antonello chichiricco
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martedì 18 settembre 2012
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altro che nostradamus!
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Altro che Nostradamus!
Nei primi anni Ottanta un film cupamente profetico su un futuro che a soli trent’anni di distanza si sta rivelando presente. Naturalmente nella pellicola le tinte sono fosche, “espressioniste”, rese e accentuate da una fotografia magistrale. Ma l'esasperazione tecnologica da una parte e la deriva sociale dall'altra cominciano ad essere inquietanti, inconfutabili storie dei nostri giorni. Lo scenario del film, fedele al romanzo di Philip K. Dick, immerge lo spettatore in un mondo crepuscolare, avvolto in un’atmosfera lugubre, sotto un piovigginare perenne, una società multirazziale che ignora le sue diversità solo perché chiusa in un individualismo terrificante.
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Altro che Nostradamus!
Nei primi anni Ottanta un film cupamente profetico su un futuro che a soli trent’anni di distanza si sta rivelando presente. Naturalmente nella pellicola le tinte sono fosche, “espressioniste”, rese e accentuate da una fotografia magistrale. Ma l'esasperazione tecnologica da una parte e la deriva sociale dall'altra cominciano ad essere inquietanti, inconfutabili storie dei nostri giorni. Lo scenario del film, fedele al romanzo di Philip K. Dick, immerge lo spettatore in un mondo crepuscolare, avvolto in un’atmosfera lugubre, sotto un piovigginare perenne, una società multirazziale che ignora le sue diversità solo perché chiusa in un individualismo terrificante. Tutti hanno visto e conoscono il film, inutile ripeterne qui la trama e certi particolari.
E’ un'opera certo di energica ambientazione, forte nei suoi simbolismi ma che a mio avviso induce soprattutto riflessioni etiche sul processo antropologicamente deformante che stiamo vivendo.
La chiave di lettura è la stessa del capolavoro del 1932 “Freaks”, (decensurato solo trent’anni dopo) in cui una piccola comunità circense di poveri esseri deformi e “mostruosi” ci conferma che i veri mostri siamo noi: i normali, i rispettabili, i sani, i timorati di Dio. Anche in Blade Runner creature replicanti del tutto simili all’uomo nate in laboratorio e utilizzate come trionfalistica mano d’opera si rivelano molto più umane (nell’accezione più nobile del termine) che non l’Homo tecnologicus, spietato, cinico, maschilista. Non a caso la scena più toccante e intensa del film è proprio quella in cui il protagonista, terminatore di androidi ribelli, Rick Deckard (Harrison Ford), assiste al drammatico epilogo della profonda struggente umanità proprio di un replicante (Batty, Rutger Hauer) che muore dopo avergli salvato la vita. Una vita di cui l’altra grande lezione gli viene dal crescente sentimento per la fragile Rachel, anch’essa umanissima dolcissima replicante.
Personalmente preferisco il romantico finale in cui Rick e Rachel partono insieme fuggendo per quanto possibile dall’incubo verso un futuro imponderabile. Grande Ridley Scott con un’altra opera fondamentale per la storia del cinema.
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stefano
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domenica 11 gennaio 2009
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blade runner patrimonio dell'umanità
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Blade Runner appartiene a quella speciale categoria di opere che sembrano vivere di vita propria, sfuggendo e superando le legittime apettative dei loro realizzatori. Bizzarro parallelo con i replicanti del film, i quali acquisiscono una personalità che non prevista nemmeno dal loro geniale creatore. Un'opera coerente e unitaria nonostante la sovrabbondanza di dettagli e citazioni, avvincente a dispetto di una ambientazione claustrofobica, lurida e decadente. Un capolavoro struggente nella sua disperata celebrazione della vita che erompe nel finale attraverso quella indimenticabile sequela di immagini nel monologo di Rutger Hauer, tutti quei momenti, i suoi, i nostri, destinati irrimediabilmente a perdersi.
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Blade Runner appartiene a quella speciale categoria di opere che sembrano vivere di vita propria, sfuggendo e superando le legittime apettative dei loro realizzatori. Bizzarro parallelo con i replicanti del film, i quali acquisiscono una personalità che non prevista nemmeno dal loro geniale creatore. Un'opera coerente e unitaria nonostante la sovrabbondanza di dettagli e citazioni, avvincente a dispetto di una ambientazione claustrofobica, lurida e decadente. Un capolavoro struggente nella sua disperata celebrazione della vita che erompe nel finale attraverso quella indimenticabile sequela di immagini nel monologo di Rutger Hauer, tutti quei momenti, i suoi, i nostri, destinati irrimediabilmente a perdersi..."come lacrime nella pioggia".
