daniele'80
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lunedì 20 giugno 2005
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i registi 'intelligenti'(speranza)
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Ferzan Ozpetek,regista di nazionalità turca ma di adozione italiana(romana per l'esattezza)alla terza prova cinematografica centra il bersaglio in pieno e firma un capolavoro.Partiamo dall'inizio,cioè dal titolo e dalla locandina del film.Il titolo già contiene un riferimento culturale notevole,in questo caso artistico:'Le fate ignoranti' è un noto affresco di Rene Magritte,uno dei maestri del Surrealismo e identifica quelle fate capaci di magie delle quali a loro sfugge il senso.Probabilmente il regista ha voluto dare risalto proprio al titolo del quadro perchè è proprio questo il motore e il cuore della vicenda:Antonia,rimasta vedova,trova sul retro di un dipinto una dedica d'amore indirizzata al defunto.
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Ferzan Ozpetek,regista di nazionalità turca ma di adozione italiana(romana per l'esattezza)alla terza prova cinematografica centra il bersaglio in pieno e firma un capolavoro.Partiamo dall'inizio,cioè dal titolo e dalla locandina del film.Il titolo già contiene un riferimento culturale notevole,in questo caso artistico:'Le fate ignoranti' è un noto affresco di Rene Magritte,uno dei maestri del Surrealismo e identifica quelle fate capaci di magie delle quali a loro sfugge il senso.Probabilmente il regista ha voluto dare risalto proprio al titolo del quadro perchè è proprio questo il motore e il cuore della vicenda:Antonia,rimasta vedova,trova sul retro di un dipinto una dedica d'amore indirizzata al defunto.Spinta dallo sconcerto,dalla curiosità e dalla rabbia di conoscere chi fosse l'amante del consorte,intraprenderà un viaggio in un mondo sconosciuto che la aiuterà a ritrovare sè stessa e a capire meglio chi fosse suo marito...e naturalmente il tema del quadro è ripreso anche dalla locandina che rappresenta su uno sfondo rosso le sagome stilizzate di tre corpi intrecciati,simbolo del legame indissolubile che lega i due uomini e la donna,nel bene e nel male.Il soggetto è uno spunto molto interessante e originale ed è sorrettto da una scenggiatura praticamente perfetta che alterna sapientemente momenti drammatici e tristi ad altri più divertenti,teneri,malinconici.Il tutto è servito da una magistrale interpretazione veramente valida ed efficace;Margherita Buy è bravissima nel rappresentare i vari stati d'animo della protagonista:il dolore,la rabbia,lo stupore,l'incredulità ed anche una certa repulsione ed un senso di fastidio per l'amara scoperta vengono lentamente ma inesorabilmente sostituiti dalla curiosità,dalla tenerezza,dall'interesse e dall'affetto(in un caso forse anche dall'amore...)per questo campionario di varia umanità con la quale entra in contatto.Nulla viene mai dichiarato esplicitamente anche se i sentimenti e le emozioni sono resi in modo molto efficace davanti agli occhi dello spettatore grazie a gesti,sguardi e brevi frasi lapidarie ed incisive che già dicono tutto('Massimo non aveva un amante,aveva un mondo intero...).Merito di un regista discreto,sensibile e partecipe:bellissima la sequenza che ci mostra Antonia che cammina per le strade del quartiere trasteverino con in mano il quadro,quasi il regista volesse accompagnarci per mano all'interno del nuovo mondo...
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[+] d'accordo quasi su tutto
(di samuele siani)
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daniele'80
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lunedì 20 giugno 2005
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i registi 'intelligenti'(speranza)-parte 2-
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Merito di un regista che non dice e soprattutto non mostra nulla più del necessario:si limita semplicemente a suggerire percorsi e interpretazioni possibili che poi lo spettatore rielaborerà autonomamente.Accanto alla storia principale incentrata sull'ambiguo rapporto fra Michele,Antonia e il marito di lei si muovono tutta una serie di micro-storie,di micro-drammi che vengono presentati,sviluppati e risolti velocemente ma efficacemente.E' un film davvero emozionante valorizzato anche da una perfetta ambientazione(una calda e afosa Roma trasteverina)e da una colonna sonora di altissimo livello:musiche orientali molto evocative la fanno da padrone accanto ad un mambo che scorre sulle immagini di una memorabile scena al supermercato;e poi non possiamo non citare la (in)dimenticata e indimenticabile 'Cocktail d'amore',successo della compianta Stefania Rotolo(ormai diventata a tutti gli effetti icona-gay.
