cortometraggio allungato all'inverosimile, con seguenze slow-motion alternate a riprese stile documentario alla micheal moore.
storiellina da cronaca nera che gus allunga cercando furbescamente di diingere un affresco su una gioventù, secondo il suo discutibile punto di vista, apitica priva di interessi e senza ideali, vecchia idea di delle persone che ormai si sentono anziane, infatti sono generazioni che si dice i giovanio non sono come quella di una volta, per poi rivelarsi sempre meglio dei padri.
gli attori recitano in modo amtoriale ma si nota benissimo l'imbarazzo e non riescono ami ad essere credibili ne come pseudo documentari ne come attori.
l'idea poteva essere anche buona ma con una piccola storiellina non si puo fare un film di nemmeno 85 minuti, la fretta di fare film per forza che poi vengono anche premiati, vedi cannes 2007, dimostra la,pochezza che il cinema sta attraversando, anche per da van sant ci si aspetta molto di più, non una falsa e brutta copia di micheal moore, speriamo che il flop di incassi possa far cambiare rotta ad un regista svogliato ma talentuoso voto 4/10.
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gus da mosca
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mercoledì 4 giugno 2008
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l'angelo e' caduto per caso vicino a paranoid park
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Su JUNO convergevamo, su ParanoidPark divergiamo. Mi dai l'occasione per una breve analisi tecnica. Ancora un film dove gli spettatori si sfogano in analisi sociali della gioventu', perdendo il messaggio visivo e sonoro. Gus non e' un artista del colore o della luce, ma dedica la sua arte al movimento ed al tempo. Queste le 2 componenti con cui Gus costruisce la sequenaa visiva, alterandole per ottenere arteffatte dilatazione dull'una o dell'altra. Cosi' succede coi capelli dell'Angelo sotto la doccia: i fili d'acqua scorrono "fermi", cosi' succede in una epidermica immagine di sesso con l'Angelo, fatta solo di capelli che scorrono confusi sugli occhi dello spettatore. L'occhio guarda il mondo, sgranato e sfocato, perche' sente piu' di cio' che vede: sente il rimorso di un gesto che diventa rimpianto per non poter riavvolgere indietro la vita.
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Su JUNO convergevamo, su ParanoidPark divergiamo. Mi dai l'occasione per una breve analisi tecnica. Ancora un film dove gli spettatori si sfogano in analisi sociali della gioventu', perdendo il messaggio visivo e sonoro. Gus non e' un artista del colore o della luce, ma dedica la sua arte al movimento ed al tempo. Queste le 2 componenti con cui Gus costruisce la sequenaa visiva, alterandole per ottenere arteffatte dilatazione dull'una o dell'altra. Cosi' succede coi capelli dell'Angelo sotto la doccia: i fili d'acqua scorrono "fermi", cosi' succede in una epidermica immagine di sesso con l'Angelo, fatta solo di capelli che scorrono confusi sugli occhi dello spettatore. L'occhio guarda il mondo, sgranato e sfocato, perche' sente piu' di cio' che vede: sente il rimorso di un gesto che diventa rimpianto per non poter riavvolgere indietro la vita. Gus trasmette benissimo quel modo di vita adolescenziale che scorre fuori dal tempo, attraverso emozioni e delusioni, senza relazioni temporali.
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gus da mosca
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mercoledì 4 giugno 2008
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recensione sulla recensione
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Considero questo film una evoluzione del linguaggio gia' perfetto di Elephant, dove un altro Angelo caduto in terra non violentava, ma subiva violenza: l'altra faccia di una stessa medaglia. Ma a parte il tuo giudizio "sociale", parli di script elementare e recitazione infantile, mi chiedo, dove le vedi ? Questo film e' SENZA script e SENZA recitazione. Gus non le usa per raccontare le emozioni, perche' usa solo suoni (splendidi) accostati ad immagini, dove conta piu' di tutto il tempo dei movimenti di ogni soggetto, rispetto ai limiti del quadro visivo. Michael Moore, col suo docu-advertising politico, meglio relegarlo alle campagne televisive per le primarie. Metterlo in relazione a Gus e' fuori luogo, cercando in Gus una carica investigativa sul sociale che non ha.
