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Con l’arrivo della stagione estiva il “Camp Bleeding Dove” riapre i battenti per accogliere un mucchio di ragazzini indisciplinati di cui anche le famiglie non vedevano forse l’ora di sbarazzarsi.
Ma chi si occuperà di loro? Nell’arduo compito, l’inflessibile capo carismatico del campeggio Oberon (Peter Stormare) sarà supportato da sette giovani sorveglianti pieni di entusiasmo (Wendy, Donald, Talia, Wichita, Pixel, Adam e Jasper), ma spinti ognuno in quel luogo da motivazioni alquanto diverse.
Oberon, come ogni anno, ha già pianificato, fino al più minimo dettaglio, il programma di attività ricreative e ludiche per riempire quei lunghi 40 giorni di convivenza forzata.
Ma dopo pochissimi giorni, in uno dei suoi strenui tentativi di mantenere un assoluto ordine morale nel perimetro del campeggio, il grande capo viene accidentalmente colpito da un fulmine e ridotto ad una larva umana.
Che fare? Wendy (Dominique Swain), ragazza responsabile e di buoni valori morali, prenderà le redini del campeggio e cercherà lei, anche se con miseri successi, di coinvolgere quei piccoli indiavolati frugoletti nelle attività programmate. Maggiore successo riscuoteranno però i suoi colleghi che, finalmente liberati da quella ossessiva e opprimente guida di Oberon (una vera dittatura), istaureranno nel campeggio un clima di anarchia assoluta nel quale quei ragazzini sembrano davvero sguazzare felici con non mai prima.
Tra gag comiche a volte efficaci a volte no e scherzi quasi da caserma, si intrecciano storie d’amore che nascono tra i sorveglianti/animatori, incidenti di percorso, giochi di squadra non sempre ben riusciti e molto altro.
Al termine dei 40 giorni, quando sarà il tempo di fare le valigie e di tirare un bilancio, molte cose saranno cambiate grazie a quella esperienza un po’ strampalata ma genuina, sia nei giovani ospiti del campeggio, sia tra i più grandi animatori.
Pellicola a tratti divertente in grado di far passare un’ora e mezza in allegria e spensieratezza.
Per gli amanti del genere però ad essere sinceri non è certo una delle più riuscite, mancando un po’ di ritmo, ma è comunque abbastanza godibile se affrontato senza esagerate aspettative.
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