Drammatico,
durata 114 min.
- Gran Bretagna, Francia 2007.
- Universal Pictures
uscita venerdì 26ottobre 2007.
MYMONETROElizabeth - The Golden Age
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Triste destino quello di Elisabetta: prima imprigionata, poi scampata alla morte ed in guerra contro la Spagna di Filippo II. A quasi dieci anni dal suo debutto la Regina Vergine è ritornata sullo schermo per il secondo appuntamento della trilogia di Shekhar Kapur. Il regista pakistano racconta gioie e dolori della figlia illegittima di Enrico VIII, una donna che non conobbe mai l’amore e restò fedele solo al suo popolo. Film maestoso, a tratti teatrale, che cerca di trovare il giusto equilibrio tra gli intrighi di corte e le pene d’amore di una regina condannata alla solitudine: ansie e paure che si rispecchiano nel volto di una tormentata protagonista –Cate Blanchett nella migliore interpretazione della sua carriera-, complotti per un Regno che conobbe il massimo splendore sotto la reggenza di una sovrana illuminata, guerre di religione tra la cattolicissima Spagna che pullula di inquisitori e la Chiesa anglicana restia ad ogni forma di restaurazione.
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Triste destino quello di Elisabetta: prima imprigionata, poi scampata alla morte ed in guerra contro la Spagna di Filippo II. A quasi dieci anni dal suo debutto la Regina Vergine è ritornata sullo schermo per il secondo appuntamento della trilogia di Shekhar Kapur. Il regista pakistano racconta gioie e dolori della figlia illegittima di Enrico VIII, una donna che non conobbe mai l’amore e restò fedele solo al suo popolo. Film maestoso, a tratti teatrale, che cerca di trovare il giusto equilibrio tra gli intrighi di corte e le pene d’amore di una regina condannata alla solitudine: ansie e paure che si rispecchiano nel volto di una tormentata protagonista –Cate Blanchett nella migliore interpretazione della sua carriera-, complotti per un Regno che conobbe il massimo splendore sotto la reggenza di una sovrana illuminata, guerre di religione tra la cattolicissima Spagna che pullula di inquisitori e la Chiesa anglicana restia ad ogni forma di restaurazione. La guerra santa portata avanti da Filippo II e sostenuta apertamente dal Papa rimandano alla jiad ed al terrorismo internazionale di questi ultimi anni, ma “Elizabeth – The Golden Age-” non si cura più di tanto delle polemiche che sono state sollevate alla vigilia della sua uscita. A Roma, in occasione della Festa Internazionale del Cinema, ha ricevuto molti consensi e la protagonista è stata accolta sul red carpet con tutti gli onori. Atmosfera da melodramma certo, ma la messa in scena del regista pakistano è davvero superba: dai costumi sontuosi alla scenografia d’altri tempi, ogni cosa è curata nei minimi particolari da una produzione che non ha certo badato a spese. Una menzione particolare al cast diretto con sicurezza dal regista pakistano: Jeoffrey Rush, nella parte del consigliere di Stato Sir Walsingham, ci regala un’interpretazione quanto mai misurata; Clive Owen, avventuriero in cerca di fortuna, interpreta l’uomo che fece vibrare il cuore della regina; intorno tutta la nobiltà dell’epoca che omaggia Elizabeth per desiderio o semplice calcolo politico. In questo bailamme emerge una donna tremendamente sola, capace di fremere per un bacio e di perdere la testa per un esploratore dal fascino irresistibile. Dietro trucchi e parrucche la regina è libera di piangere e disperarsi per amore, Kapur ha voluto mostrare il suo animo tormentato con un’operazione a dir poco rischiosa. Tra scenate di gelosia e confessioni dell’ultima ora non manca qualche scivolone da sceneggiato, ma l’interpretazione della Blanchett è di quelle che si ricordano: per l’attrice australiana la seconda statuetta non è poi così lontana.
Antonello Villani
(Salerno)
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Ormai è ben evidente la mia predilizione per i film storici e in costume. Non posso dunque che apprezzare Elizabeth: una ricostruzione dettagliata di alcuni anni della vita della grande regina. La cosa più coinvolgente è che si resta affascinati, quasi attoniti dal suo fiero carattere, dalla sua forza, dal suo essre regina, guerriero ma anche donna. Il personaggio è molto particolare: è una donna che rinuncia al suo essere donna per votarsi al popolo d'Inghilterra, con anima, cuore e anche corpo. Infatti verrà chiamata la regina " Vergine" proprio per questa peculiarità. Crede di poter vivere senza un uomo, ma l'amore la scalfisce ugualmente. Non un Re, un principe o un nobile, ma un " pirata" avventuriero che solca i mari d'oltreoceno.
