Drammatico,
durata 101 min.
- Gran Bretagna 2006.
- Officine Ubu
uscita venerdì 26agosto 2011.
MYMONETROThis Is England
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il film si apre con immagini che potrebbero ben definire la storia Inglese degli anni '80:Tatcher,Falklands,Pachistani che subiscono aggressioni.Lo scenario ci è mostrato attraverso un sottofondo reggae che influenzo' moltissimo lo stile rude boy, i proletari neri,il piu' delle volte immigrati dalla Giamaica da una cui branca nacque anche il movimento skinhead,che nacquero proprio in quel contesto Britannico della fine degli anni '70 e che avevano un connotato sociale e non politico-razziale come i piu' sono portati a pensare,tant'è che oggi sarebbe impensabile vedere un nero in una banda skin,come invece accade in questo caso.
Ci domandiamo quale possa essere il motore centrale del film, il significante di una storia che ruota nello specifico intorno ad un ragazzino,un po' sfigato e un po' deriso, che un giorno incontra un gruppo di skinhead.
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Il film si apre con immagini che potrebbero ben definire la storia Inglese degli anni '80:Tatcher,Falklands,Pachistani che subiscono aggressioni.Lo scenario ci è mostrato attraverso un sottofondo reggae che influenzo' moltissimo lo stile rude boy, i proletari neri,il piu' delle volte immigrati dalla Giamaica da una cui branca nacque anche il movimento skinhead,che nacquero proprio in quel contesto Britannico della fine degli anni '70 e che avevano un connotato sociale e non politico-razziale come i piu' sono portati a pensare,tant'è che oggi sarebbe impensabile vedere un nero in una banda skin,come invece accade in questo caso.
Ci domandiamo quale possa essere il motore centrale del film, il significante di una storia che ruota nello specifico intorno ad un ragazzino,un po' sfigato e un po' deriso, che un giorno incontra un gruppo di skinhead. Il ragazzino si trova subito molto bene con gente tosta,che ha stile,anche se con poco carattere, tutti vestiti con camicie botton down Ben Sherman, polo Fred Perry e gli storici Levi's 501.
Oltre ad un quadro fatto di disagi sociali, di gente che esce dalla prigione, di amori giovanili, cio' che spicca è la bravura mostruosa del dodicenne, interpretato da Thomas Toorgose e da un bell'esempio di recitatori Inglesi:Stephen Graham. Il film si muove con un buon ritmo, in un climax di tensione emotiva tra i vari protagonisti che porterà la banda da essere spensierata , un po' guascona e anche un po' fancazzista ad essere sempre piu' "politica" e intollerante, muovendosi sui contorni oscuri di una politica governativa aggressiva, che da quel momento in poi evidenzierà sempre piu' fortemente i confini,neanche troppo velati, della nascente società multiculturale dell' Inghilterra.
Un film da consigliare, una colonna sonora di gran livello e un regista da ricordarsi:Shane Meadows.
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Film immediatamente esplicito, fin dal titolo: accoppia il tema del razzismo al nome di uno Stato, di una Nazione. “Questa è l'Inghilterra”, ovvero questa storia, che la pellicola racconta, di comune razzismo suburbano, della grigia periferia o provincia inglese. E che il protagonista sia soltanto un dodicenne ci dice di come il razzismo sia qualcosa che si assorbe nell'aria che si respira, andando a scuola in bicicletta o tornando a casa dopo aver fatto a pugni con qualcuno. Shaun è questo ragazzino che si porta dentro la voragine della morte di suo padre, sulla pelle la mestizia sofferente e remissiva della madre, addosso gli abiti riadattati e fuori moda del papà, a causa delle condizioni economiche in cui quel lutto li ha ridotti.
