Titolo originale We Own the Night.
Drammatico,
durata 117 min.
- USA 2007.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 14marzo 2008.
MYMONETROI padroni della notte
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Questa pellicola di James Gray parte con le migliori premesse. La storia è accattivante: Bobby (Joaquin Phoenix) gestisce un night per conto di un magnate russo, mentre il fratello Joseph (Mark Wahlberg), come il padre (Robert Duvall), è uno stimato poliziotto. Le diversità sono evidenti ma vengono a cadere quando quest'ultimo finisce vittima di una imboscata, restando pesantemente ferito. James deciderà di prendere servizio a seguito di un altro e più tragico evento, che finirà per ricongiungerlo al resto della famiglia, fino ad allora così distante. La svolta banale della decisione del protagonista di diventare poliziotto, riuscendoci pure con una certa facilità (superando un test) getta alle ortiche un film interessante e dalle ottime potenzialità.
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Questa pellicola di James Gray parte con le migliori premesse. La storia è accattivante: Bobby (Joaquin Phoenix) gestisce un night per conto di un magnate russo, mentre il fratello Joseph (Mark Wahlberg), come il padre (Robert Duvall), è uno stimato poliziotto. Le diversità sono evidenti ma vengono a cadere quando quest'ultimo finisce vittima di una imboscata, restando pesantemente ferito. James deciderà di prendere servizio a seguito di un altro e più tragico evento, che finirà per ricongiungerlo al resto della famiglia, fino ad allora così distante. La svolta banale della decisione del protagonista di diventare poliziotto, riuscendoci pure con una certa facilità (superando un test) getta alle ortiche un film interessante e dalle ottime potenzialità. Alla luce anche del discreto cast presente. Il finale alla Rambo è la pietra tombale.
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New York, qualche tempo fa. Phoenix interpreta Bobby, un rampante gestore di locali notturni. El Caribe è lo scenario della storia, di proprietà di un anziano signore russo dall'aspetto rassicurante, Marat Buzhayev. Droga, alcol, eccessi, una ragazza portoricana e il successo, dividono la vita di Bobby, figlio e fratello però del capo della Polizia e del dirigente della narcotici. I suoi famigliari lo avvisano che tra poco in città ci saranno retate e rastrellamenti per eliminare lo spaccio della mafia dell’Est, proprio quando il suo padre putativo, Marat, intende affidargli un altro locale al Bronx o addirittura a Manhattan.
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New York, qualche tempo fa. Phoenix interpreta Bobby, un rampante gestore di locali notturni. El Caribe è lo scenario della storia, di proprietà di un anziano signore russo dall'aspetto rassicurante, Marat Buzhayev. Droga, alcol, eccessi, una ragazza portoricana e il successo, dividono la vita di Bobby, figlio e fratello però del capo della Polizia e del dirigente della narcotici. I suoi famigliari lo avvisano che tra poco in città ci saranno retate e rastrellamenti per eliminare lo spaccio della mafia dell’Est, proprio quando il suo padre putativo, Marat, intende affidargli un altro locale al Bronx o addirittura a Manhattan. Guarda caso, da qualche giorno, nel suo locale tra i tavoli si insinua il nipote di Marat, uno spacciatore internazionale di altissimo livello. Allora tra attentati e proposte di collaborazione, rabbia e moti d’orgoglio si scioglie la trama. Alla fine ti rendi conto perché tutto sia stato possibile: l’utilizzo da parte di Bobby del cognome dell’amata madre defunta. Note positive il cast stellare, la tensione e una buona fotografia. Quelli che ne escono a pezzi sono i buoni e i cattivi, denaturati e ovattati per servire dei personaggi principali troppo tronfi e spinti rispetto alla narrazione.
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New York, qualche tempo fa. Phoenix interpreta Bobby, un rampante gestore di locali notturni. El Caribe è lo scenario della storia, di proprietà di un anziano signore russo dall'aspetto rassicurante, Marat Buzhayev. Droga, alcol, eccessi, una ragazza portoricana e il successo, dividono la vita di Bobby, figlio e fratello però del capo della Polizia e del dirigente della narcotici. I suoi famigliari lo avvisano che tra poco in città ci saranno retate e rastrellamenti per eliminare lo spaccio della mafia dell’Est, proprio quando il suo padre putativo, Marat, intende affidargli un altro locale al Bronx o addirittura a Manhattan. Guarda caso, da qualche giorno, nel suo locale tra i tavoli si insinua il nipote di Marat, uno spacciatore internazionale di altissimo livello.
