La conquista del West [2]

Il film costituisce l'omaggio di Hollywood alla conquista degli immensi territori dell'Ovest (dalla California al Dakota) mediante guerre (contro il Messico e le tribù varie dei pellirosse) da parte di milioni di coloni e ricordato in innumerevoli episodi dal cinema USA. La caratteristica di questo film è di illustrare 5 episodi cruciali nel periodo dal 1836 al 1880 della storia americana (diretti da George Marshall il primo, secondo e quinto, il terzo da John Ford e il quarto da Henry Hathaway). Il primo momento riguarda i primi viaggi dei coloni lungo i fiumi, il secondo la traversata delle grandi pianure, il terzo un episodio della guerra civile, il quarto la realizzazione delle ferrovie dall'Est all'Ovest, il quinto gli scontri con i fuorilegge del West). [+]

Il film costituisce l'omaggio di Hollywood alla conquista degli immensi territori dell'Ovest (dalla California al Dakota) mediante guerre (contro il Messico e le tribù varie dei pellirosse) da parte di milioni di coloni e ricordato in innumerevoli episodi dal cinema USA. La caratteristica di questo film è di illustrare 5 episodi cruciali nel periodo dal 1836 al 1880 della storia americana (diretti da George Marshall il primo, secondo e quinto, il terzo da John Ford e il quarto da Henry Hathaway). Il primo momento riguarda i primi viaggi dei coloni lungo i fiumi, il secondo la traversata delle grandi pianure, il terzo un episodio della guerra civile, il quarto la realizzazione delle ferrovie dall'Est all'Ovest, il quinto gli scontri con i fuorilegge del West).
La critica ha contestato la frammentarietà del racconto e il fatto che le innumerevoli star non siano state utilizzate al meglio, ma il giudizio appare ingeneroso. L'omogeneità tra i racconti è data dalla storia di una famiglia: papà Prescott (Karl Malden in ottima forma) con la moglie e 2 giovani figlie: la sognatrice Eva (Carrol Baker) e la più pratica Lily (Debbie Reynolds) la prima dopo la morte dei gentori affogati durante l'attraversamento di una rapida, decide di fermarsi in quel luogo creando una fattoria e sposando un cacciatore di pellicce Linus (James Stewart)  che prima nicchiava alla prospettiva e poi cede all'amore: avranno 2 figli uno Zeb Geoge Peppard) sarà protagonista dei successivi episodi. Lily prima fa la ballerina cantante e poi s'innamora dopo vari contrasti con un giocatore  Cleve (Gregory Peck) che poi si butta negli affari creando grandi fortune e poi dilapilandole, Lily dopo la sua morte rimanne con un ranch che offre a Zeb che dopo avere combattuto nella guerra civile e i pellerosse, litiga con la società ferroviariache che violava gli accordi con i Sioux farà lo sceriffo e poi cede alla proposta della zia per gestire il ranch dove si trasferisce con la zia, la moglie e i figli.
Certamente ci sono innumerevoli divi che sono poco impiegati (tra tutti: Richard Widmark, John Wayne, Henry Fonda, Eli Wallach, Walter Brennan)  peraltro se si fosse allargata la loro parte il film avrebbe richiesto una proiezione di 10h  di durata. La vicenda appare complessivamente ben costruita  e il racconto si svolge in modo coerente riunendo in modo logico le varie storie, ovviamente c'è abbastanza convenzionalità nelle scene, senza però compromettere la trama. Splendida la fotografia in Tecnicolor, ottima la colonna sonora (ricevette l'Oscar, al film vennero attribuiti anche gli Oscar per il montaggio e la sceneggiatura) I protagonisti principali recitano in modo eccellente specie Karl Malden, Carrol Baker e Debbie Reynolds, un pò ingessato George Peppard. In conclusione un ottimo film che ricostruisce un epopea senza particolare enfasi, salvo nell'epilogo con un "pistolotto" sulla civiltà USA con una visione dall'alto di Los Angeles e che appare esageratamente apologetico e trionfalistico della società americana. [-]

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Costruito ad episodi il film racconta l'epopea della conquista e della nascita della nazione americana.
Un film intrinsecamente americano nei toni e nello spirito; sotto la guida di maestri riconosciuti nel genere scorriamo una carrellata di personaggi e situazioni mai banali o retorici.
Un film maturo, a tratti avvincente (le scene d'azione sono memorabili) e la lunghezza complessiva non appesantisce più di tanto la visione.