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Film immediatamente esplicito, fin dal titolo: accoppia il tema del razzismo al nome di uno Stato, di una Nazione. “Questa è l'Inghilterra”, ovvero questa storia, che la pellicola racconta, di comune razzismo suburbano, della grigia periferia o provincia inglese. E che il protagonista sia soltanto un dodicenne ci dice di come il razzismo sia qualcosa che si assorbe nell'aria che si respira, andando a scuola in bicicletta o tornando a casa dopo aver fatto a pugni con qualcuno. Shaun è questo ragazzino che si porta dentro la voragine della morte di suo padre, sulla pelle la mestizia sofferente e remissiva della madre, addosso gli abiti riadattati e fuori moda del papà, a causa delle condizioni economiche in cui quel lutto li ha ridotti. Tutti lo evitano, lo prendono in giro e, appena possono, gli mollano volentieri calci e cazzotti, sopratutto perché lui agli insulti reagisce, scaraventandosi addosso a chi li ha proferiti, indipendentemente dalla sua età o taglia fisica. Il padre di Shaun è morto l'anno prima in guerra. La guerra provocata nel 1982 dall'Argentina con l'occupazione di quelle Isole da lungo tempo rivendicate e che gli argentini chiamano Malvinas, affacciandosi davanti alla loro costa meridionale, ma che gli inglesi chiamano Falkland, avendole messe sotto il loro dominio coloniale già un secolo e mezzo prima, nel 1833. Ma di tutto questo a Shaun non importa niente, lui paga soltanto le devastanti conseguenze di quella guerra, perché ciò che resta tra le mura di casa è solo miseria e un mucchietto di struggenti fotografie con il padre. Attraverso un gruppo di pacifici e simpatici skinheads, nel quale il ragazzino viene accolto, Shaun conosce Combo, che è appena uscito di galera, e cerca di reclutare ragazzi per un fronte politico nazionalista a sfondo decisamente razzista. In Inghilterra il tema del razzismo è più che altrove legato a quello del colonialismo, essendo tutte le etnie d'oltreoceano presenti sul suolo britannico provenienti da tutti i territori a suo tempo occupati e messi sotto il dominio della Union Jack o Union Flag, ovvero la bandiera inglese. E sotto un'altra storica bandiera inglese, quella con la Croce di San Giorgio, si salda il gruppo di Combo, nel quale Shaun apprende i primi rudimenti di pestaggio contro i pakistani. Ma Combo, in tutta quella sua efferata sicurezza, si trascina una ferita interiore che non riesce a rimarginare. È innamorato perdutamente di Lol, una ragazza del gruppo pacifico, con la quale ha fatto l'amore prima di finire in galera e che non riesce a dimenticare. Lol, però, adesso lo respinge: a quel tempo era una ragazzina e gli fa capire di aver subito una violenza che ora vuole soltanto dimenticare. È come se il suolo nazionale sprofondasse letteralmente sotto i piedi di Combo, perché, attraverso Lol, è come se l'Inghilterra stessa lo respingesse, gli negasse l'amore, le radici nella sua terra. “This is England” è un film del 2006 che ha avuto una tale eco in Gran Bretagna da diventare una serie televisiva molto seguita. Da noi arriva con cinque anni di ritardo, ma mantiene intatta la sua forza cinematografica.
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Pantaloni modello skinny in jeans (quelli aderentissimi che strizzano la gamba) messi dentro al calzino bianco, giubbotto bomber, anfibi dottor Martens, camicie Ben Sherman a quadri bianco rosso e blu, bretelle e capelli rasati per i maschi, per le femmine, stessa solfa, ma i capelli non vanno completamente rasati, bisogna lasciarli lunghi ai lati e nella frangia. This is England, questa è l’Inghilterra. 1983, Midlands (una delle regioni inglesi) Shaun (Thomas Turgoose, strepitoso, prima opera) è un ragazzino orfano di padre (morto nella guerra della Faulklands) grassottello e dai cappelli rossicci deriso dai compagni di scuola. E’ povero, tosto, arrabbiato, risponde alle battute ma combatte da solo finché non trova un gruppo di skin (tutti molto più grandi) che lo introducono, affascinati dal suo coraggio e sfrontatezza, nel loro mondo reale.
