Ramon Salazar, il nuovo Almodovar (?). Si tratta di un trentenne abbastanza trandy ma assai sorprendentemente acuto; insomma non abbiamo a che fare con un Muccino qualunque circondato dalle carcasse Morettiane che si sgolano secondo i dettami del Muccino style.
Sperma che cola dal membro del protagonista superdotato - il titolo eloquente non a caso è “20 centimetros“ - durante una sega allo specchio del bagno; protagonista travestito che si scopa un machissimo scaricatore di un mercato ortofrutticolo che non è certo Romeo o lord Byron (rutta sonoramente a tavola) ma è cotto al pari dei suoi romantici avi.
Salazar, sia detto per inciso e per Giuliano Ferrara, non solo è dichiarato allievo di quel blasfemo Almodovar (l’interprete Monica Cervera è stata scoperta dal regista di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”) ma dimostra di aver raccolto la lezione dei maestri americani ed europei, Fellini e Minnelli su tutti, basti pensare ai balletti vivaci e colorati e al pulviscolo di onirica turpitudine che attraversa il film.
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Ramon Salazar, il nuovo Almodovar (?). Si tratta di un trentenne abbastanza trandy ma assai sorprendentemente acuto; insomma non abbiamo a che fare con un Muccino qualunque circondato dalle carcasse Morettiane che si sgolano secondo i dettami del Muccino style.
Sperma che cola dal membro del protagonista superdotato - il titolo eloquente non a caso è “20 centimetros“ - durante una sega allo specchio del bagno; protagonista travestito che si scopa un machissimo scaricatore di un mercato ortofrutticolo che non è certo Romeo o lord Byron (rutta sonoramente a tavola) ma è cotto al pari dei suoi romantici avi.
Salazar, sia detto per inciso e per Giuliano Ferrara, non solo è dichiarato allievo di quel blasfemo Almodovar (l’interprete Monica Cervera è stata scoperta dal regista di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”) ma dimostra di aver raccolto la lezione dei maestri americani ed europei, Fellini e Minnelli su tutti, basti pensare ai balletti vivaci e colorati e al pulviscolo di onirica turpitudine che attraversa il film.
Certo, lo sperma, i travestiti, i sabba con le prostitute ecc. sono tutte suggestioni Almodovariane.
Il protagonista abbiamo detto è un travestito con venti centimetri di fallo, una taglia da pornostar, malgrado lui/lei si prostituisca a camionisti allupati per racimolare qualche soldo necessario all’operazione per cambiare sesso.
Nel mentre vive in un condominio abitato da gente strana e sboccata: un nano, una vecchia con figlioletto di colore che chiede candidamente alla protagonista “a scuola ci stanno insegnando l’apparato riproduttore maschile: mi fai vedere il tuo pisello?”.
Licenza Almodovariana … prova che sussiste l’interazione ravvisata or non è molto.
Le scene divertenti abbondano, come la sognata seduzione della procace impiegata dell’ufficio di collocamento, dove riesce a trovare un impiego “maschile “ come inserviente alla stazione di Atocha (eh si …) o la sveltina a casa dello statuario scaricatore gia citato, coi suoi che sentono tutto ma che non possono immaginare che è il figlio a recitare il ruolo della donna. L'ho visto l'anno scorso all'università di Catania alla presenza del regista.
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[+] o anch'io lavorato nel cinema con pieraccioni
(di mimmo )
[ - ] o anch'io lavorato nel cinema con pieraccioni
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