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La conquista del west di John Ford è un’epopea dell’epoca per raccontare il west in maniera semplice e lineare, dando ampio spazio alle potenzialità tecniche dello strumento cinematografico. Una sorta di opera che racchiude le mille sfaccettature del mito del west, con gli occhi di due donne che lungo la frontiera vivono prima il dolore della morte dei genitori e poi i piaceri dell’amore; una con un cacciatore che si trasforma in agricoltore per la sua donna e l’altra con un giocatore. E la famiglia è l’archetipo dei pionieri, il modello morale cui si contrappone la vita pericolosa dei fuorilegge. Chiaramente di contorno la guerra di secessione, gli indiani ed il cavallo di ferra. [+]

La conquista del west di John Ford è un’epopea dell’epoca per raccontare il west in maniera semplice e lineare, dando ampio spazio alle potenzialità tecniche dello strumento cinematografico. Una sorta di opera che racchiude le mille sfaccettature del mito del west, con gli occhi di due donne che lungo la frontiera vivono prima il dolore della morte dei genitori e poi i piaceri dell’amore; una con un cacciatore che si trasforma in agricoltore per la sua donna e l’altra con un giocatore. E la famiglia è l’archetipo dei pionieri, il modello morale cui si contrappone la vita pericolosa dei fuorilegge. Chiaramente di contorno la guerra di secessione, gli indiani ed il cavallo di ferra. Una sorta di road movie di un periodo che appartiene alla cultura collettiva.
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Nella pagina della critica di questo film è stata scritta una grossa imprecisione. I racconti di Frank J. Wilstack, Ryley Cooper e Grover Jones, non hanno niente a che vedere con questo film, ma sono la base per il racconto di quello del 1936 (The Plainsman) interpretato da Gary Cooper (la storia di Wild Bill Hickok) e diretto da Cecil B. DeMille, che in comune con "La conquista del West" del 1962 ha giusto il titolo in Italiano. Il racconto da cui è stato tratto il film in "Cinerama" del 1962 e stato scritto da Louis L'Amour e fu pubblicato a puntate su "LIFE MAGAZINE" poi adattato per lo schermo da James Roy Webb (Oscar). Non è vero che la "Conquista del West" del 1962 fu il primo film a soggetto (con attori) girato con la tecnica del "Cinerama", il primato spetta a "Avventure nella Fantasia" che fu portato al debutto circa 6 mesi prima. [+]

Nella pagina della critica di questo film è stata scritta una grossa imprecisione. I racconti di Frank J. Wilstack, Ryley Cooper e Grover Jones, non hanno niente a che vedere con questo film, ma sono la base per il racconto di quello del 1936 (The Plainsman) interpretato da Gary Cooper (la storia di Wild Bill Hickok) e diretto da Cecil B. DeMille, che in comune con "La conquista del West" del 1962 ha giusto il titolo in Italiano. Il racconto da cui è stato tratto il film in "Cinerama" del 1962 e stato scritto da Louis L'Amour e fu pubblicato a puntate su "LIFE MAGAZINE" poi adattato per lo schermo da James Roy Webb (Oscar). Non è vero che la "Conquista del West" del 1962 fu il primo film a soggetto (con attori) girato con la tecnica del "Cinerama", il primato spetta a "Avventure nella Fantasia" che fu portato al debutto circa 6 mesi prima. Sfortunatamente, tra la prima e la distribuzione del film ci fu un incendio nei magazzini dove erano tutti i negativi originali da cui poi sarebbero state fatte le pellicole per la distribuzione. Di quel film esiste solo qualche copia di lavorazione in 35mm a pellicola unica (Rai 3 lo ha trasmesso qualche tempo fa di notte. Per quanto riguarda la tecnica del "Cinerama", i primi esperimenti furono fatti nel 1927 dal regista Abel Gange per il film "Napoleon" Durante la II° guerra Mondiale Fred Waller mise a disposizione dell'aviazione una variante "Cinerama" a 5 proiettori per l'addestramento dei mitraglieri sui Bombardieri Americani (Gunnery Trainery Vitarama). Nel 1952 Waller e Merian C. Cooper esordirono per il grande pubblico nel 1952 con "This Is Cinerama!!) primo documentario con questa tecnica. per qualche anno i documenteri si susseguirono sino al 1961 quando usci "Avventure nella fantasia" (Mai distribuito con la tecnica delle 3 macchine) e la "Conquista del West", secondo e ultimo film con la tecnica del "Cinerama". Una menzione speciale fa fatta per Il Pilota e pioniere delle riprese aeree Paul Mantz e il suo staff, praticamente tutto il materiale aviatorio girato con questa tecnica è opera sua e dei suoi uomini. Paul Mantz morì nel girare il film "Il volo della Fenice"nel 1965 Per quanto riguarda l'esperienza visiva del Cinerama, posso affermare che a tutt'oggi nessuna tecnica a superato lo spettacolo offerto dal "Cinerama, neanche il tanto decantato "Imax", il motivo è semplice, il coinvolgimento di questa tecnica era totale e avvolgente, con i suoi 146° (non 120°) di curvatura ti portava dentro lo schermo. Non per nulla negli States alcune sale, ancora oggi proiettano i documentari e i film dell'epoca con questa tecnica. Il marchio Cinerama fu usato anche a sproposito per rinverdire alcuni colossal (2001, Ben Hur, Lawrence D'Arabia etc...) ma erano solo spudorate tecniche per attirare spettatori al Cinema, infatti li proiettavano in un semplicissimo Superpanavision 70mm a macchina unica. Non si può parlare di questo film senza parlare della bellissima colonna sonora ad opera di Alfred Newman, che sfiorò l'Oscar solo perche la partitura era troppo infarcita di musiche traditionali. Sul Film, c'è poco da dire, discreto film a episodi con l'esile filo conduttore della Famiglia Prescott, dai primi pionieri costretti in viaggio per 5 mesi sul canale Erie, sino ad arrivare alle grandi conquiste della prosperità della legge e dalla modernità delle grandi Città. Difficile dare un giudizio, ma personalmente una sbirciatina ogni anno, al film , la do. [-]