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Pantaloni modello skinny in jeans (quelli aderentissimi che strizzano la gamba) messi dentro al calzino bianco, giubbotto bomber, anfibi dottor Martens, camicie Ben Sherman a quadri bianco rosso e blu, bretelle e capelli rasati per i maschi, per le femmine, stessa solfa, ma i capelli non vanno completamente rasati, bisogna lasciarli lunghi ai lati e nella frangia. This is England, questa è l’Inghilterra. 1983, Midlands (una delle regioni inglesi) Shaun (Thomas Turgoose, strepitoso, prima opera) è un ragazzino orfano di padre (morto nella guerra della Faulklands) grassottello e dai cappelli rossicci deriso dai compagni di scuola. E’ povero, tosto, arrabbiato, risponde alle battute ma combatte da solo finché non trova un gruppo di skin (tutti molto più grandi) che lo introducono, affascinati dal suo coraggio e sfrontatezza, nel loro mondo reale. Un sottoproletariato di ragazzi giovani, disillusi, ribelli, selvaggi ma coesi e tolleranti (tra di loro persino un ragazzo di colore giamaicano migliore amico del leader del gruppo, Woody). Vandali, ma non violenti, per lo meno non con gli altri, solo tra di loro (e principalmente verbalmente). Nelle giornate a tempo perso (l’unica che pare lavorare è Lol, fidanzata di Woody) tra birre, sigarette, schiaffi in testa e sfottò, cassette musicali e tavole calde ritorna Combo (Stephen Graham, molto bravo) un vecchio amico fanatico, molto più anziano, appena uscito di prigione. Ha nuove idee nazionaliste, fasciste e razziste, nuovi piani e nuovi comitati da frequentare (il Fronte Nazionale). Non convince tutti, solo pochi adepti (tra cui Shaun, che vede in lui una sorta di padre alternativo) lo seguiranno nel suo percorso (ora si) violento, xenofobo e razzista (soprattutto nei confronti dei pakistani) finché alla fine le conseguenze degli atteggiamenti di Combo porteranno a decisioni drastiche e ripensamenti da parte del piccolo protagonista. Un dramma preciso e angoscioso, caratteri ben delineati e ben fedeli a quelle che erano le dinamiche sociali di allora e gli skinhead, il potere forte della disoccupazione che genera mostri, la facile corruttibilità di giovani ragazzi senza futuro che (soprattutto da giovanissimi) ozieggiano senza obiettivo e si attaccano a chi è in grado di fornirgli qualcosa per cui lottare, un facile comun denominatore ingannevole e distruttivo. Un ragazzino dodicenne sveglio, basso e con la faccia da bambino, che si atteggia da adulto (nei modelli di adulto che lo circondano) beve dice parolacce ma rimane buono, la sua voglia di giocare, di avere amici, la tenerezza con cui si vuole prendere cura della sua ragazza e con cui, per un momento, si spoglia del suo personaggio e torna indifeso. E il finale, quando veramente fa l’unica scelta adulta e matura. Film di Shane Meadows (ha dichiarato che si è ispirato alla sua esperienza personale) riuscito e interessante proprio perché, oltre a scelte stilistiche notevoli (la colonna sonora affidata a Ludovico Einaudi che mette un po’ di sé nei punti giusti e in altri un po’ di Smiths, Soft Cell e altre preziosità), questa non è solo l’Inghilterra, ma è l’Italia, la Svezia, l’Austria, e tanti altri paesi che oggi (non negli anni ottanta) nelle profonde crisi e sfiducie vedono (seppur in piccolissima parte, ma altrettanto dannosa) la perdita di giovani nell’adesione a questi branchi ciechi e arrabbiati. Premio della Giuria al Festival del Cinema di Roma. [-]
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Quando sono arrivato alla fine della visione mi è rimasto un brivido...mi sono chiesto se si trattasse più di un reportage che non di un film...propenderei per la prima delle ipotesi. Di fatto un servizio raccontato con una storia da neorealismo retrospettivo: l'inghilterra che ha prodotto l'inghilterra di oggi. Bell'entrata quella serie di immagini contrapposte in apertura a creare quasi una visione in bianco e nero. Molto simbolismo dal piccolo protagonista che incarna la nuova società inglese da costruire (quella che oggi ha 25/30 anni), figlio della "old england" nobile ed imperiale (il padre militare) e della "Beat generation" (la madre aperta e solidale con i giovani tanto da sembrare sua sorella).
