pc117
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lunedì 12 febbraio 2007
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il più grande film demenziale di tutti i tempi!
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Io non amo i film comici: é difficile che qualcuno al cinema mi faccia ridere, ma questo.....QUESTO.....E' un film "abqualcosa"!
Il genio di una coppia che poi ho DOVUTO seguire in altri lavori (wilder/feldman) perché hanno un rapporto innato di comicità esplosiva. E' stato il mio primo (e unico, poiché "il fratello più furbo di Sherlock Holmes" non l'ho trovato e gli sketch di Marty sono introvabili) film demenziale/comico nella mia vastissima videoteca, un must imperdibile per chi ama farsi stupire e, come me, stupirsi di ridere.
Una sceneggiatura ricca di doppi sensi e gag a raffica (davvero non si rimane UN secondo senza essere stimolati alla battuta ed al riso spontaneo) che ti lascia senza fiato e steso sul pavimento a piangere dalle risate, ma che sa guardare anche al disagio del diverso ed alla cecità della società che punta sempre il dito quando non prova a guardare al di là del proprio naso (Brooks é ebreo).
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Io non amo i film comici: é difficile che qualcuno al cinema mi faccia ridere, ma questo.....QUESTO.....E' un film "abqualcosa"!
Il genio di una coppia che poi ho DOVUTO seguire in altri lavori (wilder/feldman) perché hanno un rapporto innato di comicità esplosiva. E' stato il mio primo (e unico, poiché "il fratello più furbo di Sherlock Holmes" non l'ho trovato e gli sketch di Marty sono introvabili) film demenziale/comico nella mia vastissima videoteca, un must imperdibile per chi ama farsi stupire e, come me, stupirsi di ridere.
Una sceneggiatura ricca di doppi sensi e gag a raffica (davvero non si rimane UN secondo senza essere stimolati alla battuta ed al riso spontaneo) che ti lascia senza fiato e steso sul pavimento a piangere dalle risate, ma che sa guardare anche al disagio del diverso ed alla cecità della società che punta sempre il dito quando non prova a guardare al di là del proprio naso (Brooks é ebreo).
Ricordo che questo film poi ispirerà (da buon capostipite, d'altronde siamo di fronte alla creazione di un genere cinematografico) i fratelli Zucker e tutta una serie di film "demenziali", che però non potranno mai competere con l'originale, attraverso una serie di battute ormai celebri e fonte di rito tra chi, come me, ha rivisto FRANKESTEIN JUNIOR miliardi di volte......
Non posso che consigliarlo e cercare di fare in modo che sia nella videoteca di tutti. IMPERDIBILE.
ps
BLUCHER!
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shiningeyes
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venerdì 8 marzo 2013
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frankenstein in chiave comica
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Precisa rivisitazione del “Frankenstein” di James Whale, dove oltre a ripeterne le stesse tecniche (luci, colore, inquadrature) si aggiunge la componente comica, irrinunciabile per Mel Brooks.
La componente comica non prende il sopravvento, anzi, è un aggiunta geniale: le atmosfere tenebrose e ansiose della storia si mischiano con le gag, creando un contrasto dal gusto prelibatissimo e sdrammatizzante; senza contare che, l'ottima regia di Brooks lo eleva dallo status di semplice film parodia, data l'alta qualità delle inquadrature suggestive.
Sul lato del ridere poi, posso dire che non si fa quasi altro nel film, tra i nitriti di paura del cavallo al sentire il nome di Frau Blucher, tra le scemenze di Aigor e tutte le scene del castello e del mostro che si aggira per il paese.
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Precisa rivisitazione del “Frankenstein” di James Whale, dove oltre a ripeterne le stesse tecniche (luci, colore, inquadrature) si aggiunge la componente comica, irrinunciabile per Mel Brooks.
La componente comica non prende il sopravvento, anzi, è un aggiunta geniale: le atmosfere tenebrose e ansiose della storia si mischiano con le gag, creando un contrasto dal gusto prelibatissimo e sdrammatizzante; senza contare che, l'ottima regia di Brooks lo eleva dallo status di semplice film parodia, data l'alta qualità delle inquadrature suggestive.
Sul lato del ridere poi, posso dire che non si fa quasi altro nel film, tra i nitriti di paura del cavallo al sentire il nome di Frau Blucher, tra le scemenze di Aigor e tutte le scene del castello e del mostro che si aggira per il paese.