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Paragonato a “C’era una volta il west”, “La conquista del west” mette in evidenza la sua origine statunitense. Il primo tutto chiuso nel suo pessimismo, il secondo aperto verso il futuro di una grande nazione: troppo ottimista per sfuggire gli artigli della retorica. Si difende comunque bene, specie all’inizio, dove l’incontro tra James Stewart e Karl Malden costituisce l’episodio di gran lunga migliore. Un film costruito a episodi, infatti, per ognuno dei quali è presente un attore famoso che racconta la storia della sua patria. La matassa si ingarbuglia un po’ nel secondo tempo, dove l’interesse storico sfuma nell’intrattenimento spettacolare (la carica dei bisonti, il deragliamento del treno) e un tantino sprecati appaiono gli attori: Henry Fonda nei panni di Buffalo Bill ed Eli Wallach nelle vesti del fuorilegge (già simile al “brutto” di quattro anni dopo). [+]

Paragonato a “C’era una volta il west”, “La conquista del west” mette in evidenza la sua origine statunitense. Il primo tutto chiuso nel suo pessimismo, il secondo aperto verso il futuro di una grande nazione: troppo ottimista per sfuggire gli artigli della retorica. Si difende comunque bene, specie all’inizio, dove l’incontro tra James Stewart e Karl Malden costituisce l’episodio di gran lunga migliore. Un film costruito a episodi, infatti, per ognuno dei quali è presente un attore famoso che racconta la storia della sua patria. La matassa si ingarbuglia un po’ nel secondo tempo, dove l’interesse storico sfuma nell’intrattenimento spettacolare (la carica dei bisonti, il deragliamento del treno) e un tantino sprecati appaiono gli attori: Henry Fonda nei panni di Buffalo Bill ed Eli Wallach nelle vesti del fuorilegge (già simile al “brutto” di quattro anni dopo). Ma anche Gregory Peck non dà il meglio di sé mentre John Wayne appare solo per pochi minuti. Troppo confusa, inoltre, la sensazione dello scorrere del tempo, così che a fatica si capisce che si tratta della parabola evolutiva della stessa famiglia.
Interessante il paragone conclusivo con le autostrade di Los Angeles ma, ripeto, la retorica yankee è sempre in agguato. E’ più che altro un film per gli americani con velleità documentaristiche.            
 
 
 
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Girato in cinerama, questo film rappresenta uno dei maggiori colossi cinematografici dell’epoca, alla cui realizzazione hanno preso parte tre registi di grande fama, un cast irripetibile -vi figurano almeno otto/nove nomi di primissimo livello-, nonché uno staff tecnico altamente qualificato, tanto da valere alla pellicola due -su tre totali- premi Oscar: quello per il miglior montaggio e quello per il miglior sonoro. La terza statuetta è stata invece assegnata alla sceneggiatura di James R. Webb, principalmente in virtù dell’originale struttura in cui è articolata la storia; questa infatti si compone di cinque episodi, significativamente diversi fra loro ma strettamente collegati sia dal fatto di avere per protagonisti membri e discendenti di una stessa famiglia -i Prescott-, ma soprattutto dal fatto di essere animati dallo scopo comune di ripercorrere alcune tappe fondamentali attraverso cui si è storicamente realizzata la colonizzazione del west da parte degli anglo/americani. [+]