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Quando sono arrivato alla fine della visione mi è rimasto un brivido...mi sono chiesto se si trattasse più di un reportage che non di un film...propenderei per la prima delle ipotesi. Di fatto un servizio raccontato con una storia da neorealismo retrospettivo: l'inghilterra che ha prodotto l'inghilterra di oggi. Bell'entrata quella serie di immagini contrapposte in apertura a creare quasi una visione in bianco e nero. Molto simbolismo dal piccolo protagonista che incarna la nuova società inglese da costruire (quella che oggi ha 25/30 anni), figlio della "old england" nobile ed imperiale (il padre militare) e della "Beat generation" (la madre aperta e solidale con i giovani tanto da sembrare sua sorella). Molto simbolismo in tutte le scene del film, una per tutte quella del gioco della caccia, molto didascalica, con i costumi indossati dai ragazzi a rappresentare le quattro potenze agli angoli della terra (Cina, Russia, Stati uniti, America Latina) e la giovane Inghilterra (piccolo Shaun) un po' derisa che ormai non fa più paura a nessuno. Bella la storia degli Skin Heads, molto ben sintetizzata compresa l'uccisione del ragazzo Giamaicano alla fine a rappresentare il completamento della loro evoluzione.
Gli Skin Heads da esteti musicali, sognatori del mondo giamaicano sono cambiati con il decadimento sociale ed economico inglese a nazionalisti nazisti in preda ad un disagio sociale.....quel disagio sociale diffuso nelle periferie e nella provincia inglese, insomma quella realtà tipica "dell'Inghilterra che gli occidentali non conoscono". Nell'immaginario collettivo purtroppo l'inghilterra è spesso solo Londra con le luci, i colori e le diversità tolleranti e tollerate. Ad ogni buon conto il film suggerisce molti spunti e stimola a rivedere i nostri giudizi sulla realtà sociale inglese.
Ottima formula, apprezzabile l'uso del linguaggio cinematografico (simbolismo) per far dire alle immagini ciò che si dovrebbe dire in commento fuori campo, ma in sostanza resta un documentario dalla bellissima colonna sonora (10 e lode alle musiche). Le immagini d'archivio sulla guerra delle Malvinas, i feriti e i morti ammazzati sono pura retorica di cui si sarebbe potuto fare a meno.....tentativo troppo banale per coinvolgere l'emozionalità dello spettatore. Film sicuramente da vedere.
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Inghilterra 1983: Shaun è un dodicenne, orfano di padre, beffeggiato dai compagni di scuola. La sua vita cambierà durante l’estate quando incontrerà alcuni skinheads che lo accoglieranno nel gruppo trasformando: testa rasata, Dr. Martens ai piedi, camicia a quadri e bretelle.
Basta guardare i primi minuti per inquadrare il periodo storico e il contesto in cui è ambientato il film. Questa è l’Inghilterra di Margaret Thatcher, segnata dalla disoccupazione, dall’immigrazione, dagli skinheads e dalla guerra delle Falkland. E’ un film tenero perché la storia viene narrata attraverso gli occhi innocenti di un bambino che tuttavia è già adulto in quanto ha conosciuto troppo presto la sofferenza e il dolore a causa della scomparsa del padre, morto proprio nel conflitto con l’Argentina.
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Inghilterra 1983: Shaun è un dodicenne, orfano di padre, beffeggiato dai compagni di scuola. La sua vita cambierà durante l’estate quando incontrerà alcuni skinheads che lo accoglieranno nel gruppo trasformando: testa rasata, Dr. Martens ai piedi, camicia a quadri e bretelle.
Basta guardare i primi minuti per inquadrare il periodo storico e il contesto in cui è ambientato il film. Questa è l’Inghilterra di Margaret Thatcher, segnata dalla disoccupazione, dall’immigrazione, dagli skinheads e dalla guerra delle Falkland. E’ un film tenero perché la storia viene narrata attraverso gli occhi innocenti di un bambino che tuttavia è già adulto in quanto ha conosciuto troppo presto la sofferenza e il dolore a causa della scomparsa del padre, morto proprio nel conflitto con l’Argentina. Ragion per cui, la pellicola lascia, consapevolmente, l’amaro in bocca.