Gene Wilder e Marty Feldman sono i due veri mattatori del film, i due fanno insieme un'accoppiata vincente, dato l'esito esilarante dei loro dialoghi (in particolare l'equivoco sul cervello messo alla creatura) e delle stranezze dei due personaggi.
Una cosa che da fascino al personaggio di Frankenstein, reso tangibile dall'edizione italiana, è anche il suadente e isterico doppiaggio di Oreste Lionello, capace di dare più lati comici al personaggio.
Alla fine tutto si può dire men che non sia un film di alti livelli, dove l'ironia e la comicità valgono come punto di forza; e dopo quasi quarant'anni quest'opera, che rimembra gli anni 30', possiede una bellezza inalterata dal tempo.
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[+] molto più che una semplice parodia!
(di tom87)
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lady libro
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lunedì 27 dicembre 2010
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il più bel film comico del mondo!
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Questo film non è soltanto il capolavoro di Mel Brooks, ma è il capolavoro assoluto del cinema comico di tutto il mondo!
Le battute sono fresche, originali e mai troppo ripetitive, la volgarità è quasi impercettibile e inoltre ci si trova di fronte ad un cast di una bravura eccezionale: partiamo da Marty Feldman, il mitico, divertente e indimenticabile assistente gobbo di Frederick Frankenstein, che grazie al suo aspetto fisico e alle sue lodevoli capacità recitative vale tutto il film. Notevolissimo anche Gene Wilder (Frederick Frankenstein) più affascinante che mai, ricoprendo questo ruolo dà il massimo di sè, divertendo tutti quanti.
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Questo film non è soltanto il capolavoro di Mel Brooks, ma è il capolavoro assoluto del cinema comico di tutto il mondo!
Le battute sono fresche, originali e mai troppo ripetitive, la volgarità è quasi impercettibile e inoltre ci si trova di fronte ad un cast di una bravura eccezionale: partiamo da Marty Feldman, il mitico, divertente e indimenticabile assistente gobbo di Frederick Frankenstein, che grazie al suo aspetto fisico e alle sue lodevoli capacità recitative vale tutto il film. Notevolissimo anche Gene Wilder (Frederick Frankenstein) più affascinante che mai, ricoprendo questo ruolo dà il massimo di sè, divertendo tutti quanti.
Eccezionali anche Madeline Kahn, Cloris Leachman e Peter Boyle. Teri Garr non emerge in modo particolare, ma lascia comunque il segno grazie alla sua fantastica bellezza e prestanza.
Mel Brooks, con questo film, ha regalato un'altra perla alla collana del cinema mondiale.
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francesco
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sabato 3 giugno 2006
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frankenstei junior: dopo 30 anni sempre nuovo.
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Il nipote del famoso Barone Victor Von Frankenstein insegna neurologia nella facoltà di medicina e rinnega il lavoro del nonno, definendolo un visionario. Dopo una lezione gli viene consegnato il testamento del nonno, e questo lo spinge ad andare in Transilvania, nel vecchio castello di famiglia, dove la voce del sangue lo porterà a dare vita a una nuova "creatura" (in cui per errore innesta un cervello guasto) che fugge e terrorizza il circondario. Dopo un primo tentativo di civilizzarlo, tentativo fallito per colpa del fuoco e della folla ignorante, il giovane Frankenstein decide di giocare un'ultima carta: un'operazione in cui parte del suo cervello sarà traferito nella creatura, ma lo scambio è reciproco, cosicché il dottore si trova con un organo proporzionato alle dimensioni del mostro, con somma felicità della sua assistente e moglie.
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Il nipote del famoso Barone Victor Von Frankenstein insegna neurologia nella facoltà di medicina e rinnega il lavoro del nonno, definendolo un visionario. Dopo una lezione gli viene consegnato il testamento del nonno, e questo lo spinge ad andare in Transilvania, nel vecchio castello di famiglia, dove la voce del sangue lo porterà a dare vita a una nuova "creatura" (in cui per errore innesta un cervello guasto) che fugge e terrorizza il circondario. Dopo un primo tentativo di civilizzarlo, tentativo fallito per colpa del fuoco e della folla ignorante, il giovane Frankenstein decide di giocare un'ultima carta: un'operazione in cui parte del suo cervello sarà traferito nella creatura, ma lo scambio è reciproco, cosicché il dottore si trova con un organo proporzionato alle dimensioni del mostro, con somma felicità della sua assistente e moglie.