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Merito di un regista che non dice e soprattutto non mostra nulla più del necessario:si limita semplicemente a suggerire percorsi e interpretazioni possibili che poi lo spettatore rielaborerà autonomamente.Accanto alla storia principale incentrata sull'ambiguo rapporto fra Michele,Antonia e il marito di lei si muovono tutta una serie di micro-storie,di micro-drammi che vengono presentati,sviluppati e risolti velocemente ma efficacemente.E' un film davvero emozionante valorizzato anche da una perfetta ambientazione(una calda e afosa Roma trasteverina)e da una colonna sonora di altissimo livello:musiche orientali molto evocative la fanno da padrone accanto ad un mambo che scorre sulle immagini di una memorabile scena al supermercato;e poi non possiamo non citare la (in)dimenticata e indimenticabile 'Cocktail d'amore',successo della compianta Stefania Rotolo(ormai diventata a tutti gli effetti icona-gay...altro che Paola&Chiara...)e la struggente 'Grazie alla vita' dell'altrettanto compianta Gabriella Ferri.Davvero non riesco a trovare difetti a un film perfetto:e anche se ne avesse,i pregi li compenserebbero tutti.Bellissimo il finale aperto abbastanza da non lasciare alcun dubbio agli spettatori:lui crede erroneamente che lei parta per Amsterdam e non sa che invece lei parte da sola e probabilmente concederà una meritata vacanza a sè e al bimbo che porta in grembo.Sequenza finale da antologia:lei all'aeroporto apre la borsa per prendere il passaporto e trova il ciondolo che le ha regalato la mamma(interpretata da una rediviva Erica Blanc di una bellezza e di una bravura sconvolgenti);lui,intanto a casa pensa a lei,lascia cadere un bicchiere che non si rompe(attenzione a questo particolare che è la chiave di lettura del finale!)...e quindi c'è ancora speranza per un futuro migliore.Il film si chiude qui:sulle note della splendida 'Due destini' dei Tiromancino partono i titoli di coda che mostrano alcune immagini del making of del film alternate ad immagini del cast al gay-pride.Il film,uscito il 2 marzo del 2001 ha riscosso un grande quanto inaspettato successo di critica e di pubblico rimanendo nelle sale per quasi tutta l'estate e incassando oltre venti miliardi delle vecchie lire.Ai David di Donatello di quell'anno è stato penalizzato perchè si è trovato di fronte gli altri due 'colossi' italiani dell'anno,'L'ultimo bacio' di Muccino e 'La stanza del figlio'di Moretti,che rastrellarono tutti i premi.(Continua...)
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gattorosso
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lunedì 19 febbraio 2007
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un film su sentimenti rari
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Ho rivisto di recente Le fate ignoranti (LFI) e devo dire che ogni volta l'impressione è sempre migliore. LFI è uno di quei film che potremmo definire un classico o un cult e che potremmo rivedere più volte senza mai annoiarci. Il segreto è che vedendo il film si entra a far parte di quella famiglia allargata colorata ed eterogenea che Ozpetek rappresenta nelle tipiche scene sulla terrazza. Ci si vuole tutti bene, ci si supporta nei momenti difficili, si ride, si canta si balla si piange si scherza assieme. E' una situzione ideale in cui tutti vorremmo trovarci. Perchè al di là delle differenze di genere e di orientamento sessuale, LFI ci parla dell'amicizia, della solidarietà e dell'amore. Sentimenti rari al giorno d'oggi.
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Ho rivisto di recente Le fate ignoranti (LFI) e devo dire che ogni volta l'impressione è sempre migliore. LFI è uno di quei film che potremmo definire un classico o un cult e che potremmo rivedere più volte senza mai annoiarci. Il segreto è che vedendo il film si entra a far parte di quella famiglia allargata colorata ed eterogenea che Ozpetek rappresenta nelle tipiche scene sulla terrazza. Ci si vuole tutti bene, ci si supporta nei momenti difficili, si ride, si canta si balla si piange si scherza assieme. E' una situzione ideale in cui tutti vorremmo trovarci. Perchè al di là delle differenze di genere e di orientamento sessuale, LFI ci parla dell'amicizia, della solidarietà e dell'amore. Sentimenti rari al giorno d'oggi.
