The Witcher

Film 2019 | Azione, Avventura, Drammatico +13 60 min.

Regia di Alex Garcia Lopez, Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Sarah O'Gorman, Geeta Patel, Stephen Surjik. Una serie con Henry Cavill, Freya Allan, Joey Batey, MyAnna Buring, Tom Canton. Cast completo Titolo originale: The Witcher. Genere Azione, Avventura, Drammatico - Polonia, USA, 2019, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 STAGIONI: 5 - EPISODI: 40

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Ultimo aggiornamento venerdì 19 aprile 2024

Il racconto epico di una famiglia e del suo destino, basato sull'omonima saga bestseller. La serie ha ottenuto 2 candidature a CDG Awards, 1 candidatura a ADG Awards, 1 candidatura a Critics Choice Super,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,13
CONSIGLIATO N.D.
Il fantasy tratto dalla penna di Andrzej Sapkowski.
a cura della redazione
sabato 10 luglio 2021
a cura della redazione
sabato 10 luglio 2021

The Witcher, serie fantasy basata sull'omonima saga bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino. È la storia dei destini intrecciati di tre individui nel vasto mondo del Continente, dove umani, elfi, witcher, gnomi e mostri combattono per sopravvivere e prosperare, e dove il bene e il male non sono facilmente identificabili.

Episodi: 8
Regia di Stephen Surjik, Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Louise Hooper, Sarah O'Gorman, Gandja Monteiro, Loni Peristere.

La quinta e ultima stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

La quinta e ultima stagione della serie. Al momento non si hanno informazioni sulla trama.
Episodi: 8
Regia di Stephen Surjik, Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Louise Hooper, Sarah O'Gorman, Gandja Monteiro, Loni Peristere.

La quarta stagione della serie.

Recensione di a cura della redazione

Dopo gli scioccanti eventi che hanno sconvolto il Continente alla fine della terza stagione, la nuova stagione vede Geralt, Yennefer e Ciri attraversare, separati, il Continente devastato dalla guerra con i suoi molti demoni. Se riusciranno ad accettare e guidare i gruppi di outsiders in cui si trovano, avranno una possibilità di sopravvivere al battesimo del fuoco e ritrovarsi ancora una volta.
Regia di Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Sarah O'Gorman, Stephen Surjik.

La terza stagione è l'annata migliore della serie. Dalla morale individualista, scettica su possibilità di progresso e ancora di più su quelle di una rivoluzione

Recensione di Andrea Fornasiero

The Witcher - Terza stagione - Parte 2

Durante il conclave dei maghi ad Aretuza un doppio intrigo è in atto: da una parte, in nome del Re di Redania, Philippa e il maestro di spionaggio Dijkstra vogliono prendere il controllo politico dell'organizzazione arcana; dall'altra, all'oscuro di tutti, Vilgefotz alleato dell'impero di Nilfgaard scatena un assalto al conclave e cerca di catturare Ciri, per farne la propria allieva. Il potere della ragazza, del quale sono smaniosi anche gli elfi ribelli, è però tanto grande quanto incontrollabile e nel divampare dello scontro tra i maghi avrà effetti sorprendenti. Geralt, Yennefer e Ranuncolo faranno ancora una volta del loro meglio per proteggerla, ma non ci si può sottrarre alla chiamata del destino...

Con la seconda parte della terza stagione di The Witcher si conclude la partecipazione di Henry Cavill alla serie, senza però arrivare a un qualsiasi punto di arresto e anzi rilanciando verso nuove avventure... che avranno un altro interprete.

La dipartita di Cavill, sostituito da Liam Hemsworth, avrebbe meritato un finale migliore di questo, tanto più che proprio il personaggio di Geralt passa giorni particolarmente infelici in seguito allo scontro con Vilgefotz. Soltanto nell'epilogo Cavill ha modo di concedere un'ultima esibizione con la spada. Non solo non c'è così nessuna spiegazione diegetica per il prossimo avvicendamento di attori protagonisti, ma non c'è nemmeno un climax a concludere questo arco narrativo. Gli eventi infatti precipitano già nel sesto episodio, di certo il più spettacolare della serie finora, ma i giochi rimangono aperti per tutti i protagonisti. E le due puntate restanti della stagione si guardano bene dal chiuderli, dedicandosi invece a riprendere le fila dei vari intrighi e personaggi per preparare le annate a venire. Travolti dagli eventi, i protagonisti sono infatti ancora una volta divisi, investiti di incarichi diversi o con problemi individuali da superare.

