Machuca

Film 2004 | Drammatico +13 120 min.

Anno2004
GenereDrammatico
ProduzioneCile, Spagna, Gran Bretagna
Durata120 minuti
Regia diAndrés Wood
AttoriMatías Quer, Ariel Mateluna, Manuela Martelli, Federico Luppi, Aline Küppenheim Ernesto Malbran.
Uscitavenerdì 24 settembre 2004
TagDa vedere 2004
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,21 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Andrés Wood. Un film Da vedere 2004 con Matías Quer, Ariel Mateluna, Manuela Martelli, Federico Luppi, Aline Küppenheim. Cast completo Genere Drammatico - Cile, Spagna, Gran Bretagna, 2004, durata 120 minuti. Uscita cinema venerdì 24 settembre 2004Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,21 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Il Cile ai tempi di Pinochet letto attraverso la storia di un'amicizia nata 'nonostante'. Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni, In Italia al Box Office Machuca ha incassato 43,6 mila euro .

Consigliato sì!
3,21/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,42
CONSIGLIATO SÌ
Un muro invisibile divide i Cileni nel 1973.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Cile, 1973. Ponzalo Infante e Pedro Machuca sono due bambini di 11 anni che vivono a Santiago, il primo in un quartiere agiato e il secondo in un sobborgo abusivo recentemente costruito poco distante: due mondi separati da una grande muraglia invisibile che alcuni, mossi dal sogno di un mondo migliore, vorrebbero abbattere. Uno di questi sognatori è il direttore di un collegio religioso privato, padre McEnroe, che con l'aiuto dei genitori accoglie nel collegio i bambini di entrambi i quartieri, insegnando loro a rispettarsi reciprocamente. Per questo motivo Pedro e Ponzalo frequentano la stessa classe, e tra i due nasce un'amicizia piena di scoperte e di sorprese. Ma questo intento di aggregazione si scontra con le difficoltà oggettive derivanti dal clima di aperto scontro sociale che regna in Cile a quell'epoca. Un film che sa parlare dei ragazzi e del contesto politico prendendo posizione ma con un profondo rispetto per i temi trattati. La lezione di Arrivederci ragazzi di Louis Malle non è passata invano e questo film può arrivare a commuoverci senza retorica proprio grazie alla sua 'scrittura'.

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Francesco Rufo
venerdì 10 luglio 2009

Machuca narra due percorsi di formazione: quello di Pedro e quello di Gonzalo. Pedro saggia il benessere di un’infanzia borghese e giunge a perdere ogni illusione nel momento in cui assume la coscienza dell’inevitabilità delle differenze e divisioni sociali, della lotta di classe. Il percorso di Gonzalo si compie nello sguardo. Gonzalo è una reincarnazione dei bambini del neorealismo: è un bambino impotente ad agire, a intervenire sulla realtà in cui vive e che si dipana sotto i suoi occhi, può essere solo uno spettatore che vede, sente, registra, perché la situazione in cui si trova supera le sue capacità di intervento attivo; è una coscienza vagante che osserva le rovine della sua nazione e della sua famiglia. Ma il suo sguardo ha un’evoluzione, e dal legame con la passività passa al legame con una presa di coscienza umana e civile. Al termine del suo percorso, Gonzalo prende una posizione decisa e cosciente sul mondo. I due percorsi di formazione si incrociano nell’amicizia che nasce tra i due ragazzi, ma si tratta di un’amicizia cauta, sospesa sulle illusioni dell’infanzia, ostacolata da barriere insormontabili. Nel film sembra possibile leggere che, nonostante quest’amicizia, i ragazzi non hanno la forza di opporsi a disuguaglianze, ingiustizie, violenze, e che tuttavia è necessario credere nell’esigenza di un umanesimo interclassista, di una coesistenza multiculturale e multietnica, di una più equa distribuzione della ricchezza. Questi ideali sono sostenuti da Padre McEnroe, adulto illuminato che assume il ruolo di guida dei ragazzi. Una struttura bipolare si instaura tra Gonzalo e Pedro, tra la parte ricca della città e la bidonville, tra borghesia e sottoproletariato, tra cultura e analfabetismo, ma anche tra grande Storia collettiva e piccole storie individuali. La perdita della democrazia e l’avvento della dittatura (nella Storia) coincidono con la perdita dell’innocenza e con l’avvento del disincanto (nelle storie).

