Crimini invisibili

Un film di Wim Wenders. Con Bill Pullman, Andie MacDowell, Loren Dean, Gabriel Byrne, Traci Lind.
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Titolo originale The End of Violence. Drammatico, durata 120 min. - Francia, Germania 1997. - C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione uscita venerdì 27 febbraio 1998.
   
   
   

LA FINE DELLA VIOLENZA E L'INIZIO DEI CRIMINI Valutazione 4 stelle su cinque

di fedeleto


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giovedì 5 gennaio 2012

In una america dedita alla sorveglianza piu' stretta attraverso delle telecamere,un produttore va avanti con solo film di violenza.Un giorno quando viene rapito ,si salva rimanendo vittima dell'assassinio dei due sequestratori.La moglie lo lascera' e intanto un suo amico che potrebbe toglierlo dai guai viene ucciso.Ma quale meccaniscmo oscuro c'e' dietro tutto questo?un poliziotto prova a conoscere la situazione ma non servira',la risposta sta in un meccanismo che vuole controllare la violenza adottando un sistema totale di sorveglianza con delle telecamere in tutte le citta' e chi si oppone muore.Wim Wenders(paris texas,il cielo sopra berlino,libson story) torna con una pellicola discutibile e interessante.Il concetto e' quello della violenza come imposizione e come risposta al potere,il produttore che poi cambia vita e diventa povero e' un concetto chiaro nel quale il cinema dovrebbe abbandonare il dio denaro e conoscere la spontaneita' delle cose (messaggio chiaro nella filmografia wendersiana del viaggio-identita')o meglio proprio lo stato delle cose(citando un suo film).Pertanto il film come era gia' accaduto in PPUNTI DI VIAGGIO SU MODA E CITTA',viene ripèreso come un film dentro un film ,l'attrice dice mi state riprendendo? quando inizia il cinema e finisce il cinema?tutto quello che accade e' una condizione ,una scelta,la moglie del produttore e' una donna perduta che cerca di rpendere il posto di suo marito,uno spazio da riempire pronto per lei,perche' in ogni abbandono c'e' una ripresa,e cosi e' il cinema americano,fine a se stesso e chiuso in un covile di violenza che sembra l'unico mezzo per far soldi,ma la violenza anche e' patrimonio del cinema e non della realta',le persone vengono filmate come attori e questo film nel film diventa un esempio di come le nostre azioni vengano in realta' confuse con il cinema ,l'uomo nello schermo e' sempre un attore.Messaggio cinico e nichilista sul futuro del cinema americano ,un Wenders in forma che come sempre firma una pellicola ottima.

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