Tutto ruota intorno alla violenza originata dal degrado sociale della periferia inglese dove questo gruppo di giovani è costretto a vivere, ma paradossalmente, proprio da essa, nasce anche l’amicizia sincera e qualche storia d’amore. Sotto lo sguardo sempre vigile del bravissimo Thomas Turgoose, si assiste ad un mutamento di dinamiche all’interno del gruppo: da fancazzista e guascone, ma in fondo semplice e genuino, che passa le giornate ad ascoltare musica reggae e ska e a bere fiumi di birra, il gruppo diventa intollerante e razzista, cattivo e aggressivo con l’entrata in scena di Combo, ex galeotto, pronto a mettere su un piccolo esercito di teste rasate per combattere una guerra contro gli stranieri del quartiere. Non tutti aderiscono. Il piccolo Shaun sì, in primo luogo perché mosso dalla voglia di rivendicare la morte del padre, ma soprattutto perché viene catturato dal carisma particolare di Combo, perciò abbandona il pacifico Woody e diventa un piccolo teppista.
È un film solido e al tempo stesso semplice dall’intenso ritmo narrativo grazie anche all’ottima colonna sonora, composta non solo da pezzi reggae, ska o punk, ma anche da melodie (inconfondibili quelle di Einaudi) che arrivano dritti al cuore.
Shane Meadows ha diretto con grande maestria questi giovani attori che non si può fare a meno di commuoversi. Insomma, si è di fronte ad un’opera eccezionale che fino all’ultima scena sferza un pugno allo stomaco: l’ultimo sguardo del piccolo Turgoose fisso in camera, uno sguardo profondo e penetrante che riassume e dice tutto: non c’è solo rabbia, ma anche speranza, quella che permette di andare avanti, con una maggiore consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda.
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Meadows forse per primo dipinge un affresco credibile sulle contraddizioni nate all'interno del movimento skin e rude boy dopo l'incontro con il national front.
Siamo nel 1983, l'inghilterra conta i morti che tornano dalle malvinas:tra questi c'è il padre di S
haun, ragazzino introverso che trova in un gruppo di original skins non razzisti, un gruppo di beòni casinisti del sottoproletariato che ama lo ska,l'oi!, veste ben sherman, bretella, jeans e doc marten's e si rasa: girando per la vostra città li riconoscerete, la divisa non è cabiata. il gruppo coinvolge il piccolo che si trova a fare un salto in avantii di 10 anni, si sente rispettato, approccia una con successo una ragazza; trattandosi di una ghenga di original skinheads c'è anche un componente di colore: molti non lo sanno, ma lo stile del movimento skin prende spunto dai rude boys giamaicani.
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Meadows forse per primo dipinge un affresco credibile sulle contraddizioni nate all'interno del movimento skin e rude boy dopo l'incontro con il national front.
Siamo nel 1983, l'inghilterra conta i morti che tornano dalle malvinas:tra questi c'è il padre di S
haun, ragazzino introverso che trova in un gruppo di original skins non razzisti, un gruppo di beòni casinisti del sottoproletariato che ama lo ska,l'oi!, veste ben sherman, bretella, jeans e doc marten's e si rasa: girando per la vostra città li riconoscerete, la divisa non è cabiata. il gruppo coinvolge il piccolo che si trova a fare un salto in avantii di 10 anni, si sente rispettato, approccia una con successo una ragazza; trattandosi di una ghenga di original skinheads c'è anche un componente di colore: molti non lo sanno, ma lo stile del movimento skin prende spunto dai rude boys giamaicani. I casini nascono quando torna da 3 anni e mezzo di galera lo skin combo, che in carcere ha fraternizzato con la manodopera nazionalista e coinvolge shaun in azioni violente fino a giungere all'uccisione del compare di colore.
