Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Canada, Svizzera |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Claude Miller |
Attori | Marina Hands, James Thierree, Maya Sansa, Yves Jacques, Anne-Marie Cadieux Aubert Pallascio, Normand D'Amour, Stuart Mylow Jr., Benoît Brière, Linda Smith, Patrick Goyette. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 ottobre 2011
Due donne unite dall'amore per lo stesso uomo e dalla sua scomparsa. Viaggio di conoscenza e elaborazione del lutto nel bianco e immenso panorama canadese. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Lise, una documentarista francese, attraversa per lavoro il Canada su un treno, da Est a Ovest. Ma il destino blocca il suo mezzo di trasporto nel luogo dove da qualche tempo si era ritirato il suo ex marito, Vic Clément, un uomo di spettacolo di grande fama, ora scomparso. Indebolita da una forte influenza, Lise chiama l'ultima compagna di Vic, una dottoressa del posto, e si fa ospitare da lei. Entrambe le donne cercano così di capire cosa abbia trovato nell'una e nell'altra l'uomo della loro vita, come le abbia amate, come sia stato amato e perché.
Spesso, al cinema come nella vita, il viaggio è luogo dell'introspezione: è guardando fuori che (ci) si riflette. Miller raddoppia il concetto, facendo di Lise una filmaker (vidéoaste) e affidando alla registrazione della vita che corre lungo il suo binario (siamo su un treno) l'elaborazione del lutto per il marito scomparso. L'idea di un'indagine ombelicale, che ad un certo punto abbandona la claustrofobia del treno per dispiegarsi in uno spazio aperto immenso, è affascinante e puntualmente sottolineata, così come quella che pieno e vuoto, perdita e guadagno, egoismo e generosità siano in fondo una questione di prospettiva e di punto di vista.
Peccato che alla verità del primo atto - quello del teatro, dell'inquietudine di Vic, della sua ricerca impossibile di un'autenticità totale e permanente, del suo innamoramento per Lise e della loro convivenza -, subentri poi la finzione di un'attrice italiana messa nei panni di una nativa nordamericana e costretta ad un discorso che sfiora il ridicolo, in una lingua antica e inverosimile (per la pur brava Maya Sansa). Per Miller, evidentemente, c'è più verità nella messa in scena che nella cattura del reale: non è un videoasta ma un cineasta e ci tiene a ribadirlo, piaccia o meno. Basterebbe il titolo - Voyez comme ils dansent a illuminare il suo punto di vista: il regista parla al pubblico di una performance e osserva dall'esterno. D'altronde è proprio nella rappresentazione dello spettacolo teatrale di Vic che il film trova uno dei suoi punti di maggior forza emotiva ed evocativa, ma la magia sfortunatamente non si estende per tutta la sua lunghezza.
Al regista va comunque il merito di aver fatto di James Thiérrée un personaggio (al centro del disegno filmico) e di non aver permesso che il personaggio (l'acrobata ballerino regista, nipote di Chaplin) vampirizzasse il film e spodestasse del tutto le sue protagoniste.
Splendido film. Un uomo dal fascino magnetico e due donne innamorate. Lui, grande artista, adulatore, ma anche perfido e acido, scompare dalla prima donna in seguito ad un attaco di panico. Lei parte per attraversare il Canada e in seguito ad una serie di coincidenze finisce per incontrare l'altra Lei, da cui l'uomo aveva trovato rifugio e quiete, fino ad un altro attacco di panico che lo porter&agr [...] Vai alla recensione »