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Ormai è ben evidente la mia predilizione per i film storici e in costume. Non posso dunque che apprezzare Elizabeth: una ricostruzione dettagliata di alcuni anni della vita della grande regina. La cosa più coinvolgente è che si resta affascinati, quasi attoniti dal suo fiero carattere, dalla sua forza, dal suo essre regina, guerriero ma anche donna. Il personaggio è molto particolare: è una donna che rinuncia al suo essere donna per votarsi al popolo d'Inghilterra, con anima, cuore e anche corpo. Infatti verrà chiamata la regina " Vergine" proprio per questa peculiarità. Crede di poter vivere senza un uomo, ma l'amore la scalfisce ugualmente. Non un Re, un principe o un nobile, ma un " pirata" avventuriero che solca i mari d'oltreoceno. Ma per lei non può esistere l'amore tanto che lo vive trasponendolo nella sua prediletta che addirittura diventa moglie e ha un bambino da lui. Ben presto però sussistono problemi ben più gravi per l'incolumità della Regina: Filippo di Spagna vuole distruggerla e spodestarla in nome di " Dio". E' il periodo della Santa Inquisizione e una regina Protestante è un elemento scomodo in Europa anche perchè ha in mano l'unico tassello di terra che manca a Filippo per divenire padrone e sovrano assoluto. Sarà il suo grande coraggio, il suo essere poliedrico a darle speranza e ad affrontare Filippo degnamente anche se con una grande inferiorità di uomini...
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Ottimo film perchè, sinceramente, a volergli trovare un difetto, l'unico che c'è è l'inesattezza storica; a margine di questo, resta un film che non delude assolutamente sotto tutti gli altri aspetti: sceneggiatura, regia, colonna sonora, attori, costumi, scenografie...
E' ovvio che la scelta registica è tutta elisabettianocentrica e forse proprio questa "smania" di rendere omaggio alla grande regina d'Inghilterra, ha condotto il film ben oltre la realtà storica e ha spinto a trascurare dettagli essenziali che avrebbero prodotto un contorno storicamente più attinente al vero. La figura di Elisabetta I è enfatizzata al limite dell'apoteosi e probabilmente, quindi, anche un po' travisata.
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Ottimo film perchè, sinceramente, a volergli trovare un difetto, l'unico che c'è è l'inesattezza storica; a margine di questo, resta un film che non delude assolutamente sotto tutti gli altri aspetti: sceneggiatura, regia, colonna sonora, attori, costumi, scenografie...
E' ovvio che la scelta registica è tutta elisabettianocentrica e forse proprio questa "smania" di rendere omaggio alla grande regina d'Inghilterra, ha condotto il film ben oltre la realtà storica e ha spinto a trascurare dettagli essenziali che avrebbero prodotto un contorno storicamente più attinente al vero. La figura di Elisabetta I è enfatizzata al limite dell'apoteosi e probabilmente, quindi, anche un po' travisata.
Un errore che purtroppo tende a nuocere al film, quando a seguirlo sono persone che s'intendono di storia, le quali potrebbero obbiettare che Filippo II non era moro ma biondo, quasi albino e di pelle chiara, che Walter Raleigh non prese parte alla battaglia navale, che Elisabetta era senz'altro più anziana di quanto appare, che non fu per niente dilaniata dal pensiero di mandare a morte Maria Stuarda, anzi, si battè proprio per questo, e che in fine essa non fu garante di alcuna libertà di coscienza e di credo.
Comunque magnificenti le ambientazioni e i costumi, in pieno stile '500. Da Oscar l'interpretazione della protagonista. Solenni ed emozionanti i cori. [-]
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Icona del femminismo, emblema del fascino e del potere, la regina Elisabetta I d'Inghilterra è stata, oltre che un grande sovrano, l'icona di un'epoca. In un'Europa che vedeva nella Spagna la sua maggiore potenza, Elisabetta I riesce a modificare gli equilibri politici, respingendo l'attacco dell'Invincible Armada ed affermando l'egemonia inglese sul mondo. Molte sono state le trasposizioni cinematografiche della vita di questo personaggio, e quella che Shekhar Kapur, regista indiano che viene dal famoso circuito di "Bollywood", è stata sicuramente una delle più convincenti.
