Il miracolo |
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Un film di Edoardo Winspeare.
Con Claudio D'Agostino, Stefania Casciaro, Carlo Bruni, Anna Ferruzzo, Angelo Gamarro
Drammatico,
durata 92 min.
- Italia 2003.
- 01 Distribution
uscita sabato 30 agosto 2003.
MYMONETRO
Il miracolo
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quella recensione non è di gervasini
di grifoFeedback: |
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mercoledì 19 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quella critica non è affatto di mauro gervasini. La critica di gervasini è questa: da Film Tv (Mauro Gervasini) E dunque, vale la pena credere ai miracoli. Può infatti accadere che un giovane regista racconti una storia ad alto rischio senza precipitare nel patetico. Il dodicenne Toni, dopo un incidente causato dalla randagia Cinzia, diventa uno specie di guaritore. Realtà o leggenda filtrata attraverso la credulità pataccara dei "fatti vostri" televisivi? Edoardo Winspeare, salentino d'origine mitteleuropeo, si immerge nella Taranto e sceglie il miracolo come pretesto per raccontare altre storie: di problematiche intimità, di degrado metropolitano, di bellezze sottopelle. La sua scrittura è “in levare”, parte dalle piccole cose, da scorci qualsiasi, poi li amplifica, li approfondisce. Come quella figura di genitore, il padre di Tonio, all'inizio così scontato nel suo sfogo-atto-dovuto all'ospedale e poi invece compiuto - persona e non più solo personaggio - alla veglia funebre del vecchio, quando dice al figlio che lui sì, può restare. Miracolo della sceneggiatura (di Giorgia Cecere e Pierpaolo Pirone) e della macchina da presa. Quello di Winspeare, lo sappiamo, é uno sguardo ostinato: ci crede alla bellezza, la trova anche nella devastazione del contesto che inevitabilmente si riflette nei cuori e nell'anima. La trova negli occhi di un bambino o nel volto disperato di una ragazza a un passo dal suicidio. La trova nella "Solea", quell'aspro impasto di luoghi, musica e odori che diventa alla fine pura luce. Quella di Taranto che di sequenza, con i suoi contrasti anche simbolici (il plumbeo fumogeno degli stabilimenti diventa cancro nella carne degli ammalati dell’Ilva), si fa pervasiva. E chiarisce, illumina, in fondo spiega. Spiega che il vero miracolo è proprio in questo sguardo che riscopre il valore dell'amore assoluto e della sua forza dirompente. Meno viscerale del precedente film di Winspeare, il bellissimo Sangue vivo, e forse più ambizioso e "di testa", Il miracolo è comunque autentico, sincero, finalmente necessario.
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