Marco Lodoli
Diario
A volte ho l’impressione che lo stesso film, visto in un momento diverso, potrebbe produrre altre riflessioni, altri giudizi. È così influenzabile la «seduta cinematografica», a volte basta un amico accanto che sbuffa, la sala troppo rumorosa, il pensiero della levataccia che ci aspetta l’indomani, e il film ci risulta antipatico, fastidioso. Ricordo ancora un amico che confessò: «Questo film non mi è piaciuto per niente, ma avevo gli occhiali sporchi». Un film viene pensato per anni, scritto, realizzato, montato tra mille dubbi e rettifiche, cercando magari di andare incontro a quell’entità astratta che è il gusto del pubblico, e poi in due ore scorre negli occhi di uno che passava di li un po’ per caso e che difficilmente lo rivedrà una seconda o una terza volta: l’abbraccio è rapidissimo, talvolta è miele, talaltra è ortica, perché come ogni abbraccio è fatto di due storie specifiche ed è difficile prevedere che terza storia ne verrà fuori. [...]
di Marco Lodoli, articolo completo (3941 caratteri spazi inclusi) su Diario 1999