tiziano terranova
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giovedì 22 dicembre 2005
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valori e fraintendimenti
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Non capisco perche' si osserva il film sotto il fraintendimento dell'incesto e della pedofilia, non sono d'accordo con Francesca Felletti. Dov'e' l'incesto se tra il vecchio e la fanciulla non vi e' una relazione di parentela? dov'e' la pedofilia se il vecchio si ostina a celebrare il matrimonio solo alla raggiunta maggiore eta' di lei?
Nel film io leggo invece molti valori etici che valgono nel mondo estremo orientale, primo fra tutti la perseveranza del vecchio che attende anni, in occidente abbiamo perso il valore del tempo e fatichiamo a comprendere come si possano lasciar trascorrere anni per uno scopo, non vale piu' gettarsi con tutto se stesso in un obiettivo, ma quanto meno si investe affettivamente verso un obiettivo tanto meno si valuta se stessi.
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Non capisco perche' si osserva il film sotto il fraintendimento dell'incesto e della pedofilia, non sono d'accordo con Francesca Felletti. Dov'e' l'incesto se tra il vecchio e la fanciulla non vi e' una relazione di parentela? dov'e' la pedofilia se il vecchio si ostina a celebrare il matrimonio solo alla raggiunta maggiore eta' di lei?
Nel film io leggo invece molti valori etici che valgono nel mondo estremo orientale, primo fra tutti la perseveranza del vecchio che attende anni, in occidente abbiamo perso il valore del tempo e fatichiamo a comprendere come si possano lasciar trascorrere anni per uno scopo, non vale piu' gettarsi con tutto se stesso in un obiettivo, ma quanto meno si investe affettivamente verso un obiettivo tanto meno si valuta se stessi.
Seconda cosa, leggo nel finale non solo una metafora ma una mitologia taosta del raggiungimento dell'immortalita', il vecchio ha sacrificato tutta la sua vita per la ragazza, per fare cosa poi? per svanire, lui nell'oceano e la freccia, simbolo, nel cielo. Ha sposato la ragazza per liberare se stesso e per liberare lei. non a caso lei resta alla fine, sposata al vecchio, si, ma vedova e pronta ad una vita col ragazzo giovane.
Non si legge il dramma della liberazione, quel momento topico quando le due barche sono legate dalla corda ed il vecchio rischia lo strangolamento? In quel momento e' la ragazza che riconosce il legame e sceglie il completamento del rito col vecchio, e si capovolgono i ruoli con lei che diventa attiva e lava lui stremato. In quel momento si capisce che l'infatuazione con il giovane e' in secondo piano al rapporto profondo che vi e' tra lei ed il vecchio. Cio' nonostante il rapporto profondo con il vecchio non avra' esito nella vita, mentre il giovane restera' con lei nella barca e, si intuisce, sara' il vero marito nella vita terrena.
L'arco e' un bellissimo film d'amore, dove l'amore non si misura nell'egoismo di un rapporto con un bel ragazzo, non si misura nei brevi tempi di una infatuazione, non si misura con le convenzioni o le ipocrisie sociali che limitano la libera espressione del sentimento personale. Nell Yi Jing una ragazza giovane che si accoppia con un uomo anziano e' come un albero che getta un germoglio alla radice e quindi e' fecondo, una donna anziana, invece, che si accoppia con un uomo giovane e' come un albero che getta un germoglio sui rami, sterile. Vi e' una biologia, del corpo e dello spirito, che ci siamo abituati a disattendere, a scapito nostro!
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windancer
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sabato 23 giugno 2007
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niente incesto, né pedofilia
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Il film non tratta affatto di incesto né di pedofilia, dal momento che il vecchio non è il padre della ragazza, ma l'ha soltanto trovata ed allevata, e la ragazza ha 16 anni e, quindi, è sessualmente adulta da un pezzo.
