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Il diavolo creato dal geniale Rodolfo Sonego ha il volto di Alberto Sordi. Egli è un marito, un lavoratore, un fragile maschio italiano nel paese delle meraviglie. In Italia la legge sul divorzio arriva nel 1970 con la firma del presidente Saragat, qui siamo nel 1963 e i miti latini sul Nord Europa abbondano.
Discussioni escatologiche, emancipazione femminile e il premio Nobel sono le stazioni di questo viaggio tra i pagani.
A differenza della docu-fiction del 1968 di Luigi Scattini "Svezia, inferno e paradiso", il film di Polidoro non manipola un teorema. Il candido Ferretti/Sordi non capisce la lingua svedese, sono gli svedesi a parlare con lui un po' di italiano, è un prete protestante a curargli il mal di denti ed infine è un elicottero svedese a salvargli la vita. La democrazia si realizza con la fiducia nelle istituzioni. Davanti al pericolo di sprofondare in un lago ghiacciato, la bionda svedese in compagnia del protagonista non perde la calma e attende i soccorsi. Polidoro dipinge le incertezze dell'umanità davanti al progresso e alla scienza, non giudica. La natura è cultura, educazione e democrazia.
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