Un magnifico B/N per una parodia che è quasi una riscrittura. Fotografia da cineteca (spesso con scenografia del film originale), cast in piena forma e regista ispirato.
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nicolò
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sabato 2 giugno 2007
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più di una parodia del libro di mary shelley
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Il film che ha reso Mel Brooks (co-sceneggiatore con il protagonista Gene Wilder) re della parodia è più che altro una rivisitazioe, in chiave comico-grottesca, del capolavoro horror di Mary Shelley. Fotografato con un bellissimo e suggestivo bianconero e interpretato da attori bravissimi, "Frankenstein Junior" è una delle vette del suo genere, un'opera che evoca il riso intelligente, non demente, con battute memorabili - famosissima "Lupo ululà, castello ululì" inventata per l'edizione italiana - e quasi mai volgari. Inevitabile il confronto con i film successivi di Brooks che, purtroppo, non riusciranno mai a raggiungere lo stesso livello.
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parsifal
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giovedì 7 dicembre 2017
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ironia ed eleganza
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Mel Brooks, giunto al suo quarto lungometraggio, dopo una serie di esperimenti non del tutto riusciti, coadiuvato dalla mente e dalla penna di Gene Wilder, uno degli interpreti principali, mette in scena una elegante parodia di Frankestein di Mary Shelley, ispirandosi , oltre che al romanzo ,alla celeberrima versione cinematografica di J.Whale del 1931. Stilisticamente , rende omaggio al famoso lungometraggio ,adottandone gli stilemi visivi, scenografici ed addirittura con le stesse transizioni da una scena all'altra. LA cura per simili dettagli è quasi maniacale , ma condurrà il regista a sicuro successo. Per quanto riguarda la sceneggiatura, è ispirata al celeberrimo romanzo , ma viene stravolto in chiave parodistica , con elegante sarcasmo, tanto da divenire uno film comici più famosi del dopoguerra.
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Mel Brooks, giunto al suo quarto lungometraggio, dopo una serie di esperimenti non del tutto riusciti, coadiuvato dalla mente e dalla penna di Gene Wilder, uno degli interpreti principali, mette in scena una elegante parodia di Frankestein di Mary Shelley, ispirandosi , oltre che al romanzo ,alla celeberrima versione cinematografica di J.Whale del 1931. Stilisticamente , rende omaggio al famoso lungometraggio ,adottandone gli stilemi visivi, scenografici ed addirittura con le stesse transizioni da una scena all'altra. LA cura per simili dettagli è quasi maniacale , ma condurrà il regista a sicuro successo. Per quanto riguarda la sceneggiatura, è ispirata al celeberrimo romanzo , ma viene stravolto in chiave parodistica , con elegante sarcasmo, tanto da divenire uno film comici più famosi del dopoguerra. IL dottor Fredrerick von Frankestein, erede suo malgrado del barone Victor, riceve la notizia di aver ereditato i beni di famiglia. Dopo aver manifestato una certa riluttanza ( che viene mostrata in una scena memorabile, inspiegabilmente tagliata) si decide a raggiungere la terra dei suoi avi. Lì lo attende Igor, uno strepitoso ed ineguagliato Marty Feldman, assistente " ereditario" insieme ad Inga ( Teri Garr) svampita ma non troppo. Giunto al castello, il dottore fa conoscenza con Frau Blucher (C. Lachman), terrore dei cavalli , algida ed autoritaria . Si susseguono d'ora in poi una serie memorabile di gag, magnificamente interpretate da Gene e Marty, che lasciano lo spettatore senza fiato. Fredrerick giungerà non casualmente , ma per volontà di frau Blucher, alla biblioteca di suo nonno, dove rinverrà i suoi appunti segreti riguardanti gli esperimenti che lo fecereo cacciare dalla comunità medica. D' improvviso , il dottore da pragmatico scienziato diventa un avventuroso visionario e decide di proseguire il solco tracciato dal suo avo. Si mettono alla ricerca di un cadavere, di grandi proporzioni e trovano Peter Boyle, che unisce nella sua interpretazione candore ed ironia in modo magistrale. Qualcosa va storto e le disavventure si sommano ed anche le risate a crepapelle. Tutto è bene quel che finisce bene, con un finale sottolineato da una lieve pruderie.Il finale originale ( tagliato) prevedeva la passerella di tuti glia ttori che scendono le scale del castello. Capovolavoro del cinema comico.
