fedeleto
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venerdì 15 marzo 2013
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amiche e nemiche
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Una ragazza di nome Clelia ,venuta a Torino da Roma,lavora come direttrice in una casa di moda.Il suo arrivo viene sconvoloto dal tentato suicidio di una giovane ragazza di nome Rosetta,presente nella sua stessa camera.Pertato Clelia in quest'occasione fara' amicizia con altre donne,in primis Momina,una nobildonna annoiata cinica ed egoista,la spudorata Mariella,e la fragile Nene.Clelia inoltre si innamorera' di Carlo un giovane che le ricorda le sue origini modeste.Rosetta si innamorera' di Lorenzo per il quale ha tentato il suicidio.Morira' quualche tempo dopo abbandonata da quest'ultimo che preferisce Nene.A Clelia non rimane che andarsene dopo una litigata con Momina,tornera' a Roma anche se un attimo prima avrebbe voluto rimanere a Torino con Carlo.
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Una ragazza di nome Clelia ,venuta a Torino da Roma,lavora come direttrice in una casa di moda.Il suo arrivo viene sconvoloto dal tentato suicidio di una giovane ragazza di nome Rosetta,presente nella sua stessa camera.Pertato Clelia in quest'occasione fara' amicizia con altre donne,in primis Momina,una nobildonna annoiata cinica ed egoista,la spudorata Mariella,e la fragile Nene.Clelia inoltre si innamorera' di Carlo un giovane che le ricorda le sue origini modeste.Rosetta si innamorera' di Lorenzo per il quale ha tentato il suicidio.Morira' quualche tempo dopo abbandonata da quest'ultimo che preferisce Nene.A Clelia non rimane che andarsene dopo una litigata con Momina,tornera' a Roma anche se un attimo prima avrebbe voluto rimanere a Torino con Carlo.Lo aspettera' alla stazione del treno ma quest'ultimo non avra' il coraggio di farsi vedere.Antonioni dirige un altro capolavoro dopo la Signora senza Camelie.Tratto da un racconto di Cesare Pavese,la sceneggiatura porta la firma di Antonioni,Cecchi D'amico,e Despedes.I temi affrontati in questa pellicola sono estremamente interessanti.Clelia conosce delle amiche grazie al tentato suicidio di Rosetta,e perde le sue amiche proprio al suicidio di Rosetta.C'e' un rigorismo schematismo ontologico che chiude il film in uno scorrere del tempo dettato dall'evento tragico evidenziato dalla fragilita' psicologica di Rosetta.Clelia e' una donna che arriva a Torino e si cimenta in quell'ambiente curiosa di conoscere e avere amiche,nonostante ella venga da una famiglia modesta,frequenta queste donne borghesi annoiate e pettegole che non sono in sintonia con la sua persona ma nonostante tutto Clelia prova questo legame.In una delle scene piu' belle del film,Le amiche si trovano al mare,la ripresa dall'alto inquadra le donne su un terrazzo dove elle si muovono proprio come fossero pedine di una scacchiera,elle infatti hanno un ruolo e lo cambiano continuamente durante questa uscita,Mariella ruba il ragazzo a Momina,e quest'ultima le ricorda che quei baci erano destinati a lei,dopodiche' Mariella bacia un altro ragazzo, anche Lorenzo disegna Rosetta su una scatola di fiammiferi.Ebbene in tutto questo scenario c'e' la spiaggia e il mare ,Momina dice che il mare e' sporco,anche il mare invecchia e anche noi,l'inno al divertimento ,alla giovinezza,alla spensieratezzza sembra l'unica cosa,invece e' solo un rimedio alla noia borghese senza sentimento,ma che gioca con esso perche' non trova stimolante nient'altro.Pertanto Clelia prende le difese di Rosetta che viene umiliata poiche' ella ha la sua sensibilita' non ancora convertita dalle amiche,cosi nel discorso in treno con Rosetta ella cerca di capire quale sia il problema,ed e' appunto un uomo Lorenzo.Clelia dichiara di pensare al lavoro per non pensare ad altro,invece le altre si annoiano perche' hanno tutto ,Clelia nonostante tutto diverra' alla fine ipocrita,non avendo il coraggio di sacrificare tutto per l'amore,ma pensando al suo lavoro,quel cantuccio che secondo lei probabilmente la salvera' da ogni cosa.Clelia infatti nel discorso finale ammette che di fronte alla morte si fa un bilancio,e lei ha fatto il suo.Il tema dell'identita' e' ben radicato ed evidente,Rosetta si innamora del pittore Lorenzo,ma vediamo che ella si innamora gradualmente di lui ,proprio mentre egli le sta facendo il ritratto del suo viso,la metafora e' chiara,Rosetta ha acquisito l'identita' con Lorenzo,e l'ha persa con lui quando la lascia,la stessa Clelia ,e' alla ricerca di identita' con le altre amiche ,trova uno spiraglio di luce in Carlo piuttosto che in elle,e quando vuol partire spera di rivedere il suo Carlo colui che rispecchia il suo passato,dunque vuole poter avere ancora una volta un'immedesimazione di donna ancorata al suo passato di famiglia povera,egli non si fara' vedere,perche' ormai Clelia ha fatto la sua scelta e non ha piu' il passato alle spalle,come possiamo vedere il treno che si allontana e' anche un aggiunta all'allontanamento con il passato,e Carlo incarna il suo passato nello strato sociale povero,un passato che ora e' morto.Un capolavoro indiscusso,di un cinismo forte ma profondo,i personaggi vengono delineati ottimamente,buone anche le aggiunte dei personaggi maschili,poco presenti nel racconto.Attrici bravissime,la Cortese magistrale,la Rossi drago brava,Yvonne Furneaux perfetta.Antonioni dipinge un quadro di psicologie femminili tese e angosciate,che trovano nella contemplazione della morte le risposte alle loro domande.