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 9 settembre 2011
McMara

E' un film per chi è interessato alla storia più o meno recente di questo bellissimo paese sudamericano. Andrés Wood sa ricreare con maestria le atmosfere di quegli anni '70 così pieni di fermento e di ideali a Santiago, e sa far rivivere il dramma che quella popolazione ha vissuto con l'arrivo della dittatura di Pinochet.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Silvana Silvestri
Il Manifesto

Successo dell'anno in Cile, riporta sugli schermi i giorni del colpo di stato, materiale scottante e a lungo accantonato perchè poco adatto al clima di ottimismo del paese. In una avanzata scuola religiosa, in cui sono accolti anche alcuni bambini poveri, il giovane Infante fa amicizia con il povero Machuca: il razzismo, problema irrisolto del paese, e più in Cile che altrove nel latinoamerica, diventa [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Ispirato a un'esperienza vissuta, un film cileno bello e necessario dove i drammi della Storia sono osservati (come accadeva in "Arrivederci ragazzi" di Louis Malle) attraverso gli occhi di studenti adolescenti. E’il 1973, ultimo anno della presidenza Allende. A Santiago un religioso, direttore di una scuola cattolica molto esclusiva, apre le porte ai diseredati della città.

Roberta Bottari
Il Messaggero

Cile, 1973. Gonzalo e Pedro sono due undicenni che vivono a Santiago. Ma il primo abita in un lussuoso quartiere, il secondo in una baraccopoli illegale a pochi isolati di distanza. Intorno, una situazione politica esplosiva, gli scontri, le manifestazioni. Quelle del popolo, che non ha niente e può “permettersi” di lottare “solo” per gli ideali o per Salvador Allende.

Silvana Silvestri
Il Manifesto

Salutato come il più grande successo di tutti i tempi nelle sale cilene, presentato alla «Quinzaine» e a Cannes, arriva un film che riporta sugli schermi i giorni del colpo di stato, materiale scottante e alungo accantonato come poco adatto al clima di ottimismo economico di questi ultimi venti anni. In una avanzata scuola religiosa, in cui sono accolti anche alcuni bambini delle bidonville, il giovane [...] Vai alla recensione »

Enrico Magrelli
Film TV

Contrariamente a quello che piace pensare, i bambini non possono salvare il mondo. Soprattutto se i mondo è il Cile del 1973, nei giorni in cui la democrazia di Salvator Allende si sbriciola nella violenza, nel sangue, nella rabbia sociale e viene spazzata via dal colpo di stato dei militari. Il regista cileno Andrés Wood, nel suo terzo lungometraggio, racconta i giorni dell’ira e della catastrofe [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Santiago 1973. Il golpe di Pinochet visto dai bambini. Due famiglie, una di proletari, i Machuca, che vive in catapecchie abusive ai margini della città, l’altra, gli Infante, dei ricchi borghesi che vivono nei quartieri alti. I rispettivi figli undicenni, Pedro e Gonzalo, frequentano lo stesso collegio perché il suo rettore, un democratico illuminato, per favorire l’integrazione fra le classi, accanto [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Due bambini e la Storia. Nel 1973 era presidente del Cile Salvador Allende, socialista, leader di Unidad Popular. Le difficoltà di realizzazione delle sue riforme, la pessima situazione economica (inflazione al 300%), l'ostilità delle destre conservatrici, le pressioni degli Stati Uniti (Allende aveva nazionalizzato l'industria del rame, prima in mani americane) acuirono le tensioni sociali e la radicalizza [...] Vai alla recensione »

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