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siper
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lunedì 15 agosto 2011
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mel brooks: il maestro dei tempi comici.
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Il dottor Frederick Frankenstein(Gene Wylder) è il nipote del più celebre Victor, del quale, tuttavia, ripudia gli esperimenti per far rivivere persone morte. A causa dell’eredità del castello del defunto nonno, il dottor Frankenstein si imbatte nel laboratorio e negli appunti di suo nonno prendendo spunto per portare a termine i progetti ai quali suo nonno aveva lavorato per tutta la vita. E, seppur con alterne fortune, ci riuscirà coadiuvato da personaggi stravaganti come il suo assistente dalla mobile gobba: Ygor (Marty Feldman).
Detta così sembra di essere di fronte ad un film di fantascienza con sfumature quasi horror, in realtà siamo al cospetto di uno dei migliori film demenziali di sempre.
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Il dottor Frederick Frankenstein(Gene Wylder) è il nipote del più celebre Victor, del quale, tuttavia, ripudia gli esperimenti per far rivivere persone morte. A causa dell’eredità del castello del defunto nonno, il dottor Frankenstein si imbatte nel laboratorio e negli appunti di suo nonno prendendo spunto per portare a termine i progetti ai quali suo nonno aveva lavorato per tutta la vita. E, seppur con alterne fortune, ci riuscirà coadiuvato da personaggi stravaganti come il suo assistente dalla mobile gobba: Ygor (Marty Feldman).
Detta così sembra di essere di fronte ad un film di fantascienza con sfumature quasi horror, in realtà siamo al cospetto di uno dei migliori film demenziali di sempre. Diretto magistralmente da Mel Brooks e interpretato in maniera eccezionale da Gene Wylder, Marty Feldman e Peter Boyle, “Frankestein Junior” è un film culto per gli amanti del genere. La chiave del successo e della riuscita del film sono i tempi comici pressoché perfetti. Mel Brooks è stato, infatti, abilissimo nel creare situazioni comiche,introdurre battute,gag e siparietti esilaranti nei momenti giusti e alla giusta distanza temporale l’uno dall’altro. Proprio quando il film inizia a darsi una parvenza di serietà, Brooks piazza uno degli elementi comici sopracitati e ottiene un effetto comico maggiore sfruttando il fattore imprevedibilità. Tutto ciò, unito ad un’ottima trama (prende le mosse dal romanzo di Mary Shelley) contribuisce a formare una pietra miliare della cinematografia comica di sempre.
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alessiomovie
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domenica 2 marzo 2014
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la parodia più brillante: frankenstein junior
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“Frankenstein Junior” è la parodia del film “Frankenstein” tratto dal meraviglioso romanzo ottocentesco di Mary Shelley.
Questa pellicola risale al 1974 e arriva al grande schermo 43 anni dopo il film originale.
Frutto della brillante e ineguagliabile fantasia di Mel Brooks, racconta la storia del dottor Frankenstein, nipote del celeberrimo medico protagonista della letteratura inglese.
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“Frankenstein Junior” è la parodia del film “Frankenstein” tratto dal meraviglioso romanzo ottocentesco di Mary Shelley.
Questa pellicola risale al 1974 e arriva al grande schermo 43 anni dopo il film originale.
Frutto della brillante e ineguagliabile fantasia di Mel Brooks, racconta la storia del dottor Frankenstein, nipote del celeberrimo medico protagonista della letteratura inglese. Il dottore è un noto professore universitario negli Stati Uniti e dopo la morte del nonno si reca in Transilvania per risolvere delle grane riguardanti l'eredità. La sua vita cambia nel momento in cui arriva al castello del nonno: ci si immerge in un mondo surreale arricchito da personaggi pazzi, ma estremamente comici: il gobbo custode del castello Igor, interpretato magistralmente da Marty Feldman che è certamente il valore aggiunto del cast, la bellissima assistente Inga (Teri Garr), la moglie del dottore Elizabeth (Madeleine Kahn), la collaboratrice del nonno Frau Blucher (Cloris Leachman) e il mostro impersonato dal grande Peter Boyle che riesce ad esprimere perfettamente la caricatura comica dell’originale. A questo punto il dottore, inizialmente contrario agli esperimenti del nonno, si fa persuadere e crea un nuovo mostro. La rinascita della gigante creatura è l’inizio dei guai e delle risate. Il finale è straordinario e divertente, ma allo stesso tempo lascia agli spettatori una delicatissima nota di dolcezza e speranza che scalda il cuore alla visione dei titoli di coda. Ho scelto appositamente di non svelare più di tanto la trama del film per non rovinare la prima visione (certamente la più bella).
