alberto 86
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domenica 9 aprile 2006
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una commedia romantica...ma non solo!
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ELIZABETHTOWN é decisamente una commedia graziosa!Il regista è l'ex critico cinematografico e grande appassionato musicale Cameron Crowe,che omaggia in questa pellicola gli amati Billy Wilder e William Wyler,imbellettando la vicenda di citazioni cinematografiche e di musica rock nostalgica ma quasi sempre appropriata,perchè specchio dei sentimenti variabili dei protagonisti.E a questo proposito una freccia vorrei subito scagliare a favore della coppia Bloom-Dunst,molto ben assortita,sincera e spigliata,a cui molto si deve della riuscita della vicenda amorosa. ELIZABETHTOWN è una commedia romantica(ma non solo) che ricorda molto quelle che si facevano un tempo,appunto quelle di Wilder o di Wyler,che cerca di equilibrare,anche se non sempre felicemente, momenti più patetici e riflessivi ad altri più divertenti e scanzonati.
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ELIZABETHTOWN é decisamente una commedia graziosa!Il regista è l'ex critico cinematografico e grande appassionato musicale Cameron Crowe,che omaggia in questa pellicola gli amati Billy Wilder e William Wyler,imbellettando la vicenda di citazioni cinematografiche e di musica rock nostalgica ma quasi sempre appropriata,perchè specchio dei sentimenti variabili dei protagonisti.E a questo proposito una freccia vorrei subito scagliare a favore della coppia Bloom-Dunst,molto ben assortita,sincera e spigliata,a cui molto si deve della riuscita della vicenda amorosa. ELIZABETHTOWN è una commedia romantica(ma non solo) che ricorda molto quelle che si facevano un tempo,appunto quelle di Wilder o di Wyler,che cerca di equilibrare,anche se non sempre felicemente, momenti più patetici e riflessivi ad altri più divertenti e scanzonati. E'una commedia fortemente "americana",stavolta però non da intendere nel senso negativo della parola,ma quasi come una dettagliata,lucida e affezionata fotografia di un Paese immenso e sfaccettato con le sue tradizioni,i suoi costumi,i suoi modi di pensare...E'una commedia "degli opposti" che esalta la vita a discapito della morte,l'amore e non la solitudine,la gioia e non il dolore...é insomma una commedia ottimista,che,nella sua genuinità e sincerità,riesce a risultare fresca e garbata,molto "old fashion".Purtroppo,però,ELIZABETHTOWN pecca,e molto,nel ritmo,che,a mio parere,avrebbe dovuto essere ben più incalzante e dinamico.Crowe invece si dilunga un po'troppo in vari punti della pellicola e crea prolissità che finiscono per appesantire la vicenda e stancare,e a volte annoiare,lo spettatore.Ciò forse perchè il regista cerca di mettere nel suo film il più possibile,non riducendolo ad una semplice storiella d'amore,ma ad un vero e proprio "pellegrinaggio" di vita,mancando però a volte di trovare il perfetto equilibrio tra lacrime e risate,tra vicenda familiare e personale del protagonista e rendendo spesso i dialoghi un po'troppo logorroici.Un film insomma che,nonostante la sincerità,la non banalità ed l'originalità(il rapporto tra i protagonisti non è affatto scontato o lezioso e alcune scene sono sicuramente da ricordare come il tip tap della Sarandon,Bloom che ride e piange contemporaneamente al volante con le cere del padre accanto,l'intera città che indica al protagonista la strada smarrita),aveva bisogno di un'ulteriore "sforbiciata"qua e là per poter essere più fruibile e godibile.Così anche l'originale e fascinoso finale(il viaggio in macchina di Bloom guidato a perfezione dalla Dunst,vero e proprio omaggio all'America,ai suoi miti e alla musica rock)sarebbe risultato ancor più bello.Dunque un film imperfetto certo,ma sensibile,ricco,sfaccettato,nostalgico...3 stelle!
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snaporaz
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martedì 17 gennaio 2006
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alterno crowe
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Cameron Crowe l’alterno talento del regista ,un tempo critico musicale della rivista Rolling Stone,viene confermato dalla realizzazione di Elizabethtown un “on the road”agrodolce accompagnato da una colonna sonora di tutto rispetto.
L’autore del completo e ottimamente ben riuscito Almost Famous ci propone un disperato Orlando Bloom alle prese con fallimenti lavorativi,la morte inaspettata del padre e l’incontro con la stravagante Kirsten Dunst.
Scorre bene,anche se il film forse è un po’ troppo lungo,tanti (forse troppi) i temi trattati,spicca però l’analisi del figlio che dopo aver perso il padre,impara a conoscerlo.