Del resto c'è ancora molto materiale da adattare nei romanzi e anche a chi non li conosca sarà evidente che, per esempio, la Caccia Selvaggia su cui si era chiusa la seconda stagione è apparsa solo fugacemente in questa terza annata, rimandando al futuro il prosieguo della sottotrama. A risolversi davvero sono alcuni doppi giochi, che avevano ormai fatto il proprio tempo, ma la chiarezza sul fronte politico non che l'inizio di una nuova fase, in cui i vari schieramenti si sfideranno più apertamente. Gli intrighi sono però sviluppati in modo piuttosto semplice, perché The Witcher è un fantasy d'azione con protagonista un guerriero che ammazza mostri. Siamo dunque molto lontani dalle trame de Il Trono di Spade e dalle sue riflessioni politiche: qui semplicemente il potere è corrotto ovunque, non c'è alcun pensiero su come migliorare le cose e una comoda disillusione sugli uomini è il sentimento dilagante.

Geralt è del resto un reietto dal cuore d'oro, abituato a essere sfruttato dai potenti di turno e condannato ad ammazzare mostri spesso meno terribili degli uomini che lo ingaggiano. Yennefer a sua volta è una ribelle che non vuole giocare alla maga di corte e non si fida di chi lo fa. Allo stesso modo Ciri è una principessa che non vuole stare al fianco del potente padre e il suo destino la porta verso misteri esoterici che sminuiscono la politica. Qualsiasi cosa succeda tra i regni in The Witcher, non sarà infatti mai tanto apocalittico quando le profezie che circondano la ragazza. La morale della serie è dunque individualista, scettica su possibilità di progresso e ancora di più su quelle di una rivoluzione. È tragico come gli elfi ribelli, che hanno tutte le ragioni del mondo, finiscano per essere pedine sfruttate da un re contro l'altro, disposti a tutto pur di mettere le mani su Ciri e più o meno disprezzati da ogni protagonista. Gli unici elfi "buoni" sono eremiti che, rintanati nel bosco, sembrano preferire l'attesa dell'estinzione alla lotta armata.

Nella filosofia della serie infatti solo alle battaglie dei singoli, mossi da una morale personale e spesso sdegnosa, è attribuito un valore. La principale qualità degli eroi di The Witcher è la tenacia, che si oppone all'intelligenza dei vari intriganti come Philippa e Vilgefotz. Dopo tre stagioni in cui la situazione continua a peggiorare, ma che solo raramente pongono sfidanti degni di questo nome a Geralt, Yennefer e Ciri, la tensione ancora latita e delle cospirazioni non si vede la fine all'orizzonte. Così, se pure - anche grazie al crescente investimento della piattaforma nella serie - questa terza sia stata l'annata migliore, è palpabile una precoce stanchezza e sembra aver fatto bene abbia Cavill ad allontanarsi, per cercare nuove e meno risapute storie da produrre e interpretare.

Regia di Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Sarah O'Gorman, Stephen Surjik.

L'ambizione di uno show corale in cinque puntate dove tengono banco le manovre politiche e di spionaggio

Overview di Andrea Fornasiero

The Witcher - Terza stagione - Parte 1

Sfuggiti a Kaer Morhen e alla Caccia Selvaggia, Geralt e Yennefer viaggiano per il regno in clandestinità, cercando di tenere al sicuro Ciri per continuare il suo addestramento nelle arti arcane. Il mago piromane Riance, aiutato da un misterioso alleato, è però sulle loro tracce, grazie a mostri abilissimi nel fiutare il sangue elfico. Inoltre Ciri stenta a fare progressi e Yennefer capisce di doversi rivolgere alla sua maestra Tissaia, all'accademia di Aretuza. Nel mentre continuano le manovre dell'imperatore di Nilfgaard, Emhyr var Emreis, il padre di Ciri detto la Fiamma Bianca, e soprattutto si infittiscono gli intrighi alla corte di Redania, dove Dijkstra e la maga Philippa se la vedono con il fratello del re, Radovid.

Come già nella precedente stagione, le manovre politiche e di spionaggio tengono banco assai più delle avventure di Geralt, al punto che i mostri da abbattere sono ridotti a un semplice intermezzo d'azione, per movimentare una serie in difficoltà di ritmo.