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New York, qualche tempo fa. Phoenix interpreta Bobby, un rampante gestore di locali notturni. El Caribe è lo scenario della storia, di proprietà di un anziano signore russo dall'aspetto rassicurante, Marat Buzhayev. Droga, alcol, eccessi, una ragazza portoricana e il successo, dividono la vita di Bobby, figlio e fratello però del capo della Polizia e del dirigente della narcotici. I suoi famigliari lo avvisano che tra poco in città ci saranno retate e rastrellamenti per eliminare lo spaccio della mafia dell’Est, proprio quando il suo padre putativo, Marat, intende affidargli un altro locale al Bronx o addirittura a Manhattan. Guarda caso, da qualche giorno, nel suo locale tra i tavoli si insinua il nipote di Marat, uno spacciatore internazionale di altissimo livello. Allora tra attentati e proposte di collaborazione, rabbia e moti d’orgoglio si scioglie la trama. Alla fine ti rendi conto perché tutto sia stato possibile: l’utilizzo da parte di Bobby del cognome dell’amata madre defunta. Note positive il cast stellare, la tensione e una buona fotografia. Quelli che ne escono a pezzi sono i buoni e i cattivi, denaturati e ovattati per servire dei personaggi principali troppo tronfi e spinti rispetto alla narrazione.
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Il film è un omaggio commovente alla NYPD ed una riabilitazione filmica appassionata del pericoloso ed oscuro lavoro dei poliziotti onesti di New York. Un lavoro, quello dei poliziotti, visti, a secondo dei punti di vista, retoricamente, come eroici paladini della giustizia o, ideologicamente, come servi del potere, spesso misconosciuto e a volte finanche messo alla berlina, non soltanto nel comune sentire popolare, ma anche da certa cinematografia di genere, che dal Serpico di Lumet in poi e soprattutto negli anni ’90, grazie ad Affari sporchi di Mike Figgis ed a Il cattivo tenente di Abel Ferrara, ha creato nell’immaginario collettivo la figura stereotipata del poliziotto americano cinico e corrotto.
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Il film è un omaggio commovente alla NYPD ed una riabilitazione filmica appassionata del pericoloso ed oscuro lavoro dei poliziotti onesti di New York. Un lavoro, quello dei poliziotti, visti, a secondo dei punti di vista, retoricamente, come eroici paladini della giustizia o, ideologicamente, come servi del potere, spesso misconosciuto e a volte finanche messo alla berlina, non soltanto nel comune sentire popolare, ma anche da certa cinematografia di genere, che dal Serpico di Lumet in poi e soprattutto negli anni ’90, grazie ad Affari sporchi di Mike Figgis ed a Il cattivo tenente di Abel Ferrara, ha creato nell’immaginario collettivo la figura stereotipata del poliziotto americano cinico e corrotto.
Nelle immagini iniziali di repertorio in bianco e nero, fotografie tratte dalle cronache cittadine, di arresti, perquisizioni, cadaveri e sequestri di droga e scatti estemporanei di poliziotti al lavoro in ufficio o nelle strade, la cruda e fredda rappresentazione documentaristica che introduce al plot, in cui gli attori danno magicamente vita a quelle figure anonime che compaiono nelle foto, contestualizzandole in una storia drammatica, che sa di epopea familiare ed al contempo di percorso psicologico, che condurrà il protagonista, interpretato da uno straordinario Joaquin Phoenix,attraverso vicende traumatiche, alla presa di coscienza della propria appartenenza ad un gruppo e ad un ambiente, per vocazione individuale e per tradizione di famiglia, e a scegliere, infine, tra il bene ed il male. James Gray riesce nell’arduo compito di rappresentare i poliziotti, chiusi nel loro mondo asfittico di cerimonie auto celebrative e festicciole alla buona, organizzate nei locali di una parrocchia adiacenti ad una chiesa, assediato dallo strapotere criminale delle mafie, che tengono in pugno le metropoli d’oltreoceano, odiato da una parte della comunità, emblematica la scena in cui al funerale di uno di loro dei ragazzi di colore ridono, come uomini in carne ed ossa, con passioni e sentimenti, storie familiari e progetti di vita mancati, dando loro non soltanto un nome ed un cognome ed una caratterizzazione superficiale ma lo spessore di personaggi vivi e concreti, ed, allo stesso tempo, facendone delle figure emblematiche di eroi fuori dal tempo che lottano per la nobile causa della giustizia. Grazie a Robert Duvall, Mark Wahlberg,Joaquin Phoenix, ed al nostro Tony Musante,a quegli oscuri funzionari è donata la dimensione dell’umano, negata spesso a chi indossa una divisa.
