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Il duo di registi adattano l'omonima opera di Offenbach(riducendo molti numeri musicali e cambiando diversi dettagli)e radunano quasi tutto il cast del loro precedente capolavoro"Scarpette rosse".Creandone un altro.Un'autentica partitura cinematografica(P.Mereghetti),in cui vengono esposti i temi della sofferenza amorosa e della maledizione artistica cari ai registi e all'autore,propri di moltissime opere classiche fantastiche.Un trionfo di sperimentazione(perfetto uso del subliminale),cromatismi e virtuosismi tecnici encommiabili e allo stesso tempo artigianali,come la magnifica danza della Shearer sulla scalinata disegnata sul pavimento e ripresa dall'alto per mancanza di fondi adeguati.Inebriante e onirico,grazie alla scelta di rinunciare ai dialoghi in favore del canto.Splendide anche le scenografie in connubio tra esasperata teatralità e irrealismo pittorico dove prevalgono il giallo per Olimpia,il rosso per Giulietta e il blu per Antonia.Alberto Spadolini fu assunto dal fondatore della "London Film" Alexander Korda per occuparsi della traduzione dei dialoghi per la versione francese.Sembra che il regista underground Kenneth Anger si sia ispirato a questo film per l'uso del colore nel suo "Inauguration of the Pleasure Dome" tre anni dopo.Un'opera indimenticabile(definirla solamente cinematografica sarebbe riduttivo)che dopo 65 anni non ha perso un briciolo del suo splendore,e non può essere trascurato da chiunque si definisca amante del cinema vero.
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