Che dire? si vede che il regista sa di cosa parla e non risparmia niente ai nazionalisti, bravo meadows, le musiche sono ciò che di più adatto potesse esserci e gli interpreti azzeccati, su tutti il bambino thomas turgoose, intenso e pieno di sfaccettature.
ottimo film su una realtà spesso malinterpretata
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Un film di quelli che io definisco " un pugno nello stomaco". Alla fine rimani senza parole e quasi non vorresti alzarti e uscire dalla sala. Una storia di maturazione adolescenziale che riporta alla memoria " Stand by me" anche se qui si tratta di tutt'altra realtà Tutto contribuisce a dare intensità al film: le immagini di un quartiere degradato, il "coro" dei variopinti ragazzi della scuola, l'iniziazione del taglio dei capelli che rende il ragazzo parte di un gruppo che lo fa sentire accettato e protetto proprio nel momento in cui più ha bisogno di una figura paterna.
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Un film di quelli che io definisco " un pugno nello stomaco". Alla fine rimani senza parole e quasi non vorresti alzarti e uscire dalla sala. Una storia di maturazione adolescenziale che riporta alla memoria " Stand by me" anche se qui si tratta di tutt'altra realtà Tutto contribuisce a dare intensità al film: le immagini di un quartiere degradato, il "coro" dei variopinti ragazzi della scuola, l'iniziazione del taglio dei capelli che rende il ragazzo parte di un gruppo che lo fa sentire accettato e protetto proprio nel momento in cui più ha bisogno di una figura paterna. Non a caso le prime scene ci danno già una chiave di lettura di quello che sarà lo svolgimento della vicenda: il muro scrostato ci introduce nell'ambiente sociale,la foto del padre in primo piano ci rivela una presenza e un'assenza nello stesso tempo, la svogliatezza con cui Shaun va scuola per la fine del trimestre vestito come vuole la mamma ci dice già molto del ragazzino : non si sente adeguato all'ambiente che frequenta, fatica a socializzare, si sente diverso e ha paura di affrontare il giudizio degli altri. Niente di contorto o difficilmente intuibile in questo film. La stessa entrata in scena di Combo, preceduto dall'amico armato, non ci fa presagire nulla di buono.Riuscirà infatti a sfruttare molto bene il desiderio di rivalsa di SHaun dimostrandogli di ammirarlo per i suo coraggio e lo convince ad entrare nel gruppo più violento e disponibile ad essere inquadrato in un partito politico ultranazionalista . Psicologicamente fragile e instabile, affettivamente immaturo Combo perde il controllo dopo aver capito che ... non aveva capito niente ! e la notte d'amore passata con Lou, che lui aveva idealizzato e ripensato continuamente nei tre anni di prigione era stata vissuta dalla ragazza come un atto di violenza. Privato anche di questo aggancio affettivo risprofonda nel dramma dell'abbandono evidentemente vissuto da bambino. Quando il giamaicano gli parla della sua grande ed allegra famiglia la sua mente va in tilt e la furia si scatena. Nonostante il pianto e il pentimento postumo questa scena sarà illuminante per Shaun. Capirà che niente è come sembra e che anche uno pseudo duro come Combo che arriva (quasi ? ) ad uccidere un suo amico senza un apparente motivo in realtà può rivelarsi debole e mettersi a piangere e comportarsi come un bambino. Probabilmente capisce solo allora che suo padre è da ricordare ed ammirare perchè è stato presente e affettuoso e non perchè ha combattuto in nome di una bandiera che non è che un pezzo di stoffa che gli uomini di volta in volta riempiono di significati spesso contradditori e privi di un valore oggettivo. Inoltre capisce che deve fidarsi solo del proprio giudizio senza lasciarsi trascinare dagli entusiasmi altrui anche se il prezzo può essere un momentaneo isolamento . Inutile dire che senza la bravura di questo meraviglioso piccolo attore il film , tutto giocato sui primi piani e le espressioni, non avrebbe potuto avere lo stesso valore. Il suo volto estremamente espressivo fa da contrappunto ad un altro volto molto espressivo , nel bene e nel male : quello di Combo talmente mobile da sembrare " di gomma" . Altro valore aggiunto: l' assenza di scene davvero violente e cruente anche se aleggiano per tutta durata del film e si può chiaramente presagire che il finale sarà tragico. Non occorrono litri di vernice rossa o corpi che esplodono per realizzare un film carico di tensione, significato e tragedia ma solo una sapiente regia ed ottimi attori.....