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giovedì 17 dicembre 2015
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la saggia, la cinica, la sognatrice...
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Michelangelo Antonioni è sempre stato un passo avanti con i suoi lavori e questo film lo conferma in pieno. Un'indagine psicologica su cinque donne molto diverse fra loro in una città, Torino, notoriamente "fredda" e distaccata. La protagonista indiscussa è Clelia, splendida signora colta in trasferta lavorativa per aprire un atelier di moda. Poi c'è Momina, ricca oziosa e cinica, persa tra oggetti di lusso e un marito che forse vuole lasciare. Nene invece è un'artista, lavora la ceramica e ha più successo di Lorenzo, suo marito, un pittore non molto apprezzato. Mariella è la più solare di tutte, spregiudicata, si giostra tra il fidanzato ufficiale e gli altri uomini della compagnia. Per lei niente è mai un problema.
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Michelangelo Antonioni è sempre stato un passo avanti con i suoi lavori e questo film lo conferma in pieno. Un'indagine psicologica su cinque donne molto diverse fra loro in una città, Torino, notoriamente "fredda" e distaccata. La protagonista indiscussa è Clelia, splendida signora colta in trasferta lavorativa per aprire un atelier di moda. Poi c'è Momina, ricca oziosa e cinica, persa tra oggetti di lusso e un marito che forse vuole lasciare. Nene invece è un'artista, lavora la ceramica e ha più successo di Lorenzo, suo marito, un pittore non molto apprezzato. Mariella è la più solare di tutte, spregiudicata, si giostra tra il fidanzato ufficiale e gli altri uomini della compagnia. Per lei niente è mai un problema. Infine c'è Rosetta, la sognatrice del gruppo, sentimentale all'eccesso e per questo più esposta ai problemi dei legami sentimentali. Proprio con lei inizia la storia, viene trovata da Clelia in hotel dopo avere tentato il suicidio per amore. Clelia viene così in contatto anche con le altre amiche e, visto che non conosce nessuno, si unisce a loro. I lavori per il nuovo atelier sono a rilento e Clelia deve dimostrarsi molto risoluta e grintosa con operai, architetto e con Carlo, direttore dei lavori con una modesta estrazione sociale, ma con l'animo sensibile. Dopo qualche incontro infatti tra lui e Clelia nasce l'amore, anche se subito si notano le troppe differenze fra i due. Rosetta invece, ristabilitasi, durante una gita al mare viene amareggiata da alcune frasi sentite di nascosto sussurrate dalle amiche nei suoi confronti. Decide di tornare in treno a Torino e Clelia, gentile e premurosa, si offre di accompagnarla. Durante il viaggio raccoglie le confidenze e diventano così molto intime. Rosetta è bellissima ma tormentata, è introversa e vuole trovare in un uomo l'amore vero, quello unico che duri tutta la vita. Non apprezza neppure l'agiatezza della sua famiglia. La prova si ha quando gli amici vengono a prenderla a casa sua per uscire. Sua madre le offre ben due volte le chiavi dell'Alfa Romeo che hanno in garage, ma lei la rifiuta, le basta la più modesta Fiat 1100 di Cesare, l'architetto. L'atelier intanto viene aperto con successo, Clelia è infatti anche un'ottima manager, e offre a Rosetta un posto di lavoro lì nella sartoria, così per distrarsi un pò. Rosetta tentenna e intanto si innamora di Lorenzo, il pittore marito di Nene, in crisi esistenziale anche lui dopo che ha saputo che la moglie ha ricevuto offerte di lavoro a New York. Rosetta corre troppo e sogna già il matrimonio con Lorenzo e una vita serena e felice. Il destino però è in agguato. Durante una cena in trattoria la storia tra lei e Lorenzo diventa di pubblico dominio, anche se Nene dimostra di capire la situazione non opponendosi al loro amore. Lorenzo invece è seccato, lui non ha ancora le idee chiare e diventa violento facendo anche a pugni con Cesare e distruggendo sedie e tavoli. Rosetta scompare, è sconvolta e verrà ritrovata suicida, non essendo riuscita a sopportare un'altra delusione. Clelia è affranta e si sente in colpa per quello che è successo. Non così Momina, la più cinica e arrivista della compagnia. Mariella non è indifferente a quanto successo, ma è felice perché sta per sposarsi. Nene ritrova l'amore di Lorenzo e non parte più per New York. Clelia, saggiamente, accetta di tornare a lavorare a Roma e si lascia con Carlo. Tra i due le differenze, anche di età, hanno avuto il sopravvento sulla loro breve storia. - di "Joss" -
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luca scial�
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lunedì 11 novembre 2013
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omicidio di una borghesia annoiata
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Torino, anni '50. Un gruppo di amici borghesi passa le proprie giornate tra noia, pettegolezzi, colpi bassi, ipocrisia, falsità. Una di loro ha tentato il suicidio, perché innamorata di Lorenzo, già sposato con Nene. Le amiche anziché dissuaderla dall'insistere in questo amore complicato, la incentivano ad andare avanti, con le drammatiche conseguenze che ne deriveranno.
