marta
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lunedì 5 gennaio 2009
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l'immigrazione
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x me é stato bello e interessante...ti prende!!
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stefano capasso
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sabato 23 luglio 2016
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l'empatia che favorisce la comprensione
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Sandro è un adolescente figlio di un’imprenditore bresciano. In famiglia il benessere è sin troppo scontato e spesso diventa perbenismo. Durante una vacanza in barca nelle isole greche col papà e l’amico avvocato Sandro rimane coinvolto in una vicenda drammatica che metterà in moto una serie di conseguenze inaspettata.
Bel film di Marco Tullio Giordana sempre in bilico tra la suspance e la riflessione che affronta il tema dell’immigrazione e del confronto con la gente che li accoglie. Nel percorso dei protagonisti l’empatia, in special modo l’esperienza condivisa, sarà la chiave che guida i comportamenti che adotteranno per fronteggiare gli eventi
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casomai21
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lunedì 15 febbraio 2021
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una storia realistica per una grande regia
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Grande professionalità del regista nel raccontare una storia con poche essenziali parole ma con particolari inquadrature che esprimono i sentimenti e le situazioni che vanno a verificarsi dei giovani protagonisti, ma anche di un impeccabile Alessio Boni, personaggio convincente, che ben interpreta la figura dell'imprenditore bresciano di successo.Il giovanissimo protagonista si trova malauguratamente ad abbandonare la sua agiata infanzia e a scontrarsi con quel terzo mondo, spietato e contemporaneamente solidale che ve de negli immigrati le vittime di criminali affaristi e di scafisti insensibili ai possibli rischi e alla loro incolumità. Il film è del 2005, ma il tema è ancora attuale e l'Italia, seppur appare come la meta agognata di questi immigrati, sembra fare il suo meglio nell' accogliere nella emergenza e nella solidarietà consapevole di essere terra di transito provvisoria per raggiungere il nord- Europa.
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Grande professionalità del regista nel raccontare una storia con poche essenziali parole ma con particolari inquadrature che esprimono i sentimenti e le situazioni che vanno a verificarsi dei giovani protagonisti, ma anche di un impeccabile Alessio Boni, personaggio convincente, che ben interpreta la figura dell'imprenditore bresciano di successo.Il giovanissimo protagonista si trova malauguratamente ad abbandonare la sua agiata infanzia e a scontrarsi con quel terzo mondo, spietato e contemporaneamente solidale che ve de negli immigrati le vittime di criminali affaristi e di scafisti insensibili ai possibli rischi e alla loro incolumità. Il film è del 2005, ma il tema è ancora attuale e l'Italia, seppur appare come la meta agognata di questi immigrati, sembra fare il suo meglio nell' accogliere nella emergenza e nella solidarietà consapevole di essere terra di transito provvisoria per raggiungere il nord- Europa. Nel film viene anche sottolineato che,dopo questa rocambolesca traversata multietnica, le insidie continuano nella gestione di queste persone nell'identificazione, nella coabitazione di gruppi diversi, nel pericolo di fuga e conseguente ingresso nella clandestinità. L'attenzione del regista si concentra però su due giovani immigrati a cui la nuova patria può riservare un futuro roseo, ma che la burocrazia rallenta e respinge. I due giovani assaporano anche il calore di una famiglia in grado di accoglierli,ma preferiscono la clandestinità in una grande metropoli, piuttosto che in una laboriosa città di provincia.Il film in tal senso sembra realistico e privo di speranza, ma nel finale è proprio il giovane agiato protagonista che senza dir nulla si confronta col mondo degli ultimi e della corruzione minorile e con semplicità trova la chiave del riscatto nella solidarietà tra giovanissimi. Il film nel trattare un tema scomodo non ha forse avuto tutti i riconoscimenti che meritava, ma senza dubbio è una perla del nostro cinema ,soprattutto per le sequenze girate in mare, sott'acqua e per le atmosfere vissute nei centri raccolta , negli ex capannoni industriali di Milano occupati da clandestini e senza tetto, ma descritte senza retorica e falsa pietà.Il film è coprodotto anche da Gran Bretagna e Francia oltre che da Rai cinema. Eccellente è la sceneggiatura
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goldy
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martedì 31 maggio 2005
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non sono tempi da eroi
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E' grazie alla preseunta validità di tutte le opinioni che registi come Giordana sopravvivono. Intendiamoci non che Giordana sia spregevole o incapace ma certamente non si impegna molto per comunicare un suo punto di vista qualsiasi. Non assume posizione e sceglie il finale "aperto". Film di denuncia? Grazie, ne facciamo a meno. Tutte le situazioni mostrate sono ampiamente conosciute e in linea con l'informazione televisiva.