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samanta
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lunedì 4 maggio 2020
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un'occasione sprecata
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Il giudizio sul film non può che essere ambivalente, una storia gradevole con un cast di primo ordine che ha avuto però un flop commerciale non indifferente: a fronte di un budget di 45 milioni di $ (almeno) ha avuto incassi in USA e in tutto il mondo di 52 milioni di $, il che significa una perdita di 20-25 milioni.
La trama: Drew (Olando Bloom, il Legolas della trilogia del Signore degli anelli) è un rampante manager designer di una multinazionale di scarpe con sede nell'Oregon, ma il mellifluo capo Phil DeVoss (Alec Baldwin) lo convoca per dirgli che il lancio della scarpa è falito con la perdita di quasi un miliardo di $ e ne consgue il suo licenziamento, dato che poi le disgrazie non sono mai sole la fidanzata (Jessica Biel) lo lascia, mentre medita il suicidio gli viene comunicato che il padre andato per Natale nel Kentucky a trovare gli amici e i parenti, è morto d'infarto.
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Il giudizio sul film non può che essere ambivalente, una storia gradevole con un cast di primo ordine che ha avuto però un flop commerciale non indifferente: a fronte di un budget di 45 milioni di $ (almeno) ha avuto incassi in USA e in tutto il mondo di 52 milioni di $, il che significa una perdita di 20-25 milioni.
La trama: Drew (Olando Bloom, il Legolas della trilogia del Signore degli anelli) è un rampante manager designer di una multinazionale di scarpe con sede nell'Oregon, ma il mellifluo capo Phil DeVoss (Alec Baldwin) lo convoca per dirgli che il lancio della scarpa è falito con la perdita di quasi un miliardo di $ e ne consgue il suo licenziamento, dato che poi le disgrazie non sono mai sole la fidanzata (Jessica Biel) lo lascia, mentre medita il suicidio gli viene comunicato che il padre andato per Natale nel Kentucky a trovare gli amici e i parenti, è morto d'infarto. La madre Hollie (Susan Sarandon) che vive in un suo mondo di sogni e la squinternata sorella Heather (Jessica Biel), lo catapultano a organizzare il funerale e la cremazione della salma. Nel viaggio in aereo, solo passeggero (siamo la notte di Natale) viene assillato da una logorroica, ma simpatica e divertente hostess Claire (Kirsten Dunst) che giusto abita vicino ad Elisabethtown dove deve andare Drew. Il viaggio e la permanenza in un ambiente nuovo, invadente ma simpatico ed umano (nel frattempo è stato raggiunto dalla madre e dalla sorella) lo cambiano profondamente , capendo finalmente che cosa vuole e cosa è importante nella vita, innamorandosi anche di Claire.
La storia è simpatica, ha una sua morale, la provincia americana non è raccontata come vorrebbe il politically correct con acrimonia ma con simpatia, però c'é qualcosa che non va. Innanzitutto la recitazione: malgrado il cast stellare: bravissima Kristen Dunst (Marie Antoinette, Melancholia, L'inganno), il resto fa desiderare: Orlando Bloom che più che recitare male, non recita, Susan Sarandon sembra lì per ritirare a fine delle riprese l'assegno (cospicuo) previsto, Alec Baldwin si limita a gigioneggiare, il resto dei comprimari segue, compresa Jessica Biel e compresa la sorella di Drew tale Judy Greer (con modesto curriculum TV e cinema) che spero non reciti più e torni a fare l'ingegnere meccanico, materia in cui si è laureata.
La regia è insicura ci sono troppi spazi in cui la storia si trascina lentamente e poi c'é la colonna sonora: pop, Jazz, country e anche melodica (Moon River chiude i titoli di coda) ma assordante ed invadente, evidentemente è sfuggita la mano al regista. Ho trovato molto bella solo la scena finale on the road in cui Drew segue un libro con mappe e c.d. di accompagnamento consegnatogli da Claire, per ritrovare infine ad una festa campagnola la presenza inaspettata di Claire.
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alessandra a.
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lunedì 9 aprile 2012
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l'impegno c'è
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Regista, attori protagonisti e non. Tutti si impegnano. Forse troppo per dare a questo film un significato profondo. Ci si dovrebbe accontentare talvolta di fare pellicole leggere senza cercare sempre a tutti i costi di creare qualcosa di alto. Battute per forze profonde, personaggi per forza fuori dalle righe, tanta (troppa?) musica comunque molto bella. La parte del viaggio, quella più leggera e godibile per me, salva il film. Premio l'impegno. E i bellissimi attori!