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gianni lucini
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martedì 27 settembre 2011
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un quadro e un poeta
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Un quadro intitolato “La fata ignorante” esiste davvero. L’ha dipinto René Magritte, il pittore belga considerato uno dei principali esponenti del surrealismo. Il quadro che si vede nel film e che dà inizio alle peregrinazioni di Antonia viene attribuito dalla sceneggiatura a Joseph Lanti, un autore inesistente inventato dalla fervida fantasia di Gianni Romoli. In realtà è stato dipinto dal regista Ferzan Ozpetek ai tempi del liceo. Nel film, però, compare davvero l’immagine di un’opera di Magritte. Accade quando Antonia riflette sull’attrazione che prova per Michele e nella sua mente si forma l’immagine vivida della grande rosa rossa dipinta dal pittore belga nel quadro "Le tombeau des lutteurs" ("La tomba dei lottatori").
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Un quadro intitolato “La fata ignorante” esiste davvero. L’ha dipinto René Magritte, il pittore belga considerato uno dei principali esponenti del surrealismo. Il quadro che si vede nel film e che dà inizio alle peregrinazioni di Antonia viene attribuito dalla sceneggiatura a Joseph Lanti, un autore inesistente inventato dalla fervida fantasia di Gianni Romoli. In realtà è stato dipinto dal regista Ferzan Ozpetek ai tempi del liceo. Nel film, però, compare davvero l’immagine di un’opera di Magritte. Accade quando Antonia riflette sull’attrazione che prova per Michele e nella sua mente si forma l’immagine vivida della grande rosa rossa dipinta dal pittore belga nel quadro "Le tombeau des lutteurs" ("La tomba dei lottatori"). Nel film Massimo e Michele si innamorano cercando un libro del poeta Nazim Hikmet e anche la fine dell’ostilità tra Michele e Antonia è in qualche modo favorita dalla comune passione per il poeta turco. Ma chi è davvero Nazim Hikmet? Nato a Salonicco nel 1902, anche se qualche biografia sostiene anticipa l’anno della sua nascita al 1901. Amico di Neruda, allievo di Majakovkij, marxista, denuncia il genocidio armeno. Tenace oppositore del regime instaurato nella sua patria da Kemal Ataturk, nel 1938 viene condannato a ventotto anni di carcere per aver letto un poema proibito ai cadetti della marina. Nel 1949 è ancora in carcere nonostante gli appelli alla sua liberazione firmati da migliaia di intellettuali e promossi da personaggi come Sartre e Picasso. Liberato nel 1950 è minacciato di morte e costretto a vagare per l’Europa mentre il suo paese gli revoca la cittadinanza. Muore esule a Mosca nel 1963.
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daniele'80
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lunedì 20 giugno 2005
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i registi 'intelligenti'(speranza)-parte 3-
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Poco importa:il grande Ferzan si sarebbe rifatto ampiamente due anni dopo con l'altrettanto fortunato e ispirato 'La finestra di fronte'.Molto bene.Questo è il vero cinema italiano:sincero,originale,ispirato,coraggioso,ben diretto,ben interpretato e chi più ne ha,più ne metta.Ottimo.Voto:Nove. P.S.Lo stile grafico della locandina del film riprende molto da vicino quella di 'Carne Tremula' di Almodovar;a questo stile si sarebbe ispirata solo un anno dopo anche la Comencini per la locandina de 'Il più bel giorno della mia vita',anche questo uno dei più bei film italiani degli ultimi anni.
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aristoteles
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domenica 3 gennaio 2016
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la terrazza più frizzante del mondo.
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Ho visto quasi tutti i film di Ozpetek e questo è sicuramente uno dei migliori,personalmente quello che ho apprezzato di più.
Il regista sforna uno prodotto di grande eleganza e raffinatezza.
È vero che Ferzan in ogni sua pellicola ci "piazza" la tragedia di fondo (in questo caso un incidente stradale con doppio rimbalzo della vittima) e omosessuali (qui in abbondanza) però questo è il caso in cui utilizza ambedue le consuetudini con intelligenza e maestria.
Senza l'incidente la borghese Antonia (bravissima Buy) non avrebbe scoperto la vita parallela del marito e sopratutto senza gay quella terrazza non sarebbe cosi' colorata,divertente,affascinante, piena di vita.
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Ho visto quasi tutti i film di Ozpetek e questo è sicuramente uno dei migliori,personalmente quello che ho apprezzato di più.
Il regista sforna uno prodotto di grande eleganza e raffinatezza.