Il problema è che la serie si chiama The Witcher e la sola vera star è Henry Cavill, quindi ci si aspetterebbe di vederlo in un ruolo più centrale. Invece l'ambizione di farne uno show corale, si scontra con il poco carisma degli altri interpreti e con un intrigo tanto avvolto nei misteri che ha ben poco da sfoggiare in termini di spettacolo. Anche il finale di questi primi cinque episodi della terza stagione - l'ultima con Cavill nel ruolo di Geralt, prima della sostituzione con Liam Hemsworth - non arriva a fare esplodere la tensione e, al contrario, è del tutto dedicato a un evento mondano tra i maghi. Qui i due protagonisti che cercano di navigare varie cospirazioni e alcune scene sono più volte ripetute, in qualche caso senza nemmeno cambiare il punto di vista.

Più in generale il solo elemento che davvero si evolve nella stagione è la figura di Yennefer che cerca di ottenere la fiducia di Ciri, anche per redimere il tradimento della scorsa annata, e le mostra anche il segreto più cupo del proprio passato. Queste cinque puntate però, si rivelano prive di un climax e sono invece quasi solo una preparazione agli ultimi tre episodi, che arriveranno a fine mese. Solo allora si potrà fare un vero bilancio di questa stagione divisa in due.

Episodi: 8
Regia di Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Sarah O'Gorman, Stephen Surjik.

La serie torna rinnovata e in forma meno episodica, ma l'aumento del budget non basta a salvarla dagli eccessi e dallo scarso spessore dei personaggi

Recensione di Andrea Fornasiero

Geralt è in viaggio con Ciri, che intende proteggere a ogni costo, ma la ragazza oltre a essere erede al trono di Cintra è anche dotata di straordinari poteri magici, che la mettono al centro dei piani di arcane entità e profezie. Yennefer e Fringilla sono nel mentre prigioniere degli elfi e Yennefer sembra aver perso la propria magia dopo averla scatenato nella battaglia di Sodden Hill. Gli elfi cercano il potere di antiche entità e la loro leader, insieme a Yennefer e Fringilla, entra in contatto con una terribile strega che fa loro insidiose e irresistibili promesse. Nel mentre la guerra è in una sorta di armistizio, uno stallo dovuto alla sconfitta dei Nilfgaardiani a Sodden Hill, ma molti piani sono in movimento, uno dei quali vede il piromante Raence sulle tracce di Ciri...

Abbandonata la struttura narrativa su due diversi tempi della prima stagione, The Witcher torna rinnovata e in forma meno episodica, ma l'aumento del budget non basta a salvarla da un eccesso di intrighi con personaggi di scarso spessore.

Il fulcro rimane naturalmente Geralt, che ora è al fianco di Ciri ed è convinto che Yennefer sia morta a Sodden Hill. Accompagna la ragazza al quartiere generale dei witcher, dove spera lei possa imparare a controllare la propria magia. Qui solo alcuni mostri, che sembrano insolite mutazioni, scuotono un poco quel che altrimenti sarebbe una linea narrativa da letargo invernale. Va un po' meglio con Yennefer, che stuzzicata dall'antica strega (una sorta di Baba Yaga) cerca di recuperare la propria magia ed è vicina alle persecuzioni subite dagli elfi. Peccato però che non ci siano davvero elfi tra i protagonisti e così la loro vicenda è sempre vista da punti di vista esterni e i loro obiettivi sono più dichiarati che maturati in un arco narrativo.

Lo stesso vale un po' anche per tutti gli altri numerosi intrighi tra i maghi e le corti del Nord e l'impero del Sud, dove si parla tantissimo e l'unica costante è che tutti finiscono per volere Ciri, chi per motivi politici chi per ragioni più mistiche. Torna utile qui un raffronto con i videogame, dove la politica era al centro del secondo capitolo e c'era un personaggio cruciale: Letho il King Slayer, che aveva un legame diretto con Geralt e muoveva gran parte della vicenda. Più antagonista che villain, quel personaggio è però assente dai romanzi - dove comunque quel tipo di narrazione si può dipanare in modo anche meno dinamico attraverso molte pagine - e sembra che per ragioni di diritti non possa apparire nella serie Tv (a meno che la produzione non trovi un accordo anche con la software house dei videogame).