La storia tratta dell'amore disperato di questo vecchio uomo per una ragazza giovane, della pietà e della comprensione manifestati, alla fine, da parte della ragazza, che acconsente a sposarlo per realizzare il sogno che l'uomo coltivava e, infine, del suo sacrificio, rappresentato dal suicidio subito dopo la cerimonia nuziale, quando, realizzato, almeno formalmente il matrimonio, si suicida, lasciandola libera di seguire il ragazzo di cui si è innamorata. Si tratta, a ben vedere, di una versione al femminile di "Primavera, estate, autunno, inverno.
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Il film non tratta affatto di incesto né di pedofilia, dal momento che il vecchio non è il padre della ragazza, ma l'ha soltanto trovata ed allevata, e la ragazza ha 16 anni e, quindi, è sessualmente adulta da un pezzo.
La storia tratta dell'amore disperato di questo vecchio uomo per una ragazza giovane, della pietà e della comprensione manifestati, alla fine, da parte della ragazza, che acconsente a sposarlo per realizzare il sogno che l'uomo coltivava e, infine, del suo sacrificio, rappresentato dal suicidio subito dopo la cerimonia nuziale, quando, realizzato, almeno formalmente il matrimonio, si suicida, lasciandola libera di seguire il ragazzo di cui si è innamorata. Si tratta, a ben vedere, di una versione al femminile di "Primavera, estate, autunno, inverno..e ancora primavera": entrambi i film sono imperniati su una coppia vecchio-giovane che vive segregata fuori dal mondo finché non arriva qualcuno dall'esterno (un ragazzo in questo film, una ragazza nell'altro) a far sentire al membro giovane della coppia il bisogno di fuggire, di conoscere il mondo, il sesso, l'amore. Il giovane monaco di "Primavera.." conoscerà tutti i lati peggiori e squallidi della vita, compreso l'omicidio e la prigione, finendo poi per tornare al vecchio tempio sull'acqua dove prenderà il posto del suo vecchio maestro ormai defunto e comincerà ad addestrare un giovane novizio come lo era stato lui stesso. In questo film, invece, il finale è aperto: i due giovani sono liberi, la vecchia barca è affondata, non c'è più possibilità di ritorno.
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mario conti
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venerdì 10 novembre 2006
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il mago coreano
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Kim ki-duk crede nell'amore senza parole. Ci può essete amore tra un anziano iracondo e una ragazzina dallo sguardo angelico e sognante? L'amore dell'uno non assomiglia piuttosto a morbosa passione, e la grazia dell'altra a gratitudine o, peggio, consuetudine?
C'è chi parla di incesto e pedofilia. Suona poco convincente: non c'è, nel film, un atto, un gesto, una parola che evochi spettri. C'è la musica di un arco che genera poesia decadente, c'è quello stesso arco che predice il futuro e sfida la morte, c'è uno strumento di offesa che preserva l'amore o la proprietà esclusiva dello stesso. Come sempre c'è in Kim ki-duk una strana poesia rarefatta, una sospensione di tempi e di spazi, l'affermarsi di un non luogo (nonostante il mare aperto) e un non tempo (malgrado la scioccante scoperta dell'amore fisico da parte della ragazza).
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Kim ki-duk crede nell'amore senza parole. Ci può essete amore tra un anziano iracondo e una ragazzina dallo sguardo angelico e sognante? L'amore dell'uno non assomiglia piuttosto a morbosa passione, e la grazia dell'altra a gratitudine o, peggio, consuetudine?
C'è chi parla di incesto e pedofilia. Suona poco convincente: non c'è, nel film, un atto, un gesto, una parola che evochi spettri. C'è la musica di un arco che genera poesia decadente, c'è quello stesso arco che predice il futuro e sfida la morte, c'è uno strumento di offesa che preserva l'amore o la proprietà esclusiva dello stesso. Come sempre c'è in Kim ki-duk una strana poesia rarefatta, una sospensione di tempi e di spazi, l'affermarsi di un non luogo (nonostante il mare aperto) e un non tempo (malgrado la scioccante scoperta dell'amore fisico da parte della ragazza). Ci sono scene che difficilmente possono dimenticarsi: il tentativo di suicidio del vecchio, la ragazzina che dondola sull'altalena e il suo sguardo che sa (o spera?) che la vita non le farà troppo male.