È vero che Ferzan in ogni sua pellicola ci "piazza" la tragedia di fondo (in questo caso un incidente stradale con doppio rimbalzo della vittima) e omosessuali (qui in abbondanza) però questo è il caso in cui utilizza ambedue le consuetudini con intelligenza e maestria.
Senza l'incidente la borghese Antonia (bravissima Buy) non avrebbe scoperto la vita parallela del marito e sopratutto senza gay quella terrazza non sarebbe cosi' colorata,divertente,affascinante, piena di vita.
Un film intelligente, contro le ottusità e il bigottismo accompagnato dal più vero dei sentimenti che non è l'amore ma piuttosto l'amicizia.
Tutto il cast a livelli soddisfacenti,con Stefano Accorsi "Stronza" al punto giusto ma che condivide Antonia un profondo dolore.
Se non l'avete mai visto,dovreste rimediare.
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nino p.
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domenica 8 marzo 2009
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uno difficile spaccato di vita
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Ozpetek a suo modo si può, senza dubbio, definire un regista rivoluzionario di questi ultimi anni di Cinema italiano, capace cioè di analizzare certa realtà sociale e di mostrarcela sullo schermo con arte, direi genuinamente artigianale. Al Cinema non si va solo per distrarsi e per ridere, ma anche per riflettere su certi spaccati di vita che magari nella nostra vita quotidiana non possiamo o non vogliamo notare. Il film in questione è semplicemente un atto di poesia allo stato puro, uno specchio di una società arrivista, perfezionista eppure in certe sue profonde insenature piena di screpolature o di problematiche esistenziali spesso lasciate morire in se stesse.
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giuliana li vigni
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giovedì 28 luglio 2016
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i 2 volti del dolore comune
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Ferzan Ozpetek non si smentisce e non delude mai, neppure quello minore (sempreché esista).
Dietro l'incontro fra le due persone acomunate dall'amore per lo stesso uomo dalla doppia personalità, Antonia etero e Michele omosessuale, si nascode un microcosmo di disperazione e sofferenza fisica e morale, a cui Antonia si avvicina titubante ma in realtà molto, ma molto più forte di tutti loro.
E' l'unica ad uscirne, forse temporaneamente, ma in realtà rafforzata profondamente lasciando alcuni di loro, Michele in testa , destabilizzati sia nei loro sentimenti sia per ciò che concerne la loro vera identità psico-sessuale con tutta la soffernza che per loro ne consegue.
Emir, di cui uno dei ragazzi gay si innamora a tal punto da voler condividere con lui tutto ache il rischio dell'AIDS, si invaghisce di lei e Michele, nell'ultima inquadratura, resta solo e sconsolato per avere perso il suo punto d'appoggio con cui ha scoperto un feeling che travalica qualsiasi identità sessuale ed il suo sorriso è indice di un doloroso interrogativo.
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Ferzan Ozpetek non si smentisce e non delude mai, neppure quello minore (sempreché esista).
Dietro l'incontro fra le due persone acomunate dall'amore per lo stesso uomo dalla doppia personalità, Antonia etero e Michele omosessuale, si nascode un microcosmo di disperazione e sofferenza fisica e morale, a cui Antonia si avvicina titubante ma in realtà molto, ma molto più forte di tutti loro.
E' l'unica ad uscirne, forse temporaneamente, ma in realtà rafforzata profondamente lasciando alcuni di loro, Michele in testa , destabilizzati sia nei loro sentimenti sia per ciò che concerne la loro vera identità psico-sessuale con tutta la soffernza che per loro ne consegue.
Emir, di cui uno dei ragazzi gay si innamora a tal punto da voler condividere con lui tutto ache il rischio dell'AIDS, si invaghisce di lei e Michele, nell'ultima inquadratura, resta solo e sconsolato per avere perso il suo punto d'appoggio con cui ha scoperto un feeling che travalica qualsiasi identità sessuale ed il suo sorriso è indice di un doloroso interrogativo...
Trovo questo film una grande radiografia dei sentimenti e dei turbamenti umani
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greatsteven
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lunedì 30 ottobre 2017
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la coppia buy-accorsi è d'una stupenda naturalezza
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LE FATE IGNORANTI (IT, 2001) diretto da FERZAN OZPETEK. Interpretato da MARGHERITA BUY, STEFANO ACCORSI, GABRIEL GARKO, ERIKA BLANC, ANDREA RENZI, SERRA YILMAZ, FILIPPO NIGRO
Antonia e Massimo sono sposati da quindici anni e si possono definire con assolutezza una coppia felice della borghesia romana. Ma un giorno accade l’irreparabile: Massimo rimane vittima di un incidente stradale mentre sta per rispondere al cellulare squillante e muore. Sconvolta e sconfortata, Antonia si rinchiude nel suo dolore e non riesce a riprendersi, e l’aver in casa una madre invadente e oppressiva e Nora, una cameriera filippina che tappezza la villa sua e del defunto marito di santini e immagini religiose in ricordo del padrone morto, non le sono certo di aiuto.