In sua assenza un vero antagonista non c'è, a parte per il piromante che però ha un ruolo minore e per la voce dell'antica strega, che si fa sentire raramente e diventa centrale solo alla fine. Come è ben noto un eroe è interessante solo quanto il suo "cattivo" e dunque la seconda stagione di The Witcher finisce impantanata, soprattutto nelle puntate centrali davvero con poco ritmo e spesso più lunghe del necessario.

La formula da "mostro della settimana" della prima stagione, che originava dai primi libri della serie di Andrzej Sapkowski divisi in racconti, lascia ora il posto a una vicenda più articolata e romanzesca, dove l'azione si diluisce. Questa annata è insomma molto diversa dalla precedente, meno adatta a una visione occasionale, da guilty pleasure, e invece molto più seriosa e ponderosa. Tanto che rischiano davvero di raccapezzarcisi solo i giocatori del videogame e i lettori dei romanzi, che hanno già assimilato i personaggi e il mondo.

Complice il passaggio di ben due anni dalla prima stagione, per gli altri ci sarà la difficoltà di una pesante mitologia, che improvvisamente acquista molta più rilevanza di quanta non ne avesse e perde anche la leggerezza del bardo Jaskier, qui piuttosto sacrificato. Unica eccezione è il primo episodio, che riprende la favola della Bella e la Bestia in una versione molto dark e ha una sua compiutezza. Tutti gli altri invece accumulano elementi guardando al finale, dove però si risolvono solo in piccola parte e senza grandi colpi di scena.

Episodi: 8
Regia di Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Sarah O'Gorman, Stephen Surjik.

Una serie 'magica' creata a tavolino per i nostalgici de Il trono di spade

Recensione di Andrea Fornasiero

Geralt di Rivia è un witcher, uno strigo, un cacciatore di mostri, un umano mutato da dolorose e pericolose procedure alchemiche e magiche che fanno di lui una sorta di superuomo, più forte, più veloce, più longevo, capace di usare la magia ed equipaggiato con pozioni di vario tipo. Geralt ha un suo codice e cerca di non immischiarsi negli affari degli uomini: combatte solo mostri, anche se spesso gli paiono meno mostruosi e crudeli di chi lo ingaggia. C'è poi Ciri, una principessa legata dal destino a Geralt e in fuga dai soldati del regno di Nilfgaard, che la cercano con ogni mezzo per via di una oscura profezia. Yennefer infine è una ragazza nata con malformazioni ma con un dono speciale e destinata a grandi cose.

Tratta dai racconti, più che dai romanzi, del polacco Andrzej Sapkowski che già hanno dato vita a una trilogia videoludica di grande successo, la prima stagione di The Witcher cerca di acchiappare il pubblico appassionato di fantasy orfano del Trono di Spade, ma l'impresa è improba.

Prima di tutto perché si tratta di storie molto diverse: The Witcher ha fin dal titolo una figura centrale, anche se la serie fa il possibile per anticipare che i protagonisti sono in realtà tre. Comunque un numero molto inferiore a quelli del Trono di Spade, che del resto marciava sull'intrigo politico prima che sulla magia, mentre qui già dal principio abbiamo un guerriero mago che combatte mostri e sempre più incantesimi sono disseminati in questa prima stagione di otto puntate. Il taglio è dunque molto più d'azione, più sword & sorcery, e il mondo di The Witcher, che pur è un medioevo sporco e cattivo come quello del Trono di Spade, è molto più vicino ai nostri miti di quanto non lo fosse Westeros. Sapkowski infatti ha imbastito larga parte della sua saga su una reinvenzione del folclore Est europeo e pure del ciclo arturiano.

Si tratta insomma di una serie rivolta a un pubblico diverso, ma quello che rende davvero impossibile l'impresa di emulare il Trono di Spade è la fattura: emblematico l'incipit in cui Geralt combatte in una palude con un mostro malamente realizzato in digitale. Inoltre la scrittura non è mai particolarmente ficcante e i tentativi di ironia con un bardo che fa da spalla comica non fanno che peggiorare le cose.

Il vero problema comunque è il cast, dove se Cavill non brilla, gli altri attori risultano semplicemente privi del carisma che il loro ruolo richiederebbe. Non sono del resto aiutati dalla sceneggiatura che dà modo di maturare solo ai tre protagonisti, dove Anya Chalotra ha le forme avvenenti di Yennefer ma difetta del tutto di espressioni convincenti.