Girato in cinerama, questo film rappresenta uno dei maggiori colossi cinematografici dell’epoca, alla cui realizzazione hanno preso parte tre registi di grande fama, un cast irripetibile -vi figurano almeno otto/nove nomi di primissimo livello-, nonché uno staff tecnico altamente qualificato, tanto da valere alla pellicola due -su tre totali- premi Oscar: quello per il miglior montaggio e quello per il miglior sonoro. La terza statuetta è stata invece assegnata alla sceneggiatura di James R. Webb, principalmente in virtù dell’originale struttura in cui è articolata la storia; questa infatti si compone di cinque episodi, significativamente diversi fra loro ma strettamente collegati sia dal fatto di avere per protagonisti membri e discendenti di una stessa famiglia -i Prescott-, ma soprattutto dal fatto di essere animati dallo scopo comune di ripercorrere alcune tappe fondamentali attraverso cui si è storicamente realizzata la colonizzazione del west da parte degli anglo/americani. Di tali episodi ben tre sono diretti da Henry Hataway, e bisogna dire che si tratta dei meno riusciti: per carità, tutti passabili; però i primi due -soprattutto il primo, quello che ha per protagonisti James Stewart e Carrol Baker- sanno un po’ di “polpettone”, mentre l’altro -quello conclusivo, in cui figura Eli Wallach nella parte del cattivo- rappresenta un motivo già trito e ritrito nrlla tradizione western. Più interessante è sicuramente il terzo episodio, diretto da John Ford ed interpretato da George Peppard e, naturalmente, John Wayne. La parte migliore del film è però quella diretta da Gorge Marshall -in cui figurano Richard Widmark ed Henry Fonda-, sia perché vi si possono apprezzare alcune scene sicuramente degne di nota (come quella in cui Zeb Rawlings/Gorge Peppard ed un capo indiano mostrano reciprocamente la propria volontà di pace neutralizzando l’uno di fronte all’altro le rispettive armi), sia perché mette in luce come poi nei fatti la colonizzazione si sia realizzata non senza soprusi nei confronti dei pellirosse. Fra gli attori non citati: Gregory Peck, L. J. Cobb, Karl Malden e Walter Brennan. [-]

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Le cinque stelle sono quelle della visione in Cinerama come ho detto nella mia recensione del 6/09/2005. Ho acquistato comunque il nuovo DVD (non il Blue-ray perchè non ne possiedo ancora il lettore!)e debbo dire che le linee di congiunzione delle tre immagini dovute ai tre proiettori sono sparite quasi del tutto! Piuttosto il formato 2:89 rimpicciolisce molto l'immagine. Nel documentario "Cinerama adventure" che si trova tra i contenuti speciali del DVD ci sono diverse riprese del Cinerama che ne danno bene l'dea! Perchè questo film non è stato proposto così? O è forse nella versione in più che c'è solo nel Blue-ray?

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Merita 4 stelle per l'idea epica di base, ma gli attori più famosi non sono stai fruttati al meglio e le scene più epiche non mi hanno appassionato più di tanto. I tre registi lavorano in modo pressoche' uguale, non ho notato grandi differenze (neanche in quello di Ford), ho dovuto documentarmi per capire a chi appartenessero i vari episodi. Insomma, mi riguardo meglio "La conquista del West" di Cecil De mille del 35...

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Voto 5 stelle per la versione in Cinerama vista più volte al Manzoni di Milano nel 1963. Visto a cinemascope perde purtroppo moltissimo rimanendo comunque un buon film. Visto in televisone, purtroppo, ripeto una recensione del Corriere della Sera:"E' come vedere le cascate del Niagara in un francobollo"!!!

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Un grandioso affresco della nuova frontiera con meravigliose sfumature. Non esiste un "cattivo" granitico: il vecchio pirata sul Missipi ed anche il fuorilegge dell'ultima parte del film hanno la giusta ironia. I pellerossa non sono selvaggi assatanati ma vengono dipinti come difensori della loro terra. Anche il responsabile dei lavori della ferrovia viene inquadrato dal suo punto di vista. Un mosaico di personaggi eterogenei, un film epico ma non retorico, mai violento, anche delicato senza essere sdulcinato che descrive ma lascia anche intuire, in cui la famiglia acquista la giusta centralità. Vorrei che qualche cosiddetto "filmone" attuale comunicasse i sentimenti de "La conquista del West". [+]

Un grandioso affresco della nuova frontiera con meravigliose sfumature. Non esiste un "cattivo" granitico: il vecchio pirata sul Missipi ed anche il fuorilegge dell'ultima parte del film hanno la giusta ironia. I pellerossa non sono selvaggi assatanati ma vengono dipinti come difensori della loro terra. Anche il responsabile dei lavori della ferrovia viene inquadrato dal suo punto di vista. Un mosaico di personaggi eterogenei, un film epico ma non retorico, mai violento, anche delicato senza essere sdulcinato che descrive ma lascia anche intuire, in cui la famiglia acquista la giusta centralità. Vorrei che qualche cosiddetto "filmone" attuale comunicasse i sentimenti de "La conquista del West". In questo film vedo lo specchio dell'ottimismo di J.Kennedy, l'America migliore. Massimo de Rigo [-]

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