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ste
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lunedì 12 dicembre 2005
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bello, ma c'e troppa carne al fuoco
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Premetto che non sono un appassionato del genere, eppure devo ammettere che questo Elizabethtown è un buon film. La Dunst è deliziosa, e Bloom, meno brillante, risulta se non altro efficace. Quella che viene presentata è una storia d'amore, canonica, all'americana, senza particolari colpi di scena e lieto fine assicurato. Lo sbaglio fondamentale di Crowe, però, è l'aver cercato, forse troppo pretenziosamente, di conciliare tematiche molto differenti tra loro (la morte del padre, la "rinascita" della madre e la suddetta storia d'amore) dando a tutte lo stesso spazio all'interno del film, e conferendo alla pellicola quell' aria snob di "polpettone americano" troppo difficile da digerire. Forse un po' troppi gli spazi lasciati "liberi" all'interno del film, troppi i passaggi a vuoto che annoiano, ma Elizabethtown è tutto sommato un film piacevole.
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Premetto che non sono un appassionato del genere, eppure devo ammettere che questo Elizabethtown è un buon film. La Dunst è deliziosa, e Bloom, meno brillante, risulta se non altro efficace. Quella che viene presentata è una storia d'amore, canonica, all'americana, senza particolari colpi di scena e lieto fine assicurato. Lo sbaglio fondamentale di Crowe, però, è l'aver cercato, forse troppo pretenziosamente, di conciliare tematiche molto differenti tra loro (la morte del padre, la "rinascita" della madre e la suddetta storia d'amore) dando a tutte lo stesso spazio all'interno del film, e conferendo alla pellicola quell' aria snob di "polpettone americano" troppo difficile da digerire. Forse un po' troppi gli spazi lasciati "liberi" all'interno del film, troppi i passaggi a vuoto che annoiano, ma Elizabethtown è tutto sommato un film piacevole. Guardatelo.
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(di giovannimiseri)
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angela
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domenica 30 aprile 2006
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carino, ma...
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Che dire... Elisabethown è oggettivamente un film adorabile, Crowe è un regista dalla mano delicata e la scelta degli attori, sulla carta, vincente. La storia è deliziosa, surreale, buffa e commovente al punto giusto, un mix quasi perfetto. Simpatici i parenti invadenti e autoritari del Kentucki, alla fine grazie a loro ti sembra che l'unico personaggio del film che non appare mai (perlomeno in vita), ovvero il papà di Drew, sia quello più delineato e simpatico, veramente il Mitch immaginato da Claire. Brava e bella Susan Sarandon, come non adorarla sia come donna che come attrice? Colonna sonora splendida. E il viaggio finale on the road attraverso gli USA tutti lo sogneremo o lo abbiamo già fatto o sognato almeno una volta nella vita.
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Che dire... Elisabethown è oggettivamente un film adorabile, Crowe è un regista dalla mano delicata e la scelta degli attori, sulla carta, vincente. La storia è deliziosa, surreale, buffa e commovente al punto giusto, un mix quasi perfetto. Simpatici i parenti invadenti e autoritari del Kentucki, alla fine grazie a loro ti sembra che l'unico personaggio del film che non appare mai (perlomeno in vita), ovvero il papà di Drew, sia quello più delineato e simpatico, veramente il Mitch immaginato da Claire. Brava e bella Susan Sarandon, come non adorarla sia come donna che come attrice? Colonna sonora splendida. E il viaggio finale on the road attraverso gli USA tutti lo sogneremo o lo abbiamo già fatto o sognato almeno una volta nella vita.
E questa è la parte "carino", ora veniamo alla parte "ma...".
Allora: Orlando Bloom è bello da morire ma espressivo quanto un elfo; per assurdo è molto più credibile, simpatico e "attore" quando recita in costume, a cominciare dalla "Maledizione della Prima Luna" dove è degno comprimario di Sua Divinità Johnny Deep. La Dunst... vabbè. Mi ricorda sempre la bambina vampira di "Intervista col vampiro", ha sempre un che di vagamente inquietante in quel suo sguardo non del tutto limpido e nel sorriso mai aperto e solare, per cui non la trovo credibile in parti romantiche e da commedia leggera. Il finale è poco credibile, guasta l'atmosfera del film e soprattutto rovina la trovata deliziosa del diario/mappa di viaggio. E poi ci sono una marea di personaggini e siparietti che sembrano infilati lì a forza e non vengono poi sviluppati o spiegati del tutto, lasciando un che di incompiuto. Per esempio: perchè la mamma di Drew ce l'ha con quel tizio che faceva tanto l'amicone, dicendo che aveva quasi rovinato suo marito? Cosa c'entrava il finto uccello che prende fuoco durante l'esibizione della band del cugino alla veglia di Mitch? Il Ben di Claire esiste o no? E così via...
Forse sono io che sono ipercritica, che voglio sapere troppo, che non colgo la poesia o certi dettagli... ma insomma, alla fine trovo che Elizabethown sia per tutti questi motivi un film "carino, ma...". In quei puntini metteteci voi la parola che manca; la mia potrebbe essere "imperfetto".
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