"Via dalla pazza folla" di John Schlesinger é un film che rispecchia la prosa e il modo di essere dello scrittore vittoriano Thomas Hardy.
Innanzi tutto, l'ambientazione.
La campagna inglese del Dorset.
Quindi, una superba fotografia.
E il modo di vivere tipico della campagna: una donna forte e fragile (Julie Christie, la "Lara" del Dottor Zivago), tre tipi di uomini diversi, legati ad un unico destino (lei, la bella Betsabea)e la caratterizzazione di quella che può essere definita "la campagna che fu".
Siamo, infatti, nel 1800.
Quindi, greggi di pecore, cottages con il tetto di paglia, onde del mare in burrasca, paesani sagaci e pasticcioni.
Un modo di vivere, però, quasi uguale a quello della campagna attuale.
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"Via dalla pazza folla" di John Schlesinger é un film che rispecchia la prosa e il modo di essere dello scrittore vittoriano Thomas Hardy.
Innanzi tutto, l'ambientazione.
La campagna inglese del Dorset.
Quindi, una superba fotografia.
E il modo di vivere tipico della campagna: una donna forte e fragile (Julie Christie, la "Lara" del Dottor Zivago), tre tipi di uomini diversi, legati ad un unico destino (lei, la bella Betsabea)e la caratterizzazione di quella che può essere definita "la campagna che fu".
Siamo, infatti, nel 1800.
Quindi, greggi di pecore, cottages con il tetto di paglia, onde del mare in burrasca, paesani sagaci e pasticcioni.
Un modo di vivere, però, quasi uguale a quello della campagna attuale.
Il personaggio di Betsabea: un'eroina amata dalle donne, un pò Meryl Streep nella "Mia Africa" e "Rossella O'Hara" in "Via col vento".
Una donna sempre in movimento.
Nel lavoro e nel cuore.
Gli uomini?
Tre personaggi. Tre modi diversi di essere uomini.
A mio avviso, tra Terence Stamp, Peter Finch e Alan Bates, la palma per la migliore interpretazione va a Peter Finch.
Un notissimo attore inglese che, qui, incarna un amore vero, che si mette in gioco con onestà, determinazione e, soprattutto, dolore.
Ed ecco gli altri due modi di essere uomini.
Terence Stamp - passione, arroganza, anche se onestà. Onestà perché tutti capiscono com'é.
Non si maschera, quindi.
Alan Bates - la forza della perseveranza che alla fine, proprio per questo, trionferà.
"Via dalla pazza folla" non é, come "Tess", un film disperato.
Finisce abbastanza bene, dimostrando che la vita bisogna saperla prendere. Così com'é.
Per questo motivo parlo di "realismo magico".
E' dipinta la realtà della vita.
Il lavoro duro, i sentimenti base del vivere civile.
Il tutto, condito con una punta di magia, di sogno.
Che si rispecchia nel paesaggio e, soprattutto, nel personaggio di Betsabea.
Una donna vittima delle circostanze, di se stessa, anche se sa, molto bene, dominarsi e dare un'impronta incancellabile a questa storia.
Julie Christie: bella, altera, ma alla portata di tutti.
Una donna che non sta solo a guardare, ma che si espone in prima persona davanti agli avvenimenti.
Nel bene e nel male.
E terribilmente bella.
Reale e magica. Un sogno. Che tutti possono permettersi, osservando bene le donne, sapendole capire nella loro vera essenza.
Un film che rispecchia, molto bene, il sogno e la realtà della vita.
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