Il labirinto del fauno |
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Un film di Guillermo Del Toro.
Con Sergi López, Maribel Verdú, Ivana Baquero, Doug Jones, Alex Angulo.
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Titolo originale El laberinto del fauno.
Horror,
durata 112 min.
- Messico, Spagna, USA 2006.
uscita venerdì 24 novembre 2006.
MYMONETRO
Il labirinto del fauno ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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un film che vale la pena di vedere
di quetzFeedback: |
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domenica 23 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel film confluiscono due generi cinematografici, quello fantasy e quello di denuncia storica. La parte storica non tratta battaglie o eventi militari di particolare importanza storica, ne di personaggi da libro di testo: tratta della resistenza, certamente, ma in maniera marginale. Il tema portante del film è, a mio parere, l'effetto dell'avidità e dell'ingordigia, calato nella cornice storica e in quella fantasy con continui rimandi reciproci. L'esperimento cinematografico di fondere questi due generi, a mio parere, è riuscito molto bene, perchè la (apparente) leggerezza e tenerezza della parte fantasy, specialmente nel finale, rende le immagini dell'orrore promosso dai regimi totalitari del secolo scorso ancora più palpabile ed emotivamente sconvolgente; un puro "film di guerra", resoconto di vicende storiche, non avrebbe potuto evocare emozioni in modo così vivido. Il tema storico tratta di ingordigia di potere, inteso come "cieco" esercizio di controllo su persone di cui non si ha realmente interesse, se non per uno sfruttamento ad altri fini. Il tema fantasy tratta di ingordigia materiale: il rospo divora immondamente; il mostro, anche lui cieco, sorveglia un banchetto luculliano per cui non ha interesse (dorme), se non come esca. I cammini dei protagonisti sono contorti e si intrecciano proprio come il labirinto: ogni errore di strada porta a qualche catastrofe (la morte delle fate, la morte della madre, etc). Per entrambi il cammino ternina con la morte, che per entrambi è in parte imposta ed in parte scelta. Pur se il film ci fa odiare la figura del capitano, il fatto che simbolicamente si "suicidi" allo specchio, forse come sintomo di odio per se stesso, e il fatto che il suo pensiero finale sia per il figlio e, attraverso l'orologio che tiene in mano, per il padre, sembra voler alludere ad un gesto di riconciliazione, certamente difficile, ma che un popolo deve affrontare e comprendere per poter procedere nel proprio sviluppo.
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