alejazz
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mercoledì 6 febbraio 2019
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l’omosessualità sempre più argomento di attualità
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Antonia (M. Buy) e Massimo sono una coppia, senza figli per scelta, che anche dopo anni rivivono i momenti del loro corteggiamento e del loro amore. Purtroppo una fatalità porta Massimo via da Antonia; ella rovistando tra gli oggetti lasciati da Massimo rinviene un quadro, “La fata ignorante”, e mentre lo conserva scopre una dedica fatta da qualcuno…proprio a Massimo (una donna? una conoscente? un’amante?).
Per Antonia parte quindi la ricerca per capire di chi si tratta.
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Antonia (M. Buy) e Massimo sono una coppia, senza figli per scelta, che anche dopo anni rivivono i momenti del loro corteggiamento e del loro amore. Purtroppo una fatalità porta Massimo via da Antonia; ella rovistando tra gli oggetti lasciati da Massimo rinviene un quadro, “La fata ignorante”, e mentre lo conserva scopre una dedica fatta da qualcuno…proprio a Massimo (una donna? una conoscente? un’amante?).
Per Antonia parte quindi la ricerca per capire di chi si tratta. Dopo colloqui, incontri, ricerche scopre che la persona che ha fatto la dedica vive in un palazzo, popolare e abbastanza fatiscente, situato nel quartiere Ostiense di Roma.
L’amara scoperta per Antonia è di sapere che l’amante di Massimo è….Michele (S. Accorsi); un uomo omosessuale innamoratissimo di Massimo che vive le giornate con tanti amici suoi con gli stessi orientamenti sessuali. Tra loro c’è anche Ernesto (G. Garko) che purtroppo è allettato causa vittima dell’HIV.
Alla fine Antonia e Michele erano coloro che amavano fortemente Massimo; se all’inizio c’è dell’astio tra loro (soprattutto da parte di Michele che ha dovuto vivere di nascosto, il rapporto tra i due si addolcisce a tal punto che Antonia è presente ai lunghi e popolosi pranzi a casa di Michele. Inoltre tra loro scatta qualcosa che porterà a scambiarsi effusioni e qualche bacio.
Ozpetek realizza un ottimo lavoro con “Le fate ingoranti”. Riesce ad affrontare un tema che oramai ai giorni nostri sta diventando sempre più attuale e lo fa magistralmente e con particolare bravura. Innanzitutto buona la scelta di Accorsi e Buy come coppia per governare la maggior parte dei dialoghi. Da un lato ho capito che Accorsi sa essere un attore bravo e completo perché oramai riesce a recitare qualsiasi ruolo sempre ad alto livello; dall’altro c’è Buy che con le sue interpretazioni ci ha abituato a vedere un personaggio che si sente forte ma è debole. Si tratta di una sua particolarità che può diventare scontata ma la rende unica e perfetta per questi personaggi dove l’introspezione psicologica influenza il personaggio.
Cosa mi è piaciuto:
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colonna sonora
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scelta cast
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interpretazione dei 2 protagonisti
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trama e soggetto
Cosa non mi è piaciuto:
Consigliata la visione a pubblico con 16+
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al
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martedì 15 maggio 2001
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i gay sono più normali di noi?
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Gran bel film, piacevole, profondo senza annoiare e allegro senza diventare banale. Dopo la scoperta della omosessualità latente (ne Il bagno turco) questa volta il regista vuole mostrarci come i gay amino, soffrano e si divertano come e meglio degli etero.
L'allegra comunità omo della terrazza romana, anche tra i suoi drammi e i suoi problemi, rende grigia e squallida la vita nella villa sul fiume della coppia borghese e ipocrita.
Visto come si è rischiato con Rutelli a Roma l'anno scorso (minacce di far saltare il Gay Pride 2 settimane prima) va pure bene, ma il prete col collare bianco alla cena con chitarra se lo poteva risparmiare, avremmo capito lo stesso…
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tiberiano
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mercoledì 11 marzo 2009
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una fiaba gay popolar-borghese
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Film riuscito a livello di cassetta, che ha consacrato Ozpetek come un astro nascente dei registi italiani (per adozione). Poco convincente, quasi disneyano, lo spaccato sociale della corte dei miracoli 'rainbow' della Garbatella ante-Cesaroni (girava la voce che fosse il quartire gay di Roma...ma dove ?), poco realistica la parabola della vedova che si innamora dell'amante gay del marito morto (e qui Povia taceva ancora a proposito di 'Luca', ma tant'è...), tutt'altro che rivoluzionario, anzi politically correct (la coppia gay finisce già all'inizio del film...ovvero: è una cosa che 'non può durare,' il messaggio è sottinteso, per questo è piaciuto anche agli etero).
Ozpetek non è certamente un maestro dell'eros, nè un regista 'arrabbiato ed impegnato'.
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Film riuscito a livello di cassetta, che ha consacrato Ozpetek come un astro nascente dei registi italiani (per adozione). Poco convincente, quasi disneyano, lo spaccato sociale della corte dei miracoli 'rainbow' della Garbatella ante-Cesaroni (girava la voce che fosse il quartire gay di Roma...ma dove ?), poco realistica la parabola della vedova che si innamora dell'amante gay del marito morto (e qui Povia taceva ancora a proposito di 'Luca', ma tant'è...), tutt'altro che rivoluzionario, anzi politically correct (la coppia gay finisce già all'inizio del film...ovvero: è una cosa che 'non può durare,' il messaggio è sottinteso, per questo è piaciuto anche agli etero).
Ozpetek non è certamente un maestro dell'eros, nè un regista 'arrabbiato ed impegnato'. Il film è una fiaba gay, nazional-popolare. I gay ricchi ma infelici li ritroveremo in 'Saturno contro', dove manco a dirlo, anche lì la coppia gay dura poco...
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