Il soggetto, semplice e lineare, taglia di netto, manicheisticamente, i contorni dei due mondi in lotta, i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra, in una riedizione aggiornata, trasponendo lo stesso schema dal western al thriller, della filmografia fordiana, che enfatizzava il valore delle giubbe blu a cavallo, dipinti come cavalieri senza macchia ed eroici gentiluomini, deprimendo i loro nemici a icone fumettistiche del male, più che uomini, mere ombre rosse. Una retorica, in questo caso, tuttavia giustificata dall’intento riabilitativo dell’autore, che giocoforza esaspera il contrasto tra bianco e nero prendendo posizione polemicamente contro la serie di pellicole infamanti realizzate sulla categoria.
La zona grigia, la via di mezzo, la terra di nessuno, in cui si muove disinvoltamente il protagonista, gestore di un night club, non si mantiene tale a lungo, è comunque terreno di conquista e di scontro. La società civile prima o poi deve scegliere da che parte stare. Nelle parole profetiche del vecchio poliziotto, Robert Duvall, “prima o poi o sarai con noi o con i trafficanti di droga”, non a caso pronunciate tra i banchi di una chiesa, simbolo del bene assoluto,è rivelato il senso del film. Nessuno può sottrarsi alla scelta tra il bene ed il male, anche chi non indossa una casacca e non è schierato apertamente su uno dei due fronti, è chiamato, in qualsiasi contesto lavorativo svolga il suo mestiere, a decidere chi essere facendo una scelta di campo, che sempre implica la rinuncia a qualcosa, nel film, alla storia d’amore con la giovane donna portoricana interpretata da Eva Mendes.
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[+] lascia un commento a carloalberto »[ - ] lascia un commento a carloalberto »
Il film sembra antecedente agli anni 2000, un film già visto uguale a tanti altri del genere niente che ti faccia dire "cavolo che bel film" o "che bel poliziesco". A mio parere abbastanza scadente. Si può dire bravi a gli attori, ma è un film con personaggi che non richiedevano una difficile interpretazione.
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Film praticamente "perfetto" nel suo genere e nelle sue tematiche più e più volte affrontate nel corso della storia della settima arte. A renderlo migliore di tanti altri ci sono sicuramente gli attori scelti (Phoenix a dir poco straordinario,così come il carismatico Robert Duvall e la bellissima Eva Mendes) e quella tensione emotiva che fin dai primi minuti lo spettatore riesce a cogliere. La storia,per farla breve,è quella di una famiglia divisa da parecchi anni (Phoenix,nel ruolo di Bobby Green,un eccentrico manager di Brooklyn),la storia di un padre poliziotto (Duvall) che per tutta la vita ha messo il lavoro al primo posto e che per lo stesso tempo ha cercato di tramandare questo messaggio fatto di regole,di onore e di rispetto ai suoi figli.