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Icona del femminismo, emblema del fascino e del potere, la regina Elisabetta I d'Inghilterra è stata, oltre che un grande sovrano, l'icona di un'epoca. In un'Europa che vedeva nella Spagna la sua maggiore potenza, Elisabetta I riesce a modificare gli equilibri politici, respingendo l'attacco dell'Invincible Armada ed affermando l'egemonia inglese sul mondo. Molte sono state le trasposizioni cinematografiche della vita di questo personaggio, e quella che Shekhar Kapur, regista indiano che viene dal famoso circuito di "Bollywood", è stata sicuramente una delle più convincenti. Uscito nel 1998, "Elizabeth" è stato un grande successo sia di pubblico che di critica, confermando l'allora astro nascente Cate Blanchett agli onori della cronaca. Dopo il successo del film ecco approdare nelle nostre sale il sequel "Elizabeth - The Golden Age": mentre il primo capitolo narrava le vicende che hanno portato Elisabetta al potere, "The Golden Age" è, invece, la descrizione del suo regno e della tensioni politiche fra Inghilterra e Spagna.
In un tripudio di abiti sfarzosi, scenografie baroccheggianti, personaggi patinati, "Elizabeth - The Golden Age" si fa ricordare per uno stile visivo prorompente ed a tratti eccessivo ma mai di cattivo gusto; la fotografia è semplicemente eccezionale, un vero e proprio affresco di un'epoca. E' evidente la presenza di un regista orientale, capace di proporre quel gusto visivo che caratterizza gran parte della cinematografia indiana e cinese degli ultimi anni. Purtroppo non si può dire lo stesso per alcune scelte di sceneggiatura a dir poco discutibili. L'Elisabetta del primo film, fredda, spietata, delusa, qui viene modificata secondo i gusti del pubblico.
L'approfondimento psicologico che questo film vuole fare del personaggio finisce per banalizzarlo, trasformando la regina in una donna innamorata che usa la politica come diversivo. Nei primi quaranta minuti si cade nel più classico dei melò hollywoodiani, in cui si approfondisce il triangolo fra Elisabetta, Lord Rinley e la sua dama di compagnia: mentre la Spagna sta per invadere l'Inghilterra, la grande regina pensa ai risvolti della sua vita sentimentale. Cate Blanchett giganteggia confermandosi una delle migliori attrici che, negli ultimi dieci anni, si sono affacciate sul mondo del cinema. Nonostante la deriva buonista di questo film, riesce a rendere in pieno le mille sfumature di un personaggio storico difficilmente identificabile. [-]
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Dovrebbero essere tre stelle e mezza, visto che ne ho date tre al primo; comunque, anche se arriva dopo 9 anni è un bel sequel anche se degli attori del primo rimangono solo Cate Blanchett (ottima regina Elisabetta I^ combattente in armatura!) e Geoffrey Rush. E' comunque anche questo un film fortemente anticattolico anche se qui il terribile non è il papa ma l'inventore della santa inquisizione: re Filippo II° di Spagna! Anche in questo film la "regina vergine" s'innamora ma, dice lei, vergine vuol restare; tuttavia sembra quasi impazzire di gelosia quando viene a sapere che la favorita delle sue ancelle (la bellissima Abbie Cornish!)aspetta un figlio dal pirata che amava, il quale si comporta da galantuomo sposando l'ancella, colpevole di essersi maritata senza il permesso della regina!
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Dovrebbero essere tre stelle e mezza, visto che ne ho date tre al primo; comunque, anche se arriva dopo 9 anni è un bel sequel anche se degli attori del primo rimangono solo Cate Blanchett (ottima regina Elisabetta I^ combattente in armatura!) e Geoffrey Rush. E' comunque anche questo un film fortemente anticattolico anche se qui il terribile non è il papa ma l'inventore della santa inquisizione: re Filippo II° di Spagna! Anche in questo film la "regina vergine" s'innamora ma, dice lei, vergine vuol restare; tuttavia sembra quasi impazzire di gelosia quando viene a sapere che la favorita delle sue ancelle (la bellissima Abbie Cornish!)aspetta un figlio dal pirata che amava, il quale si comporta da galantuomo sposando l'ancella, colpevole di essersi maritata senza il permesso della regina! Questo film, a differenza del primo ha molte scene di battaglie spettacolari che lo rendono meno pesante del primo, ed è fatto molto bene! Alla fine tutto si appiana! Unica scena triste ma fedele alla Storia: la decapitazione di Maria Stuarda tra l'altro interpretata dalla bella Samantha Morton!