Antonioni dipinge un affresco sulla borghesia, quella che ha tutto ma poi scopre di non avere niente. Traspone ottimamente un racconto estratto da La bella estate, un racconto di Cesare Pavese. Un racconto che sfocia nel drammatico, dando tutte le responsabilità a un contesto ipocrita, basato sull'apparenza, senza scrupoli.
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Torino, anni '50. Un gruppo di amici borghesi passa le proprie giornate tra noia, pettegolezzi, colpi bassi, ipocrisia, falsità. Una di loro ha tentato il suicidio, perché innamorata di Lorenzo, già sposato con Nene. Le amiche anziché dissuaderla dall'insistere in questo amore complicato, la incentivano ad andare avanti, con le drammatiche conseguenze che ne deriveranno.
Antonioni dipinge un affresco sulla borghesia, quella che ha tutto ma poi scopre di non avere niente. Traspone ottimamente un racconto estratto da La bella estate, un racconto di Cesare Pavese. Un racconto che sfocia nel drammatico, dando tutte le responsabilità a un contesto ipocrita, basato sull'apparenza, senza scrupoli. Emblematica la scena della gita domenicale tra amici. Annoiati e paranoici.
Leone d'argento a Venezia e due nastri d'argento, uno ad Antonioni e uno a Valentina Cortese.
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ennio
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martedì 25 settembre 2018
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antonioni l'amico (pessimista) delle donne
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Non è facile giudicare di alto livello un film degli anni '50, per chi non li ha vissuti bisogna immedesimarsi in una mentalità e in costumi molto diversi dai nostri. Nel caso de "le amiche" però ci sono riuscito subito.
E' un affresco tanto sintetico quanto completo quello dipinto da Antonioni. C'è la giovane sognatrice innamorata, la donna arrivista, l'artista malinconica e infelice in amore, la donna solare e generosa (Rossi Drago), e ovviamente la donna oca e facile, l'eterna prostituta. E anche con gli uomini non mancano caratterizzazioni azzeccate, e correttamente intrecciate con quelle femminili. Quale figura meglio di un'artista fallito ed egoista (Ferzetti) può essere complementare alla donna illusa di essere amata? O un anonimo e poco caratterizzato uomo benestante con quello della prostituta? Alla fine c'è il rimpianto, e il sospetto, che le traversie delle altre abbiano impedito alla coppia più riuscita e anche più "normale", quella di Clelia e Carlo, di lasciare un'impronta positiva a tutta la storia.
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Non è facile giudicare di alto livello un film degli anni '50, per chi non li ha vissuti bisogna immedesimarsi in una mentalità e in costumi molto diversi dai nostri. Nel caso de "le amiche" però ci sono riuscito subito.
E' un affresco tanto sintetico quanto completo quello dipinto da Antonioni. C'è la giovane sognatrice innamorata, la donna arrivista, l'artista malinconica e infelice in amore, la donna solare e generosa (Rossi Drago), e ovviamente la donna oca e facile, l'eterna prostituta. E anche con gli uomini non mancano caratterizzazioni azzeccate, e correttamente intrecciate con quelle femminili. Quale figura meglio di un'artista fallito ed egoista (Ferzetti) può essere complementare alla donna illusa di essere amata? O un anonimo e poco caratterizzato uomo benestante con quello della prostituta? Alla fine c'è il rimpianto, e il sospetto, che le traversie delle altre abbiano impedito alla coppia più riuscita e anche più "normale", quella di Clelia e Carlo, di lasciare un'impronta positiva a tutta la storia.
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