Dodes'ka-den |
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Un film di Akira Kurosawa.
Con Yoshitaka Zushi, Kin Sugai, Kiyoko Tange, Jitsuko Yoshimura, Tatsuo Matsumura.
continua»
Drammatico,
durata 140 min.
- Giappone 1970.
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Non tutte le ciambelle vengono col bucodi GattamelataFeedback: 6 |
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sabato 4 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non tutte le ciambelle vengono col buco anche quando a farle sono grandi registi come Kurosawa. Infatti anche se abbiamo a che fare con grande autore bisogna pur avere il coraggio e l'onestà di chiamare le cose con il loro nome e di dare ai film i giudizi che si meritano. Il film dipinge la vita di un'umanità disperata e ed emarginata che vive in una favela immaginaria del Giappone. Il problema è che lo fa con toni esageratamente retorici ed enfatici. Tutto ciò trasforma il preteso realismo del soggetto in un polpettone drammatico dove il dramma per essere troppo teatrale e letterario diviene stucchevole e grottesco. Tra libro Cuore, i Pagliacci di Leoncavallo e i bassifondi di Parigi, il film ci fa vedere degli straccioni troppo straccioni, degli ubbriaconi troppo ubbriaconi, perché ogni figura viene puntualmente ridotta alla sua maschera, al suo stereotipo, alla sua caricatura teatrale. II tutto alla fine è così sopra le righe e così inverosimile da non provocare poi nessun effetto sul pubblico se non quello di compiacere quel pubblico che già condivide certi gusti da operetta. Kurosawa non è stato mai un vero regista realista, ma ci aveva regalato delle interessanti incursioni realistiche nel suo cinema del dopoguerra, poi aveva trovato la sua vena di ispirazione nel genere dell'epica dei samurai attraverso cui riusciva a trasmettere dei messaggi educativi e morali senza essere pesante ma anzi coinvolgendoci nelle sue belle favole. In questo film si consuma una svolta. Anche quest'epoca epica o tragica è finita e il regista è in cerca di un nuovo tipo di ispirazione lasciandosi sedurre dalle sirene dei luoghi comuni di una certa sensibilità progressista dell'epoca, che però in fondo era piccolo broghese. In questo senso questo è un film di passaggio verso la sua ultima fase in cui si concede maggiori libertà narrative ma in cui spesso perde anche la forza del passato salvo in certi ritorni di fiamma per la tragedia epica come in Ran.
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