E' difficile staccarsi da un film come questo, sia per il semplice spettatore, che, evidentemente, per i suoi stessi realizzatori che ne rilasciano versioni aggiornate con scadenza quasi regolare, a conferma che un'opera così, può difficilmente essere lasciata riposare " in pace".
Sono fra coloro che avrebbero preferito lasciare come definitiva la versione originale, quella con la voce fuori campo, tanto bizzarra e fuori moda da creare un ulteriore motivo di suggestione. Anche il finale
"ottimistico", con quel catartico e ristoratore bagno di luce ripreso da alcune sequenze scartate da Stanley Kubrik, lo trovavo bellissimo proprio perchè coerente con la filosofia dell'opera, deliziosa accozzaglia di linguaggi e stili diversi, contrapposti in un unico, affascinantissimo, calderone. In fondo, quest'opera la si potrebbe considerare come il primo esempio di lungometraggio " open source", qualcosa che appartiene a tutti coloro che l'hanno amata e che ad essa hanno saputo apportare un contributo migliorativo.
Anzi....potrammo considerare Blade Runner come primo film "patrimonio dell'umanità", perchè no?
Stefano Ferretti
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fedeleto
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giovedì 26 febbraio 2009
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un film che noi umani non possiamo immaginare
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Ogni film ha una storia che lo porta avanti negli anni,BLADE RUNNER e' uno di quei film che come le favole viene tramandato,raccontato piu' volte e soprattutto apprezzato.Seppur non possa vantare una sceneggiatura completamente originale(poiche' la storia e' tratta dal cacciatore di androidi)il film e' girato magistralente da un regista che non ha bisogno di presentazioni:RIDLEY SCOTT.Elementi che fanno di blade runner un vero e proprio cult ce ne sono un infinita'.a partire da un inzio tendente alla scienza della psicologia(le domande fatte all'androide sembrano banali ma in realta' deineano perfettamnte un carattere),al discorso fatto verso il finale da roy (dove e' possibile ipotizzare la chiaroveggenza dell'androide),ed in tutto questo scenario si muove rick deckard,un poliziotto(o meglio cacciatore di androidi),che da la caccia a queste ,ma fino a dove E' disosto a spingersi?e potrebbe capire cosa vuol dire per loro ? una los angeles oscura dove non permette alla luce di dominare,sia alternano i dubbi sulla morte degli androidi ma il quesito che lascia lo spettatore spiazzato e' rick e' o non e' un androide?probabilmente se osserverete sia la director's cut ch la final cut non avrete dubbi sul quesito,se invece visionerete la versione cinematografica non ve lo domanderete neanche.
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Ogni film ha una storia che lo porta avanti negli anni,BLADE RUNNER e' uno di quei film che come le favole viene tramandato,raccontato piu' volte e soprattutto apprezzato.Seppur non possa vantare una sceneggiatura completamente originale(poiche' la storia e' tratta dal cacciatore di androidi)il film e' girato magistralente da un regista che non ha bisogno di presentazioni:RIDLEY SCOTT.Elementi che fanno di blade runner un vero e proprio cult ce ne sono un infinita'.a partire da un inzio tendente alla scienza della psicologia(le domande fatte all'androide sembrano banali ma in realta' deineano perfettamnte un carattere),al discorso fatto verso il finale da roy (dove e' possibile ipotizzare la chiaroveggenza dell'androide),ed in tutto questo scenario si muove rick deckard,un poliziotto(o meglio cacciatore di androidi),che da la caccia a queste ,ma fino a dove E' disosto a spingersi?e potrebbe capire cosa vuol dire per loro ? una los angeles oscura dove non permette alla luce di dominare,sia alternano i dubbi sulla morte degli androidi ma il quesito che lascia lo spettatore spiazzato e' rick e' o non e' un androide?probabilmente se osserverete sia la director's cut ch la final cut non avrete dubbi sul quesito,se invece visionerete la versione cinematografica non ve lo domanderete neanche.in conclusione un fim emozionante,profondo,on una colonna sonora incantevole,ed un harrison ford in forma,anche se rutger hauer(roy)probabilmente gli ruba la scena.
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nico95
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mercoledì 6 gennaio 2010
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il cacciatore di androidi colpisce ancora
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Il buon, vecchio capolavoro di Ridley Scott torna sul grande schermo privo della voce fuori campo e del lieto finale, ma potenziato da scene inedite. Questo The Final Cut è la conferma che il caro Blade Runner è ancora un film di culto, uno dei più grandi capolavori del cinema di fantascienza mai realizzati. Le intenzioni del regista sono probabilmente a scopo commerciale, ma ciò non toglie che la nuova rivisitazione del vecchio classico non delude. Ottima restaurazione del capolavoro di Ridley Scott.
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