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Film praticamente "perfetto" nel suo genere e nelle sue tematiche più e più volte affrontate nel corso della storia della settima arte. A renderlo migliore di tanti altri ci sono sicuramente gli attori scelti (Phoenix a dir poco straordinario,così come il carismatico Robert Duvall e la bellissima Eva Mendes) e quella tensione emotiva che fin dai primi minuti lo spettatore riesce a cogliere. La storia,per farla breve,è quella di una famiglia divisa da parecchi anni (Phoenix,nel ruolo di Bobby Green,un eccentrico manager di Brooklyn),la storia di un padre poliziotto (Duvall) che per tutta la vita ha messo il lavoro al primo posto e che per lo stesso tempo ha cercato di tramandare questo messaggio fatto di regole,di onore e di rispetto ai suoi figli. Uno abbocca all'amo (memorabile la scena in cui Wahlberg,fratello di Phoenix nel ruolo del figlio "buono" e devoto,confessa di aver scelto i consigli del padre per mancanza di autostima e non per un semplice atto di fede o di rispetto),l'altro sceglie la barcollante vita del successo finanziario,tra festini,droga e cocktail a tutte le ore del giorno. La trama si dirama abbastanza in fretta,e dopo circa un'ora di visione la situazione appare totalmente cambiata. Omicidi,mafia russa,risse nei bar,amici traditori,donne che non reggono il peso di ciò che sta accadendo. Un dramma,quello finale,che legherà i due fratelli apparentemente così diversi per la vita,portandoli entrambi a porsi domande che non si erano mai fatti in precedenza. "I padroni della notte" va apprezzato prima di tutto per il suo contenuto umano,per il futile ma non per questo illusorio tentativo di giungere alla fonte di ciò che è vero in ognuno di noi e,in questo caso specifico,nella vita di due fratelli così diversi che trovano il loro legame più profondo,il loro legame di sangue nella morte di un padre. Lo consiglio caldamente a tutti coloro che non l'hanno ancora visto o a chi non ha avuto la decenza di dargli una seconda possibilità dopo una prima visione sicuramente non attenta.
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[+] lascia un commento a rosemberg »[ - ] lascia un commento a rosemberg »
Che dire?grande film,superba regia(Gray ha affinato lo stile dopo l'ottimo esordio di Little Odessa)scenografia molto suggestiva,attori in stato di grazia,Duvall e Phoenix almeno 2 spanne sopra gli altri.Almeno 3 scene memorabili:quella in cui Phoenix si tradisce con l'accendino e conseguente caduta dal palazzo,l'inseguimento sotto la pioggia(che ricorda molto lo sile registico di William Friedkin)e poi la scena con il fumo per stanare il nemico e vendicare il padre,alla fine .Davvero un bel poliziesco,lo consiglio a tutti gli amanti del genere.voto 8,5
[+] lascia un commento a alessandro raso »[ - ] lascia un commento a alessandro raso »
noiosissimo...capace di farti addormentare in un cinema...per tutto il film non fanno altro che combattere la criminalità...nei tribunali...a colpi di burocrazia..con cavilli e quant altro..non mi annoia tanto da "Il caso di Thomas Crawfford"...al confronto "Miami Vice" è un capolavoro del cinema d'azione..e ho detto tutto..
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Bobby Grusinsky (Joaquin Phoenix), gestore di un locale di discutibile fama,sede di traffici di droga,condotti con la regia della malavita russa e Joseph Grusinsky,(Mark Wahlberg), integerrimo e misurato poliziotto, sono fratelli . Il contrasto fra i due protagonisti stride fin dall'inizio.
E stride, acuta, l'appartenenza dei due, ad una stessa famiglia,qui rappresentata solo dal padre (Robert Duvall), controllato e rispettato poliziotto della squadra di New York.
Nelle immagini in apertura,il confronto fra i due fratelli appare estremo come due poli opposti di una realtà incarnata da uno stesso padre. Persino nelle più elementari delle espressioni visive,i due protagonisti propongono,oltre alla scelta di vita, vie e figure della loro immagine,lontane l'una dall'altra.
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Bobby Grusinsky (Joaquin Phoenix), gestore di un locale di discutibile fama,sede di traffici di droga,condotti con la regia della malavita russa e Joseph Grusinsky,(Mark Wahlberg), integerrimo e misurato poliziotto, sono fratelli . Il contrasto fra i due protagonisti stride fin dall'inizio.
E stride, acuta, l'appartenenza dei due, ad una stessa famiglia,qui rappresentata solo dal padre (Robert Duvall), controllato e rispettato poliziotto della squadra di New York.
Nelle immagini in apertura,il confronto fra i due fratelli appare estremo come due poli opposti di una realtà incarnata da uno stesso padre. Persino nelle più elementari delle espressioni visive,i due protagonisti propongono,oltre alla scelta di vita, vie e figure della loro immagine,lontane l'una dall'altra.