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Anche qui vale tout court il"prendere o lasciare": se si accettano le"regole del gioco"spettacolare/drammaturgico, bene, ossia con tanto di fasto di corte, esibizione di colori, forme varie, di"schiavi"(sostanzialmente i"nativi"americani erano considerati ciò, nonostante un millennio e mezzo di cristianesimo...), di"spettacolo"nel senso pieno e anche barocco del termine, altrimenti lasciare, appunto, perdendo uno spettacolo che è comunque illustrazione abbastanza efficace della situazione del colonialismo di fine sedicesimo secolo, con i conflitti tra dinastia britannica(Queen Elizabeth, appunto)e Filippo II°di Spagna, conflitti"aggravati"dai rapporti di parentela"cercati-realizzati"tra le due superpotenze coloniali, appunto , con tanto di Raleigh e poi_("Meglio")di Francis Drake, grandi corsati, di cui poi Drake divenne sir, merito di Queen Elizabeth, tanto per cambiare.
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Anche qui vale tout court il"prendere o lasciare": se si accettano le"regole del gioco"spettacolare/drammaturgico, bene, ossia con tanto di fasto di corte, esibizione di colori, forme varie, di"schiavi"(sostanzialmente i"nativi"americani erano considerati ciò, nonostante un millennio e mezzo di cristianesimo...), di"spettacolo"nel senso pieno e anche barocco del termine, altrimenti lasciare, appunto, perdendo uno spettacolo che è comunque illustrazione abbastanza efficace della situazione del colonialismo di fine sedicesimo secolo, con i conflitti tra dinastia britannica(Queen Elizabeth, appunto)e Filippo II°di Spagna, conflitti"aggravati"dai rapporti di parentela"cercati-realizzati"tra le due superpotenze coloniali, appunto , con tanto di Raleigh e poi_("Meglio")di Francis Drake, grandi corsati, di cui poi Drake divenne sir, merito di Queen Elizabeth, tanto per cambiare... Approfondimento relativo, certo, dato che un film non è né può essere=un saggio di storia, ma comunque un"entrebillet"(biglietto d'ingresso)nella storia, per chi non la consideri qualcosa di inutile e di inutilmente perso, non sappiamo perché, in quanto nessuna previsione sul futuro è diversa da mera opera di"divinazione"se non si appoggia su considerazioni relative anche al passato, remoto quanto recente o almeno"più recente". Un'opera significativa, nei limiti anzidetti, con una Blanchett sfavillante... El Gato
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Insieme alla pellicola di quasi dieci anni prima (“Elizabeth” - 1998), costituisce il tentativo di rappresentare sul grande schermo alcune fasi del lungo regno di Elisabetta I d'Inghilterra, una delle sovrane più importanti della storia.
Il progetto è certamente ambizioso e lodevole, tuttavia l'esecuzione del regista indiano Shekhar Kapur si dimostra non sufficientemente attenta al rispetto rigoroso dell'aderenza storica, scegliendo invece di privilegiare soluzioni narrative decisamente romanzate per esigenze commerciali.
Tale scelta pregiudica il valore biografico dell'opera.
Personalmente ne sono rimasto deluso: avrei preferito un approccio che privilegiasse l'esatta ricostruzione storica, come era stato fatto dal regista Charles Jarrott a cavallo tra gli anni '60 e '70, con le pellicole “Anna dei mille giorni” e “Maria Stuarda Regina di Scozia”.
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Insieme alla pellicola di quasi dieci anni prima (“Elizabeth” - 1998), costituisce il tentativo di rappresentare sul grande schermo alcune fasi del lungo regno di Elisabetta I d'Inghilterra, una delle sovrane più importanti della storia.
Il progetto è certamente ambizioso e lodevole, tuttavia l'esecuzione del regista indiano Shekhar Kapur si dimostra non sufficientemente attenta al rispetto rigoroso dell'aderenza storica, scegliendo invece di privilegiare soluzioni narrative decisamente romanzate per esigenze commerciali.
Tale scelta pregiudica il valore biografico dell'opera.