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Ambientato nei primi anni 80. L'amaro percorso di un ragazzino (Shaun) orfano di padre morto per le Folkland. Si unisce ad un gruppo di skinhead esaltati guidati da "Combo" un ex galeotto nazionalista e feroce razzista in cui Shaun probabilmente vede più che un amico una figura paterna.
Film che ricopre varie tematiche importanti. senso di appartenenza, immigrazione, nazionalismo, tolleranza, skinhead, razzismo,
la guerra delle folkland. Il tutto trattato in modo sottile e mai banale. Ottima regia e bravi gli interpreti, in particolare Stephen Graham (Eccezzionale!).
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Film che descrive l'Inghilterra degli anni '80 ed una parte della sua società attraverso il passaggio dall'infanzia all'adolescenza del protagonista. Malinconico, nostalgico ed allo stesso tempo accusatorio e duro. Molto bravo il piccolo protagonista.
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Per quanto -Secondo chi scrive- ben lungi dall'essere il gioiellino di cui qualcuno ha detto, il film rimane sicuramente uno spaccato. Bisogna però, forse, intendersi sul significato che assume qui questo termine.
Cercando di spiegarsi meglio, è più concreto dire che come affresco sociologico di quell'Inghilterra -Che potrebbe e descrivere meglio chi non sia nato nel '73, come me- risultano allora preferibili i generosi film di Loach, e forse anche altro cinema inglese, come "Grazie, signora Thatcher!" "This is England", invece, ci illustra una serie di ritratti umani spesso credibili poiché sfumati- Ed in cui a volte, proprio in quell'ambiente di "Machi", si potrebbe forse scorgere una certa ambiguità sessuale, magari più che altro a livello femminile.
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Per quanto -Secondo chi scrive- ben lungi dall'essere il gioiellino di cui qualcuno ha detto, il film rimane sicuramente uno spaccato. Bisogna però, forse, intendersi sul significato che assume qui questo termine.
Cercando di spiegarsi meglio, è più concreto dire che come affresco sociologico di quell'Inghilterra -Che potrebbe e descrivere meglio chi non sia nato nel '73, come me- risultano allora preferibili i generosi film di Loach, e forse anche altro cinema inglese, come "Grazie, signora Thatcher!" "This is England", invece, ci illustra una serie di ritratti umani spesso credibili poiché sfumati- Ed in cui a volte, proprio in quell'ambiente di "Machi", si potrebbe forse scorgere una certa ambiguità sessuale, magari più che altro a livello femminile. Ciò detto, però, quando il film rinunci a spiegare il perché di questa rabbia cieca, che ingloba la difesa del "Particula" e quella della patria (Non necessariamente così distanti, ma che potrebbero riguardare due sfere diverse), non sembra farlo per evitare il didascalicismo, che qualche volta semmai emerge, quando vengono ripresi i comizi dei leader che impregnano di ideologia con slogan vari), ma perché -Spiace pensarlo- la stessa opera non sembra a volte all'altezza di andare oltre quel furore che descrive. Se siamo (Molto) oltre il Sordi, vicino e/o distante dai suoi personaggi secondo i punti di vista, la generosità del regista, non sempre così distante da un certo empirismo nel tratteggiare figure e situazioni, rischia di
essere la stessa dei meno bellicosi, e più ingenui, tra i protagonisti del film.
Più interessante, invece, potrebbe essere la sfera psicologica. Il protagonista più grande è prima di tutto Figlio, di una (madre, appunto) Patria che non riconosce più. Ma appare desideroso di a levare Shaun, come vedesse quel figlio che biologicamente non potrà mai a ere, "complice" la sua vita da sballato (Per usare un eufemismo). Ecco che , allora, per uno sradicato che perde punti di riferimento sociali ed individuali (La sua storia è finita);,l'"Altro" diventa un capro espiatorio per sfogare le proprie frustrazioni, come invadesse secondo una logica felina il proprio territorio. Allo stesso tempo, nel "figlio" spera di vedere da un lato una continuazione dei propri ideali; ma forse, dall'altro, una personalità un pò più compiuta.
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