Non posso dimenticare l’interpretazione di un altro genio di Hollywood come Gene Wilder (faccia nota per essere il Willy Wonka della Fabbrica di cioccolato), a suo agio nei panni del dottore e nelle inquadrature in primo piano, nonché sceneggiatore a quattro mani con Mel Brooks.
Il film ha raccolto innumerevoli critiche positive, sarà candidato negli anni successivi a due premi Oscar e a due Golden Globes. Diventa un cult della filmografia statunitense e si aggiudica meritevolmente un posto nella cineteca popolare.
Dal canto mio penso che sia la perla più brillante fra tutte le parodie e che riesca incredibilmente a far sempre ridere (anche all’ennesima visione), a durare nel tempo ed a lasciare il pubblico sempre soddisfatto.
Rimarrà per sempre impressa l’esilarante la scena dell’arrivo al castello:
“Lupu ulula. Lupululà? Là! Cosa? Lupu ululà e castello ululì!”
Assolutamente “Da non perdere”.
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great steven
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domenica 7 dicembre 2014
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la migliore commedia cinematografica di sempre!
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FRANKENSTEIN JUNIOR (USA, 1974) diretto da MEL BROOKS. Interpretato da GENE WILDER – MARTY FELDMAN – PETER BOYLE – TERI GARR – CLORIS LEACHMAN – MADELINE KAHN – GENE HACKMAN § Frederick Frankenstein, nipote del famigerato barone che nel XIX secolo creò la mostruosa creatura di cui si pentì più che amaramente, va in Transilvania e decide di ripetere il terribile esperimento dell’avo. Ma le cose non vanno esattamente secondo i suoi scientifici calcoli e il risultato vivente e ambulante che ne esce è un mostro di incommensurabile bontà. Dopo alterne peripezie, il bizzarro dottore pazzoide effettuerà un’ulteriore e tremenda prova di laboratorio per tentare di impiantare la sua intelligenza cerebrale nella mente della creatura da lui rivitalizzata.
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FRANKENSTEIN JUNIOR (USA, 1974) diretto da MEL BROOKS. Interpretato da GENE WILDER – MARTY FELDMAN – PETER BOYLE – TERI GARR – CLORIS LEACHMAN – MADELINE KAHN – GENE HACKMAN § Frederick Frankenstein, nipote del famigerato barone che nel XIX secolo creò la mostruosa creatura di cui si pentì più che amaramente, va in Transilvania e decide di ripetere il terribile esperimento dell’avo. Ma le cose non vanno esattamente secondo i suoi scientifici calcoli e il risultato vivente e ambulante che ne esce è un mostro di incommensurabile bontà. Dopo alterne peripezie, il bizzarro dottore pazzoide effettuerà un’ulteriore e tremenda prova di laboratorio per tentare di impiantare la sua intelligenza cerebrale nella mente della creatura da lui rivitalizzata. Coinvolti nelle sue tragicomiche vicende sono il servitore gobbo Igor, la bionda e procace ricercatrice/aiutante di laboratorio, la vivace e sardonica balia Frau Büchler e la giovane e truccatissima moglie di Frankenstein. Più che una parodia, è una reinvenzione critica del classico (1818) di Mary Wollstonecraft Shelley, carica di comicità che si trasforma a tratti in una bucolica e ardente poesia. Un bianco e nero di elevatissima suggestione. Il più prezioso contributo è dato però da una troupe di attori veramente fenomenali: Wilder interpreta con puntiglio sbizzarrito e spassosamente schizzinoso il medico protagonista, un neurochirurgo americano tanto pieno di manie, sottigliezze psicopatiche e amore per il paradosso da venire paragonato con una certa facilità al suo illustre e smascherato antenato, e le sue espressioni esagitate ed esasperate valgono, senza la complicità del dialogo, un divertimento senza limiti e una piacevolezza sublime; M. Feldman, prematuramente scomparso, è l’autentica invenzione comica del film, dal momento che fa proprio di tutto (il ruffiano, il vagabondo, il lussurioso, il servizievole), e col suo sguardo sbilenco e sghembo, la sua gobba errabonda e la sua espressione fissamente obliqua regala, senza strapparle, sanissime risate che non nascondono una fine empatia per il suo personaggio così stravagante, fuori dalle righe ed estremo; T. Garr, ritiratasi