Personalmente ne sono rimasto deluso: avrei preferito un approccio che privilegiasse l'esatta ricostruzione storica, come era stato fatto dal regista Charles Jarrott a cavallo tra gli anni '60 e '70, con le pellicole “Anna dei mille giorni” e “Maria Stuarda Regina di Scozia”.
Inoltre lo stile registico eccessivamente moderno e poco sobrio di Shekhar si dimostra poco adatto ad una pellicola con un soggetto talmente solenne e carico di importanza storiografica.
Ottimo invece l'impatto visivo delle due pellicole: eccellente fotografia.
Rispetto al precedente, questo secondo film adotta una narrazione con toni meno cupi: in alcune parti funzionano, ma nel complesso si perde qualcosa rispetto alla pellicola del 1998, che era più affascinante e intrigante.
Strepitosa la prova di Cate Blanchett, autentico valore aggiunto della pellicola, come anche nel primo film. Geoffrey Rush è sempre bravo, benché il suo personaggio lasciava molto più il segno nel precedente capitolo.
La sceneggiatura si dilunga eccessivamente nella liaison amorosa a tre, molto romanzata, tra la Regina, il bel pirata interpretato da Clive Owen e la dama di compagnia, che finisce per occupare troppo spazio rispetto alle altre questioni trattate.
Al contrario non viene rappresentata con la dovuta completezza e spettacolarità la disfatta dell'Invencible Armada spagnola: in particolare pare molto timido Shekhar nel metterla in scena. Si ha l'impressione che sotto un'altra mano registica questo accadimento avrebbe potuto costituire il punto chiave della pellicola, prestandosi a sequenze spettacolari, che invece sono in gran parte sostituite semplicemente con riprese e primi piani simbolici di Elisabetta.
Tutto sommato resta una buona opera cinematografica, ma anche un'occasione mancata.
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Elizabeth - The Golden Age è la dimostrazione che bei costumi, belle scenografie e una strepitosa attrice, Cate Blanchett, non bastano a fare un film. La sceneggiatura è mediocre e i riferimenti storici sono forzati e spesso fasulli. Ma è soprattutto la regia che è mediocre. A cominciare dalla scelta dei personaggi: i (presunti) buoni sono belli e i (presunti) cattivi sono brutti. Ma anche le noiose parti in cui la Regina palpita per il bel corsaro. Bisogna infatti dire che Elisabetta I utilizzava molto i Corsari "una sorta di mercenari di mare", capitanati da sir Francis Drake, utilizzati per depredare Spagnoli e Francesi di ritorno dal Nuovo Mondo. Nel film questo non è chiaro e sembra che costoro fossero solo dei pirati che omaggiavano la Regina d'Inghilterra per galanteria.
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Elizabeth - The Golden Age è la dimostrazione che bei costumi, belle scenografie e una strepitosa attrice, Cate Blanchett, non bastano a fare un film. La sceneggiatura è mediocre e i riferimenti storici sono forzati e spesso fasulli. Ma è soprattutto la regia che è mediocre. A cominciare dalla scelta dei personaggi: i (presunti) buoni sono belli e i (presunti) cattivi sono brutti. Ma anche le noiose parti in cui la Regina palpita per il bel corsaro. Bisogna infatti dire che Elisabetta I utilizzava molto i Corsari "una sorta di mercenari di mare", capitanati da sir Francis Drake, utilizzati per depredare Spagnoli e Francesi di ritorno dal Nuovo Mondo. Nel film questo non è chiaro e sembra che costoro fossero solo dei pirati che omaggiavano la Regina d'Inghilterra per galanteria. Grottesco, poi, come viene rappresentato Filippo II che, ci piace ricordare, è stato il più terribile ma anche il più grande tra i Re di Spagna. Invece, nel film appare solo come un bigotto guerrafondaio. Giuseppe Verdi, nel suo Don Carlo, ne dà un'immagine più giusta. E, il Don Carlo è un'opera. Inoltre, se nel film ci viene ricordato più volte che lo Stato della Virginia è così nomato in onore della "Regina vergine" sarebbe stato anche giusto ricordare che le Filippine prendono il nome proprio dal Re di Spagna. L'unica parte bella è quella della decapitazione di Maria Stuarda. Ridicolo, poi, rappresentare Elisabetta I come una paladina di libertà religiose e civili o anche come una condottiera sul campo di battaglia. Se non fosse un film britannico diremmo che è un'americanata. Invevce, possiamo solo definirlo un polpettone un pò indigesto. milomar
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