Il disprezzo |
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Un film di Jean-Luc Godard.
Con Brigitte Bardot, Michel Piccoli, Jack Palance, Fritz Lang, Giorgia Moll.
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Titolo originale Le mépris.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 103 min.
- Francia 1963.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 6 febbraio 2017.
MYMONETRO
Il disprezzo
valutazione media:
3,76
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il Disprezzo del cinema di cassettadi FabioFeliFeedback: |
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venerdì 17 marzo 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Paul Javal (Michel Piccoli, per la prima volta in una parte di rilievo) è uno scrittore di teatro reclutato dal produttore Jerome Prokosch (Jack Palance) per riscrivere la sceneggiatura di un “peplum” hollywoodiano in lavorazione a Cinecittà e a Capri. Il regista della pellicola è Fritz Lang (interpretato da lui stesso); le scene girate in cinemascope, un formato che l’autore degli indimenticabili Metropolis, M Il mostro di Dusseldorf e Il Dottor Mabuse giudica adatto a ritrarre serpenti e funerali, non soddisfano il produttore perché giudicate troppo intellettuali e non commerciali. La riscrittura della sceneggiatura da parte di Paul è un compito arduo, perché il suo rapporto con la moglie Camille (Brigitte Bardot) è in crisi; il fatto che Jerome sia affascinato da Camille sembra non preoccupare Paul e la donna riluttante si aggrega alla troupe per le riprese a Capri. In Camille cresce la convinzione che il marito si voglia servire di lei barattandola con il successo nel cinema e comincia a disprezzarlo, accettando la corte di Jerome. Ma il destino riserva una amara sorpresa … Restaurato dalla benemerita Cineteca di Bologna, il film del 1963 torna alla versione originale: Godard aveva disconosciuto l’edizione italiana, ispirata all’omonimo romanzo di Moravia, perché la produzione aveva operato tagli e modifiche di montaggio e di colonna sonora. L’edizione italiana presentava anche un curioso e comico paradosso per effetto del doppiaggio: Giorgia Moll, che nel film era l’interprete sul set, ripeteva l’identica frase già tradotta. La contesa di Godard con il produttore Carlo Ponti era già cominciata sulla scelta degli attori e solo quando era spuntata la disponibilità della Bardot era tornato l’accordo; il produttore impose allora che nel film figurassero anche scene di nudo e il regista ne aveva introdotte un paio castigatissime. Nel film Godard spara contro la falsità del cinema di Hollywood dell’epoca, volto solo a fare pellicole di cassetta. Non a caso in una scena del film appare un omaggio al neorealismo italiano: in una sala cinematografica, il Silver Cine, un cinema d’essai degli anni ’60 ubicato a Tiburtino III nella periferia romana, si proietta Viaggio in Italia di Rossellini. Il restauro fa giustizia e rende onore al regista, che può così manifestare intatto – è il caso di dirlo – il suo Disprezzo per il cinema commerciale. Non è “il” capolavoro di Godard, ma resta comunque un’opera da non mancare.
Valutazione **** FabioFeli
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