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Considero questo film una evoluzione del linguaggio gia' perfetto di Elephant, dove un altro Angelo caduto in terra non violentava, ma subiva violenza: l'altra faccia di una stessa medaglia. Ma a parte il tuo giudizio "sociale", parli di script elementare e recitazione infantile, mi chiedo, dove le vedi ? Questo film e' SENZA script e SENZA recitazione. Gus non le usa per raccontare le emozioni, perche' usa solo suoni (splendidi) accostati ad immagini, dove conta piu' di tutto il tempo dei movimenti di ogni soggetto, rispetto ai limiti del quadro visivo. Michael Moore, col suo docu-advertising politico, meglio relegarlo alle campagne televisive per le primarie. Metterlo in relazione a Gus e' fuori luogo, cercando in Gus una carica investigativa sul sociale che non ha.Se vuoi veder una commedia ben recitata, prova con Interview di Buscemi. Purtroppo la mania del "sociale" affligge gli italiani: basti vedere quel "Gomorra", che per un americano e' soltanto curioso cinema-etnico.
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altryx
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venerdì 6 giugno 2008
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x gus da mosca
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e bella la tua visione poetica del film se solo i film fossero opere d'arte fatte x espimere un qualcosa, ma purtroppo la furbizia di alcuni autori non sempre resta cieca, e , lo ripetero x sempre, allungare un film con sequenze lente atte no a risaltare " L'ANGELO" ma ad allungare una non storia.poi l'angelo come lo definisci tu, tutto è tranne che angelo, una che non porta il minimo soccorso ad un uomo moribondo ucciso da comportamenti idioti suoi, e non dei genitori o degli adulti, quindi il messaggio adolescenziale che gus vuole dare, e volutamente forzate da illogiche scene, uno che fa l'amore con una ragazza vergine e sembra che e stato morso da dracula, fa letteralmente ridere, come il fatto che l'angelo porta sempre il berretto tranne in una scena, quale è il senso? il film e un esperimento di accattivare il pubblico giovane a vedere questo piatto polpettone con la trovata furbesco dei skater.
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e bella la tua visione poetica del film se solo i film fossero opere d'arte fatte x espimere un qualcosa, ma purtroppo la furbizia di alcuni autori non sempre resta cieca, e , lo ripetero x sempre, allungare un film con sequenze lente atte no a risaltare " L'ANGELO" ma ad allungare una non storia.poi l'angelo come lo definisci tu, tutto è tranne che angelo, una che non porta il minimo soccorso ad un uomo moribondo ucciso da comportamenti idioti suoi, e non dei genitori o degli adulti, quindi il messaggio adolescenziale che gus vuole dare, e volutamente forzate da illogiche scene, uno che fa l'amore con una ragazza vergine e sembra che e stato morso da dracula, fa letteralmente ridere, come il fatto che l'angelo porta sempre il berretto tranne in una scena, quale è il senso? il film e un esperimento di accattivare il pubblico giovane a vedere questo piatto polpettone con la trovata furbesco dei skater.gli attori fanno parte integrale del film in questo caso non ci sono. ciao
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gus da mosca
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sabato 7 giugno 2008
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altryx, sei un angioletto o una vecchia nonna ?
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In Elephant era un adolescente ossigenato, in ParanoidPark un adolescente quasi-asessuato: mi piace usare il termine "angelo" per sottolineare il passaggio dall'infanzia (asessuata) all'adolescenza, dove il sesso e' la molla che fa distinguere il dolore dal piacere, entrambi fisici ed interiori. A mio avviso questo film non vuole essere uno spaccato sociale di rapporti tra adolescenti d'oggi, ma al contrario parlare visivamente dell'instabilita' interiore che ogni giovane ha nel passaggio all'adolescenza. Il fatto scatenante della "crisi adolescenziale", che e' positiva maturazione dell'individuo, avviene sempre per un fatto esterno, simbolicamente nel film questo atto "criminale", involontario, che butta il "bambino" di colpo davanti alla realta' delle sue azioni.
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In Elephant era un adolescente ossigenato, in ParanoidPark un adolescente quasi-asessuato: mi piace usare il termine "angelo" per sottolineare il passaggio dall'infanzia (asessuata) all'adolescenza, dove il sesso e' la molla che fa distinguere il dolore dal piacere, entrambi fisici ed interiori. A mio avviso questo film non vuole essere uno spaccato sociale di rapporti tra adolescenti d'oggi, ma al contrario parlare visivamente dell'instabilita' interiore che ogni giovane ha nel passaggio all'adolescenza. Il fatto scatenante della "crisi adolescenziale", che e' positiva maturazione dell'individuo, avviene sempre per un fatto esterno, simbolicamente nel film questo atto "criminale", involontario, che butta il "bambino" di colpo davanti alla realta' delle sue azioni. Angelo, in senso lato, per dire "bambino asessuato", caduto in terra, a caso, e diventato un ragazzo di ParanoidPark, senza possibilita' di ritornare indietro. Non cercherei quindi del realismo in questo film. Alla prossima.
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