Strafottente,disordinato e provocatorio,Bobby morigerato,trattenuto e pettinato Joseph. No, i due fratelli non vanno per niente d'amore e d'accordo e la scena del loro incontro alla stazione di polizia,dopo la retata iniziale nel locale,è essenziale e ben formulata nel riassumere i rapporti fra i due. Il primo cambio di direzione della pellicola,avviene quando Joseph viene fatto segno di un attentato e il film cerca un equilibrio che innesca una trama scolpita in una realtà urbana cruda e disinibita. Le immagini che raccontano il dolore di Bobby in ospedale,davanti al fratello grave e quelle che seguono,offrono una ridistribuzione dei pesi nel gioco dei protagonisti e li ricollocano,rivisitando il disegno d'insieme della vicenda,mutandone la prospettiva degli eventi.
Ma la tragedia matura,quando Bob assiste all'assassinio del padre e ritrova il calore della propria anima,unendosi a suo fratello per trovare il responsabile.
E' una storia di cronaca poliziesca metropolitana,che si innerpica,a partire da un incipit dai tratti noti,su su,per successivi versanti dai gradienti più impegnativi ed apprezzabili.
Un film che si muove veloce e bene,senza regalare particolari novità,ma confezionato con buona regia e un ritmo che non consente indifferenza e distrazione,se non scivolare nella caduta di tensione di una banale conclusione di sapore western.
I due fratelli e le loro vicende,viste nella sfera famigliare,fanno la storia del film,innestata nel tronco di una realtà corrotta dalla delinquenza,che è linfa esecrabile di una società divisa fra buoni e cattivi,dove,però,c'è sempre tempo per il ravvedimento. Joaquin Phoenix è equivoco e controverso quanto basta a restare fedele al personaggio cui dà vita,rendendo,però credibile il suo riscatto.
Eva Mendes,("Ghost Rider","Hitch","C'era una volta in Mexico","Training Day"),è generosa nei toni forti di una volgarità dai connotati da focolare domestico.
James Gray,("Little Odessa",1994),riunisce ancora Phoenix e Wahlberg,
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[+] lascia un commento a andyflash77 »[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
Che Joaquin Phoenix avesse già fatto vedere di che pasta era fatto era ben noto a tutti dopo le splendide interpretazioni come in Il Gladiatore e Quando l'amore brucia l'anima. Qui riesce anche a superarsi sfoderando un'interpretazione sublime accompagnata da altri volti noti del grande schermo come il buon vecchio Robert Duvall, qui nei panni del capo della polizia di New York e padre sia di Bobby Green (Phoenix), sia di Mark Wahlberg. Quest'ultimo anch'esso poliziotto segue orgogliosamente le orme del venerato padre a differenza del fratello più propenso a frequentare e gestire scandalistici locali notturni in cui spogliarelliste, alcol e droga sono i veri padroni delle notti di New York. Dopo aver visto però il fratello in fin di vita in un letto d'ospedale colpito con un'arma da fuoco da uno dei suoi clienti decide anch'egli di passare dalla parte dei buoni collaborando con l'anziano padre e con il resto della polizia.
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Che Joaquin Phoenix avesse già fatto vedere di che pasta era fatto era ben noto a tutti dopo le splendide interpretazioni come in Il Gladiatore e Quando l'amore brucia l'anima. Qui riesce anche a superarsi sfoderando un'interpretazione sublime accompagnata da altri volti noti del grande schermo come il buon vecchio Robert Duvall, qui nei panni del capo della polizia di New York e padre sia di Bobby Green (Phoenix), sia di Mark Wahlberg. Quest'ultimo anch'esso poliziotto segue orgogliosamente le orme del venerato padre a differenza del fratello più propenso a frequentare e gestire scandalistici locali notturni in cui spogliarelliste, alcol e droga sono i veri padroni delle notti di New York. Dopo aver visto però il fratello in fin di vita in un letto d'ospedale colpito con un'arma da fuoco da uno dei suoi clienti decide anch'egli di passare dalla parte dei buoni collaborando con l'anziano padre e con il resto della polizia.
Quarto film di James Gray che propone per l'ennesima volta a mio avviso con successo i suoi cavalli di battaglia quali il tema della corruzione, della mafia russa e dei difficili rapporti parentali superabili sempre e solo dopo una grave perdita o grandi riflessioni da parte dei protagonisti.
Da vedere assolutamente, anche solo per la scena dell'inseguimento in macchina che lascia senza fiato pure i più temerari spettatori.
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