La poetica del regista coreano colpisce come sempre. E non tanto al cuore, almeno non soltanto: la sua è una sintassi che ti entra dentro e non ti lascia più, è un modo per decodificare il mondo attraverso dettagli rivelatori e particolari elegantissimi. E' vero: forse il film è visivamente troppo perfetto per essere vero, lo snodo troppo patetico e fantastico per poter essere accettato come plausibile. Ma da Kim Ki-duk non si pretende il neorealismo: ci si aspetta di essere trasportati e cullati fuori dalle nostre vite un po' banali, a volte senza bellezza. Come lui ci riesca, è una specie di miracolo.
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marcos
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mercoledì 28 marzo 2012
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la scoperta della vita
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La scoperta della vita e' la risposta esatto al film " L'arco" di Kim Ki-Duk.
Film con spazi claustrofobici, dialoghi ridotti all'essenziale, trama lenta con un pizzico di noiosita' ma sicuramente assurda.
La storia di un vecchio e di una giovane ragazza che vivono in una barca da quando lei aveva sei anni. Il vecchio attende il compimento dei suoi diciasette anni per poterla sposare.
La barca e' il simbolo dell'immobilita' della vita che la ragazza ha avuto, o meglio il mondo circoscritto che l'occhio guardigno del vecchio ha creato e con la sua cieca follia della gelosia ha reso invulnerabile.
Uno spazio dove entrambi hanno consumato la loro esistenza per lunghi dieci anni.
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La scoperta della vita e' la risposta esatto al film " L'arco" di Kim Ki-Duk.
Film con spazi claustrofobici, dialoghi ridotti all'essenziale, trama lenta con un pizzico di noiosita' ma sicuramente assurda.
La storia di un vecchio e di una giovane ragazza che vivono in una barca da quando lei aveva sei anni. Il vecchio attende il compimento dei suoi diciasette anni per poterla sposare.
La barca e' il simbolo dell'immobilita' della vita che la ragazza ha avuto, o meglio il mondo circoscritto che l'occhio guardigno del vecchio ha creato e con la sua cieca follia della gelosia ha reso invulnerabile.
Uno spazio dove entrambi hanno consumato la loro esistenza per lunghi dieci anni. Un luogo sacro la cui intromissione e' sinonimo di blasfemia a chiunque osi metterci piede e dunque istinto di difesa animalesca da parte del vecchio. Il motivo e' la grande paura di perdere la sua futura sposa.
La ragazza non parla ma le sue molteplici espressioni hanno valore superiore alle parole.
I suoi occhi brillano di luce intensa alla vista dell'arrivo di un ragazzo. Da un suo innocente sorriso comprendiamo che si innamorera' di lui.
Quel suo arrivo sara' qualcosa che la separera' da quella barca e da tutto quello che ha rappresentato.
L'ascoltare la musica dal lettore mp3 regalatoli dal ragazzo sara' il primo tentativo di fuga da quel mondo passato. Ad occhi chiusi assaporera' i primi gusti di una vita diversa ma vera. L' osservare il passaggio di un aereo e' il presagio chiaro di un sogno che vuole diventare realta'
La collana gettata a terra regalata dal vecchio sara' il definitivo allontanamento da quel passato claustrofobico; il primo sintomo di cedimento di quella roccaforte.
Un mutamento inarrestabile del processo di vita della giovane ragazza.
Il vecchio lentamente si accorgera' di questa prepotente ma normale primavera nascente nell'animo di lei.
Arrivato il giorno del matrimonio dopo vari riti la sposera' e capira' perfettamente che per far continuare quel ciclo esplosivo di vita, dovra' mettersi da parte.
Gettandosi nel mare il vecchio fara' spegnere la sua vita ma ne fara' nascere una meravigliosa. Un inverno oramai finito aprira' la porta a una galoppante primavera.
Suicidio che fa ricordare molto l'antico rituale del "Seppuku".