E' che sarebbe bello vedere ogni tanto, qualcuno che si schiera, che si prende dei rischi. Ma non viviamo in tempi di eroi. Brecht metteva in guardia dai tempi che ne avevano bisogno. Ma anche quelli che producono conigli non sono tanto auspicabili.
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(di dany)
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matilde91
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lunedì 5 gennaio 2009
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immobile
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questo film mi ha reso immobile dall'inizio alla fine...ci sono molti colpi di scena...a parer mio...comunque un film più che discreto...
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michele il critico
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lunedì 16 maggio 2005
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quando sei nato non puoi piu nasconderti
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Unico film italiano in concorso al festival di Cannes, il film di Giordana si rivela piuttosto deludente.
L'adolescente Alessandro, figlio di un imprenditore bresciano, cade dalla barca famigliare durante un viaggio alla volta della Grecia. Dopo aver trascorso una nottata solo in mezzo al mare, si ritrova su un barcone di immigrati diretti verso l'Italia. Stringe un legame con due ragazzi della Romania e, raggiunta l'Italia, approda con loro in un centro di accoglienza. Quando si rimette in contatto con la famiglia molto è cambiato.
Tratta dall'omonimo romanzo, la sceneggiatura di Rulli e Petraglia purtroppo si dimostra inconsistente, un polpettone privo di una struttura di ricamo dal quale Giordana non è riuscito a trovare chiavi di regia di salvataggio.
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Unico film italiano in concorso al festival di Cannes, il film di Giordana si rivela piuttosto deludente.
L'adolescente Alessandro, figlio di un imprenditore bresciano, cade dalla barca famigliare durante un viaggio alla volta della Grecia. Dopo aver trascorso una nottata solo in mezzo al mare, si ritrova su un barcone di immigrati diretti verso l'Italia. Stringe un legame con due ragazzi della Romania e, raggiunta l'Italia, approda con loro in un centro di accoglienza. Quando si rimette in contatto con la famiglia molto è cambiato.
Tratta dall'omonimo romanzo, la sceneggiatura di Rulli e Petraglia purtroppo si dimostra inconsistente, un polpettone privo di una struttura di ricamo dal quale Giordana non è riuscito a trovare chiavi di regia di salvataggio.
Il film si propone di affrontare la vicenda da troppi punti di vista: quello di un ragazzo che, nonostante un certo timore iniziale, ha tuttavia una predisposta curiosità verso le diversità; quello degli immigrati e delle difficoltà burocratiche e legali al loro accesso in terra italiana; quello di una famiglia borghese che con la sua facile morale si libera da ogni responsabilità, quello dei genitori che non riescono a superare la paura di poter perdere il figlio e sono incapaci di accettare una sua autonomia. Tutte queste vedute non sono mai affrontate a fondo.
Traspare velata e fuggevole una critica nei confronti del governo: implicita durante il discorso borghese del padre di Alessandro, esplicita (ma non evidente) quando vediamo alcuni manifesti del Polo delle libertà all'ingresso della casa di accoglienza.
VOTO *1/2
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(di elena)
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(di starofdavid)
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