dalle scene sette anni or sono, è una sensuale tecnica di laboratorio che adesca con mosse seriamente convincenti e tenerissimi ammicchi la buonafede del protagonista, andandoci perfino a letto ma mantenendo pur sempre con lui un rapporto di onesta professionalità e una distanza neanche troppo sgradevole; C. Leachman è la signora e proprietaria del castello, il cui nome fa nitrire (anche fuori campo!) i cavalli intimoriti e impauriti, che nella scena concitatissima e serratissima nella cripta, quando dialoga con l’attore principale del morbido passato del mostro, mentre suona il violino, dà il meglio della sua vivace espressività e della sua recitazione eccentrica e un po’ grottesca ma tutto sommato vincente; P. Boyle incarna il mostro pacioso e sornione con tutta la tenerezza che richiede il caso, introducendovi anche un pizzico di spassosa follia e un briciolo abbastanza consistente di giocoso autocompiacimento; un irriconoscibile G. Hackman appare brevemente come il predicatore cieco che accende col fiammifero il dito del mostro, offrendogli pure una minestra calda e mostrandosi suo compagno di sventura che desidera aiutarlo nelle circostanze di un’avversità contro la loro vita piuttosto accanita. E poi che strana Transilvania, dove tutti gli abitanti vestono alla tirolese e parlano tedesco! Il più crucco di tutti è l’ispettore Kenpf, le cui evoluzioni verbali sono talvolta incomprensibili anche per i suoi medesimi paesani, che fa divertire una larga fetta di pubblico grazie alla sua inseparabile sigaretta e soprattutto al suo braccio meccanico che nel sottofinale viene provvidenzialmente e ignobilmente staccato da una vigorosa stretta di mano. M. Brooks dirige questa fantastica e meravigliosa baracca dei finti orrori dall’inizio (quando appare la prima gag con lo scheletro di Frankenstein senior che stringe un misterioso scrigno) alla fine, quando lo scambio dei lombi fra il mostro e lo scienziato soddisfa entrambe le signore, sessualmente appetenti.
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ale9191
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venerdì 4 febbraio 2011
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it's alive!
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Quando avevo circa 10-11 anni mi regalarono il VHS di questo film ma non ebbi mai la benché minima idea di spendere un paio di ore per guardarlo: non era a colori e si sa che , a quell'età, si è pieni di pregiudizi verso tutto ciò che non si conosce o ci sembra vecchio. Ma forse è andata meglio così, rivederlo ora per la prima volta al cinema in video 2k e in audio 5.1, riproiettato dopo 25 anni dal suo debutto, mi ha fatto capire appieno quanto sia stato stupendo . Lasciando da parte le interpretazioni dei protagonisti che sono di ottimo livello (Martin Feldman in primis) la cosa più impressiona è quanto sia interessante e travolgente questo film tutt'ora, dopo tutti questi anni e dopo che il modo di fare cinema è totalmente cambiato.
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Quando avevo circa 10-11 anni mi regalarono il VHS di questo film ma non ebbi mai la benché minima idea di spendere un paio di ore per guardarlo: non era a colori e si sa che , a quell'età, si è pieni di pregiudizi verso tutto ciò che non si conosce o ci sembra vecchio. Ma forse è andata meglio così, rivederlo ora per la prima volta al cinema in video 2k e in audio 5.1, riproiettato dopo 25 anni dal suo debutto, mi ha fatto capire appieno quanto sia stato stupendo . Lasciando da parte le interpretazioni dei protagonisti che sono di ottimo livello (Martin Feldman in primis) la cosa più impressiona è quanto sia interessante e travolgente questo film tutt'ora, dopo tutti questi anni e dopo che il modo di fare cinema è totalmente cambiato. Mel Brooks ebbe quindi un buon intuito essendostato tra i primi a capire verso quali lidi si sarebbe spostata la comicità nel futuro, rendendolo un pioniere in questo genere. Essendo convinto che questo film diventerà sempre più un cult man mano che passeranno gli anni, mi sento "obbligato" a dargli una valutazione massima.
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