MARCOS
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stefano capasso
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lunedì 2 febbraio 2015
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sulla dolorosa malinconia della perdita
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Un vecchio vive in una barca in mezzo al mare con una ragazza da dieci anni. Ha atteso con cura e pazienza che arrivasse il giorno del suo diciassettesimo compleanno per sposarla. Ma quando mancano pochi giorni un ragazzo arriva sulla barca per pescare scocca la scintilla con la giovane. Determinato a portarla via affronterà le resistenze estreme del vecchio deciso a portare a compimento il suo sogno d’amore.
L’arco è per me il più bel film di Kim Ki Duk. Un film molto particolare, per il silenzio che regna sovrano, per il campo ‘dazione che è circoscritto alla barca e che comunque è capace di mantenere una trama narrativa avvincente.
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Un vecchio vive in una barca in mezzo al mare con una ragazza da dieci anni. Ha atteso con cura e pazienza che arrivasse il giorno del suo diciassettesimo compleanno per sposarla. Ma quando mancano pochi giorni un ragazzo arriva sulla barca per pescare scocca la scintilla con la giovane. Determinato a portarla via affronterà le resistenze estreme del vecchio deciso a portare a compimento il suo sogno d’amore.
L’arco è per me il più bel film di Kim Ki Duk. Un film molto particolare, per il silenzio che regna sovrano, per il campo ‘dazione che è circoscritto alla barca e che comunque è capace di mantenere una trama narrativa avvincente. Un film di difficile comprensione razionale se si cerca di trovargli una spiegazione e che regala forti emozioni se ci si abbandona al flusso delle emozioni che offre. È una storia in cui l’amore è il tema dominante; l’amore che nelle sue diverse declinazioni è vissuto dal vecchio per la ragazza, da questa per il vecchio e quello che nasce tra i due ragazzi. E sullo sfondo, costante, il tema della malinconia della perdita che è di fatto il problema vero che tutti i protagonisti, a loro modo, si trovano ad affrontare.
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luca scialo
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lunedì 28 dicembre 2020
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il vecchio e il male
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Un anziano tiene sul proprio peschereccio una ragazza adolescente, negandogli il piacere di scoprire il mondo. Il rapporto tra i due si limita al dormire mano nella mano e al bagnetto quasi fosse sempre una bimba. Ma non esiste amore carnale. Un giorno però, la ragazza viene avvicinata da un ragazzo che gli fa scoprire una dimensione nuova. Un mezzo per evadere da quella realtà così limitata: la musica. E così, la ragazza inizia gradualmente ad opporsi a quella realtà che gli sta ormai troppo stretta. Ma liberarsi del vecchio non sarà facile. Padre padrone, orco, tenero nonno. Questo ed altro è l'anziano protagonista di questo curioso film di Kim Ki-Duk, il quale sfida ancora una volta le convenzioni e i canoni cinematografici per raccontare una storia quasi irreale.
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Un anziano tiene sul proprio peschereccio una ragazza adolescente, negandogli il piacere di scoprire il mondo. Il rapporto tra i due si limita al dormire mano nella mano e al bagnetto quasi fosse sempre una bimba. Ma non esiste amore carnale. Un giorno però, la ragazza viene avvicinata da un ragazzo che gli fa scoprire una dimensione nuova. Un mezzo per evadere da quella realtà così limitata: la musica. E così, la ragazza inizia gradualmente ad opporsi a quella realtà che gli sta ormai troppo stretta. Ma liberarsi del vecchio non sarà facile. Padre padrone, orco, tenero nonno. Questo ed altro è l'anziano protagonista di questo curioso film di Kim Ki-Duk, il quale sfida ancora una volta le convenzioni e i canoni cinematografici per raccontare una storia quasi irreale. Che finisce altrettante. Una sorta di mix tra la brutalità e la sottomissione di genere vista in Coccodrillo e il rapporto generazionale tra anziano maestro e giovane allievo visto in Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera. Un'altra opera di un autore che si avvicina più allo stile maledetto di Baudelaire o a quello di un quadro con protagonisti personaggi irregolari e umili come Van Gogh.
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