Alessandra Levantesi
La Stampa
Non capita tutti i giorni di vedere un film di produzione italiana parlato in turco e ambientato a cavallo del Novecento in Anatolia. Ma non è solo per questo che Il derviscio, terza e ultima pellicola nostrana in concorso al Festival, ha suscitato grande interesse. A ispirare l'intensa opera prima di Alberto Rondalli, regista di teatro e autore di un premiato mediometraggio Quam Mirabilis (1993), c’è un bellissimo romanzo, Il derviscio e la morte del bosniaco Mesa Selimovic (1910-1982), edito da Baldini & Castoldi: dove il protagonista Ahmed Nurettin, capo (sceicco) della comunità derviscia (setta religiosa musulmana di tendenza mistica) di una provincia dell'Impero Ottomano, ripercorre la propria parabola dalla luce alle tenebre, dalla fede al dubbio, dalla padronanza di sé all'autodistruzione. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2674 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 12 Agosto 2001