, precoce zitella a rischio di condividere la sorte materna. Salvo che la ragazza è un'imbranata cronica e che la genitrice, per facilitare, non fa che sottolinearne difetti e manchevolezze. Malgrado tutto la signora trova, mediante annuncio, non uno ma due pretendenti: un architetto ricco che per lei è il partito ideale, e un musicista refrattario all'integrazione. Ne viene fuori una commedia degli equivoci basata sulla competizione per la mano di Milly. La mamma impicciona che organizza incontri sentimentali all'insaputa della figlia vorrebbe essere un personaggio "alleniano", ma variare sulle nevrosi e le frustrazioni di una Annie Hall invecchiata di trent'anni non basta ad apparentare, neppure alla lontana, il film a quelli di Woody. Tanto più che la regia di Michael Lehmann non supera il livello di una media sitcom televisiva, al servizio dell'one-woman-show di una Diane più istrionica che mai, libera di variare a ruota libera su uno "script" evanescente.
Da La Repubblica, 23 marzo 2007
di Roberto Nepoti, 23 marzo 2007