Questa concentrazione non aiuta a far emergere il complesso mondo narrativo e d'altra parte - tolto un episodio con scenari molto diversi causa teletrasporto - i regni che si susseguono sembrano sempre la stessa foresta dell'Europa orientale. Così quando si cerca di spiegare la guerra il risultato è confuso per chi non abbia già confidenza con questo materiale.

Allo stesso modo la bella e tragica storia della regina Calanthe è sprecata, perché anziché raccontarla la si riduce a poche scene e troppe spiegazioni. Gli effetti speciali sono poi spesso inadeguati all'epica che si vorrebbe raccontare e dunque anche la prima grande battaglia convince poco, certo meno di quelle di Vikings per esempio. La seconda battaglia invece è più interessante e originale, perché vede in campo meno uomini e più maghi e la magia è la cosa spettacolarmente più riuscita di The Witcher, anche se il suo funzionamento rimane più incerto e comodo che misterioso.

L'elemento più interessante della serie è la sua struttura temporale, che fa uso della longevità di Geralt e di altri personaggi per ingannare inizialmente lo spettatore, svelando a poco un poco un ordito più complesso che va verso la ricongiunzione solo nel finale. Anche la sigla infatti mostra diversi simboli in ogni episodio e solo nell'ultimo li fonde in un'immagine, ovviamente quella del lupo del medaglione di Geralt.

Buoni poi i costumi e la ricostruzione di villaggi e castelli mentre, nonostante l'impegno di Cavill, sono solo discrete le coreografie di lotta di Geralt, spezzettate di stacchi di montaggio e qua e là confuse. Qui del resto il videogioco rimane imbattibile, con i suoi combattimenti costruiti sui movimenti di veri schermidori e, ovviamente, senza interruzioni perché tanto non ci sono né attori né stuntman che possano farsi male.

Saranno l'algoritmo e la raccolta dati di Netflix a decidere se, superata quest'annata in fondo introduttiva, si farà un salto di qualità per la prossima stagione, oppure se si continuerà al risparmio come nell'episodio in cui appare un drago, realizzato così in malo modo da risultare, dopo Il Trono di Spade, semplicemente irricevibile.

Episodi: 8
Regia di Alik Sakharov, Charlotte Brändström, Alex Garcia Lopez, Marc Jobst, Edward Bazalgette, Sarah O'Gorman, Stephen Surjik.

La prima stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Geralt di Rivia è un witcher, uno strigo, un cacciatore di mostri, un umano mutato da dolorose e pericolose procedure alchemiche e magiche che fanno di lui una sorta di superuomo, più forte, più veloce, più longevo, capace di usare la magia ed equipaggiato con pozioni di vario tipo. Geralt ha un suo codice e cerca di non immischiarsi negli affari degli uomini: combatte solo mostri, anche se spesso gli paiono meno mostruosi e crudeli di chi lo ingaggia. C'è poi Ciri, una principessa legata dal destino a Geralt e in fuga dai soldati del regno di Nilfgaard, che la cercano con ogni mezzo per via di una oscura profezia. Yennefer infine è una ragazza nata con malformazioni ma con un dono speciale e destinata a grandi cose.
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RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 4 gennaio 2022
Nicola Cupperi
Film TV

La storia insegna che quando un matrimonio è in crisi, fare un figlio non è mai la migliore delle idee. La seconda stagione di The Witcher è l'eccezione che conferma la regola: dopo una prima annata interlocutoria - impegnata ad accontentare i fan della saga letteraria e videoludica con un eccesso di personaggi, situazioni e piani temporali che la inchiodavano a una narrazione sin troppo verticale [...] Vai alla recensione »

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venerdì 9 giugno 2023
 

Regia di Alex Garcia Lopez, Alik Sakharov, Charlotte Brändström. Una serie con Henry Cavill, Freya Allan, Joey Batey, MyAnna Buring, Tom Canton. Dal 29 giugno su Netflix.  Guarda il trailer »

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sabato 10 luglio 2021
 

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giovedì 12 dicembre 2019
 

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giovedì 21 novembre 2019
 

Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per trovare il proprio posto in un mondo in cui le persone spesso si dimostrano più malvagie delle bestie. Il suo destino si intreccerà poi con quello di una potente strega e una giovane principessa [...]

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lunedì 4 novembre 2019
 

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lunedì 22 luglio 2019
 

Regia di Alex Garcia Lopez, Alik Sakharov, Charlotte Brandstrom. Un film con Henry Cavill, Freya Allan, Joey Batey, MyAnna Buring, Tom Canton. Guarda il trailer »

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