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LE FATE IGNORANTI (IT, 2001) diretto da FERZAN OZPETEK. Interpretato da MARGHERITA BUY, STEFANO ACCORSI, GABRIEL GARKO, ERIKA BLANC, ANDREA RENZI, SERRA YILMAZ, FILIPPO NIGRO
Antonia e Massimo sono sposati da quindici anni e si possono definire con assolutezza una coppia felice della borghesia romana. Ma un giorno accade l’irreparabile: Massimo rimane vittima di un incidente stradale mentre sta per rispondere al cellulare squillante e muore. Sconvolta e sconfortata, Antonia si rinchiude nel suo dolore e non riesce a riprendersi, e l’aver in casa una madre invadente e oppressiva e Nora, una cameriera filippina che tappezza la villa sua e del defunto marito di santini e immagini religiose in ricordo del padrone morto, non le sono certo di aiuto. Finché Antonia, che di professione fa il medico, non scopre, in un cassetto della casa, un incartamento contenente un quadro denominato La fata ignorante, dietro al quale v’è una dedica che fa capire alla donna che il consorte aveva un amante. Scartabellando fra i suoi documenti, Antonia scopre l’indirizzo a cui abita l’amante del marito scomparso, e viene a sapere che di cognome la persona da lei cercata si chiama Mariani, e per lei è logico pensare che si tratti di una signora, o signorina, Mariani. Ma Mariani è in realtà un uomo, Michele, che dorme di giorno per lavorare di notte ai mercati generali nella sezione ortofrutticola. La prima reazione della dottoressa, nuovamente disillusa e incattivita, è di rabbia, ma in seguito per lei si apre un mondo dapprima sconosciuto: entra a far parte della comunità multirazziale e polisessuale di cui era membro il suo stesso marito e di cui naturalmente è membro pure Michele, formata non soltanto da gay. Antonia, agiata borghese e laureata in medicina, conosce persone che non avrebbe mai lontanamente immaginato di poter incontrare e cresce a livello interiore e sentimentale, instaurando con Michele in particolare un difficoltoso e travagliato rapporto che non si tramuterà mai in amore, ma gioverà ad entrambi per conquistarsi a vicenda e a fatica una stima reciproca. Infine, dietro invito di un componente israeliano della comunità, Emir, Antonia annuncia ai nuovi amici che parte per Amsterdam con lui, ma in realtà serba con Emir il segreto che, in Olanda, ci va sola. È un film profondo e malinconico, ma non triste e che soprattutto non induce a rese di nessuna sorta: espone i suoi migliori significati abbattendo i baluardi dei pregiudizi e specialmente senza esprimere giudizi né positivi né negativi sull’omosessualità e altre forme di diversità da una società che emargina i "diversi", costretti ad una vita ritirata ma orgogliosi del fato di essere speciali. È, sopra ogni cosa, un film di attori: l’accoppiata Buy-Accorsi, apparentemente così improbabile ed inefficace, dà alla pellicola l’acqua della vita, con la prima che trova un modo suadente ed efficiente nel superare il dolore ed elaborare il suo terrificante lutto e il secondo che vede minarsi dal di dentro le sue certezze in argomento sessuale. Quanto alla Buy, alla faccia di tutti i suoi detrattori che le rimproverano di interpretare da più di vent’anni lo stesso personaggio, la troviamo qui decisamente maturata dai tempi di Maledetto il giorno che t’ho incontrato (Carlo Verdone, 1991) e capace di sostenere la prova drammatica che sta con costanza sul filo del rasoio di una vedova che riscopre la gioia di vivere accogliendo dentro di sé un bagaglio di conoscenze fondamentali di cui capisce pian piano l’importanza benefica e sollevatrice. Accorsi, dal canto suo, reduce dal bel Radiofreccia (Luciano Ligabue, 1998), offre una perfomance eccellente inventandosi un personaggio anticonformista ma non sicuro al 100% della natura che si illude di conoscere fin dalle radici primordiali, imparando molte più cose su sé stesso dal raffronto con la donna con cui divideva il compagno per lui e il marito per lei. Ma anche al resto del cast non vanno risparmiate lodi debite e significative: G. Garko interpreta sotto le righe Ernesto, l’omosessuale costretto a letto con la flebo perché infetto dal virus HIV e convinto che il suo fidanzato Emanuele sia ancora vivo e lo abbia spudoratamente abbandonato, quando in realtà i suoi amici, per risparmiargli una sofferenza, gli tengono celata al sua morte, risalente all’anno prima; S. Yilmaz, l’amministratrice turca in sovrappeso del condominio in cui vive la comunità al completo, donna di mondo, pragmatica e dotata di un’intelligenza rozza ma al tempo stesso perspicace; F. Nigro, lasciato un po’ troppo in disparte, nelle vesti di Riccardo, l’impiegato d’ufficio anch’egli gay; ed E. Blanc nel ruolo di Veronica, il transgender che è diventato da uomo donna e che vuole, senza troppa convinzione, tornare al suo paesino natale per avvertire i suoi genitori, ancora ignari dell’operazione chirurgica che ha fatto cambiar sesso al figlio. Ozpetek dirige il traffico abbinando con calma sapienza i contributi tecnici a quelli artistici e sortendo come esito un’opera drammatica che non genera tensione e non fornisce risposte alle numerose domande che pone su temi di rilevanza implacabile, ma racconta una storia di perdizione, riavvicinamento e riscossa che costituisce probabilmente il primo esempio, nel cinema italiano, di una pellicola che affronta una materia narrativa così delicata e scottante con un cipiglio straordinariamente pacato, lucido, veritiero e scevro di qualsiasi manierismo. Il leitmotiv ricorrente, come si evince già verso la metà della proiezione, è il segreto nascosto e mai svelato, o meglio, svelato con eccessivo ritardo, ma c’è anche il paragone metaforico del bicchiere che, se cade di mano durante un brindisi o mentre si sta sorseggiando una bevanda, si rompe, vuol dire che un’amicizia o un amore si infrange. Quando casca di mano a Michele, rotola per terra senza rompersi, mentre lui pensa ad Antonia che sta per imbarcarsi all’aeroporto sul velivolo diretto ad Amsterdam. Chi ha orecchie per intendere, intenda: o sarebbe meglio asserire, in questo caso, chi ha occhi per vedere, veda, oppure, chi ha cuore per comprendere, comprenda? La nostalgia ivi presente è ben bilanciata da una manciata consistente di pathos travolgente e da un clima che tiene in modo continuativo l’intero cast sotto una coltre di parca freddezza per consentire ad ognuno di tirar fuori da sé il meglio in un coacervo di interpretazioni che completano un quadro davvero ammirevole, capace di veicolare una morale alla portata quantomeno degli spettatori più sensibili, ma comunque in grado anche di intenerire i cuori più coriacei e alieni alle emozioni perché fa subito capire la sua natura di panegirico, fortunatamente non indiscriminato né reiterato, della natura umana nelle sue sfumature meno comuni e più autentiche, vitali, eccelse e catalizzatrici. Centodieci minuti di umanità che viene profusa al pubblico a piene mani senza il bisogno di ricorrere a ricattarlo con sensazioni falsate, il che rende merito ad Ozpetek e gli permette una definitiva consacrazione con Le fate ignoranti, un punto d’arrivo cui nel corso degli anni, come abbiamo visto, il regista straniero lavorante in Italia ritornerà coi suoi opus successivi affidando poco a poco il suo talento fuori dall’ordinario, come fuori dall’ordinarietà sono anche i personaggi curiosi e adorabili che il film in questione narra lasciando a ciascuno uno spazio espressivo che ne esalta la personalità più genuina.
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emanuele r.
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lunedì 29 agosto 2016
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film davvero eccellente
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Una donna sposata perde il marito, investito da un'auto, così cade in depressione. Dopo il ritrovamento di un dipinto che gli apparteneva, comincia a sospettare che egli avesse un'amante segreta, ma quando va all'indirizzo scritto, non vede ciò che si aspettava, così farà amicizia con chi non si sarebbe mai aspettata di incontrare. Davvero un ottimo film, con grandi emozioni e che tratta diverse tematiche, in chiave ironica e non solo, con un pizzico di fantasia e di serietà. I personaggi hanno delle caratterizzazioni ben articolate, ognuno con la sua storia. Davvero un bel film per raccontare un universo nascosto, ma che esiste da sempre.
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